TASK FORCE ITALIA
ACCELERIAMO LE AZIENDE ITALIANE / SVILUPPIAMO IL SISTEMA PAESE!








Costruire un'Italia Migliore







TASK FORCE NAZIONALE
EDUCAZIONE FINANZIARIA, PMI E SOSTENIBILITA'

OVERVIEW TECNICA

Fabrizio Capponi, Practice Leader Educazione Finanziaria, PMI e Sostenibilità, Task Force Italia
La Task Force Nazionale su Educazione finanziaria, PMI e sostenibilità ha rappresentato n’occasione unica per affrontare temi delicati per il futuro del sistema produttivo italiano. Fabrizio Capponi, Practice Leader Educazione Finanziaria, PMI e Sostenibilità di Task Force Italia ha introdotto l’argomento ponendo l’accento su come il tessuto imprenditoriale del Paese sia composto in larga misura da piccole e medie imprese. Questo elemento, già noto, assume oggi una rilevanza particolare alla luce delle continue trasformazioni e delle instabilità del contesto internazionale. La gestione aziendale non può più essere semplicemente ordinaria: oggi le imprese sono chiamate a confrontarsi quotidianamente con eventi straordinari, spesso imprevedibili, che impongono scelte coraggiose e investimenti significativi. In questo scenario, le grandi aziende hanno margini di manovra più ampi e la possibilità di reagire con strumenti strutturati, ma per la vasta rete di PMI italiane la sfida è diversa, più complessa ma non per questo insormontabile. Un altro nodo centrale dell’intervento ha riguardato la sostenibilità e, in particolare, la normativa ESG. L’impegno verso uno sviluppo sostenibile è ormai imprescindibile, ma al tempo stesso ha evidenziato la difficoltà di conciliare queste prescrizioni con le priorità operative delle imprese, specie in una fase di turbolenza economica. Il quadro normativo attuale appare, in alcuni casi, scollegato dalla realtà concreta in cui si muovono le aziende.
L’approccio proposto è quello di una Task Force che non si limiti all’analisi, ma che sia orientata alla costruzione di soluzioni. È necessario ascoltare con attenzione le esigenze espresse dal mondo imprenditoriale e trasformarle in indicazioni operative. L’obiettivo a breve termine è la redazione del Position Paper capace di fornire alle PMI strumenti chiari, orientamenti strategici concreti e proposte credibili, non solo per affrontare le criticità del presente, ma anche per prepararsi a un futuro sempre più interconnesso e competitivo.

Prospettive e sfide su Educazione finanziaria, PMI e sostenibilità
- Le PMI costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo in Italia
- Servono importanti capacità manageriali per guidare la crescita
- La gestione dei dazi internazionali resta un tema critico
- Essere piccoli non significa essere vulnerabili
- Necessità di rivedere norme anacronistiche
- Spingere verso uno sviluppo sostenibile
- Aumentare la rapidità di intervento
- Sfruttare la flessibilità delle imprese
- Definire una guida comune per orientare il sistema
DISEGNO ISTITUZIONALE
Nel corso della Round Table istituzionale, con l’On. Maria Chiara Gadda, Vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, è stata sottolineata con chiarezza la complessità che caratterizza l’accesso al credito e agli strumenti finanziari da parte delle piccole imprese agricole. Questo problema, che accomuna anche molti cittadini sul piano individuale, assume un carattere ancora più critico in un comparto come quello agroalimentare, dove la frammentazione territoriale e la dimensione ridotta delle aziende incidono fortemente sulla capacità di programmare investimenti e cogliere opportunità. In particolare, molte imprese non conoscono o utilizzano con difficoltà strumenti esistenti come le garanzie fornite da ISMEA, anche per una certa reticenza culturale e operativa.
Inoltre, il settore agricolo è particolarmente vulnerabile alla volatilità esterna – sia nei mercati sia nelle forniture – come dimostrato dalla pandemia. Tali condizioni rendono il ricambio generazionale ancora più complicato, ma allo stesso tempo sempre più urgente, perché è proprio con le nuove generazioni che arrivano competenze digitali, capacità di pianificazione e maggior confidenza nell’affrontare la burocrazia legata a strumenti come il PNRR.
Bisogna rafforzare e semplificare gli strumenti esistenti, puntando su un duplice fronte: migliorare l’accessibilità a livello burocratico e favorire la diffusione della cultura finanziaria tra gli operatori agricoli. In questo senso, le nuove politiche devono accompagnare il cambiamento generazionale non solo con incentivi, ma anche con percorsi formativi e assistenza tecnica, perché senza una maggiore consapevolezza delle opportunità finanziarie disponibili, anche le misure più avanzate rischiano di restare inutilizzate. L’educazione finanziaria, quindi, diventa un elemento strategico per il futuro dell’agricoltura italiana.
Antonella Giachetti, Presidente della Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, invece, ha posto l’attenzione sulla situazione generale dell’imprenditoria, sottolineando come le difficoltà oggi non riguardino soltanto le imprese guidate da donne, ma l’intero sistema produttivo europeo. La competizione globale, le tensioni geopolitiche, la transizione ecologica e la rivoluzione digitale stanno rendendo il contesto economico sempre più complesso e instabile. In particolare, si avverte la mancanza di una strategia politica europea forte, in grado di sostenere un aumento della produttività, elemento che, secondo quanto emerso anche da autorevoli studi, è determinante per garantire benessere, sicurezza e libertà. All’interno di questo scenario, l’imprenditoria femminile continua a mostrare resilienza e visione, ma si scontra con barriere strutturali, tra cui una maggiore difficoltà di accesso al credito e una diffusa carenza di formazione finanziaria. Eppure, le imprese guidate da donne contribuiscono spesso a modelli economici più orientati alla sostenibilità e al benessere collettivo, spostando l’asse dell’economia verso una visione più inclusiva e responsabile.
Sono tre le priorità per rafforzare il ruolo dell’imprenditoria femminile: la formazione, l’accesso al credito e il reskilling. Iniziative come i corsi promossi da AIDDA con l’Università Bicocca e Unicredit rappresentano esempi concreti di come agire in questa direzione. Particolare attenzione è stata posta sul tema della valorizzazione delle competenze delle donne over 50, in un’epoca in cui la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno modificando radicalmente il mondo del lavoro. Per non lasciare indietro esperienze e professionalità, è necessario un impegno trasversale su aggiornamento e riqualificazione.
A proposito di educazione finanziaria, secondo Giorgio Scarnecchia, Responsabile Italia della Associazione Italiana Educatori Finanziari – AIEF, in Italia, nel giro di pochi anni, da concetto vago e poco compreso è passata a tema centrale nel dibattito pubblico. Dieci anni fa, chi parlava di alfabetizzazione finanziaria era spesso accolto con scetticismo; oggi, invece, il valore di questo percorso è ampiamente riconosciuto. AIEF, l’associazione che rappresenta, è stata tra le prime realtà a portare questo messaggio direttamente nelle scuole. L’iniziativa è partita dai licei ed è oggi attiva in oltre 250 istituti, con l’obiettivo di raggiungerne più di 500 entro il 2026. La scelta di partire dai giovani non è casuale. Essi rappresentano sì solo il 20% della popolazione attuale, ma saranno il 100% del mondo produttivo e sociale di domani. In un'epoca di rapidi cambiamenti, digitalizzazione e incertezze, è fondamentale che le nuove generazioni possano acquisire strumenti per orientarsi e costruire con consapevolezza il proprio futuro.
L'obiettivo è rendere l’educazione finanziaria un diritto accessibile e strutturato, sin dalla scuola e fino all’università. L’iniziativa non si limita alla teoria, ma si amplia anche attraverso partnership con aziende, che offrono a studenti e neolaureati opportunità concrete di inserimento nel mondo del lavoro. Scarnecchia ha ribadito che conoscere, capire e agire in modo consapevole è il primo passo per costruire un futuro imprenditoriale sostenibile, soprattutto per le PMI. Il messaggio finale è chiaro: il futuro è nelle nostre mani, ma serve una cultura finanziaria diffusa per poterlo davvero governare.
Nicola Francia, Presidente della Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento, ha ripercorso l’impegno dell’Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento nel campo dell’educazione finanziaria, iniziato già nel 2014, ben prima che il tema diventasse centrale nel dibattito pubblico. Nel tempo, l’associazione ha costruito un’offerta strutturata di corsi formativi. Inizialmente limitati a un numero contenuto e in formato fisico, oggi i corsi sono diventati dieci, distribuiti durante l’anno e fruibili online. Il programma si è evoluto, passando da nozioni di base fino ad approfondimenti specifici sulla gestione del rischio, sulla costruzione del portafoglio e sulla copertura di variabili finanziarie complesse.
A seguire, Antonella Massari, Segretario Generale della Associazione Italiana Private Banking, ha offerto una riflessione lucida sullo stato attuale della finanza sostenibile, evidenziando un dato apparentemente controintuitivo: nel biennio 2024-2025, la crescita dei fondi sostenibili si è arrestata, a differenza di tutte le altre asset class. Questa frenata è da attribuire in larga parte all’evoluzione del concetto stesso di sostenibilità, che non è più un ambito chiaro e condiviso come in passato. Se sul piano ambientale il consenso rimane alto, su altri fronti – come l’inclusione di settori controversi, ad esempio la difesa – si aprono interrogativi nuovi, legati anche al contesto geopolitico ed etico attuale. Nel contesto del private banking, tuttavia, l’interesse verso i fondi sostenibili resta elevato: oltre il 50% degli investimenti avviene attraverso fondi etichettati come sostenibili, e la relazione con il consulente gioca un ruolo decisivo.
La transizione – sia ecologica che digitale – ha bisogno di strumenti finanziari nuovi e complementari al credito bancario. Molti imprenditori, però, non conoscono le fonti di finanziamento alternativo. È qui che il private banking può fare la differenza: attraverso il rapporto fiduciario con il consulente, si può colmare il gap culturale e operativo che ancora separa le PMI dalle leve finanziarie necessarie alla crescita sostenibile. Il ruolo del consulente, quindi, diventa strategico non solo nella gestione del patrimonio familiare, ma nel supportare l’evoluzione dell’impresa stessa.
Monica Rivelli, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo Progetti della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, ha parlato dell’educazione finanziaria intesa come un tassello essenziale della cittadinanza consapevole, parte integrante del percorso educativo, non solo per i ragazzi delle scuole superiori ma già a partire dall’infanzia. Questa visione, inizialmente considerata quasi visionaria, è stata poi confermata dalle istituzioni: dal 2023, l’educazione finanziaria è entrata ufficialmente tra gli obiettivi obbligatori delle ore di educazione civica.
L’obiettivo è consolidare e ampliare ulteriormente questa rete educativa, puntando su modelli inclusivi, in grado di avvicinare con efficacia anche le ragazze e i giovani più vulnerabili. L’educazione finanziaria, per essere davvero trasformativa, deve diventare un diritto accessibile e concreto, connesso non solo alla gestione del denaro ma alla capacità di costruire un futuro lavorativo, imprenditoriale e sostenibile. In questo senso, la collaborazione con le imprese, il mondo della scuola e la società civile resta centrale per formare cittadini più consapevoli e resilienti.
Paolo Balice, già Presidente della Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria, ha invece offerto una riflessione molto pragmatica e concreta sul rapporto tra risparmio, previdenza e investimenti, mettendo in luce la necessità di superare una visione passiva del risparmio, ancora molto diffusa in Italia. Il nostro sistema previdenziale, basato in larga parte sulla ripartizione, mostra segnali di fragilità sempre più evidenti, acuiti dalla dinamica demografica e dal crescente peso degli anziani sulla spesa pubblica. In questo quadro, l’educazione finanziaria deve essere ripensata anche come educazione all’investimento di lungo termine, capace di orientare il risparmio verso strumenti produttivi e sostenibili per il futuro. Lo stock di risparmio privato degli italiani rappresenta un’opportunità da valorizzare, non solo per la crescita economica, ma anche come leva per affrontare il tema previdenziale. Un risparmio non orientato all’investimento diventa sterile, mentre può diventare strategico se connesso a strumenti previdenziali integrativi, fondi pensione e prodotti che generano valore nel tempo.
Da qui nasce l’importanza del ruolo degli analisti finanziari e, più in generale, della competenza tecnica al servizio dell’investitore. Oggi più che mai, è necessario guidare il risparmiatore nella scelta consapevole del gestore e nella comprensione della qualità degli strumenti. L’obiettivo è promuovere una cultura finanziaria profonda, che vada oltre la semplice alfabetizzazione, e che aiuti ogni cittadino a diventare protagonista del proprio futuro economico.
In conclusione di Round Table, Massimo Giusti, Presidente del Forum per la Finanza Sostenibile è tornato sulla finanza sostenibile in Italia. Se qualche anno fa il tema era al centro del dibattito economico, oggi – come ha sottolineato con una certa amarezza – non è più “di moda”. Questo calo di attenzione non ha però fatto venire meno l’impegno del Forum, che continua a promuovere con coerenza l’idea che sostenibilità e buon investimento non siano in contrasto, ma pienamente complementari.
Per far progredire davvero la finanza sostenibile è necessario un cambio di approccio: non si può più imporre con urgenza normativa ciò che richiede tempo di assorbimento, soprattutto in un tessuto imprenditoriale come quello italiano. Serve coerenza, gradualità e chiarezza. Ma nonostante le difficoltà, c’è un elemento che lascia ben sperare: l’interesse delle giovani generazioni, sempre più coinvolte e motivate sui temi della sostenibilità. Insieme all’educazione finanziaria, questo può costituire il terreno fertile per costruire un futuro più solido, responsabile e orientato al bene collettivo.

