TASK FORCE ITALIA
ACCELERIAMO LE AZIENDE ITALIANE / SVILUPPIAMO IL SISTEMA PAESE!








Costruire un'Italia Migliore







TASK FORCE NAZIONALE
RICERCA E INNOVAZIONE


Giorgio Mulè, Vicepresidente, Camera dei deputati
La prima giornata delle Task Force Nazionali di Task Force Italia è stata aperta da Giorgio Mulè. Il vicepresidente della Camera dei deputati ha sottolineato l’importanza del lavoro delle Task Force Nazionali, definendole “una sfida ardua, bella e importante, che dovrà fornire soluzioni non solo per le singole aziende”. Per Mulè, infatti, l’obiettivo deve essere più ampio: sviluppare progetti in grado di generare soluzioni collettive da presentare alle istituzioni.
A tal fine, il contributo fondamentale sarà rappresentato dai Position Paper, documenti strategici elaborati dalle Task Force Nazionali di Task Force Italia per sintetizzare, valorizzare e comunicare il lavoro svolto su tematiche specifiche. Questi documenti saranno presentati il 9 dicembre 2025 presso la Sala Regina di Palazzo Montecitorio, un appuntamento che Mulè ha ricordato in chiusura del proprio intervento.

TECHNICAL OVERVIEW

Riccardo Di Stefano, Delegato Education e Open Innovation Confindustria
Con Riccardo Di Stefano, Delegato Education e Open Innovation di Confindustria, ci si è addentrati maggiormente nel tema Ricerca e Innovazione. Quest’ultima è considerata imprescindibile per affrontare le sfide del contesto attuale, segnato da una lunga fase di calo produttivo e da forti incertezze economiche e sociali. Confindustria riconosce nella ricerca e sviluppo e nell’innovazione tecnologica le principali leve per rilanciare il sistema industriale italiano. La delega sull’Open Innovation nasce proprio per valorizzare un approccio collaborativo, capace di connettere imprese, università, ITS, incubatori e startup. Tuttavia, resta un potenziale ancora inespresso, in particolare tra le PMI.
Confindustria punta a rafforzare l’adozione dell’innovazione aperta, soprattutto su ambiti strategici come digitale, AI, sostenibilità e life sciences. L’obiettivo è trasformare il sistema industriale in una rete dinamica, dove la collaborazione sia il motore dell’evoluzione tecnologica. Il dato che solo l’8,2% delle imprese italiane adotta l’IA è indicativo della strada ancora da percorrere. Serve una mobilitazione sinergica per far emergere il valore nascosto nelle PMI e riportare l’Italia tra i protagonisti dell’economia globale.

Prospettive e sfide
- Innovazione e ricerca sono elementi profondamente radicati nel DNA delle aziende italiane.
- Rappresentano la chiave per lo sviluppo economico e la crescita condivisa.
- La collaborazione è essenziale per favorire lo sviluppo del Paese.
- Lavorare insieme permette di generare impatto positivo a livello collettivo.
DISEGNO ISTITUZIONALE
Pietro Fiocchi, Vicepresidente, Commissione Ambiente ENVI ha aperto la plenaria istituzionale parlando del ritardo che l’Italia ha accumulato nell’utilizzo dei fondi europei destinati alla ricerca - risorse significative che non provengono esclusivamente dal PNRR. Vi è inoltre una tendenza, soprattutto a livello europeo, a privilegiare approcci ideologici e poco concreti su temi ambientali, trascurando soluzioni pratiche immediatamente applicabili.
A questo proposito, serve un cambio di paradigma che privilegi la ricerca orientata a risultati concreti, anche piccoli ma misurabili, capaci di produrre un impatto tangibile per i cittadini. È fondamentale adottare un approccio pragmatico alla transizione ecologica, focalizzandosi su soluzioni fattibili e finanziabili, come l’adozione di filtri per lavatrici o piani di rottamazione per veicoli più inquinanti.
Come riportato dall’On. Gianmauro Dell'Olio, Vicepresidente V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione), Camera dei Deputati, l’attuale sistema italiano soffre di una persistente emorragia di capitale umano qualificato: ogni anno circa 30.000 laureati lasciano il Paese e, secondo le stime dell’ISTAT, negli ultimi dieci anni si sono trasferiti all’estero circa due milioni di laureati italiani. Questo fenomeno, oltre a una significativa perdita culturale e professionale, comporta un danno economico rilevante, stimato in circa 14 miliardi di euro annui. Tale costo riflette gli investimenti sostenuti dallo Stato per la formazione universitaria, che finiscono per avvantaggiare economie estere. A fronte di investimenti consistenti sulla ricerca e sull’innovazione, manca però un’azione strutturale che favorisca la permanenza dei giovani talenti nel tessuto produttivo nazionale.
Alla luce di ciò, è necessario un cambio di approccio, investendo nella ricerca e nell’innovazione, e garantendo che tali risorse generino un impatto sostenibile nel tempo, creando le condizioni affinché i giovani rimangano in Italia. Questo richiede misure mirate anche a favore delle piccole e medie imprese, che rappresentano il cuore dell’economia italiana. È fondamentale inoltre rafforzare il sostegno alla ricerca di base, ritenuta imprescindibile per ogni sviluppo applicato. In questo modo, sarà possibile valorizzare pienamente il potenziale innovativo del Paese e favorire la nascita e la crescita di start-up, in un ecosistema che oggi appare ancora troppo fragile rispetto ai modelli internazionali.
Sulla perdita di capitale umano giovane si è soffermato anche Andrea Simoncini, Dirigente, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per il quale i giovani che abbandonano il Paese rappresentano una risorsa strategica - paragonabile alle ‘terre rare’ - sottratta al sistema produttivo nazionale. La formazione professionale attuale, seppur presente, risulta spesso disallineata rispetto alle reali esigenze del mercato del lavoro, rimanendo troppo ancorata a modelli centrati sull’offerta e su cataloghi statici.
La transizione verso una formazione professionale realmente innovativa deve avvenire spostando il baricentro dall’offerta alla domanda, con una personalizzazione spinta dei percorsi. Il nuovo modello promosso dal Ministero prevede un’integrazione tra enti di formazione e imprese, con queste ultime che diventano co-protagoniste nella progettazione e realizzazione dei corsi. Questo approccio ha già dato risultati concreti nell’ambito del PNRR, con obiettivi raggiunti in anticipo. L’apprendistato formativo diventa il fulcro strategico, mentre si lavora a introdurre nuove figure professionali ad alta qualificazione, capaci di contribuire attivamente all’innovazione e alla generazione di brevetti.
Oltre al problema della perdita di capitale umano, il contesto italiano presenta una serie di criticità strutturali che ostacolano lo sviluppo di un sistema energetico competitivo e sostenibile. A sottolinearlo è Michele Vitiello, Segretario Generale, World Energy Council Italia - WEC, il quale ha messo in luce come, tra queste difficoltà, emerge il problema delle competenze, ritenuto una delle principali debolezze dal World Energy Issues Monitor. L’Italia fatica a formare e trattenere talenti in grado di sostenere la transizione energetica, anche a causa di salari stagnanti e di un sistema burocratico inefficiente. Inoltre, la crescente domanda globale di energia, trainata soprattutto da economie in rapido sviluppo come la Cina, pone interrogativi di equità e accessibilità, evidenziando come la transizione energetica non possa prescindere da un approccio scientifico e tecnologicamente neutrale.
Per costruire una transizione energetica equa e sostenibile, è essenziale valorizzare il contributo della ricerca scientifica e delle università, rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e mondo accademico e superare la frammentazione attuale. Serve un sistema fertile, in grado di attrarre investimenti e capitale umano, basato su certezza normativa, efficienza burocratica e sostenibilità economica. Un approccio razionale e pragmatico, privo di pregiudizi ideologici sulle tecnologie, può favorire la creazione di un mix energetico efficace, in grado di garantire sicurezza, accessibilità e sostenibilità dell’energia.
E, ancora sulla ‘fuga dei cervelli’, secondo Serena Borgna, Head of Institutional Department, APRE - Agency for the Promotion of European Research, spesso si tende a trascurare il fatto che i ricercatori che operano all’estero creano valore che può essere riportato in Italia. Per questo il vero nodo non riguarda solamente trattenere i talenti, ma anche creare le condizioni affinché questi possano fare ritorno, portando con sé competenze acquisite in contesti internazionali. L’Italia, attraverso la partecipazione ai programmi quadro europei, riesce a ottenere buoni risultati, soprattutto grazie alla solidità del proprio sistema industriale. Tuttavia, le piccole e medie imprese mostrano ancora difficoltà ad accedere a strumenti più avanzati, come quelli dedicati all’innovazione di frontiera, penalizzate da carenze strutturali e difficoltà burocratiche.
Per rafforzare la competitività italiana all’interno dei programmi europei, occorre migliorare la capacità delle PMI di partecipare in maniera efficace alle opportunità offerte, specie nell’ambito dell’innovazione radicale e del trasferimento tecnologico. Serve un investimento più deciso nella formazione, nel rafforzamento delle competenze interne e nella costruzione di reti internazionali. La collaborazione transazionale deve diventare una pratica abituale, favorendo una più ampia integrazione delle imprese italiane, soprattutto quelle più piccole, nei network europei della ricerca e dell’innovazione.

Gianmauro Dell’Olio
- La ricerca è fatta da persone: è essenziale trattenere i “cervelli” in Italia.
- Servono fondi per sostenere ricerca di base e ricerca applicata.
- Bisogna intervenire con misure strutturali a favore delle imprese.
Pietro Fiocchi
- La ricerca è fondamentale per trovare soluzioni concrete.
- Serve pragmatismo per affrontare i problemi reali.
- Ogni scoperta è un “pezzetto” che può fare il bene del mondo.
Andrea Simoncini
- Politiche efficaci richiedono formazione professionale innovativa.
- Formazione deve essere personalizzata, basata su domanda e offerta.
- L’apprendistato è uno strumento chiave da valorizzare.
Michele Vitiello
- Il dialogo tra attori della transizione ecologica va potenziato.
- Serve una ricerca accessibile che favorisca equità.
- Semplificare i percorsi per accedere alle competenze e al cambiamento.
Serena Borgna
- La collaborazione è essenziale per l’innovazione aperta.
- Visione chiara su come ricerca e innovazione possano sostenere l’Italia.
- Serve un sistema italiano capace di attrarre e trattenere talento.
IL BENVENUTO DEL POLIMI GSoM
PRIMA GIORNATA NAZIONALE RICERCA E INNOVAZIONE - MI

Alessandro Polidori Vidal, Marketing Director, POLIMI GSoM
La Task Force Nazionale dedicata al tema Ricerca e Innovazione si è tenuta a Milano presso la sede del Polimi GSoM, una realtà educativa di riferimento, capace di coinvolgere ogni anno oltre 20.000 tra studenti, manager, imprenditori e professionisti. Ad aprire i lavori è stato il Marketing Director del Polimi, Alessandro Polidori Vidal, il quale ha spiegato che quella del Polimi è una comunità eterogenea e in continua crescita, con un forte orientamento al purpose: formare i leader del futuro, capaci di generare impatto positivo nella società. Al centro della visione della scuola vi sono tre concetti ormai inseparabili: ricerca, innovazione e sostenibilità, considerati elementi sinergici e indispensabili per lo sviluppo delle imprese. L’obiettivo del Polimi è formare, entro il 2026, 15.000 manager focalizzati su innovazione, sostenibilità, purpose e ricerca, con l’ambizione di ispirare oltre 1,5 milioni di persone.

Prospettive e sfide
- Il Politecnico di Milano promuove l’innovazione per formare i manager del futuro.
- L’innovazione è indissolubilmente legata a sostenibilità e ricerca.
- La ricerca è un elemento chiave per sviluppare soluzioni efficaci e responsabili.
- Fare rete è essenziale per collaborare in modo strutturato e produttivo.
- L’obiettivo finale è lavorare insieme per il bene comune.