Maria Chiara Gadda
- L’accesso al credito per le PMI è complesso.
- La frammentazione del settore è un ostacolo.
- Servono strategie adatte al settore agricolo e per favorire il ricambio generazionale.
Antonella Giachetti
- L’imprenditoria femminile soffre la mancanza di una strategia politica comune in Europa.
- L’accesso al credito è più difficile per le donne.
- Fondamentali formazione e reskilling per non perdere esperienze.
Giorgio Scarnecchia
- Diffondere buone prassi di educazione finanziaria tramite AIEF.
- Formare i giovani ed entrare nelle scuole e università per prevenire.
- Conoscere per agire, nell’interesse del Paese.
Nicola Francia
- Scendere in campo per l’educazione finanziaria con focus sugli strumenti di investimento.
- Offrire formazione e corsi gratuiti, anche online.
- Coinvolgere consulenti finanziari, aziende, giornalisti e giovani.
Antonella Massari
- Oggi il 50% dei fondi investiti è sostenibile, ma la crescita si è fermata.
- Restano troppi punti di domanda su cosa sia davvero “sostenibile”.
- Ruolo cruciale del consulente per finanziare la crescita in modo alternativo.
Monica Rivelli
- Educare i giovani a investire come parte della cittadinanza consapevole.
- Partire dalle scuole di tutti i gradi con programmi gratuiti di educazione finanziaria e imprenditoriale.
- Costruire reti di pari, con focus sulle ragazze.
Paolo Balice
- Creare un investitore di lungo termine.
- Modificare il modo di risparmiare per aiutare gli investitori.
- Lavorare con un osservatorio economico e finanziario su Roma.
Massimo Giusti
- Promuovere la finanza sostenibile in Italia.
- Far capire che non è un’alternativa, ma un buon investimento.
- Diffondere cultura per generare consapevolezza e aiutare le PMI.

Calendario 2025
AWARDS:
- 27 Novembre 2025 - Roma
REPORT BACK - MONTECITORIO:
- 9 dicembre 2025 - Camera dei Deputati
STAKEHOLDER
Giordano Fatali President & Founder, CEOforLIFE e Task Force Italia, Fabrizio Capponi, Practice Leader Educazione Finanziaria, PMI e Sostenibilità, Task Force Italia, On. Maria Chiara Gadda, Vicepresidente Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati, Antonella Giachetti, Presidente, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, Giorgio Scarnecchia, Responsabile Italia, Associazione Italiana Educatori Finanziari - AIEF, Nicola Francia, Presidente, Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento, Antonella Massari, Segretario Generale, Associazione Italiana Private Banking, Monica Rivelli, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo Progetti, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, Paolo Balice, già Presidente, Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria, Massimo Giusti, Presidente, Forum per la Finanza Sostenibile, Alessandra Festini, Responsabile ESG, Investor Relator e Alternative, Gruppo Mediocredito Centrale, Michele Antognoli, Advisor, Task Force Italia, Giorgio Del Ghingaro, Esperto della Confederazione in materia di finanza e fiscalità, Conflavoro, Nicola Francia, Presidente, Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento, Massimo Giusti, Presidente, Forum per la Finanza Sostenibile, Carlo Mannoni, Direttore Generale, Fondazione di Sardegna, Anna Marino, Attività Istituzionali, Fondazione con il Sud, Luciano Mocci, Direttore Generale, Federlazio – Confimi Industria, Giampietro Pizzo, Presidente, Microfinanza, Monica Rivelli, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo Progetti, Fondazione per l’Educazione, Marta Testi, CEO, ELITE – Gruppo Euronext, Michele Antognoli, Advisor, Task Force Italia, Luciana Emanuela Ciceri, Presidente, A.P.I., Consigliera di Amministrazione, Ciceri de Mondel Srl – Gruppo MAIP, Armardo De Nigris, Vicepresidente Vicario dell’Associazione, Cav. del Lavoro, Associazione Marchi Storici d’Italia, Marco Molinari, Direttore, Vetrate Panoramiche Italiane, Paolino Montanino, General Manager for Italy, Central Europe, Greece, Avanade, Gianluca Pellegrino, CEO, Basaltina srl, Giorgio Scarnecchia, Project Manager, AIEF, Claudia Ghinfanti, Responsabile Marketing e Comunicazione, Alleanza Assicurazioni, Francesco De Notti, Head of Sustainability, Mediocredito Centrale, Laura Gangitano, Senior Manager Operations, Jefferson Wells Italia, Enrico Giovannini, Direttore Scientifico, ASviS, Janina Benedetta Landau, Responsabile della sede di Roma, CLASS CNBC, Daniele Orzati, Partner & Business Director, Storyfactory, Ida Claudia Panetta, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, Sapienza Università di Roma, Simona Rossi, Head of Customer Listening – Digital Transformation & Process Innovation, Sky Italia, Carola Salvato, Board Member, Sr Advisor, Giffoni Innovation Hub, Stefano Sardara, Head of southern Europe, Acrisure, Vito Andrea Vinci, Presidente, Federterziario Scuola
METODOLOGIA
PIATTAFORMA DI ACCELERAZIONE INCREMENTALE
Gruppi di lavoro di scopo e permanenti,
finalizzati ad accelerare gli
OBIETTIVI AZIENDALI
in termini di:
REPUTATION
BUSINESS
AWARENESS
Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 3. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF
Il percorso di accelerazione dell’obiettivo aziendale inizia con la Round Table Annuale di Kick Off, un momento cruciale per l’avvio delle attività del gruppo di lavoro interaziendale costituito ad hoc. In questa fase, i partecipanti, tra cui leader aziendali, istituzionali e accademici, si riuniscono per delineare la direzione strategica dell’anno, condividendo visioni e obiettivi comuni rispetto all'accelerazione desiderata dall'azienda owner del team di progetto e dell'obiettivo aziendale (da piano industriale, strategico o business plan) da accelerare. Il Kick Off non è solo un evento simbolico, ma rappresenta il primo passo verso la definizione di un programma di lavoro coeso e allineato. Ogni delegato porta con sé esperienze, aspettative e idee, creando un fertile terreno di discussione che servirà a dare forma ai successivi interventi. Si stabiliscono obiettivi chiari, si concordano le priorità e si individua un quadro temporale per le azioni future. Questo incontro inaugura un ciclo continuo di confronti e aggiornamenti che caratterizzeranno tutto l’anno, con la consapevolezza che ogni fase successiva avrà come presupposto il successo di questa prima, fondamentale, sessione di lavoro. L’importanza della continuità inizia qui: l’efficacia del lavoro di accelerazione si costruisce sulla capacità di mantenere alta l’attenzione e l’impegno durante tutto il periodo che seguirà.
BUSINESS MATCH AD HOC
La seconda fase, i Business Match ad hoc (pranzi, cene, caffè, webconf, call), si sviluppa come un vero e proprio periodo di approfondimento one to one tra l'azienda owner del team di progetto e ciascuno stakeholder identificato, coinvolto o da coinvolgere. Dopo il Kick-Off, i partecipanti sono invitati a entrare in contatto diretto con realtà imprenditoriali e istituzionali pertinenti ai loro obiettivi. Durante i Business Match, le aziende si confrontano, esplorano opportunità di collaborazione e avviano sinergie che dovranno tradursi in azioni concrete. È il momento in cui si mettono alla prova le idee espresse e i piani delineati nella Round Table di kick off annuale. Ogni incontro rappresenta una possibilità per affinare le strategie e costruire ponti tra diverse realtà, tanto più necessari in un contesto complesso come quello del sostenere gli obiettivi aziendali. Qui, la continuità è essenziale, poiché ogni connessione e partnership è una tessera del mosaico che dovrà integrarsi in modo armonioso nelle fasi successive.
SHAKE HANDS NEI MEETING
Gli incontri, descritti come “Shake Hands”, simboleggiano il momento in cui la stretta di mano "organizzata" all'interno dei meeting in calendario nella piattaforma diventa il simbolo di un impegno reciproco: un’alleanza che va oltre le parole e si traduce in azioni concrete. Questi momenti offrono una ulteriore occasione di stimolare il business e potenziare le relazioni.
GIORNATE NAZIONALI
Le Giornate Nazionali sono un’opportunità straordinaria per accelerare il progresso degli obiettivi aziendali. Durante tutto l'anno, vengono organizzati incontri stile Barcamp che incentivano la collaborazione tra le diverse realtà coinvolte. La continuità, ancora una volta, non è solo un fattore di pianificazione, ma una caratteristica fondante di questo modello, dove i progetti avviati nei mesi precedenti sono ribaditi e rafforzati in un contesto nazionale di accelerazione continua e incrementale.
COMMUNICATION PLAN
Il Communication Plan (pubblicazioni e interviste social e media) rappresenta uno strumento fondamentale per diffondere i risultati delle azioni intraprese e aumentare la consapevolezza sul mercato rispetto agli obiettivi aziendali. Con un piano di comunicazione mirato, le Task Force hanno l’opportunità di consolidare la visibilità delle iniziative dell'azienda, di generare engagement e di stimolare un’azione concreta a livello locale e nazionale. Attraverso media tradizionali, social e eventi specifici, l’obiettivo è creare un impatto duraturo e di lungo periodo. La fase di comunicazione non si limita a un solo evento, ma si articola in una strategia che evolve durante tutto l’anno, mantenendo il focus sui progressi e sugli impatti.
AWARDS
Gli Awards sono l’opportunità per premiare l’impegno e l’eccellenza, ma anche per rafforzare la reputazione di coloro che hanno contribuito in modo significativo al successo degli obiettivi aziendali. Durante la cerimonia di premiazione, si celebra l’impatto del progetto aziendale e si riconoscono i risultati raggiunti. Gli Awards sono molto più di un semplice riconoscimento: rappresentano un elemento di visibilità e di valorizzazione per le aziende, le istituzioni e i leader coinvolti, creando un circolo virtuoso di maggiore fiducia, affiliazione e impegno. È in questa fase che la reputazione delle realtà coinvolte subisce un significativo boost, alimentando una spirale positiva che stimola ulteriori collaborazioni e investimenti.
POSITION PAPER
Il Position Paper Annuale è un documento strategico che sintetizza i risultati raggiunti, le sfide affrontate e le soluzioni proposte dalle aziende all'interno delle Task Force Nazionali. Questo documento rappresenta una sintesi di tutto il lavoro svolto e serve come riferimento per definire le politiche future. La redazione del Position Paper è un passaggio decisivo per consolidare il lavoro svolto e per mantenere alta l’attenzione sull’importanza degli obiettivi aziendali. Il Position Paper non è solo uno strumento di comunicazione, ma un’azione politica che incide direttamente sul quadro legislativo e operativo. La sua stesura e diffusione sono fondamentali per mantenere la continuità del lavoro durante tutto l’anno, rafforzando il legame tra le diverse entità coinvolte.
INSTITUTIONAL REPORT BACK ANNUALE – PALAZZO MONTECITORIO
La fase finale dell’anno, il Report Back Annuale, è l’atto conclusivo di un ciclo che non si ferma mai. Durante questo evento, che si tiene presso Palazzo Montecitorio, vengono presentati i risultati ottenuti e il programma dei lavori per l’anno successivo. Il Report Back non è solo un aggiornamento, ma una vera e propria rendicontazione pubblica, una verifica dell’impatto che le aziende, con i loro progetti accelerati nelle Task Force Nazionali, hanno avuto e una valutazione delle priorità e azioni future. È il momento in cui l’operato delle Task Force Nazionali viene messo a disposizione delle Istituzioni, in particolare del Governo e del Parlamento, per una discussione costruttiva. Questo momento finale conferma l’importanza della continuità: i risultati del primo anno sono solo il punto di partenza per gli sviluppi successivi, e il ciclo di accelerazione continua, ancor più forte e definito, per affrontare le sfide dell’anno successivo.
La metodologia di lavoro delle Task Force Nazionali è suddivisa in quattro step chiave. Ogni fase guida un percorso strutturato per accelerare progetti, sviluppare idee, creare valore condiviso e rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e società civile.
STEP 1: OBIETTIVO (da accelerare)
Attività principali:
Descrizione: Definizione chiara dell'obiettivo specifico da raggiungere
SAL (Stato Avanzamento Lavori): Monitoraggio dell'avanzamento per garantire che ogni iniziativa proceda secondo quando deciso dal gruppo di lavoro
Stakeholder: Identificazione e coinvolgimento degli attori chiave, progressivo e continuo allargamento a nuovi stakeholder
Aspettative: Chiarificazione dei risultati attesi e delle priorità da mettere subito in campo
STEP 2: CALL 4 IDEAS
Attività principali:
Project Team: Composizione del gruppo di lavoro più adatto, ad incremento di nuovi stakeholder
Your Ideas: Raccolta e valorizzazione delle idee innovative sulla tematica posta nell'obiettivo da accelerare
Your Goals: Definizione di obiettivi specifici per ogni azienda parte del team
Stakeholder: Coinvolgimento attivo di vari livelli di stakeholder nella generazione di idee
STEP 3: GIVE BACK
Attività principali:
Progetti: Implementazione di iniziative concrete
Leggi: Proposte legislative e supporto normativo
Cultura: Promozione di una cultura inclusiva e innovativa che restituisce valore alla comunità e rinforza il senso di responsabilità sociale della TFN
STEP 4: NEXT STEPS
Attività principali:
Awards: Riconoscimenti per le migliori pratiche e contributi
Position Paper: Documenti strategici per influenzare le politiche future
Government SAL: Collaborazione istituzionale per monitorare lo stato di avanzamento
✅ Vantaggi complessivi
- 1.Chiarezza e strutturazione
- 2.Partecipazione attiva e diretta
- 3.Innovazione continua
- 4.Impatto tangibile
- 5.Riconoscimento e sviluppo