GIORNATE NAZIONALI:
- 2 Ottobre 2025 - Roma
AWARDS
- 4 Dicembre 2025 - Roma
REPORT BACK - MONTECITORIO:
- 9 dicembre 2025 - Camera dei Deputati
STAKEHOLDER
Marco Alparone, Vicepresidente e Assessore al Bilancio e Finanza, Regione Lombardia | Roberto Ascione, President, Health Innovation, Eversana | On. Alessandro Battilocchio, XI Commissione (Lavoro pubblico e privato), Camera dei Deputati | Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare e Salute, Comune di Milano | Serena Borgna, Head of Institutional Department, APRE - Agency for the Promotion of European Research | On. Salvatore Caiata, Segretario della III Commissione (Affari Esteri e Comunitari), Camera dei Deputati | Marcello Cattani, Presidente e Amministratore Delegato, Sanofi | Veronica Comi, General Manager & Direttore Generale, Fondazione regionale per la ricerca biomedica Lombardia | Sen. Andrea Crisanti, Segretario 7° Commissione (Cultura e Patrimonio Culturale, Istruzione Pubblica), Senato della Repubblica | Riccardo Di Stefano, Delegato Education e Open Innovation di Confindustria | On. Gianmauro Dell'Olio, Vicepresidente V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione), Camera dei Deputati | Pietro Fiocchi, Vicepresidente, Commissione Ambiente ENVI | Giordano Fatali, President & Founder, CEOforLIFE - Task Force Italia | Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione, dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale, Ministero della Salute | Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro Cda, Aifa | Patrizia Olivari, Presidente, Amministratore Delegato, Ipsen | Alessandro Polidori Vidal, Marketing Director, POLIMI GSoM | Alberto Polverino, Vicepresidente Comitato Tecnico Scientifico Lombardia, SIT - Società Italiana di Telemedicina | Rosario Rizzuto, Docente e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Padova, Presidente del Centro Nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci, RNA | Andrea Simoncini, Dirigente, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali | Michele Vitiello, Segretario Generale, World Energy Council Italia - WEC | Gianmario Verona, Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Fondazione Human Technopole | Massimo Agostini, Founder & CEO, Caibot | Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork | Domenico Borello, Direttore, Master Magites – Sapienza Università di Roma | Raffaella Bossi Fornarini, Prof. Di Transizione Organizzativa, D&I e imprenditorialità, Polimi | Andrea Cardinali, Direttore Generale, UNRAE | Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, SPS – TXT Group | Giacomo Caudo, Presidente Nazionale, Federazione italiana medici di medicina generale | Mario Cincotta, Practice Leader, Task Force Italia | Giorgio Ciron, Direttore Generale, Innovup | Giuseppe Conte, Direttore centrale Risorse Umane, INPS | Alessandro Corsini, Professore Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, Sapienza Università di Roma | Marco Cossolo, Presidente, Federfarma | Sen. Andrea Crisanti, Segretario 7° Commissione (Cultura e Patrimonio Culturale, Istruzione Pubblica) - Senato della Repubblica | Ottavio Di Cillo, Presidente, AiSDeT | Massimo Fedeli, Direttore metodi e tecnologie, ISTAT | Rita Erica Fioravanzo, Presidente, Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management | Alessandro Franco, Segretario Generale, Federterziario | Francesco Franco, Presidente, Fonditalia | Vincenzo Giliberti, Digital Innovation Leader, TP Italia | Andrea Grassi, Direttore Marketing, Daikin Italia | Michele Greca, CEO, Ascot industrial | Arianna Gregis, Country Head Pharmaceuticals, Bayer Italia | Lavinia Liberali, Chief Digital Officer, Datlas | Gianluigi Lo Basso, Professore Sistemi Tecnici, Università Sapienza di Roma | Raffaella Maderna, People & Communication Director, Lundbeck Italia | Andrea Mandelli, Presidente, Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani | Tony Marfia, CEO, TED Formazione | Nicola Angelo Marotta, CEO, T.EN Italy Solutions | Sara Mazzocchi, CEO, Storyfactory | Giovanni Migliore, Presidente, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere | Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro Cda, Aifa | Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus | Gianni Murano, Presidente, UNEM | Andrea Orlandini, Ricercatore, CNR, Coordinatore board scientifico, Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale | Sara Padulosi, Progettazione cantieri ed infrastrutture stradali: obiettivi e traguardi, ANAS S.p.A. | Nicola Patrizi, Presidente, Federterziario | Francesca Pili, Amministratrice Esecutiva, FNM Group | Fabio Pinton, Member of the Board - CEO, SEINGIM Engineering Group | Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim | Alfredo Procaccini, Vice Presidente Vicario, Federfarma Nazionale | Silvia Regondi, Group Chief Operating Officer, NTC Pharma | Alessandro Rossi, Presidente, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie | Egidio Sangue, Vice Presidente, FondItalia | Selene Santacaterina, Direttrice People & Organization, Amadori | Chiara Sgarbossa, Direttrice degli Osservatori Sanità Digitale e Life Science Innovation, Politecnico di Milano | Gianluca Testa, Senior Vice President Operations EMEA, Avis Budget Group | Giuseppe Tripoli, Segretario Generale, Unioncamere | Francesco Verbaro, Presidente, Forma.Temp | Elisa Zambito Marsala, Responsabile di Education Ecosystem and Global Value Programs, Intesa Sanpaolo | Livio de Santoli, Prorettore alla Sostenibilità, Sapienza Università di Roma | Eugenio Maria Bonomi, Managing Director Benelux, France and Italy, DXC Technology |
METODOLOGIA
PIATTAFORMA DI ACCELERAZIONE INCREMENTALE
Gruppi di lavoro di scopo e permanenti,
finalizzati ad accelerare gli
OBIETTIVI AZIENDALI
in termini di:
REPUTATION
BUSINESS
AWARENESS
Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF
Il percorso di accelerazione dell’obiettivo aziendale inizia con la Round Table Annuale di Kick Off, un momento cruciale per l’avvio delle attività del gruppo di lavoro interaziendale costituito ad hoc. In questa fase, i partecipanti, tra cui leader aziendali, istituzionali e accademici, si riuniscono per delineare la direzione strategica dell’anno, condividendo visioni e obiettivi comuni rispetto all'accelerazione desiderata dall'azienda owner del team di progetto e dell'obiettivo aziendale (da piano industriale, strategico o business plan) da accelerare. Il Kick Off non è solo un evento simbolico, ma rappresenta il primo passo verso la definizione di un programma di lavoro coeso e allineato. Ogni delegato porta con sé esperienze, aspettative e idee, creando un fertile terreno di discussione che servirà a dare forma ai successivi interventi. Si stabiliscono obiettivi chiari, si concordano le priorità e si individua un quadro temporale per le azioni future. Questo incontro inaugura un ciclo continuo di confronti e aggiornamenti che caratterizzeranno tutto l’anno, con la consapevolezza che ogni fase successiva avrà come presupposto il successo di questa prima, fondamentale, sessione di lavoro. L’importanza della continuità inizia qui: l’efficacia del lavoro di accelerazione si costruisce sulla capacità di mantenere alta l’attenzione e l’impegno durante tutto il periodo che seguirà.
BUSINESS MATCH AD HOC
La seconda fase, i Business Match ad hoc (pranzi, cene, caffè, webconf, call), si sviluppa come un vero e proprio periodo di approfondimento one to one tra l'azienda owner del team di progetto e ciascuno stakeholder identificato, coinvolto o da coinvolgere. Dopo il Kick-Off, i partecipanti sono invitati a entrare in contatto diretto con realtà imprenditoriali e istituzionali pertinenti ai loro obiettivi. Durante i Business Match, le aziende si confrontano, esplorano opportunità di collaborazione e avviano sinergie che dovranno tradursi in azioni concrete. È il momento in cui si mettono alla prova le idee espresse e i piani delineati nella Round Table di kick off annuale. Ogni incontro rappresenta una possibilità per affinare le strategie e costruire ponti tra diverse realtà, tanto più necessari in un contesto complesso come quello del sostenere gli obiettivi aziendali. Qui, la continuità è essenziale, poiché ogni connessione e partnership è una tessera del mosaico che dovrà integrarsi in modo armonioso nelle fasi successive.
SHAKE HANDS NEI MEETING
Gli incontri, descritti come “Shake Hands”, simboleggiano il momento in cui la stretta di mano "organizzata" all'interno dei meeting in calendario nella piattaforma diventa il simbolo di un impegno reciproco: un’alleanza che va oltre le parole e si traduce in azioni concrete. Questi momenti offrono una ulteriore occasione di stimolare il business e potenziare le relazioni.
GIORNATE NAZIONALI
Le Giornate Nazionali sono un’opportunità straordinaria per accelerare il progresso degli obiettivi aziendali. Durante tutto l'anno, vengono organizzati incontri stile Barcamp che incentivano la collaborazione tra le diverse realtà coinvolte. La continuità, ancora una volta, non è solo un fattore di pianificazione, ma una caratteristica fondante di questo modello, dove i progetti avviati nei mesi precedenti sono ribaditi e rafforzati in un contesto nazionale di accelerazione continua e incrementale.
COMMUNICATION PLAN
Il Communication Plan (pubblicazioni e interviste social e media) rappresenta uno strumento fondamentale per diffondere i risultati delle azioni intraprese e aumentare la consapevolezza sul mercato rispetto agli obiettivi aziendali. Con un piano di comunicazione mirato, le Task Force hanno l’opportunità di consolidare la visibilità delle iniziative dell'azienda, di generare engagement e di stimolare un’azione concreta a livello locale e nazionale. Attraverso media tradizionali, social e eventi specifici, l’obiettivo è creare un impatto duraturo e di lungo periodo. La fase di comunicazione non si limita a un solo evento, ma si articola in una strategia che evolve durante tutto l’anno, mantenendo il focus sui progressi e sugli impatti.
AWARDS
Gli Awards sono l’opportunità per premiare l’impegno e l’eccellenza, ma anche per rafforzare la reputazione di coloro che hanno contribuito in modo significativo al successo degli obiettivi aziendali. Durante la cerimonia di premiazione, si celebra l’impatto del progetto aziendale e si riconoscono i risultati raggiunti. Gli Awards sono molto più di un semplice riconoscimento: rappresentano un elemento di visibilità e di valorizzazione per le aziende, le istituzioni e i leader coinvolti, creando un circolo virtuoso di maggiore fiducia, affiliazione e impegno. È in questa fase che la reputazione delle realtà coinvolte subisce un significativo boost, alimentando una spirale positiva che stimola ulteriori collaborazioni e investimenti.
POSITION PAPER
Il Position Paper Annuale è un documento strategico che sintetizza i risultati raggiunti, le sfide affrontate e le soluzioni proposte dalle aziende all'interno delle Task Force Nazionali. Questo documento rappresenta una sintesi di tutto il lavoro svolto e serve come riferimento per definire le politiche future. La redazione del Position Paper è un passaggio decisivo per consolidare il lavoro svolto e per mantenere alta l’attenzione sull’importanza degli obiettivi aziendali. Il Position Paper non è solo uno strumento di comunicazione, ma un’azione politica che incide direttamente sul quadro legislativo e operativo. La sua stesura e diffusione sono fondamentali per mantenere la continuità del lavoro durante tutto l’anno, rafforzando il legame tra le diverse entità coinvolte.
INSTITUTIONAL REPORT BACK ANNUALE – PALAZZO MONTECITORIO
La fase finale dell’anno, il Report Back Annuale, è l’atto conclusivo di un ciclo che non si ferma mai. Durante questo evento, che si tiene presso Palazzo Montecitorio, vengono presentati i risultati ottenuti e il programma dei lavori per l’anno successivo. Il Report Back non è solo un aggiornamento, ma una vera e propria rendicontazione pubblica, una verifica dell’impatto che le aziende, con i loro progetti accelerati nelle Task Force Nazionali, hanno avuto e una valutazione delle priorità e azioni future. È il momento in cui l’operato delle Task Force Nazionali viene messo a disposizione delle Istituzioni, in particolare del Governo e del Parlamento, per una discussione costruttiva. Questo momento finale conferma l’importanza della continuità: i risultati del primo anno sono solo il punto di partenza per gli sviluppi successivi, e il ciclo di accelerazione continua, ancor più forte e definito, per affrontare le sfide dell’anno successivo.
La metodologia di lavoro delle Task Force Nazionali è suddivisa in quattro step chiave. Ogni fase guida un percorso strutturato per accelerare progetti, sviluppare idee, creare valore condiviso e rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e società civile.
STEP 1: OBIETTIVO (da accelerare)
Attività principali:
Descrizione: Definizione chiara dell'obiettivo specifico da raggiungere
SAL (Stato Avanzamento Lavori): Monitoraggio dell'avanzamento per garantire che ogni iniziativa proceda secondo quando deciso dal gruppo di lavoro
Stakeholder: Identificazione e coinvolgimento degli attori chiave, progressivo e continuo allargamento a nuovi stakeholder
Aspettative: Chiarificazione dei risultati attesi e delle priorità da mettere subito in campo
STEP 2: CALL 4 IDEAS
Attività principali:
Project Team: Composizione del gruppo di lavoro più adatto, ad incremento di nuovi stakeholder
Your Ideas: Raccolta e valorizzazione delle idee innovative sulla tematica posta nell'obiettivo da accelerare
Your Goals: Definizione di obiettivi specifici per ogni azienda parte del team
Stakeholder: Coinvolgimento attivo di vari livelli di stakeholder nella generazione di idee
STEP 3: GIVE BACK
Attività principali:
Progetti: Implementazione di iniziative concrete
Leggi: Proposte legislative e supporto normativo
Cultura: Promozione di una cultura inclusiva e innovativa che restituisce valore alla comunità e rinforza il senso di responsabilità sociale della TFN
STEP 4: NEXT STEPS
Attività principali:
Awards: Riconoscimenti per le migliori pratiche e contributi
Position Paper: Documenti strategici per influenzare le politiche future
Government SAL: Collaborazione istituzionale per monitorare lo stato di avanzamento
✅ Vantaggi complessivi
- 1.Chiarezza e strutturazione
- 2.Partecipazione attiva e diretta
- 3.Innovazione continua
- 4.Impatto tangibile
- 5.Riconoscimento e sviluppo