OBIETTIVI-PROGETTI
Nuovi modelli per la gestione delle Risorse Idriche
Gruppo Mediocredito Centrale
"Finanza strategica, crescita sostenibile: quali strumenti per lo sviluppo d’impresa"
ELITE – Gruppo Euronext
“Educazione finanziaria e nuove prospettive per crescita e sostenibilità di impresa”
Alleanza Assicurazioni
"Educazione finanziaria, empowerment femminile e nuovi scenari per il futuro della scuola e del lavoro"
Gruppo Mediocredito Centrale
"Finanza strategica, crescita sostenibile: quali strumenti per lo sviluppo d’impresa"

Obiettivo del team di lavoro è creare una cultura finanziaria all’interno delle organizzazioni per colmare il gap tra le risorse economiche disponibili e quelle effettivamente utilizzate dalle piccole e medie imprese. I lavori si sono concentrati sulle strategie per migliorare l’accesso al credito e favorire la crescita di impresa.Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori industria e consulenza.
Alessandra Festini, Responsabile ESG, Investor Relator e Alternative Investment, Gruppo Mediocredito Centrale

Michele Antognoli, Advisor, Task Force Italia

Giorgio Del Ghingaro, Esperto della Confederazione in materia di finanza e fiscalità, Conflavoro

Patty L’Abbate, Vicepresidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Camera dei
Deputati

Massimo Giusti, Presidente, Forum per la Finanza Sostenibile

Carlo Mannoni, Direttore Generale, Fondazione di Sardegna

Anna Marino, Attività Istituzionali, Fondazione con il Sud

Luciano Mocci, Direttore Generale, Federlazio – Confimi Industria

Giampietro Pizzo, Presidente, Microfinanza

Monica Rivelli, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo Progetti, Fondazione per l’Educazione

Alessandra Festini
- Creare una cultura finanziaria all’interno delle organizzazioni.
- Colmare il gap tra risorse economiche disponibili ed effettivamente utilizzate dalle PMI.
- Migliorare l’accesso al credito per favorire la crescita d’impresa.
Michele Antognoli
- Favorire il dialogo e spiegare perché è importante l’educazione finanziaria.
- Un cliente informato riduce i rischi.
- Evitare danni e carichi alla società.
Giorgio Del Ghingaro
- I piccoli imprenditori devono essere preparati ai cambiamenti finanziari.
- La filiera professionisti–imprenditori deve facilitare l’accesso.
- “Bilancio di sostenibilità” come strumento di comunità.
Nicola Francia
- I rischi di mercato sono i medesimi per tutti.
- La formazione è un’esigenza per ogni investitore.
- Consulenze indipendenti e trasparenti + linee guida sulla sostenibilità.
Massimo Giusti
- La finanza sostenibile è un moltiplicatore visibile e genera risultati positivi.
- Serve maggiore visibilità e standard adeguati per le PMI.
- Necessarie informazioni chiare e accessibili.
Carlo Mannoni
- Ci sono linee macro da seguire per la gestione del patrimonio.
- Investimenti legati al territorio ed erogazioni per progetti.
- Contribuire a costruire consapevolezza.
Anna Marino
- La coesione sociale sostiene lo sviluppo.
- Lavorare insieme con diversi attori e organizzazioni.
- Focus sulla sostenibilità economica dei progetti.
Luciano Mocci
- Facilitare l’accesso al credito in un contesto di incertezze crescenti.
- Sostenere investimenti necessari per affrontare i cambiamenti.
- Ridurre tempi di risposta e adeguarsi alle esigenze.
Giampietro Pizzo
- Accompagnare imprese e microimprese con servizi di prossimità.
- Esplicitare le difficoltà e necessità delle PMI (95% del tessuto italiano).
- Costruire oggi il cliente di domani con servizi territoriali.
Monica Rivelli
- In azienda serve cultura economica a tutti i livelli e per tutti i ruoli.
- Confronto e consapevolezza per conoscere rischi e opportunità.
- Investire sul capitale umano e restituire valore alla società.
Sintesi
In apertura della Round Table di Mediocredito Centrale, Alessandra Festini, Head of Alternative Investments, Investor Relator and ESG del Gruppo Mediocredito Centrale ha descritto il ruolo del sistema finanziario nello sviluppo sostenibile delle imprese, in particolare delle PMI, è sempre più centrale. Le piccole aziende, soprattutto nel Mezzogiorno, necessitano non solo di accesso al credito, ma anche di strumenti e competenze per affrontare la transizione ESG.
Diventa quindi fondamentale un'azione congiunta tra banche, università, istituzioni e camere di commercio per offrire accompagnamento strutturato: dalla concessione di finanziamenti alla consulenza per integrare sostenibilità e competitività. La finanza deve evolvere da erogatrice di fondi a partner strategico, capace di favorire l'accesso ai mercati internazionali e rispondere alle esigenze di trasformazione digitale, ambientale e sociale. La sostenibilità non è più una variabile opzionale: è un fattore abilitante per lo sviluppo.
Poi, Michele Antognoli, Advisor di Task Force Italia, ha spiegato che una vera strategia di crescita non può prescindere da un ecosistema in cui imprese, banche e istituzioni dialogano in modo continuo. Il sistema attuale spesso interviene solo in fase emergenziale, quando invece dovrebbe prevenire i rischi attraverso un lavoro culturale e strutturale.
Il punto centrale è l’educazione finanziaria: non un’opzione accessoria, ma un’infrastruttura immateriale necessaria. Investire in cultura economica a tutti i livelli – imprenditoriale, bancario, istituzionale – significa prevenire fragilità sistemiche, generare consapevolezza e stimolare crescita. Solo partendo da una presa di coscienza collettiva sarà possibile costruire iniziative efficaci che diventino un vero “moltiplicatore invisibile” per la resilienza economica del Paese.
Anche Giorgio Del Ghingaro, Esperto della Confederazione in materia di finanza e fiscalità di Conflavoro, ha ribadito una necessità urgente: le micro e piccole imprese non possono affrontare da sole la complessità del sistema finanziario attuale. In mancanza di risorse, tempo e competenze, serve una rete di supporto fatta di professionisti e associazioni che affianchino gli imprenditori nel percorso di innovazione e sostenibilità.
Una proposta concreta riguarda l’estensione di strumenti come il bilancio di sostenibilità anche alle piccole realtà, non solo come obbligo formale, ma come strumento per migliorare accesso a risorse e reputazione. È quindi fondamentale trasferire competenze in modo strutturato e rendere l’economia circolare e sostenibile concretamente accessibile, attraverso accompagnamento tecnico e alleanze tra soggetti territoriali.
A seguire, Nicola Francia, Presidente della Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento, ha affermato che l’educazione finanziaria delle imprese va costruita su basi diverse da quelle tradizionali. Spesso le PMI ragionano in ottica di breve periodo, con esigenze concentrate sulla gestione della cassa, più che su una vera pianificazione strategica.
Occorre quindi proporre percorsi di formazione mirati, capaci di parlare il linguaggio delle imprese, con esempi concreti e strumenti pratici, anche in ambiti complessi come i prodotti strutturati. Il modello proposto è quello di una formazione neutra e indipendente, svincolata da interessi commerciali, e in grado di favorire una cultura finanziaria consapevole. Inoltre, è fondamentale integrare i criteri ESG nei prodotti finanziari, con linee guida chiare e applicabili, così da rendere la sostenibilità una componente reale della strategia di investimento aziendale.
Massimo Giusti, Presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, è tornato sul tema della finanza sostenibile, ribadendo che, anche se oggi sembra meno “alla moda” rispetto a qualche anno fa, il suo valore rimane intatto, se non addirittura rafforzato. Il compito della finanza non è solo generare ritorni, ma produrre impatti misurabili e positivi su ambiente, società e governance.
Una delle principali difficoltà per le PMI è la mancanza di informazioni semplici e accessibili per navigare i requisiti ESG, soprattutto quando imposti da catene del valore internazionali. La sfida è quindi rendere chiari gli strumenti, trasparente il linguaggio, e prevedibili le aspettative per le imprese. Solo così sarà possibile allargare la base delle aziende coinvolte nella finanza sostenibile e creare un circolo virtuoso tra credito, impatto e crescita.
Carlo Mannoni, Direttore Generale della Fondazione di Sardegna, ha introdotto una visione diversa: quella delle fondazioni bancarie come catalizzatori del cambiamento sociale. La loro azione si sviluppa su due fronti: investimenti diretti (es. housing sociale, infrastrutture locali, startup) e sostegno a fondo perduto al terzo settore.
Il loro valore risiede nella sussidiarietà intelligente: non gestire in prima persona i progetti, ma creare le condizioni per farli accadere, sostenendo chi li realizza. Il potenziale di impatto, soprattutto verso i giovani e le comunità periferiche, è enorme, se accompagnato da una maggiore educazione economica e finanziaria, affinché anche i soggetti più fragili possano dialogare con il sistema finanziario. In un contesto italiano che tutela il consumatore, c’è spazio per rendere questi interventi ancora più strutturali e incisivi.
Anche Anna Marino, Attività Istituzionali di Fondazione con il Sud, ha insistito sull’importanza della coesione sociale come precondizione dello sviluppo economico. La Fondazione con il Sud lavora con il terzo settore per attivare reti territoriali e progetti che non siano solo finanziati, ma anche sostenibili nel tempo.
Il futuro richiede di rafforzare le competenze finanziarie delle organizzazioni sociali, affinché possano gestire le risorse in modo autonomo e dialogare efficacemente con banche e investitori. Non basta dare un contributo: occorre creare infrastrutture sociali durature, capaci di generare impatto nel lungo periodo, specialmente nelle aree più fragili del Paese.
Poi, Luciano Mocci, Direttore Generale, Federlazio – Confimi Industria, ha posto l’accento sulle criticità strutturali che penalizzano le PMI italiane, in particolare l’inefficienza delle procedure pubbliche e la lentezza nella gestione dei bandi. Gli strumenti esistono, ma non arrivano nel tempo giusto, rendendoli spesso inutilizzabili per chi lavora in contesti di forte competizione e volatilità.
Inoltre, la complessità delle transizioni in atto (digitale, ambientale, tecnologica) richiede strumenti di accompagnamento flessibili, costruiti su misura. Le associazioni di categoria devono continuare a fare da ponte operativo tra imprese e istituzioni, per trasformare buone intenzioni in azioni concrete e tempestive.
E Giampietro Pizzo, Presidente di Microfinanza, ha evidenziato con chiarezza la specificità della microimpresa rispetto alla PMI, sottolineando come rappresenti il 95% del tessuto imprenditoriale italiano. Ma c’è un dato allarmante: l’Italia è tra i paesi europei con il più alto tasso di esclusione finanziaria, seconda solo alla Grecia. Il microcredito, nato con grandi aspettative, non è riuscito finora a colmare il divario tra domanda e offerta di credito, anche a causa della mancanza di prossimità territoriale, aggravata dalla digitalizzazione e dalla desertificazione bancaria.
Per questo è urgente rafforzare la rete territoriale di supporto – fatta di professionisti, associazioni e fondazioni – e ha richiamato l’attenzione sul ruolo strategico del microcredito come leva di inclusione e sviluppo. Per farlo servono strumenti adeguati, accesso al mercato dei capitali e una visione lungimirante anche da parte delle banche, che dovrebbero vedere in queste realtà il cliente solido di domani.
In ultima battuta, Monica Rivelli – Responsabile Ufficio Sviluppo Progetti di FEduF, ha messo in luce il ruolo crescente dell’azienda come luogo di educazione economica e finanziaria, non solo per l’imprenditore o il management, ma anche per dipendenti e famiglie. Sempre più imprese, anche spinte dalla certificazione di genere o da obiettivi di welfare, stanno chiedendo percorsi formativi su temi concreti: gestione del denaro, investimenti, previdenza, cybersecurity.
Questi percorsi rafforzano non solo il capitale umano, ma migliorano anche la reputazione aziendale, l’engagement interno e il legame con la comunità. Investire nella cultura economica diffusa significa contribuire in modo strutturale alla sostenibilità del sistema socioeconomico nel suo complesso.
Progetti
- Coinvolgere le PMI in un ecosistema economico complesso e supportarle con strumenti concreti.
- Avviare collaborazioni tra vari attori su temi come “rifiuti zero” e sostenibilità.
- Analisi della situazione debitoria e interventi mirati, evitando duplicazioni e moltiplicando l’efficacia delle iniziative.
Leggi
- Obbligo di investire in educazione finanziaria con proventi da tassazione delle banche e da gioco d’azzardo.
- Cambiare e semplificare le leggi per renderle più innovative (senza deregolamentare).
- Potenziare strumenti come fondi di garanzia, operatori di microcredito e riduzione del profilo di rischio.
Cultura
- Promuovere educazione finanziaria nelle scuole (anche come materia obbligatoria) e percorsi formativi nelle aziende.
- Favorire cambiamenti culturali su sostenibilità e previdenza attraverso reti e coordinamenti.
- Formare giovani, soprattutto in aree a rischio, per rafforzare cittadinanza attiva e consapevolezza economica.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 3. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
ELITE – Gruppo Euronext
“Educazione finanziaria e nuove prospettive per crescita e sostenibilità di impresa”

Obiettivo della tavola rotonda è aumentare i livelli di educazione finanziaria all’interno delle Piccole e Medie Imprese, al fine di migliorarne la competitività. I lavori si sono concentrati sulle strategie per una corretta educazione finanziaria, di tutto il personale di impresa, che favorisca scelte orientate alla crescita ed alla sostenibilità di impresa.
Marta Testi, CEO, ELITE – Gruppo Euronext

Michele Antognoli, Advisor, Task Force Italia

Luciana Emanuela Ciceri, Presidente, A.P.I., Consigliera di Amministrazione, Ciceri de Mondel Srl – Gruppo MAIP

Armardo De Nigris, Vicepresidente Vicario dell’Associazione, Cav. del Lavoro, Associazione Marchi Storici d’Italia

Marco Molinari, Direttore, Vetrate Panoramiche Italiane

Paolino Montanino, General Manager for Italy, Central Europe, Greece, Avanade

Gianluca Pellegrino, CEO, Basaltina srl

Giorgio Scarnecchia, Project Manager, AIEF

Marta Testi
- Aumentare i livelli di educazione finanziaria nelle PMI per migliorarne la competitività.
- Promuovere scelte orientate alla crescita e alla sostenibilità.
- Focus su competenze, relazioni e finanza.
Luciana Emanuela Ciceri
- Sostenere le aziende del territorio per garantire competitività.
- Promuovere la crescita sostenibile attraverso formazione e supporto.
- Concretizzare la cultura finanziaria.
Armando De Nigris
- I marchi storici come driver di tradizione, radici e solidità finanziaria.
- Innovazione sostenibile come opportunità di crescita.
- Le aziende nascono nei territori e diventano comunità.
Paolino Montanino
- L’educazione finanziaria è fondamentale: la sua mancanza ostacola la crescita.
- Prevedere strumenti di formazione integrata (finanza + digitale).
- Mentorship e network per diffondere best practices e favorire trasformazione culturale.
Gianluca Pellegrino
- L’unico sviluppo possibile è quello sostenibile.
- Gestione e recupero delle risorse naturali con standard sempre più stringenti.
- Competizione internazionale con costi di adeguamento molto alti ma grande riconoscibilità.
Giorgio Scarnecchia
- Formazione continua anche per aziende già avviate.
- Essere pronti a fare impresa con consapevolezza e fiducia.
- Integrare sapere, saper fare e far sapere per creare community.
Michele Antognoli
- Aiutare le PMI a formarsi per accedere al mercato e alla borsa.
- Diversificare le fonti di capitale per favorire lo sviluppo.
- Ridurre i costi legati alla quotazione.
Sintesi
La Round Table “Educazione finanziaria e nuove prospettive per crescita e sostenibilità di impresa” è stata aperta da Marta Testi, CEO di ELITE – Gruppo Euronext, che oggi è un ecosistema europeo che mette al centro le piccole e medie imprese, spesso familiari, private o quotate. Nato da Borsa Italiana per colmare un evidente gap culturale sulla finanza per la crescita, ha costruito un modello basato su tre pilastri: conoscenza, attraverso la formazione continua di imprenditori e manager; relazioni, indispensabili per creare connessioni a livello nazionale e internazionale; e infine la finanza, che diventa efficace solo se inserita in un percorso strutturato. Oggi circa 1.700 aziende italiane fanno parte di ELITE, distribuite in modo omogeneo sul territorio, con hub regionali già attivi in Campania e Puglia per avvicinare le imprese a strumenti e competenze.
La prospettiva è rafforzare il ruolo di ELITE come piattaforma europea e internazionale, mantenendo al tempo stesso una forte vicinanza ai territori. L’esperienza positiva degli hub regionali sarà estesa ad altre aree del Paese per rendere la finanza e la crescita più accessibili alle PMI. L’ambizione è ridurre il divario culturale, accompagnare le imprese verso percorsi di sviluppo sostenibili e internazionali e trasformare la formazione, le relazioni e il capitale in leve integrate di competitività.
Le imprese che accedono al percorso ELITE non sono micro-realtà, ma PMI già strutturate, con un imprenditore competente, una base finanziaria consolidata e fatturati significativi. Ad affermarlo è Michele Antognoli, Advisor di Task Force Italia, il quale ha proseguito spiegando che, tuttavia, queste aziende operano in un sistema ancora fortemente bancocentrico, dove il debito rappresenta la principale fonte di capitale. Manca spesso il tassello del capitale di mercato, cioè l’accesso a strumenti equity e a investimenti che possano diversificare le fonti di finanziamento.
Accanto a questa dinamica, rimane aperta la sfida dell’educazione finanziaria, sia a livello generale, per cittadini e investitori, sia specifica per le imprese che intendono avvicinarsi ai mercati. Il futuro si gioca sulla capacità di affiancare le PMI in un cammino di crescita che vada oltre il credito bancario, rafforzando l’accesso al capitale di mercato e incentivando gli investimenti privati. Sarà fondamentale favorire politiche pubbliche che riducano i costi della quotazione e che introducano ulteriori strumenti fiscali a sostegno delle imprese che scelgono di aprirsi ai mercati. Parallelamente, occorre sviluppare una nuova cultura finanziaria, che aiuti le imprese a strutturarsi per affrontare il percorso verso la borsa e i privati a comprendere e sostenere investimenti in questa classe di aziende. In questo modo, sarà possibile moltiplicare i casi di successo già registrati, dove l’accesso al mercato ha permesso di raccogliere capitali per progetti di sviluppo, innovazione e internazionalizzazione. In questa direzione, le medie imprese con ambizioni di crescita rappresentano un segmento cruciale, da sostenere con strumenti adeguati, affinché diventino motore di competitività e sviluppo per l’intero sistema paese.
Poi, ha preso la parola Luciana Emanuela Ciceri, Presidente di A.P.I., Consigliera di Amministrazione di Ciceri de Mondel Srl – Gruppo MAIP, associazione che riunisce circa duemila PMI manifatturiere e di servizio dell’area di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, e rappresenta un tessuto imprenditoriale a forte tradizione familiare, raramente orientato al capitale di mercato. Accanto alla promozione della cultura d’impresa, negli ultimi anni è cresciuto l’impegno a diffondere conoscenze di finanza aziendale e a favorire l’accesso a strumenti che vanno oltre il credito bancario. Ciò significa promuovere una “finanza complementare”, che affianca quella tradizionale e apre nuovi canali di sostegno alle PMI. Parallelamente, va sottolineato il valore della sostenibilità, intesa in tutte le sue dimensioni – ambientale, sociale ed economico-finanziaria – come pilastro imprescindibile della competitività.
La direzione è quella di rendere l’educazione finanziaria e l’internazionalizzazione non semplici obiettivi, ma percorsi permanenti e integrati nella vita delle aziende. Bisogna rafforzare la formazione mirata, adattandola alle diverse figure coinvolte – imprenditori, manager e tecnici – e avvalendosi sia di strumenti tradizionali come webinar e workshop, sia di collaborazioni con università e professionisti in grado di fungere da facilitatori. L’ambizione è accompagnare anche le realtà più piccole a fare “un passo in più”, sviluppando una cultura capace di coniugare concretezza, apertura a nuovi canali di finanziamento e sostenibilità a tutto tondo. In questa prospettiva, le PMI potranno trasformare la consapevolezza finanziaria e la responsabilità sociale ed ambientale in leve strategiche per una crescita solida, duratura e realmente competitiva.
Con Armando De Nigris, Vicepresidente Vicario dell’Associazione, Cav. del Lavoro, Associazione Marchi Storici d’Italia, si è parlato proprio di marchi storici che rappresentano un patrimonio vitale dell’economia italiana. Oggi sono circa novecento le aziende iscritte al registro dei marchi storici d’Italia, con un fatturato aggregato di sessanta miliardi di euro. Queste imprese hanno dimostrato resilienza attraversando cicli economici, crisi e complessi passaggi generazionali, mantenendo solidità e capacità di adattamento. La loro longevità non è frutto del caso, ma di una visione basata su tre pilastri: tradizione come radici profonde e non come nostalgia, solidità finanziaria costruita su investimenti prudenti e rapporti duraturi con le istituzioni, e infine un legame inscindibile con i territori che le hanno viste nascere e crescere.