OBIETTIVI-PROGETTI
Percorsi trasformativi per la Ricerca, l’Innovazione e lo Sviluppo Sostenibile
Sanofi
“Creare un ecosistema vitale (e creare valore) per l’innovazione e la sostenibilità”
Lundbeck Italia + Mindwork
"ESG e benessere in azienda: quali scenari per il welfare e la salute pubblica?"
DXC Technology
"Educazione, Tecnologia ed Innovazione: nuove platform per crescita e sviluppo sostenibile"
Bayer Italia
"A misura di paziente: scenari e organizzazione delle cure per le malattie croniche"
Federterziario
"Formazione, talent attraction e retention: nuovi scenari del lavoro"
T.EN Italy Solutions
"Idrogeno e decarbonizzazione: nuove frontiere per la transizione ecologica"
Sanofi
“Creare un ecosistema vitale (e creare valore) per l’innovazione e la sostenibilità”

Obiettivo del gruppo di lavoro sarà confrontarsi sull’importanza e strategicità di investire per il nostro Paese con una visione pluriennale che faccia leva sui fattori abilitanti e su una logica di Sistema, per guadagnare in capacità di coniugare innovazione, programmazione e governance, accesso a nuove tecnologie e terapie e competitività a livello globale. I lavori si concentreranno sull’importanza della formazione, ricerca di base e sviluppo clinico, trasferimento tecnologico e collaborazioni pubblico-privato, competitività delle imprese in un contesto globale, produzione, accesso ma anche la semplificazione normativa e burocratica.
Marcello Cattani, Presidente e Amministratore Delegato, Sanofi

Marco Alparone, Vice presidente e Assessore al Bilancio e Finanza, Regione Lombardia

Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare e Salute, Comune di Milano

Roberto Ascione, President, Health Innovation, Eversana

Veronica Comi, General Manager & Direttore Generale, Fondazione regionale per la ricerca biomedica Lombardia

Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione, dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale, Ministero della Salute

Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro Cda, Aifa

Patrizia Olivari, Presidente, Amministratore Delegato, Ipsen

Alberto Polverino, Vicepresidente Comitato Tecnico Scientifico Lombardia, SIT - Società Italiana di Telemedicina

Rosario Rizzuto, Docente e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Padova, Presidente del Centro Nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci, RNA

Gianmario Verona, Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Fondazione Human Technopole


Marcello Cattani
- Sottolinea l’importanza di una visione pluriennale negli investimenti.
- Promuove un approccio sistemico con focus su fattori abilitanti.
- Integra innovazione, governance, tecnologie, competitività e terapie.
Marco Alparone
- Evidenzia la sostenibilità economica del SSN come obiettivo primario.
- Richiama la necessità di programmazione e stabilità del sistema.
- Invita a non lavorare “a silos”, ma con un modello integrato.
Roberto Ascione
- Pone l’attenzione sull’innovazione digitale in sanità.
- Solleva dubbi su quali siano gli output realmente utili.
- Propone soluzioni abilitate dalla tecnologia.
Francesco Saverio Mennini
- La programmazione deve garantire sostenibilità del sistema.
- È fondamentale individuare risultati e bisogni reali.
- Importante misurare le performance.
Lamberto Bertolé
- Milano come città di ricerca e sviluppo.
- Le città devono giocare un ruolo chiave per la salute.
- Le sfide vanno affrontate con strategia e risorse.
Veronica Comi
- La ricerca deve rispondere ai bisogni reali dei pazienti.
- Fondamentale lavorare insieme e creare partnership.
- Necessaria collaborazione tra pubblico e privato.
Emanuele Monti
- Serve un dialogo strutturato con le Regioni.
- È necessario valorizzare i dati.
- Promuove un premio al valore e all’innovazione.
Patrizia Olivari
- Industria farmaceutica in Italia sta facendo grandi progressi.
- L’innovazione passa per partnership pubblico-private.
- Serve lavorare insieme per uno sviluppo sostenibile.
Alberto Polverino
- Necessaria diffusione della telemedicina.
- Occorre affrontare sfide culturali e normative.
- Agevolare l’accesso e creare partnership.
Rosario Rizzuto
- Strategia per coniugare ricerca di base e cambiamento rapido.
- Contrastare il pregiudizio verso l’impresa.
- Costruire percorsi comuni e concreti.
Gianmario Verona
- L’Italia vive un momento favorevole per la tecnologia.
- Serve stimolare la ricerca e i brevetti.
- Andare verso la medicina personalizzata
Sintesi
L’industria farmaceutica è il settore che più di ogni altro investe in innovazione, con capacità di generare brevetti, attrarre investimenti e tradurre ricerca scientifica in valore per il cittadino e per il sistema-Paese. Questo è quanto espresso in apertura di Round Table da Marcello Cattani, Presidente e Amministratore Delegato, Sanofi, il quale ha poi spiegato che l’Italia - pur eccellendo nella produzione e nell’export - soffre un ritardo strutturale nel trasferimento tecnologico e nella valorizzazione dei risultati della ricerca, con troppe pubblicazioni e pochi brevetti. La mancanza di una strategia europea per le scienze della vita ha aperto spazi competitivi a Cina e Stati Uniti, mentre l’Europa, e l’Italia in particolare, fatica a creare un ambiente normativo, politico e culturale favorevole all’innovazione e alla valorizzazione dei dati sanitari.
Occorre un cambio di paradigma che veda la salute come investimento strategico, superando logiche di mera spesa. Serve una strategia nazionale per le scienze della vita che premi il valore generato da farmaci, vaccini, tecnologie e dati, con un sistema regolatorio che incentivi l’innovazione e ne misuri l’impatto. Il valore aggiunto per il cittadino e per il sistema economico deve guidare scelte e politiche, in una logica di lungo periodo che punti su prevenzione, accesso rapido alle cure, predittività e ridistribuzione delle risorse su base misurabile e trasparente.
Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare e Salute, Comune di Milano, ha invece illustrato il progetto del capoluogo lombardo che si propone come laboratorio per la sanità del futuro, in cui innovazione, inclusione e prossimità si fondono per dare risposte concrete a una popolazione sempre più anziana e sola. Il sistema attuale si regge troppo sul sostegno familiare, con una carenza strutturale di servizi e una debole integrazione tra sociale e sanitario. A ciò si aggiunge un sottofinanziamento cronico, in particolare sulla salute mentale. La mancanza di una strategia nazionale di medio-lungo periodo rende insostenibile il sistema attuale, con forti disparità territoriali.
Le città devono essere messe nelle condizioni di diventare attori centrali nella sanità territoriale. L’esperienza delle case di comunità a Milano, che integrano i servizi sociali nei percorsi di cura, rappresenta un modello da estendere su scala nazionale. Occorre promuovere l’orientamento dei cittadini, l’accessibilità alle cure e l’integrazione reale tra sistemi, per contrastare solitudine, cronicità e disuguaglianze. Serve una visione sistemica, che valorizzi le reti territoriali e riconosca il ruolo strategico dei determinanti sociali della salute.
A seguire, Marco Alparone, Vice presidente e Assessore al Bilancio e Finanza, Regione Lombardia, ha parlato dell’equilibrio di bilancio, che non è solo un vincolo, ma un obiettivo che impone una programmazione efficace. Il modello attuale, basato su prestazioni e silos, è incompatibile con la sostenibilità a lungo termine del Servizio Sanitario Nazionale. Oggi, non si misurano gli esiti, ma si paga per le singole prestazioni, spesso senza una valutazione dell’efficacia clinica. Questo approccio è economicamente insostenibile.
È necessaria una trasformazione radicale del sistema, orientata verso il 'budget di salute del paziente', ovvero modelli che allocano risorse in base ai risultati clinici e alla presa in carico complessiva. I PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) vanno resi misurabili e supportati da processi normativi aggiornati. L’adozione di modelli di finanziamento outcome-based, come lo split payment per i farmaci innovativi, può garantire accesso equo all’innovazione e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. È una rivoluzione culturale che richiede l’ingaggio di tutti gli attori del sistema.
Roberto Ascione, President, Health Innovation, Eversana, ha posto l’attenzione sulla necessità di andare oltre la semplice informatizzazione, sottolineando come il vero salto qualitativo debba avvenire attraverso la digitalizzazione dei processi di salute. I PDTA digitalizzati producono risultati clinici migliori e generano risparmi significativi, ma l’adozione è ancora disomogenea e rallentata da barriere organizzative e differenze regionali.
È fondamentale intervenire oggi, in parallelo alla realizzazione delle infrastrutture, per evitare di arrivare in ritardo nel nuovo ciclo di innovazione sanitaria. L’intelligenza artificiale può diventare un abilitatore chiave per un sistema sanitario più predittivo, efficiente e personalizzato. Ascione ha infine citato il caso di una startup italiana che, grazie alla realtà virtuale, ha rivoluzionato il trattamento del mal di schiena nel Regno Unito, dimostrando che il potenziale innovativo esiste già: serve solo crederci e agire con decisione.
Veronica Comi, General Manager & Direttore Generale, Fondazione regionale per la ricerca biomedica Lombardia, invece, ha messo in luce l’evoluzione della Fondazione regionale per la ricerca biomedica, che dal 2023 ha avviato un percorso per avvicinarsi concretamente all’innovazione, dopo anni di sostegno quasi esclusivo alla ricerca di base. Sono stati attivati bandi per la ricerca traslazionale, con un focus crescente su studi clinici e sperimentazione, avvicinando così ricerca e trasferimento tecnologico.
La Fondazione partecipa attivamente a numerose partnership europee in ambito biomedico, portando le istanze del territorio lombardo in sede europea e contribuendo alla costruzione delle future progettualità. È necessario un approccio condiviso pubblico-privato, evidenziando che il valore aggiunto nasce dalla collaborazione tra attori con competenze complementari. Infine, bisogna di attrarre giovani ricercatori, anche grazie alle opportunità aperte dal rientro in Europa di talenti scientifici internazionali.
Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione, dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del SSN, Ministero della Salute, ha ribadito l’importanza della programmazione come leva per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, chiarendo che sostenibilità non significa solo contenimento della spesa, ma la capacità di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere quelli futuri. Le azioni intraprese dal Ministero per definire modelli di spesa standard, abbandonare la logica a silos e promuovere l’approccio basato sul valore delle prestazioni, piuttosto che sul volume.
È stato avviato un modello allocativo innovativo, basato sulla valutazione dei risultati clinici e sull’efficienza dell’intervento. Mennini ha anche richiamato il ruolo delle tecnologie (HTA) nella definizione delle priorità e dei nuovi livelli essenziali di assistenza, annunciando l’imminente pubblicazione di un documento sugli standard di erogazione. Infine, ha sottolineato l'importanza del DL 73 per la riduzione delle liste d’attesa, con risultati già evidenti grazie alla piattaforma Agenas.
Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro Cda Aifa, ha posto l’accento sulla necessità di un maggiore dialogo tra Stato e Regioni, soprattutto nei processi di definizione delle politiche farmaceutiche. Il caso delle glifozine come esempio di mancanza di confronto, sottolinea l’importanza di partire da tavoli tecnici condivisi. Monti ha poi evidenziato i primi risultati della riforma di AIFA, che ha portato a una riduzione dei tempi di accesso ai farmaci innovativi.
Bisogna valorizzare chi fa innovazione in Italia, inserendo premialità per le sperimentazioni cliniche condotte nel Paese, anche come strumento di attrazione per investimenti internazionali. Infine, c’è l’urgenza di cogliere l’opportunità offerta dallo European Health Data Space, per costruire una leadership italiana nella ricerca e nel trasferimento tecnologico, sfruttando appieno la massa critica generata dalle collaborazioni territoriali, accademiche e industriali.
Secondo Patrizia Olivari, Presidente e Amministratore Delegato, Ipsen, l’industria farmaceutica italiana sta compiendo passi importanti in un ecosistema complesso, spesso osservato con curiosità dall’estero per la sua articolazione multilivello: regolazione nazionale, interlocuzioni regionali e gestione locale. Nonostante le difficoltà, il settore continua a investire con decisione nel Paese, con una cifra che nel 2024 si attesta attorno ai 2 miliardi di euro, dimostrando una fiducia concreta nel sistema. Il motore dell’innovazione è rappresentato dalla partnership pubblico-privato, che coinvolge aziende, clinici, ospedali e ricercatori, permettendo di attivare oltre 2.600 studi clinici e offrendo a decine di migliaia di pazienti accesso precoce a terapie d’avanguardia. Un’innovazione sostenibile, che si estende oltre i farmaci, coprendo l’intero percorso del paziente, valorizzando i dati e generando pubblicazioni scientifiche.
È necessario definire un piano strategico nazionale per la ricerca e l’innovazione, in linea con quanto già avviato in paesi come Germania e Spagna, per mantenere la competitività italiana. A livello europeo, si apre inoltre una finestra importante per contribuire in modo sostanziale allo sviluppo del piano europeo per la ricerca, portando il punto di vista nazionale all’interno dei processi decisionali e regolatori comunitari.
A seguire, Alberto Polverino, Vicepresidente Comitato Tecnico Scientifico Lombardia, SIT - Società Italiana di Telemedicina, ha parlato dell’adozione della telemedicina in Italia che incontra ancora ostacoli significativi, nonostante se ne parli sempre più frequentemente. Il principale limite non è solo infrastrutturale o normativo, ma soprattutto culturale e formativo: da un lato, i pazienti sono ancora poco propensi a utilizzarla concretamente; dall’altro, il personale sanitario non è ancora adeguatamente formato per integrarla come pratica quotidiana.
La normativa esiste e anche il PNRR offre un’opportunità concreta per favorire la diffusione di questi strumenti, ma il cambiamento deve partire da una trasformazione più profonda dei processi organizzativi delle strutture sanitarie, pubbliche e private. La telemedicina ha il potenziale di aumentare l’accessibilità alle cure, soprattutto per le persone che vivono in condizioni o aree svantaggiate, e può essere un canale abilitante per l’adozione di soluzioni digitali avanzate, come l’intelligenza artificiale o la digitalizzazione dei PDTA.
Fondamentale sarà il rafforzamento delle partnership pubblico-private.
A partire da una riflessione condivisa sulla distanza tra Europa e grandi potenze come Stati Uniti e Cina, con Rosario Rizzuto, Docente e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Padova, Presidente del Centro Nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci RNA, è emersa la necessità di superare il semplice 'scatto fotografico' dell’esistente e lavorare su strategie concrete per il futuro. Coniugare il bisogno di salute, lo sviluppo economico e la sostenibilità del sistema sanitario è la sfida da affrontare, soprattutto oggi, in un’epoca in cui la medicina di precisione ha radicalmente trasformato l’approccio terapeutico. La velocità con cui la ricerca può tradursi in soluzioni cliniche, come nel caso del vaccino anti-Covid, dimostra quanto sia fondamentale una filiera solida e reattiva, che parta dalla ricerca di base per arrivare rapidamente a prodotti e servizi concreti. L’Italia mostra eccellenze nel volume e nella qualità della ricerca scientifica, ma soffre un ritardo cronico nel trasferimento tecnologico, nella connessione tra mondo accademico e industria, e nella capacità di trasformare risultati scientifici in impresa.
Due sono le cause principali di questa debolezza: da un lato, un retaggio culturale che ha storicamente privilegiato la pubblicazione scientifica rispetto all’applicazione industriale; dall’altro, una mancanza di dialogo strutturato tra ricercatori, imprese e venture capital. Serve un cambio di paradigma, costruendo percorsi condivisi tra università, industria e investitori, affinché la conoscenza scientifica diventi rapidamente leva di sviluppo, salute e competitività per il Paese.
In conclusione, Gianmario Verona, Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Fondazione Human Technopole Viviamo, ha definito il momento attuale una vera quarta rivoluzione industriale anche nelle scienze della vita, grazie a tecnologie che permettono analisi molecolari prima impensabili e aprono la strada alla medicina personalizzata. Nonostante l’eccellenza scientifica italiana, persiste un divario tra ricerca accademica e trasferimento industriale, anche per una cultura che privilegia la pubblicazione rispetto alla brevettazione.
Serve quindi promuovere una nuova mentalità che valorizzi entrambe. Fondamentale, inoltre, concentrare gli investimenti tecnologici in poli di eccellenza e rendere accessibili i dati sanitari alla ricerca, superando le attuali barriere normative. Solo così sarà possibile trasformare il potenziale scientifico in vero impatto sul sistema salute.
Progetti
- Sviluppare azioni per raggiungere le persone e comprenderne i bisogni.
- Favorire l'accompagnamento imprenditoriale per le idee più innovative.
- Individuare nuovi incentivi per i ricercatori per sostenere l’innovazione scientifica.
Leggi
- Promuovere un nuovo modello di pagamento e payback farmaceutico per reinvestire nel territorio.
- Semplificare la normativa sulla privacy per facilitare la condivisione dei dati medici.
- Introdurre norme per la digitalizzazione delle cure e l’uso sicuro dei dati dei pazienti.
Cultura
- Rafforzare la cultura su startup e venture capital per stimolare l’innovazione.
- Promuovere educazione alla telemedicina e formazione al lavoro.
- Incentivare contaminazione e collaborazione tra stakeholder diversi.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Lundbeck Italia + Mindwork
"ESG e benessere in azienda: quali scenari per il welfare e la salute pubblica?"