All’interno delle comunità locali, queste aziende non sono soltanto attività economiche, ma veri e propri musei viventi: testimonianze di storia collettiva che ancora oggi danno identità e continuità sociale. La dimensione familiare è un elemento diffuso, ma ciò che emerge è la capacità di trasformare l’impresa in comunità, unendo tradizione e innovazione.
Il futuro dei marchi storici si gioca sulla valorizzazione del loro patrimonio immateriale e relazionale, da tradurre in strumenti concreti di competitività. La continuità generazionale, il radicamento nei territori e la reputazione costruita nel tempo diventano asset strategici da integrare con nuove forme di finanza, innovazione e internazionalizzazione. L’obiettivo è rafforzare l’identità del made in Italy, facendo dei marchi storici non soltanto testimoni del passato, ma motori di sviluppo sostenibile e comunitario. In questa prospettiva, l’associazione lavora affinché il riconoscimento dei marchi storici non resti una semplice etichetta, ma diventi una piattaforma di crescita, capace di generare valore per le imprese, per i territori e per le nuove generazioni.
Tornando a parlare delle PMI italiane, queste – secondo Paolino Montanino, General Manager for Italy, Central Europe, Greece di Avanade – si trovano oggi davanti a un ostacolo che non riguarda solo la finanza, ma anche la competitività internazionale legata alla trasformazione digitale. Molti imprenditori hanno una visione chiara e una grande capacità di iniziativa, ma spesso mancano strumenti adeguati per valorizzare l’enorme quantità di dati disponibili nelle loro aziende. La formazione, seppure già attivata in ambito finanziario, colma solo parte del gap: resta ancora scoperto il fronte della digitalizzazione, che rappresenta la vera leva competitiva. Negli ultimi anni si è assistito a una democratizzazione delle tecnologie: soluzioni un tempo accessibili solo al mondo enterprise, come il cloud o l’intelligenza artificiale, oggi possono essere adottate anche dalle PMI. Tuttavia, la sfida rimane culturale: non basta avere accesso agli strumenti, occorre saperli integrare nei processi aziendali, trasformando i dati in decisioni strategiche e automatizzando attività per migliorare produttività e gestione del rischio.
Il futuro richiede una piattaforma integrata di formazione che unisca educazione finanziaria ed educazione digitale, consentendo a imprenditori e manager di acquisire non solo competenze di gestione, ma anche capacità di interpretare i dati e di guidare l’innovazione. Accanto alla formazione, è necessario avviare progetti concreti di digitalizzazione all’interno delle imprese, calibrati sulle loro dimensioni e sui mercati di riferimento, con un approccio pragmatico e orientato ai risultati. Fondamentale sarà la creazione di reti che coinvolgano aziende, istituzioni, università e partner tecnologici, per favorire un ecosistema inclusivo e diffondere le best practice. La trasformazione digitale, intesa non solo come adozione di nuove tecnologie ma come cambiamento culturale, dovrà diventare il cuore della competitività delle PMI, garantendo loro crescita, resilienza e capacità di affrontare i mercati globali con strumenti pari a quelli dei grandi player.
Gianluca Pellegrino, CEO di Basaltina srl, ha spiegato le sfide complesse di fronte a cui si trovano le imprese che operano in settori industriali ad alto impatto sul territorio. La prima riguarda la gestione delle risorse naturali, per loro natura limitate, che impone un impegno costante in termini di recupero ambientale e di responsabilità verso le comunità locali. A ciò si aggiungono i costi crescenti legati all’adeguamento alle normative ambientali, che richiedono investimenti in impianti, certificazioni e processi di smaltimento sempre più sofisticati. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla competizione internazionale: le aziende italiane si misurano con player di paesi extra UE che operano con costi del lavoro e del denaro inferiori e con regole ambientali meno stringenti. Il risultato è un gap competitivo, solo parzialmente compensato dal riconoscimento internazionale della qualità e della reputazione del made in Italy. Infine, il nodo centrale rimane l’equilibrio finanziario: la sostenibilità, per quanto necessaria e sempre più richiesta dai clienti, comporta investimenti significativi che non sempre possono essere trasferiti sui prezzi, se non nei mercati premium.
Perché la sostenibilità diventi una leva di crescita e non un ostacolo, è necessario trasformare gli obblighi normativi in vantaggi competitivi. Ciò significa rendere accessibili strumenti stabili di sostegno pubblico, come crediti d’imposta e incentivi, capaci di accompagnare le imprese negli investimenti in nuovi macchinari, processi e certificazioni. Le politiche di incentivo devono essere semplici da applicare e garantire tempi adeguati per programmare gli investimenti, evitando la frammentazione normativa e la volatilità degli strumenti. In prospettiva, la sfida è fare della sostenibilità un asset distintivo: non solo un adempimento imposto, ma una strategia di competitività che consenta alle imprese italiane di mantenere il proprio posizionamento sui mercati internazionali. In questo equilibrio tra responsabilità ambientale, solidità finanziaria e riconoscibilità del marchio risiede la possibilità di coniugare tradizione, innovazione e crescita duratura.
Infine, per Giorgio Scarnecchia, Project Manager di AIEF, l’alfabetizzazione finanziaria rimane una delle grandi sfide del nostro Paese. Se da un lato le imprese strutturate hanno già avviato percorsi di crescita e formazione, dall’altro resta evidente come molte difficoltà derivino da una carenza di competenze di base, che spesso ha impedito a buone idee imprenditoriali di trasformarsi in progetti di successo. Per questo l’educazione finanziaria non riguarda soltanto le aziende già mature, ma deve partire dalle scuole, in un’ottica preventiva, per preparare gli imprenditori di domani.
Viviamo in un contesto di grande trasformazione, in cui le imprese devono confrontarsi con normative complesse, incentivi non sempre accessibili e con la necessità di investire in sostenibilità e digitalizzazione. In questo scenario diventa fondamentale coltivare consapevolezza, fiducia e capacità di adattamento, senza fermarsi al semplice “sapere” ma puntando al “saper fare”.
È necessario un approccio diverso all’educazione finanziaria e imprenditoriale, che non si limiti alla teoria ma che unisca competenze pratiche, consapevolezza ambientale e digitale, e soprattutto un nuovo modello di pensiero. La finanza comportamentale, estesa anche al mondo delle imprese, può aiutare a comprendere meglio le dinamiche decisionali degli imprenditori, che per natura accettano più rischio, ma non sempre hanno strumenti adeguati per gestirlo. Diventa quindi necessario sviluppare percorsi formativi che rispettino la mentalità dell’imprenditore, accompagnandolo e non forzandolo, e favorire la creazione di community in cui ci si possa confrontare, ascoltare e condividere esperienze. La costruzione di reti di questo tipo non solo amplia le prospettive individuali, ma rappresenta un tassello fondamentale per rafforzare la competitività del sistema Paese, trasformando la cultura finanziaria in un vero e proprio motore di crescita sostenibile.
Progetti
- Promuovere contaminazione tra imprese e percorsi di internazionalizzazione e accesso al credito.
- Creare piattaforme di scambio e networking per rafforzare le relazioni.
- Sviluppare roadmap di trasformazione digitale e accompagnamento alla crescita con una vision chiara.
Leggi
- Favorire e agevolare investimenti in capitale di rischio con strumenti come defiscalizzazione e premi alla sostenibilità.
- Rendere le leggi stabili, innovative e più semplici da conoscere/applicare.
- Introdurre normative per AI responsabile e maggiore attenzione alle istanze degli imprenditori.
Cultura
- Investire in educazione finanziaria e migliorare la comunicazione sugli investimenti.
- Valorizzare la storicità e la cultura d’impresa come leva di innovazione.
- Attivare mentorship per la digitalizzazione e un approccio nuovo basato sul sapere.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 3. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Alleanza Assicurazioni
"Educazione finanziaria, empowerment femminile e nuovi scenari per il futuro della scuola e del lavoro"

Obiettivo del team di lavoro a è lavorare per la diffusione di una cultura finanziaria e assicurativa nel mondo dell’istruzione e del lavoro e, in generale, nella società civile. I lavori si sono concentrati sulle strategie per la realizzazione di percorsi sempre più pervasivi di educazione finanziaria già nei primi anni di istruzione, e per l’aumento dei livelli di alfabetizzazione finanziaria in azienda, con benefici in termini di equità, benessere, emancipazione sociale e crescita professionale.
Claudia Ghinfanti, Responsabile Marketing e Comunicazione, Alleanza Assicurazioni

Francesco De Notti, Head of Sustainability, Mediocredito Centrale

Laura Gangitano, Senior Manager Operations, Jefferson Wells Italia

Enrico Giovannini, Direttore Scientifico, ASviS

Janina Benedetta Landau, Responsabile della sede di Roma, CLASS CNBC

Daniele Orzati, Partner & Business Director, Storyfactory

Ida Claudia Panetta, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, Sapienza Università di Roma

Simona Rossi, Head of Customer Listening – Digital Transformation & Process Innovation, Sky Italia

Carola Salvato, Board Member, Sr Advisor, Giffoni Innovation Hub

Stefano Sardara, Head of southern Europe, Acrisure

Vito Andrea Vinci, Presidente, Federterziario Scuola

Claudia Ghinfanti
- Diffondere una cultura finanziaria e assicurativa nel mondo dell’istruzione, del lavoro e della società civile.
- Realizzare percorsi pervasivi di educazione finanziaria.
- Aumentare l’alfabetizzazione finanziaria per colmare i gap, soprattutto tra giovani e donne.
Janina Benedetta Landau
- I media hanno un ruolo chiave nella diffusione di competenze specifiche.
- Adeguare il linguaggio al pubblico di riferimento per rendere i messaggi più efficaci.
- Formazione e impegno collettivo per un’evoluzione consapevole.
Francesco De Notti
- La sostenibilità deve supportare la crescita dei territori.
- Agevolare le imprese nell’accesso al credito.
- Rafforzare dialogo e formazione come leve di sviluppo.
Laura Gangitano
- L’educazione finanziaria ed empowerment femminile richiedono il contributo di tutti gli attori.
- Sviluppare competenze flessibili per affrontare i cambiamenti.
- Mappare le skill per colmare il gender gap.
Enrico Giovannini
- L’educazione finanziaria sposta il potere, richiedendo una rivoluzione culturale.
- Visione del futuro fondata su positività, risparmi e investimenti.
- Educare tutti, anche gli adulti, favorendo la diffusione delle informazioni.
Daniele Orzati
- Narrare la finanza sostenibile con approccio razionale ed emotivo.
- Studiare il pubblico e dare voce agli stakeholder con un racconto condiviso.
- Creare connessioni per aumentare l’impatto.
Ida Claudia Panetta
- Servono modelli educativi efficaci, dal sapere al saper fare.
- Engagement mirato: dipende dal tipo di pubblico e richiede linguaggi diversi.
- Misurare i risultati dell’educazione finanziaria per renderla più incisiva.
Carola Salvato
- Coinvolgere le nuove generazioni parlando la loro lingua.
- Sviluppare comunità basate su interdipendenza e sperimentazione.
- Sviluppare comunicazione nuova e non lineare.
Stefano Sardara
- Creare cultura assicurativa legata a reputazione e fiducia.
- Colmare i gap finanziari delle PMI e rafforzare competenze manageriali.
- Formazione necessaria per accrescere consapevolezza.
Vito Andrea Vinci
- La scuola italiana è indietro sull’educazione finanziaria (solo il 5% degli istituti ha attivato corsi).
- Raccontare ai bambini le storie delle aziende locali per generare esperienza diretta.
- Avviare programmi fin dalle scuole primarie e continuare anche dopo i 60 anni.
Sintesi
L’ultima Round Table di giornata di Alleanza Assicurazioni è stata aperta da Claudia Ghinfanti, Responsabile Marketing e Comunicazione di Alleanza Assicurazioni, che ha tracciato un quadro italiano sull’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa, particolarmente critico: l’Italia è tra gli ultimi paesi OCSE in termini di cultura finanziaria, con un punteggio medio pari a 56 su 100. Ancora più preoccupante è il dato che il 12% della popolazione è totalmente analfabeta finanziaria. I gap più significativi riguardano le donne, i giovani e i cittadini del Sud. Nel caso delle donne, il problema deriva da fattori strutturali (minore occupazione, gender pay gap, bassa autonomia nella gestione del conto corrente), culturali (scarso interesse dichiarato verso le tematiche economico-finanziarie) e di tempo, con il carico familiare che riduce le opportunità di formazione e consapevolezza. Per i giovani, invece, la causa principale è stata fino al 2024 l’assenza dell’educazione finanziaria nelle scuole, ora solo parzialmente colmata dall’inserimento di poche ore di insegnamento all’interno dell’educazione civica.
In questo contesto, è opportuno attivare tre linee d’azione principali: misurazione del fenomeno, attività diffuse sul territorio con oltre 10.000 mini-eventi educativi rivolti a 500.000 persone, e progetti specifici dedicati alle scuole e alle donne, con iniziative mirate di sensibilizzazione e divulgazione. La sfida per il futuro è costruire un vero sistema di educazione finanziaria inclusivo e strutturale, che sappia superare i gap di genere, generazionali e territoriali. Occorre trasformare l’educazione finanziaria da iniziativa episodica a percorso continuo, integrato sin dall’età scolare e supportato da istituzioni, università, imprese e società civile. Per le donne diventa prioritario superare i limiti culturali e di tempo, creando spazi di confronto dedicati, linguaggi accessibili e strumenti concreti di empowerment economico. Per i giovani, il passo avanti è consolidare l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole, ampliando le ore di insegnamento e integrando contenuti pratici che avvicinino i concetti alla vita quotidiana. L’obiettivo complessivo è fare sistema: condividere dati, competenze e best practice tra attori diversi – pubblici e privati – così da rafforzare la consapevolezza collettiva e trasformare la cultura finanziaria in una leva concreta di crescita per il Paese.
Il panorama mediatico italiano, dunque, mostra ancora grandi limiti nella divulgazione economico-finanziaria. Lo ha ribadito Janina Benedetta Landau, Responsabile della sede di Roma di CLASS CNBC. Le testate specializzate, come Milano Finanza o Class CNBC, si rivolgono a un pubblico già esperto, utilizzando un linguaggio tecnico che non sempre riesce a raggiungere chi ha minore alfabetizzazione finanziaria. Questo diventa ancora più evidente quando giornalisti ed esperti sono ospitati in trasmissioni generaliste, senza adattare linguaggio e contenuti al pubblico che li ascolta. In questo modo il messaggio rischia di non arrivare e di rafforzare il divario informativo. Un ulteriore elemento critico riguarda la rappresentanza femminile: troppo spesso le donne nei panel o nelle trasmissioni vengono inserite come “quota rosa”, senza un reale impegno nel valorizzarne le competenze. Questo meccanismo di inerzia contribuisce a rallentare l’evoluzione culturale del settore.
La chiave è la sinergia: campagne condivise, contenuti inseriti in format popolari, strumenti educativi creativi. Solo con un impegno congiunto tra media, istituzioni e aziende sarà possibile rendere la comunicazione finanziaria inclusiva, accessibile e realmente trasformativa.
Poi, Carola Salvato, Board Member, Sr Advisor di Giffoni Innovation Hub, ha parlato dell’attuale overload informativo – o infodemia – che ha generato un atteggiamento di disconnessione dai temi finanziari, soprattutto tra i più giovani. I linguaggi tradizionali, basati su modelli lineari e informativi, non riescono a intercettare i bisogni reali delle nuove generazioni, che cercano invece esperienze, strumenti concreti e autenticità.