Obiettivo del gruppo di lavoro sarà quello di rafforzare la cultura ESG nelle organizzazioni e potenziare l’impegno e gli investimenti su benessere e inclusione. Secondo la ricerca BVA Doxa – Mindwork, nel 2023 una persona su due ha lasciato il lavoro per motivi legati al malessere psicologico. I lavori si focalizzeranno su strategie per la costruzione di partenariati pubblico-privati, capaci di generare un impatto positivo sul benessere organizzativo, sulla produttività e sulla salute pubblica, anche alla luce delle nuove normative e d el contesto internazionale. I lavori si focalizzeranno su strategie per la costruzione di partenariati pubblico -privati, capaci di generare un impatto positivo sul benessere organizzativo, sulla produttività e sulla salute pubblica, anche alla luce delle n uove normative e del contesto internazionale. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori alimentare, bancario, energetico, industria, consulenza.
Raffaella Maderna, People & Comm. Director, Lundbeck Italia
Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork

Raffaella Bossi Fornarini, Prof. Di Transizione Organizzativa, D&I e imprenditorialità, Polimi

Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, Sps Italia

Massimo Fedeli, Direttore metodi e tecnologie, ISTAT

Rita Erica Fioravanzo, Presidente, Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management

Vincenzo Giliberti, Digital Innovation Leader, TP Italia

Andrea Grassi, Direttore Marketing, Daikin Italia

Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus

Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim

Silvia Regondi, Group Chief Operating Officer, NTC Pharma

Selene Santacaterina, Direttrice People & Organization, Amadori

Elisa Zambito Marsala, Responsabile di Education Ecosystem and Global Value Programs, Intesa Sanpaolo


Raffaella Maderna
- Rafforzare la cultura ESG nelle organizzazioni.
- Potenziare gli investimenti in benessere e inclusione.
- Favorire la costruzione di partnership per generare un impatto positivo.
Mario Alessandra
- Serve ripensare e riformulare i programmi di welfare rendendoli parte della cultura organizzativa.
- L’obiettivo è aumentare il benessere, accrescere la produttività e ridurre il turnover.
- Importante attrarre talenti con strategie mirate alla persona.
Raffaella Bossi Fornarini
- Il benessere va misurato e integrato anche nel modo di pensare.
- Stimola motivazione, ingaggio e partecipazione delle persone.
- Promuove la cultura della misurazione dell’impatto.
Eleonora Caronia
- Automazione semplifica processi e libera tempo.
- Inclusione riduce la paura iniziale e aumenta la fiducia.
- Formazione e monitoraggio sono fondamentali.
Massimo Fedeli
- I dati e l’istruzione sono fattori determinanti per il benessere.
- Le competenze sono centrali per l’innovazione.
- Serve leggere le differenze di genere e provenienza.
Rita Erica Fioravanzo
- Il benessere psicologico è un’esigenza reale.
- Servono coaching, formazione e aggiornamento.
- Analisi e consulenze psicologiche devono essere legate a reali necessità.
Vincenzo Giliberti
- Il digitale può favorire il benessere e ridurre lo stress.
- È cruciale ascoltare le persone sul luogo di lavoro.
- Valorizzare l’intelligenza emotiva.
Andrea Grassi
- La sostenibilità richiede impegno costante.
- Collaborazione con università per raccogliere dati.
- Creare consapevolezza tra le persone.
Monica Moz
- Focus sulla salute mentale nel contesto ospedaliero.
- Usare la tecnologia per supportare medici e pazienti.
- Fondamentale la raccolta dati per la gestione efficace.
Christian Poehlking
- Importante usare i dati per guidare il cambiamento.
- Ascoltare i reali bisogni delle persone.
- Serve una nuova leadership basata su ESG.
Selene Santacaterina
- La complessità va considerata nella leadership.
- Rispetto per le diversità culturali.
- Bilancio e sostenibilità devono considerare tutti i fattori.
Silvia Regondi
- Coordinamento e strategie comuni per il benessere.
- Ascolto attivo e dialogo per risposte condivise.
- Formazione mirata su obiettivi specifici.
Elisa Zambito Marsala
- Puntare sui giovani e sulla loro visione.
- Rispondere alla fuga di talenti dall’Italia.
- Creare un ecosistema favorevole alla salute mentale.
Sintesi
La seconda Round Table di giornata di Lundbeck e Mindwork, intitolata ESG e benessere in azienda: quali scenari per il welfare e la salute pubblica? è stata aperta da Raffaella Maderna, People & Communication Director, Lundbeck Italia e Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork. Maderna ha parlato dell’impegno di Lundbeck, soprattutto per la ricerca e lo sviluppo, riconoscendo il valore strategico dell’innovazione per offrire soluzioni terapeutiche concrete. Questo impegno si riflette anche nelle attività di sensibilizzazione contro lo stigma legato ai disturbi mentali, realizzate attraverso partnership pubblico-private. All’interno, l’azienda ha intrapreso un profondo percorso di trasformazione culturale, ponendo il benessere psicologico al centro della propria strategia di business. Questa scelta nasce dalla convinzione che le persone possano esprimere il proprio potenziale solo in un ambiente psicologicamente sicuro, che favorisca la creatività e consenta di apprendere anche dall’errore.
Il modello futuro punta su un ecosistema coerente tra cultura, strategia e benessere, in cui la trasformazione culturale non sia un effetto collaterale ma il punto di partenza per definire le priorità di business. L’obiettivo è consolidare ambienti organizzativi in cui il benessere psicologico non sia accessorio, ma fondamento della performance e della sostenibilità. Ciò implica una leadership attenta, capace di riconoscere il valore dell’errore, di promuovere l’espressione delle idee e di trasformare il concetto stesso di innovazione, rendendolo un'esperienza quotidiana che parte dalle persone e si riflette nei risultati.
Mario Alessandra, invece, si è soffermato sui temi del benessere e del welfare aziendale che stanno diventando sempre più centrali, passando da questione per addetti ai lavori a tematica mainstream, anche a seguito di dinamiche internazionali come il cambio di rotta della politica americana in materia di diversità e inclusione. Con l’insediamento del presidente Trump, negli Stati Uniti è iniziato un processo che ha messo in discussione anni di pratiche DEI (diversity, equity, inclusion), spingendo molte grandi aziende a rivedere formalmente – e in alcuni casi solo superficialmente – il proprio impegno in questo ambito. Questa trasformazione ha avuto effetti anche in Europa e in Italia, dove un numero crescente di aziende sta riformulando il proprio linguaggio e le proprie politiche. I dati raccolti da un osservatorio italiano mostrano che l’81% delle aziende intende mantenere o rafforzare gli investimenti in questi ambiti, ma una su tre cambierà il modo di comunicarli.
La sfida che si impone è quella di andare oltre la forma e dare continuità a una cultura del benessere autentica e radicata. In un contesto in cui una persona su due lascia il lavoro per malessere psicologico e una su cinque per disallineamento valoriale, è evidente che l’innovazione deve essere anche organizzativa, oltre che scientifica. Le aziende devono costruire ambienti di lavoro allineati ai valori delle persone, dove la salute mentale sia considerata una priorità e non solo una tendenza. È il momento di promuovere un’evoluzione reale nei modelli di leadership, nelle politiche HR e nei sistemi valoriali, affinché l’engagement e il benessere siano integrati nella strategia aziendale in modo strutturale e non contingente.
Poi, è intervenuta Raffaella Bossi Fornarini, Prof. Di Transizione Organizzativa, D&I e imprenditorialità, Polimi, che ha riportato l’approccio analitico al tema del benessere e della cultura organizzativa, sviluppato dalla School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con la società Passport. Il punto di partenza è stato quello di trattare il modo di pensare delle persone in azienda come qualcosa di misurabile, attraverso un sistema strutturato di 25 parametri quantitativi, simile a un esame del sangue dell’organizzazione. Questo metodo consente di mappare lo stato attuale, rendendo più comprensibile e condivisibile il percorso verso gli obiettivi futuri. La chiarezza dei dati semplifica decisioni, scelte strategiche e assegnazione delle priorità, riducendo ambiguità e percezioni soggettive.
L’obiettivo è far evolvere la cultura organizzativa verso una maggiore consapevolezza e misurabilità, creando ambienti dove il benessere e l’engagement non siano dichiarazioni di principio ma esiti tangibili di un processo condiviso. La metodologia proposta consente alle persone di 'vedere' e comprendere come si pensa in azienda e come si può cambiare. Questo genera motivazione, senso di appartenenza e coerenza tra aspirazioni individuali e obiettivi aziendali. In un contesto in cui l'engagement è strettamente connesso alla produttività e alla sostenibilità, serve un approccio oggettivo, partecipato e strutturato, capace di unire intelligenza organizzativa e crescita umana.
Sul contesto della trasformazione tecnologica e dell’automazione, ha preso la parola Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, Sps Italia, che ha spiegato come il benessere fisico assuma un ruolo centrale in esso. L'automazione, se ben gestita, consente di alleggerire il carico di lavoro, ridurre i rischi fisici, ottimizzare i tempi e favorire un miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa. Nella realtà di Sps Italia, da piccola impresa a parte di un grande gruppo, l’automazione è diventata uno strumento chiave per sostenere la crescita, con investimenti costanti in ricerca e innovazione. L’inclusione è un altro beneficio evidente: l’adozione di tecnologie e processi digitali ha permesso di superare limiti geografici e fisici, favorendo l’inserimento di persone con caratteristiche ed esigenze diverse.
Affinché l’automazione sia realmente sostenibile, deve essere accompagnata da modelli organizzativi chiari e supportivi. L’aspetto psicologico non va sottovalutato: le persone possono vivere l’automazione con timore, percependola come una minaccia. Senza processi ben definiti, si rischia una ‘gerarchia liquida’, dove la mancanza di ruoli chiari compromette l'efficienza. Il futuro richiede un’integrazione intelligente tra tecnologia e capitale umano: l’automazione deve essere uno strumento di valorizzazione delle persone, non di disorientamento. Il benessere in azienda passa quindi anche dalla progettazione di strutture che accompagnino il cambiamento, rendendolo sostenibile e condiviso.
Come riportato da Massimo Fedeli, Direttore metodi e tecnologie, ISTAT, dai dati raccolti sul benessere equo e sostenibile emerge una correlazione chiara tra istruzione, competenze e benessere individuale. Le persone più istruite risultano più resilienti e con livelli di benessere più alti. Allo stesso modo, le imprese con competenze diffuse sono più competitive e reattive all’innovazione tecnologica. Le analisi evidenziano anche forti divari territoriali - con il Nord in netto vantaggio - e disuguaglianze di genere, con le donne più esposte a precarietà e part-time non volontario.
Per ridurre queste disuguaglianze è fondamentale investire in formazione, valorizzare le competenze e tradurre i dati in politiche concrete. L’evidenza statistica deve diventare la base per azioni mirate che promuovano benessere, equità e competitività a tutti i livelli.
Rita Erica Fioravanzo, Presidente, Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management, istituto che affianca aziende pubbliche e private nella promozione del benessere psicologico, con un approccio scientifico e strutturato. Le aziende spesso trattano la valutazione dello stress lavoro-correlato come un obbligo formale, trascurando l’opportunità di analizzare davvero la condizione psicologica dei dipendenti. L’istituto propone invece strumenti evidence-based e follow-up periodici, soprattutto in occasione di cambiamenti aziendali. L’esperienza diretta con realtà complesse, come il Comune di Milano o grandi imprese tecnologiche, dimostra l’efficacia di questo metodo. Il benessere non è un beneficio accessorio, ma un elemento strategico integrato nella gestione manageriale e organizzativa.
È necessario un cambio di prospettiva: il benessere deve entrare nel cuore delle politiche aziendali, non essere trattato come semplice benefit. Servono processi continuativi di valutazione, formazione e supporto psicologico, capaci di trasformare la cultura organizzativa. Il coaching manageriale, lo sviluppo di soft skill trasversali, il counseling professionale e la restituzione di dati aggregati permettono di costruire partnership solide, in cui il benessere diventa un fattore di performance e sostenibilità. L’approccio deve essere sistemico, etico e misurabile, per accompagnare davvero le persone e le organizzazioni nel tempo.
Poi, Vincenzo Giliberti, Digital Innovation Leader di TP Italia, ha parlato del caso della propria azienda che, fino a pochi anni fa era un call center tradizionale con scarsa digitalizzazione e gravi difficoltà economiche; inoltre, il livello di soddisfazione dei dipendenti era tra i più bassi a livello internazionale: solo il 6% si dichiarava contento del proprio lavoro. La maggior parte dei collaboratori restava per mancanza di alternative occupazionali sul territorio.
Attraverso un percorso di trasformazione digitale profondo e partecipato, TP Italia è diventata un caso di studio in ambito organizzativo. Il processo è partito dall’ascolto dei dipendenti, coinvolti nell’individuazione delle attività da automatizzare. È stato creato un team interno di ingegneri e data analyst, supportato da fondi europei e regionali, per sviluppare soluzioni su misura. La digitalizzazione è stata affiancata da un approccio centrato anche sul benessere emotivo, senza tagli al personale. Al contrario, sono state attivate nuove assunzioni e collaborazioni con università e centri di ricerca. In sei anni, il livello di soddisfazione è salito all’80% e, nel 2024.
Andrea Grassi, Direttore Marketing, Daikin Italia, ha riportato l’esperienza dell’azienda anche in ambito salute dove collabora con università come Bocconi e Bicocca per sensibilizzare sull’impatto della qualità dell’aria, tema ancora marginale nel dibattito pubblico, ma con effetti rilevanti: secondo uno studio recente, la cattiva qualità dell’aria può pesare fino al 2-3% del PIL in termini di costi sociali.
È necessario riattivare il dibattito pubblico sulla qualità dell’aria come leva strategica per il benessere e lo sviluppo sostenibile del Paese. L’impegno deve spostarsi dalla sola innovazione tecnologica alla costruzione di consapevolezza sociale e politica, valorizzando i dati scientifici e creando alleanze tra imprese, accademia e istituzioni. Solo così sarà possibile riconoscere il ruolo della climatizzazione sostenibile non solo per l’ambiente, ma anche per la salute pubblica e la competitività economica.
Poi, Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus, ha sottolineato che l’azienda è tra i principali attori europei nello sviluppo di soluzioni IT per la sanità, dalle cartelle cliniche digitali ai software per radiologia e assistenza territoriale. L’azienda, fortemente radicata nel settore, è attenta non solo al benessere dei pazienti ma anche a quello dei professionisti sanitari, spesso colpiti da burnout, in particolare in contesti ad alta complessità come RSA e ospedali. In questo ambito, Dedalus è coinvolta in Healthy City 4.0, progetto realizzato con Regione Liguria e finanziato da START 4.0, che integra tecnologie avanzate come i Digital Twin per migliorare la sicurezza ospedaliera, ridurre i rischi fisici per gli operatori e monitorare il benessere psicologico.
L’obiettivo è rendere la salute mentale del personale sanitario una priorità sistemica, integrando soluzioni tecnologiche nella quotidianità dei luoghi di cura. L’uso di app, digital twin e sistemi di monitoraggio può non solo migliorare le condizioni di lavoro, ma anche anticipare i segnali di disagio. Dedalus punta a un modello di sanità in cui il benessere del personale sia trattato come leva strategica, al pari dell’efficienza clinica, per garantire una presa in carico più umana, sicura e sostenibile dei pazienti.
Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim, ha, invece, messo in luce l’avanzata degli indicatori ESG, che stanno diventando sempre più rilevanti nelle scelte di investimento, collaborazione e posizionamento competitivo. Tuttavia, non basta raccogliere i dati: il vero nodo è come usarli concretamente nella gestione aziendale. Devono entrare nei processi decisionali e orientare le priorità strategiche. Allo stesso modo, il welfare aziendale, spesso percepito come costo, deve essere considerato un investimento a tutti gli effetti. Un’azienda che investe nel benessere è più attrattiva, competitiva e resiliente. Boehringer Ingelheim adotta un approccio misurabile e dinamico: monitora l’uso e l’impatto dei propri programmi attraverso survey globali e confronti interni. L’ascolto attivo è centrale, e proprio da queste analisi è nato un programma di coaching esteso a tutti i team leader, con l’obiettivo di rafforzare la leadership empatica e il clima interno.
Il passo avanti necessario è istituzionalizzare il benessere e gli indicatori ESG come parte integrante della strategia aziendale. Serve superare l’approccio formale, fare dell’ascolto e della misurazione strumenti continui e agiti. Il futuro è in una cultura organizzativa dove i manager siano formati ad essere veri facilitatori del benessere e i dati, anche non finanziari, siano letti con lo stesso rigore strategico. Solo così sarà possibile attrarre talenti, ridurre il turnover e costruire organizzazioni realmente sostenibili nel tempo.
Silvia Regondi, Group Chief Operating Officer, NTC Pharma, ha spiegato che il benessere relazionale è oggi messo alla prova da modalità di lavoro ibride e da team sempre più eterogenei per età, linguaggi e valori. In NTC sono stati attivati workshop inclusivi su diversity e linguaggio, con il coinvolgimento trasversale di tutta l’azienda. L’ascolto attivo, il coaching e il counseling, già sperimentati con successo durante il periodo Covid, sono diventati strumenti strutturati nella cultura aziendale.
Il futuro richiede che il benessere entri nei processi organizzativi in modo sistemico, integrandosi nei sistemi di performance, nella formazione e nei criteri di selezione di partner e collaboratori. Il bilancio di sostenibilità, ormai prossimo anche per le PMI, sarà un ulteriore motore di cambiamento culturale, spingendo verso linguaggi e obiettivi condivisi. Servono leadership coerenti, spazi di confronto inclusivi e strumenti concreti per trasformare la cultura del benessere in un asset competitivo e duraturo.
Per Selene Santacaterina, Direttrice People & Organization, Amadori, in un contesto così eterogeneo, parlare di sicurezza psicologica in modo uniforme sarebbe illusorio: strumenti come il supporto psicologico sono fondamentali, ma la loro efficacia non è scontata. Per rispondere in modo più mirato, l’azienda ha introdotto percorsi di psicoeducazione e sostenibilità della leadership, per evitare incoerenze tra le politiche dichiarate e la pratica quotidiana. L’ascolto avviene tramite gruppi periodici più agili delle survey annuali, costruiti in base a territori e professionalità. Una sfida ulteriore è rappresentata dalla convivenza intergenerazionale: under 30 e over 50 sono presenti in egual misura, ma i giovani ricoprono solo il 10% delle posizioni di leadership.
L’obiettivo è passare da una sostenibilità operativa a una sostenibilità più integrata e sociale, abilitando non solo le persone ma l’ambiente organizzativo nel suo insieme. La leadership diffusa e sostenibile diventa leva per l’equità e l’accessibilità, mentre la gestione della diversità richiede strumenti flessibili e adattivi. La vera trasformazione sta nel creare condizioni strutturali in cui tutte le generazioni e culture possano contribuire, svilupparsi e sentirsi parte di un disegno comune. Un approccio olistico alla sostenibilità - già al centro dei bilanci Amadori da anni - ora si evolve per includere con maggiore forza la dimensione sociale e governance.Inizio moduloFine modulo
Elisa Zambito Marsala, Responsabile di Education Ecosystem and Global Value Programs, Intesa Sanpaolo, ha fatto un quadro del contesto demografico italiano: tra i tassi di natalità più bassi al mondo, invecchiamento crescente, e un’elevata disoccupazione giovanile (18%), si aggiunge il dato allarmante di oltre 100.000 giovani emigrati solo nel biennio 2022-2023. Il sistema formativo italiano resta di alto livello, ma sconta un mismatch strutturale tra offerta formativa e mercato del lavoro, con quasi 2,5 milioni di posizioni difficili da coprire nel 2023.
Per affrontare queste sfide, è necessario costruire ecosistemi formativi integrati, in cui banche, imprese, università e istituzioni collaborino per formare una nuova leadership italiana, pronta ad affrontare i grandi cambiamenti globali. Intesa Sanpaolo continua a lavorare a fianco degli atenei per colmare il divario tra formazione e occupazione, favorire il rientro dei talenti e garantire al Paese un futuro sostenibile. Puntare sui giovani non è solo un’opportunità, ma una necessità strategica per la crescita del sistema Italia.
PROGETTI
- Finanziare percorsi personalizzati per rispondere ai bisogni reali dei dipendenti.
- Collegare le aziende con università e istituzioni per rafforzare la cultura ESG.
- Sviluppare app e soluzioni digitali per supportare il benessere psicologico.
LEGGI
- Promuovere il benessere psicologico come tema di interesse pubblico.
- Aiutare e favorire l’intervento legislativo in ambito salute e welfare.
- Valorizzare il lavoro attraverso advocacy per lavorare al meglio
CULTURA
- Sensibilizzare le persone sul tema del benessere e salute mentale.
- Promuovere campagne e progetti di trasformazione culturale nelle aziende.
- Democratizzare l’accesso al benessere tramite la collaborazione tra stakeholder.
- Incentivare la cultura del superamento dei pregiudizi, della leadership consapevole e della divulgazione sui temi rilevanti.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
DXC Technology
"Educazione, Tecnologia ed Innovazione: nuove platform per crescita e sviluppo sostenibile"