La proposta è superare la comunicazione unidirezionale, e costruire ambienti esperienziali dove i giovani possano diventare co-autori dei contenuti. Comunità intergenerazionali, storytelling partecipativo e linguaggi ibridi rappresentano nuove modalità per trasferire competenze economiche in modo coinvolgente e duraturo. L’obiettivo non è solo educare, ma responsabilizzare e ingaggiare, affinché le nuove generazioni possano esprimere il proprio potenziale e incidere consapevolmente nel contesto economico e sociale.
Per Francesco De Notti, Head of Sustainability di Mediocredito Centrale, il rapporto tra imprese e sistema finanziario necessita di un rinnovamento culturale: troppo spesso, le due parti non si comprendono reciprocamente. La sostenibilità, se integrata in modo autentico, può diventare il linguaggio comune capace di ricostruire questo dialogo.
Oltre all’erogazione del credito, è essenziale che le banche diventino partner educativi, capaci di trasferire cultura ESG e strumenti finanziari adeguati, soprattutto a favore delle realtà più fragili o meno strutturate. Prodotti come i sustainability-linked loan, che premiano il raggiungimento di obiettivi ambientali e sociali, rappresentano un’opportunità concreta di integrare sostenibilità e sviluppo d’impresa.
Tornando sul tema dell’educazione finanziaria, Laura Gangitano, Senior Manager Operations di Jefferson Wells Italia, ha citato i dati ancora stagnanti: solo quattro donne su dieci hanno un conto corrente personale, una situazione che fotografa la persistenza di gap significativi. Eppure, in un mondo del lavoro sempre più fluido, la gestione consapevole delle risorse personali e aziendali è una skill strategica.
L’educazione finanziaria dovrebbe diventare pilastro della formazione continua, inserita nei programmi scolastici, aziendali e professionali. Per i giovani, questo significa affrontare concretamente temi come la gestione del budget o il valore del risparmio. Per le imprese, si tratta di accompagnare il passaggio generazionale e preservare competenze chiave. Il mondo del lavoro ha il compito di mappare i gap esistenti, promuovere percorsi di aggiornamento e fare della cultura economica uno strumento per la crescita personale e collettiva.
Enrico Giovannini, Direttore Scientifico di ASviS, ha poi sottolineato che l’educazione finanziaria non è solo una questione tecnica, ma un tema politico e redistributivo. In un Paese in cui gran parte della ricchezza è detenuta da adulti e anziani, ma le iniziative educative si concentrano sui giovani, si rischia di lasciare scoperta proprio la fascia più rilevante.
Asimmetria informativa tra cittadini e istituzioni finanziarie genera disuguaglianze profonde. Serve un cambio di paradigma, che porti a progettare programmi permanenti per adulti e anziani, valorizzando anche strumenti come la finanza di impatto e i prodotti ESG. Solo una formazione diffusa e continua potrà restituire ai cittadini strumenti di protezione e scelta consapevole, rendendo la finanza sostenibile non un lusso per pochi, ma una leva di democrazia economica.
Secondo Daniele Orzati, Partner & Business Director di Storyfactory, il tema della finanza sostenibile deve essere comunicato con linguaggi narrativi autentici per superare la diffidenza e il disinteresse del pubblico. Il racconto aziendale non può essere disgiunto dalla sostenibilità: deve parlare il linguaggio delle comunità, coinvolgere i portatori di interesse e integrare emozione e razionalità.
Coinvolgere clienti, dipendenti e comunità nella narrazione non solo aumenta l’efficacia del messaggio, ma rafforza anche la credibilità delle imprese. Il futuro della comunicazione finanziaria passa da messaggi impersonali a storie condivise e partecipate, capaci di generare fiducia e reputazione.
Per Ida Claudia Panetta, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari della Sapienza Università di Roma, l’approccio “one size fits all” è ormai superato. L’eterogeneità dei destinatari – studenti, adulti, insegnanti – impone una diversificazione dei contenuti, dei canali e delle metodologie.
Per i giovani servono strumenti digitali, gamification e format pratici. Per gli adulti, percorsi accessibili, flessibili e professionalizzanti. Ma tutto questo deve essere misurabile: oggi manca una valutazione strutturata dell’impatto dei progetti educativi. Solo con contenuti personalizzati e sistemi di monitoraggio sarà possibile rendere l’educazione finanziaria una leva concreta di empowerment individuale e collettivo.
A seguire, Stefano Sardara, Head of southern Europe di Acrisure, ha osservato che nonostante il miglioramento della regolamentazione e degli standard etici, permane una diffidenza culturale verso il mondo assicurativo. Molti cittadini sottovalutano la protezione dei propri beni e della propria salute, spesso intervenendo solo in emergenza.
Serve una nuova cultura della prevenzione, dove assicurazione e previdenza siano percepite come strumenti quotidiani di sicurezza economica e familiare. Il settore deve fare la sua parte con rigore e trasparenza, applicando sanzioni visibili ai comportamenti scorretti per riconquistare fiducia. La sinergia tra operatori, istituzioni e cittadini è l’unica via per trasformare la cultura assicurativa in una competenza diffusa e strategica per il benessere collettivo.
Infine, Vito Andrea Vinci, Presidente di Federterziario Scuola, ha citato il fatto che la scuola italiana, sul fronte dell’educazione finanziaria, rimane indietro rispetto agli altri paesi europei, con un livello medio tra i più bassi. L’inserimento nei programmi di educazione civica non basta: manca una formazione specifica dei docenti e le ore dedicate sono troppo poche.
È necessario anticipare l’educazione finanziaria alla scuola primaria, con attività esperienziali che rendano familiari i concetti economici fin da piccoli. Nella scuola secondaria, poi, si potranno affrontare temi più tecnici con maggiore consapevolezza. Anche la formazione per adulti e anziani deve essere potenziata, attraverso università popolari, centri civici e canali accessibili. Solo un percorso formativo continuo e inclusivo potrà costruire una cittadinanza economica attiva, consapevole e protetta.
Progetti
- Sostenere la finanza al femminile con iniziative concrete (es. investimenti nei giochi come Monopoly).
- Creare approcci condivisi e buone prassi, anche attraverso leadership diffusa e alfabetizzazione finanziaria.
- Utilizzare strumenti innovativi come serious game, processi di onboarding e presenza attiva sul territorio.
Leggi
- Obbligo che il C.C.S. sia intestato a chi richiede i servizi + obbligo per le aziende di sostenere educazione finanziaria per i dipendenti.
- Riorganizzare la normativa sul welfare e definire un piano educativo quinquennale con riforma del decreto.
- Misurare i risultati e formare i docenti come parte integrante del piano.
Cultura
- Promuovere una cultura che renda le donne più consapevoli in ambito finanziario.
- Sensibilizzare sulle competenze ibride e sul ruolo attivo dei giovani.
- Coinvolgere professionisti ed esperti per portare educazione finanziaria nelle scuole e formare docenti/formatori.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 3. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
AWARDS
Le giornate dedicate all’impatto sociale, sono un’occasione unica per celebrare e riconoscere i successi delle imprese nel promuovere un cambiamento positivo nelle comunità in cui operano. Durante queste giornate, i leader aziendali vengono premiati per le loro iniziative e strategie innovative volte a generare un impatto sociale tangibile, dalla promozione dell’inclusione e della diversità alla creazione di programmi di responsabilità sociale d’impresa che migliorano la qualità della vita delle persone. Attraverso la condivisione delle migliori pratiche e l’ispirazione reciproca, queste giornate di premiazione incentivano un impegno ancora maggiore nel perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile che contribuiscano al benessere delle comunità e alla costruzione di un futuro più equo e prospero per tutti.

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