Obiettivo del gruppo di lavoro sarà quello di lavorare per la creazione e la diffusione di una piattaforma per l’innovazione che funzioni come ecosistema fisico e digitale nel quale coniugare educazione, innovazione tecnologica e pensiero creativo. I lavori si sono concentrati sulle strategie IT e su come anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generi valore e un impatto concreto nel mondo dell’IT, e in generale nelle aziende.
Eugenio Maria Bonomi, Managing Director Benelux, France and Italy, DXC Technology

Eleonora Caronia, Sps Italia

Lavinia Liberali, Datlas

Sara Mazzocchi, CEO, Storyfactory

Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus

Andrea Orlandini, Ricercatore, CNR, Coordinatore board scientifico, Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale

Eugenio Maria Bonomi
- Promuovere la creazione e diffusione di una piattaforma per l'innovazione che integri ecosistema fisico e digitale.
- Coniugare educazione, innovazione tecnologica e pensiero creativo per favorire la crescita sostenibile.
- Accelerare iniziative che favoriscano un ambiente collaborativo tra formazione, tecnologia e creatività.
Eleonora Caronia
- Favorire la sinergia tra aziende, mondo della ricerca e formazione per sviluppare competenze.
- Mettere in contatto il business con la ricerca per stimolare innovazione.
- Promuovere l'automazione dei processi complessi.
Sara Mazzocchi
- Raccontare l'Italia del futuro attraverso una leadership narrativa credibile.
- Indagare il "perché" e il "come" si innova all'interno delle aziende.
- Coinvolgere tutti gli stakeholder in una visione condivisa dell'innovazione.
Lavinia Liberali
- Creare una piattaforma dedicata per gestire l’evoluzione rapida dell’Intelligenza Artificiale.
- Adattare la formazione specifica dentro e fuori l'azienda ai diversi livelli di maturità tecnologica.
- Sperimentare e testare nuove soluzioni per rispondere alle esigenze aziendali.
Monica Moz
- Senza dati non c'è Intelligenza Artificiale: servono standard per estrarli e utilizzarli.
- Garantire la privacy, preservando i dati ma rendendoli disponibili.
- Digitalizzare i percorsi sanitari, snellire la burocrazia e promuovere un cambio culturale.
Andrea Orlandini
- Dare continuità alle strategie già avviate connettendo pubblico e privato.
- Educare all’uso consapevole delle tecnologie, coinvolgendo giovani, lavoratori e formatori.
- Fare sistema per lo sviluppo di nuovi processi, mettendo al centro l’ecosistema sociale.
Sintesi
A dare il via alla Round Table di DXC Technology, Educazione, Tecnologia ed Innovazione: nuove platform per crescita e sviluppo sostenibile, è stato Eugenio Maria Bonomi, Managing Director Benelux, France and Italy dell’azienda. La tecnologia è oggi al centro di ogni trasformazione, ma non può essere disgiunta dal capitale umano, che resta il vero motore dell’innovazione. L’esperienza di DXC evidenzia come, in un contesto sempre più interconnesso, l’education e l’innovazione vadano affrontate come leve strategiche non solo per le aziende, ma per il futuro dei sistemi-paese. Tuttavia, il panorama resta complesso e frammentato: serve una visione capace di coniugare piattaforme tecnologiche, capitale umano e nuove competenze. DXC ha recentemente lanciato una business unit dedicata all’education, riconoscendo che la vera sfida non è solo formare professionisti competenti, ma cittadini consapevoli.
L’obiettivo è creare un sistema in cui la tecnologia abiliti ecosistemi - connessioni tra domanda e offerta - capaci di scalare valore e conoscenza. Serve un modello educativo che unisca formazione di base solida (knowledge foundation) a competenze dinamiche e applicabili nel tempo. L’Europa, in questa visione, deve agire come un unico soggetto competitivo globale, promuovendo l’apprendimento continuo (lifelong learning) e una leadership formativa che sappia integrare velocemente le innovazioni, prima ancora che arrivino le norme. In questo scenario, l’education deve smettere di essere solo una sfida e diventare il grande obiettivo comune: creare cittadini in grado di costruire un futuro sostenibile, equo e prospero.
Poi, Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, Sps Italia, ha spiegato che SPS Italia è attivamente impegnata in progetti di ricerca e innovazione finanziati a livello regionale, in collaborazione con università e istituzioni. Un esempio concreto è il progetto avviato nel 2017 con la Regione Puglia, in cui l’analisi predittiva tramite intelligenza artificiale e droni è stata utilizzata per monitorare lo stato di salute delle piantagioni di ulivo colpite da Xylella. Il successo dell’iniziativa ha permesso di scalare la soluzione ad altre colture, integrando tecnologie di raccolta e analisi dati, machine learning e sistemi GIS. Tuttavia, nonostante l’AI sia vista come una risorsa strategica, molte imprese non dispongono delle competenze necessarie per implementarla efficacemente.
È fondamentale rafforzare il ponte tra università e imprese, affinché la ricerca non resti chiusa nei laboratori ma trovi applicazione concreta nel mercato. L’intelligenza artificiale può diventare un vero acceleratore di crescita, ma serve formazione mirata e coinvolgimento di professionisti competenti per supportare le aziende, soprattutto le PMI. L’integrazione di modelli AI nei sistemi informativi aziendali deve essere accompagnata da una strategia di upskilling e collaborazione multidisciplinare. Solo così sarà possibile trasformare l’innovazione in valore reale e diffuso.
A seguire, Lavinia Liberali, Chief Digital Officer, Datlas, ha parlato del fatto che l’azienda è specializzata in soluzioni ibride Human-Digital per l’ottimizzazione dei processi aziendali, e opera nel cuore della trasformazione digitale, in particolare nei settori ad alto impatto dell’intelligenza artificiale applicata ai processi. Tradizionalmente identificata come BPO, oggi si configura sempre più come un attore nel campo della digital transformation e della process intelligence. L’azienda lavora integrandosi nei processi dei clienti in funzione del loro livello di maturità digitale, spaziando da soluzioni più 'human' fino a sistemi completamente automatizzati. Tuttavia, affronta una forte carenza di competenze sul mercato: pur avendo budget disponibili e posizioni aperte, fatica a trovare figure formate nel campo dell’AI e dell’automazione.
Per colmare il gap, Datlas ha attivato un’Academy interna per formare nuovi talenti, con l’obiettivo di costruire competenze specifiche in-house. In parallelo, sta lavorando su un piano di upskilling interno che coinvolge tutte le funzioni aziendali, promuovendo un uso consapevole dell’intelligenza artificiale. L’azienda si posiziona come acceleratore interno di innovazione, sviluppando soluzioni AI che vengono prima testate e validate internamente, per poi essere proposte sul mercato. L'obiettivo a lungo termine è creare un ecosistema dove il capitale umano e la tecnologia si evolvono insieme, puntando su formazione continua, sostenibilità operativa e valorizzazione delle competenze esistenti.
Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus, ha affrontato il tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, frenato dalla scarsa strutturazione e standardizzazione dei dati clinici. Le cartelle elettroniche non sono interoperabili in modo semantico, il che rende difficile estrarre informazioni utili. Il Fascicolo Sanitario Elettronico è ancora centrato su documenti, non su dati utilizzabili dinamicamente. Inoltre, la normativa sulla privacy viene spesso interpretata in modo restrittivo, ostacolando l’uso funzionale e sicuro del dato.
È necessario sviluppare sistemi intelligenti che supportino concretamente i medici, alleggerendoli da attività burocratiche e automatizzando operazioni come il richiamo dei pazienti o la gestione degli appuntamenti. Le linee guida cliniche dovrebbero essere integrate nei software, trasformandosi in strumenti decisionali dinamici. Infine, è cruciale investire nella formazione digitale del personale sanitario per facilitare l’adozione consapevole delle nuove tecnologie e rendere l’innovazione realmente operativa.
Per Sara Mazzocchi, CEO, Storyfactory, le aziende stanno affrontando un momento in cui l’innovazione - specialmente quella legata all’intelligenza artificiale - è osservata da stakeholder, clienti e talenti non solo in termini tecnologici, ma soprattutto come indicatore reputazionale. Tuttavia, manca spesso una narrazione chiara e distintiva sul perché si innova e su come lo si fa. Le comunicazioni aziendali risultano spesso generiche, difficilmente distinguibili tra loro e disancorate da uno scopo riconoscibile. Questo limita la capacità delle imprese italiane di posizionarsi credibilmente a livello nazionale e internazionale.
Per rafforzare la propria identità innovativa, le aziende devono saper raccontare il senso strategico delle proprie scelte, rendendo evidente lo scopo che guida l’innovazione. È fondamentale che siano i CEO stessi a farsi promotori di questa narrazione, in modo credibile e diretto, soprattutto attraverso i canali digitali come LinkedIn, oggi percepiti come autorevoli e vicini alle persone. Inoltre, coinvolgere attivamente gli stakeholder interni ed esterni nel racconto dell’innovazione consente di costruire una narrazione condivisa e distintiva, capace di rafforzare la reputazione aziendale e contribuire al cambiamento del Paese. La cultura del racconto, guidata dal purpose e alimentata dalla leadership narrativa, diventa quindi un fattore strategico di posizionamento e coesione.
Infine, è intervenuto Andrea Orlandini, Ricercatore CNR e Coordinatore del board scientifico dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, il quale ha affermato che in Italia esistono già iniziative per promuovere il dialogo tra ricerca, impresa e istituzioni, come i centri di competenza e gli innovation hub europei. Tuttavia, queste strutture spesso non riescono a generare un impatto concreto e sistemico. Il mondo della ricerca è motivato ma limitato da risorse inadeguate e da una carenza di infrastrutture capaci di supportare il trasferimento tecnologico. Manca un’effettiva catena del valore che accompagni un’idea dalla teoria alla sua applicazione concreta, passando per i necessari livelli di maturità tecnologica (TRL). In parallelo, il livello di alfabetizzazione dell’intelligenza artificiale resta basso, con docenti e cittadini spesso impreparati a gestire strumenti digitali e le implicazioni legate alla privacy e all’uso dei dati.
Serve una strategia chiara e stabile che permetta di creare processi scalabili di trasferimento tecnologico, valorizzando la ricerca applicata e le sue potenzialità concrete, soprattutto nei settori chiave come sanità ed educazione. È cruciale formare formatori qualificati e diffondere competenze sull’intelligenza artificiale già nei percorsi scolastici, per preparare le nuove generazioni a un uso consapevole e responsabile delle tecnologie. L’intero ecosistema dell’innovazione deve essere guidato da una visione sociale, dove il valore umano sia al centro dei processi. Solo così l’IA potrà contribuire a migliorare realmente la qualità della vita e a ridurre le disuguaglianze, evitando derive tecnocratiche o disumanizzanti.
PROGETTI
- Promuovere l’engagement del malato per definire nuovi protocolli attraverso la condivisione dei dati con il SSN.
- Favorire la ricerca di base e multidisciplinare incentivando la collaborazione tra diverse professionalità.
- Coinvolgere i CEO nella condivisione dello scopo aziendale per guidare la trasformazione.
LEGGI
- Considerare la normativa come un’opportunità e base per sviluppare nuove regole, semplificando la burocrazia.
- Trasferire e adattare l’AI Act in Italia, comprendendo come utilizzarlo al meglio.
- Interpretare le leggi non come vincoli, ma come strumenti per favorire l’innovazione e ridurre gli ostacoli burocratici.
CULTURA
- Sviluppare il senso civico nei giovani attraverso la formazione tecnologica.
- Incentivare l’engagement raccontando la trasformazione digitale con il contributo di vari stakeholder.
- Promuovere una cultura dell'innovazione che integri tecnologia e partecipazione sociale.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Bayer Italia
"A misura di paziente: scenari e organizzazione delle cure per le malattie croniche"

Obiettivo del Team di lavoro sarà quello di lavorare per l’ottimizzazione dei processi di politiche, gestione e presa in carico delle persone con malattie croniche, con impatti positivi sul Servizio Sanitario Nazionale. In particolare, i lavori si concentreranno sulle strategie relative alla corretta classificazione e scelta del canale di distribuzione dei farmaci più appropriati e sull’approccio di territorializzazione delle cure per le patologie croniche. La territorializzazione delle cure per le patologie croniche consente il raggiungimento dei seguenti vantaggi:
✓ Accessibilità: Le cure possono essere più facilmente accessibili per le persone che vivono in aree remote o rurali, riducendo il bisogno di viaggi lunghi per ricevere i trattamenti
✓ Riduzione dei costi: La delocalizzazione può portare a una riduzione dei costi sia per i pazienti che per il sistema sanitario, poiché i trattamenti possono essere forniti in strutture più vicine e meno costose
✓ Personalizzazione delle cure: Le strutture locali possono adattare i servizi alle esigenze specifiche della popolazione, offrendo trattamenti più mirati e pertinenti.
✓ Miglioramento della continuità delle cure: La delocalizzazione facilita un approccio integrato e continuo alle cure, consentendo una migliore comunicazione tra i fornitori di servizi e i pazienti
Arianna Gregis, Country Head Pharmaceuticals, Bayer Italia

Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro Cda, Aifa

Giacomo Caudo, Presidente Nazionale, Federazione italiana medici di medicina generale

Ottavio Di Cillo, Presidente, AiSDeT

Andrea Mandelli, Presidente, Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani

Giovanni Migliore, Presidente, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere

Alfredo Procaccini, Vice Presidente Vicario, Federfarma Nazionale

Alessandro Rossi, Presidente, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie

Chiara Sgarbossa, Direttrice degli Osservatori Sanità Digitale e Life Science Innovation, Politecnico di Milano

Arianna Gregis
- Ottimizzare i processi di gestione e presa in carico dei pazienti con malattie croniche.
- Migliorare la classificazione e la scelta dei canali di distribuzione dei farmaci.
- Promuovere la territorializzazione delle cure per un impatto positivo sul SSN.
Andrea Mandelli
- Valorizzare il ruolo del farmacista nella presa in carico dei pazienti cronici.
- Favorire prossimità e sinergie tra i professionisti sanitari.
- Semplificare la burocrazia e puntare sulla prevenzione.
Giacomo Caudo
- Integrare medici di medicina generale e specialisti.
- Rafforzare il rapporto di fiducia con i pazienti cronici.
- Coordinamento e accessibilità tramite team multidisciplinari.
Ottavio Di Cillo
- Innovare l’organizzazione per affrontare problemi strutturali nelle cronicità.
- Utilizzare la telemedicina come supporto concreto.
- Applicare modelli di medicina di iniziativa e personalizzata.
Giovanni Migliore
- Assicurare equità nell’accesso alle cure.
- Investire nella ricerca per migliorare il sistema.
- Sviluppare formazione continua e ambienti di cura adeguati.
Alfredo Procaccini
- Le farmacie come punto di contatto e orientamento per i pazienti.
- Nuovi modelli organizzativi e digitalizzazione dei processi.
- Vicinanza al paziente come chiave per la continuità della cura.
Alessandro Rossi
- Rafforzare la relazione medico-paziente.
- Responsabilizzare il paziente nel proprio percorso terapeutico.
- Creare una governance chiara e orientata al risultato.
Chiara Sgarbossa
- Sfruttare le opportunità del digitale in sanità.
- Integrare la telemedicina per garantire continuità assistenziale.
- Formare i professionisti e adottare piattaforme certificate.
Sintesi
Nella Round Table di Bayer Italia, "A misura di paziente: scenari e organizzazione delle cure per le malattie croniche", si è parlato di ricerca e innovazione, in particolare, in riferimento alla salute, un tema spesso affrontato in termini astratti o teorici, ma che nella realtà quotidiana incide profondamente sulla vita delle persone. Per Arianna Gregis, Country Head Pharmaceuticals di Bayer Italia, l’innovazione sanitaria, per essere realmente efficace, deve uscire dalla carta ed entrare concretamente nella vita dei pazienti. Tuttavia, il sistema attuale non sempre riesce a dare voce alle esigenze di chi vive quotidianamente la malattia e affronta un percorso diagnostico-terapeutico lungo e complesso.
È opportuno un approccio collaborativo e integrato per rispondere in modo efficace alle sfide della salute. L’obiettivo è costruire un sistema che metta il paziente al centro, rendendolo protagonista attivo del proprio percorso di cura. Attraverso l’unione delle forze - imprese, istituzioni, cittadini - sarà possibile sviluppare soluzioni che migliorino realmente la qualità della vita. L’innovazione, infatti, deve essere concreta, accessibile e guidata dalla visione di una salute sempre più umana, partecipata e condivisa.
Giacomo Caudo, Presidente Nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale, si è invece concentrato sul tema della medicina generale, che rappresenta una componente imprescindibile del sistema sanitario italiano, sia per la capillarità della sua presenza sul territorio, sia per la natura del rapporto instaurato con i pazienti. A differenza di molte altre figure sanitarie, il medico di famiglia è scelto direttamente dalla persona, instaurando un legame fiduciario e continuativo, che spesso prosegue per anni. Questo rapporto prolungato consente una conoscenza approfondita non solo del paziente, ma anche del suo contesto familiare e sociale, risultando cruciale nella gestione delle patologie croniche, soprattutto tra gli anziani e le persone fragili.
Per affrontare in modo efficace le sfide legate alle malattie croniche, occorre valorizzare il ruolo del medico di medicina generale come figura di riferimento stabile, capace di garantire continuità, prossimità e comprensione profonda del paziente. La gestione delle cure, soprattutto nei casi più complessi, richiede strumenti e competenze tecniche, così come una relazione umana solida e duratura, che permette di accompagnare il paziente nel tempo e interpretare correttamente indicazioni terapeutiche che spesso, da sole, non bastano. In questo quadro, il medico di famiglia emerge come una figura centrale e insostituibile.
Ottavio Di Cillo, Presidente, AiSDeT, ha trattato il tema della frammentazione territoriale del sistema sanitario italiano, che limita l’universalità, l’equità e la solidarietà, principi fondanti della sanità pubblica. La mancata efficacia di strumenti come i LEA, il Nuovo Sistema di Garanzia e gli indicatori RAP, unita alla scarsa applicazione di tecnologie sanitarie digitali e telemedicina, mette in crisi la capacità di garantire assistenza efficace. Le Case della Comunità rappresentano un’opportunità importante, ma mancano risorse economiche e umane e i progetti attivati risultano disomogenei e spesso duplicati.
È necessario un cambio di rotta, con un approccio sistemico che superi la frammentazione tra regioni e favorisca l’unicità dei progetti. Serve un’integrazione strutturale tra risorse europee, missioni nazionali e tecnologie digitali avanzate. L’uso dell’intelligenza artificiale, telemedicina, realtà virtuale e altre tecnologie deve diventare parte di un ecosistema unico, orientato all’appropriatezza delle cure e alla gestione efficiente delle risorse. Una visione uniforme e flessibile del sistema sanitario digitale è l’unica strada per renderlo sostenibile.
Nel complesso, il sistema sanitario italiano si trova oggi a gestire una crescente complessità, legata all’invecchiamento della popolazione, all’aumento dei pazienti cronici e alla carenza di professionisti sanitari. E, in questo contesto, secondo Andrea Mandelli, Presidente, Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, la figura del farmacista assume un ruolo centrale, non solo per la prossimità e l’accessibilità, ma anche per la capacità di contribuire all’aderenza terapeutica e alla prevenzione. Tuttavia, il sistema è ancora appesantito da eccessiva burocrazia e da una difficoltà a valorizzare pienamente tutte le professioni sanitarie.
Per questo, per affrontare le sfide della sanità del terzo millennio, è necessario costruire un modello di prossimità integrato, in cui medici e farmacisti lavorino in sinergia per la presa in carico del paziente, soprattutto quello cronico. La farmacia dei servizi, la telemedicina e le vaccinazioni rappresentano strumenti già attivi ma da potenziare ulteriormente. È urgente, inoltre, semplificare il quadro normativo e amministrativo, così da liberare tempo e risorse dei professionisti per ciò che sanno fare meglio: prendersi cura delle persone.
A seguire, Giovanni Migliore, Presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, ha affermato che il Servizio Sanitario Nazionale ha smarrito, nel tempo, la sua vocazione originaria, puntando sempre più sull’assistenza specialistica a scapito delle cure primarie. Questo ha indebolito la struttura pubblica e messo in crisi il principio costituzionale che garantisce a ogni cittadino il diritto alla salute. Il sistema, dunque, oggi è chiamato a rinnovarsi, ma spesso lo fa attraverso strumenti rigidi, poco aderenti alla realtà quotidiana e incapaci di valorizzare appieno il ruolo delle figure sanitarie di prossimità.
È necessaria una visione coraggiosa, che recuperi il senso originario del servizio pubblico come presidio di equità e continuità e occorre valorizzare la medicina di base, il lavoro quotidiano dei medici di assistenza primaria e la rete capillare di presidi territoriali, come le farmacie. È, inoltre, auspicabile investire nella formazione e sfruttare l’intelligenza - intesa come capacità di comprendere e risolvere problemi - per affrontare le sfide attuali con soluzioni nuove, flessibili e condivise. Così sarà possibile costruire un sistema sanitario realmente moderno e vicino alle persone.
L’Italia è uno dei Paesi con l’età media più alta al mondo, un dato che rende la prevenzione e la gestione della cronicità temi centrali per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale. In questo contesto, per Alfredo Procaccini, Vice Presidente Vicario di Federfarma Nazionale, la farmacia si conferma una presenza stabile, vicina al cittadino, capace di accompagnarlo lungo l’intero arco della vita. Tuttavia, nonostante il riconoscimento formale di questo ruolo, le risorse messe a disposizione sono ancora limitate, e spesso si pretende un contributo crescente da parte delle farmacie senza il necessario supporto economico e infrastrutturale.
Occorre rafforzare il ruolo delle farmacie come presidi territoriali centrali nella gestione della salute pubblica. Questo significa investire in risorse e formazione, ma anche in infrastrutture digitali, soprattutto nelle aree interne e meno collegate, dove la farmacia può diventare un punto d’accesso privilegiato a servizi innovativi come la telemedicina e il monitoraggio remoto. La vera innovazione consiste nel creare un sistema integrato, dove farmacisti, medici e infermieri collaborano per mettere il cittadino realmente al centro del percorso di cura.
Ancora sui problemi del sistema sanitario italiano è intervenuto Alessandro Rossi, Presidente, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. Il sistema sanitario italiano si trova oggi in una condizione di insostenibilità strutturale, aggravata dalla crisi demografica che combina invecchiamento, denatalità e migrazione giovanile. Il DM 77 ha cercato di dare una risposta emergenziale nel post-pandemia, puntando sul territorio, ma si è concentrato quasi esclusivamente sulle strutture fisiche (le Case di Comunità), trascurando risorse umane, tecnologie, standard professionali e strumenti di prevenzione e cura realmente attuabili.
Per un sistema sanitario sostenibile e centrato sul paziente, serve una medicina di prossimità intelligente, un ecosistema collaborativo tra tutti gli attori del territorio e un grande investimento nella prevenzione. Occorre dotare la telemedicina di standard, formazione, responsabilità e infrastrutture. La rete dei servizi deve includere medicina generale, farmacie, carabinieri e terzo settore. La valutazione delle performance deve essere rinnovata con criteri oggettivi. Infine, va rilanciata una formazione coerente con le nuove competenze e una riflessione avanzata sull’uso appropriato dell’intelligenza artificiale nella medicina territoriale.
Chiara Sgarbossa, Direttrice degli Osservatori Sanità Digitale e Life Science Innovation, Politecnico di Milano, ha espresso soddisfazione per l’adozione della sanità digitale in Italia che sta lentamente progredendo, ma, allo stesso tempo, permangono significative criticità. In particolare, la telemedicina - pur sostenuta da ingenti investimenti del PNRR - è ancora in fase di concreta attuazione, con professionisti sanitari e pazienti che spesso si affidano a piattaforme non dedicate, con rischi per la sicurezza dei dati e per la qualità della comunicazione. A ciò si aggiungono ostacoli organizzativi e culturali, come la resistenza all’adozione di nuove tecnologie o la mancanza di competenze digitali diffuse tra operatori e cittadini.
Per rendere effettiva la trasformazione digitale del sistema sanitario, è necessario un approccio sistemico che integri piattaforme certificate, formazione specifica per tutti gli attori coinvolti, inclusi i pazienti, e un ripensamento dei processi organizzativi. Le farmacie, già oggi attive nella telemedicina, possono diventare punti di accesso strategici. È inoltre fondamentale sviluppare una cultura digitale a livello aziendale, superando la visione del digitale come costo, e puntare su tecnologie emergenti come intelligenza artificiale e terapie digitali, da normare e integrare nel sistema.
PROGETTI
- Control Room attiva 24/7 che segua tutta la regione.
- Osservatorio SIMG su ruoli, cure territoriali.
- Osservatorio su AI e Sanità.
- Piattaforma di innovazione.
- Supporto ai progetti con dati raccolti.
LEGGI
- Snellire la normativa su telemedicina e teleconsulto.
- Rivedere i DM77 per integrarli.
- Avviare convenzione tra Federfarma e SIMG.
- Affrontare il problema della privacy dei dati dei pazienti.
- Applicazione concreta delle convenzioni.
CULTURA
- Formazione specifica e continua.
- Formazione su sanità digitale.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Federterziario
"Formazione, talent attraction e retention: nuovi scenari del lavoro"

Obiettivo del team di lavoro sarà quello di lavorare per il superamento del problema della carenza di lavoratori nei settori cruciali per la nostra economia, sia tradizionali che non. I lavori si concentreranno sulle strategie per attrarre ed inserire talenti nel mondo del lavoro, tramite programmi formativi adeguati ed ambienti di lavoro che valorizzino la crescita professionale e l’inclusione.
Nicola Patrizi, Presidente, Federterziario

Giuseppe Tripoli, Segretario Generale, Unioncamere

Giuseppe Conte, Direttore centrale Risorse Umane, INPS

Egidio Sangue, Vice Presidente, FondItalia

Francesco Verbaro, Presidente, Forma.Temp

Massimo Agostini, Founder & CEO, Caibot

Tony Marfia, CEO, TED Formazione

Alessandro Franco, Segretario Generale, Federterziario

Nicola Patrizi
- Lavorare per superare la carenza di lavoratori nei settori cruciali dell’economia.
- Attuare strategie per attrarre e inserire talenti nel mondo del lavoro.
- Sviluppare piani formativi e valorizzare i talenti.
Giuseppe Tripoli
- Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro crea forti perdite per il Paese.
- Mancanza di competenze e cambiamento aspirazionale nei giovani.
- Rischio fuga di lavoratori e giovani imprenditori all’estero.
Giuseppe Conte
- È necessario cambiare il modo di lavorare e adeguarsi al digitale.
- Formazione specifica per colmare i deficit di competenze.
- Creare percorsi che garantiscano prospettive e benessere sul lavoro.
Egidio Sangue
- La formazione deve essere adeguata al contesto e alle esigenze dei territori.
- Servono fondi per la formazione personalizzata e per i disoccupati.
- Collaborare con aziende per colmare i vuoti di competenze.
Francesco Verbaro
- Formazione specifica per dipendenti e fondamentale per le aziende.
- La scarsità di disponibilità va affrontata con percorsi mirati.
- Necessario potenziare le competenze hard e soft.
Massimo Agostini
- Si perdono talenti perché non facciamo sognare.
- Le tecnologie devono essere al servizio della persona.
- Investire su robotica e collaborazione uomo-macchina.
Tony Marfia
- Rafforzare il ruolo della scuola e della formazione tecnica.
- Servono percorsi attrattivi legati a territori e vocazioni (es. turismo, sport).
- Progetti innovativi con imprese, ITS e attività scolastiche.
Sintesi
Il mercato del lavoro sta attraversando una fase di profonda difficoltà e, nonostante vi siano dati ancora rilevanti sulla disoccupazione, molte imprese, anche di piccole dimensioni, non riescono a reperire figure professionali con le competenze richieste. Da qui ha preso le mosse l’intervento di Nicola Patrizi, Presidente, Federterziario. Questa dinamica sta generando cambiamenti strutturali nel mondo del lavoro, con nuove professioni che faticano a essere codificate, mentre quelle esistenti rischiano di essere rapidamente superate. L’innovazione non è più un processo con cadenze annuali o decennali: oggi parliamo di sviluppi settimanali. In questo contesto, le piccole imprese si trovano spesso impreparate ad affrontare la trasformazione in atto.
La sfida delle competenze deve essere affrontata collettivamente, con il contributo delle istituzioni, dei fondi interprofessionali, degli enti di formazione e degli imprenditori. È necessario costruire percorsi capaci di accompagnare la transizione tecnologica, rendendo le imprese - anche quelle più piccole - in grado di adattarsi e di cogliere le opportunità dell’innovazione. Il confronto tra esperienze diverse, dai settori labour intensive come il turismo fino all’alta tecnologia applicata alla robotica, può offrire spunti concreti. L’obiettivo, dunque, è quello di tracciare traiettorie comuni e individuare proposte politiche in grado di rispondere in modo efficace e tempestivo al cambiamento in atto.
Tra i fenomeni relativi alle difficoltà nel mondo del lavoro, vi è il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che oggi è sempre più ampio e complesso e non riguarda solo le imprese che non trovano personale qualificato, ma anche i lavoratori che non riconoscono nelle imprese un’offerta coerente con le proprie aspettative. Secondo Giuseppe Tripoli, Segretario Generale, Unioncamere, l’avanzamento delle tecnologie, la transizione green e il crescente peso delle soft skills hanno reso più difficile l’incontro tra competenze richieste e disponibili. In Italia, dal 2019, la difficoltà di reperimento è passata da un caso su quattro a uno su due. Parallelamente, si registra una crescente emigrazione di giovani qualificati e un calo delle nuove iniziative imprenditoriali, specie tra i più giovani.
Contrastare il mismatch richiede interventi integrati: rafforzare la formazione tecnica e trasversale, rendere le imprese più attrattive, e valorizzare percorsi professionali che rispondano alle nuove aspettative dei lavoratori. È essenziale incentivare l’imprenditorialità giovanile e trattenere le competenze sul territorio, anche attraverso migliori condizioni contrattuali, organizzative e retributive. Solo così sarà possibile ridurre la dispersione del capitale umano e rispondere in modo sostenibile alle esigenze del mercato.
Inoltre, come messo in luce da Giuseppe Conte, Direttore centrale Risorse Umane, INPS, nonostante le trasformazioni digitali e tecnologiche, il mercato del lavoro fatica ancora ad adottare nuovi modelli organizzativi. Permane, infatti, un forte deficit di competenze, soprattutto tra le persone già presenti nel mondo del lavoro, con difficoltà nel trovare profili tecnici e comportamentali adeguati. Anche realtà strutturate come INPS affrontano il problema della carenza di professionalità, soprattutto in aree geografiche meno attrattive per i professionisti. La mobilità territoriale risulta oggi più difficile rispetto al passato, e i vincoli contrattuali nel settore pubblico limitano l’uso della leva retributiva.
Per attrarre e trattenere talenti, è necessario offrire ambienti lavorativi motivanti e flessibili. INPS ha puntato su percorsi di formazione continua, sviluppo delle soft skills e modelli di smart working avanzati, che consentono un’elevata digitalizzazione e una migliore conciliazione vita-lavoro. L’obiettivo è costruire un’organizzazione capace di valorizzare le persone, migliorando il benessere e la produttività anche attraverso politiche innovative di gestione del personale.
Egidio Sangue, Vice Presidente, FondItalia, ha, invece, affrontato la tematica relativa all’età media avanzata del tessuto imprenditoriale italiano, composto da lavoratori con un’età media tra i 45 e i 48 anni, spesso lontani da logiche di aggiornamento e riqualificazione. Il disallineamento tra sistema educativo e mondo del lavoro, la bassa produttività a fronte dell’aumento dell’occupazione e un generale impoverimento delle competenze di base rappresentano ulteriori elementi di fragilità. A tutto ciò si aggiunge una forte rigidità territoriale, che ostacola la mobilità dei lavoratori tra le regioni.
Affrontare queste sfide richiede un investimento strutturale sul capitale umano esistente e una riforma della governance della formazione, basata sulla collaborazione tra pubblico e privato. È fondamentale creare un sistema interregionale in grado di coordinare domanda e offerta di lavoro in modo dinamico, superando le attuali frammentazioni. Serve inoltre rafforzare i percorsi di formazione continua, rendendoli più accessibili, mirati e coerenti con i fabbisogni reali delle imprese, per sostenere la produttività e rilanciare l’ascensore sociale.
Francesco Verbaro, Presidente, Forma.Temp, è tornato sul crescente divario tra domanda e offerta di competenze: le imprese faticano a trovare figure pronte per l’inserimento e devono ricorrere a percorsi formativi rapidi per adattare i lavoratori ai nuovi contesti. Il capitale umano disponibile è in progressiva contrazione, aggravata dalle tre transizioni in corso: digitale, green e demografica. A ciò si aggiunge la debolezza strutturale del sistema educativo, l’assenza di un terziario tecnico diffuso e l’alto tasso di inattività giovanile.
Bisogna, dunque, valorizzare pienamente il capitale umano disponibile, intervenendo su più livelli: rafforzare la formazione iniziale e continua, contrastare l’obsolescenza delle competenze, sostenere la qualità dell’occupazione e prevenire la dispersione formativa. Le risorse devono essere impiegate in modo più strategico e flessibile, per rispondere a un mercato del lavoro in rapido mutamento. Servono strumenti adeguati anche alla mobilità territoriale e alla programmazione demografica futura.
Tony Marfia, CEO, TED Formazione, ha posto l’attenzione sul fatto che i percorsi di formazione professionale, pur rappresentando una valida alternativa al percorso scolastico tradizionale, incontrano ancora forti ostacoli nel rapporto con il mondo del lavoro. Le aziende, specialmente nel settore turistico, non sono sempre disponibili ad accogliere studenti nei primi anni, ritenuti troppo inesperti. L’alternanza scuola-lavoro fatica quindi a produrre risultati concreti, nonostante sia obbligatoria ai fini del percorso formativo. Esiste inoltre un limite normativo che impedisce l’attivazione di contratti di apprendistato già dal primo anno nei contesti didattici, anche quando sono autosostenuti e aperti al pubblico.
Il modello delle imprese didattiche, come i ristoranti gestiti direttamente dagli allievi, rappresenta una risposta concreta all’esigenza di integrare formazione e lavoro. Per valorizzare pienamente questa esperienza, occorre permettere l’attivazione dell’apprendistato sin dal primo anno e riconoscere pienamente la valenza lavorativa e formativa di queste attività. Inoltre, investire nelle soft skills, nelle competenze digitali e nella consapevolezza economica può rendere i giovani più pronti, autonomi e attrattivi per il mercato del lavoro, in particolare in settori strategici come quello turistico.
Infine, con Massimo Agostini, Founder & CEO, Caibot, si è parlato di robotica collaborativa, spesso percepita come una tecnologia distante, non inclusiva o destinata a sostituire l’essere umano. In realtà, oggi esiste già un ampio potenziale inespresso, anche nei confronti di persone escluse dal mercato del lavoro, come i disoccupati di lunga durata o le persone con disabilità. Tuttavia, manca una reale volontà politica e culturale di valorizzare queste opportunità. Si continua a proporre la mobilità forzata come soluzione, invece di portare la tecnologia nei territori e formare localmente il capitale umano. Il sistema resta ancorato a modelli superati e perde occasioni concrete di crescita.
La tecnologia deve essere messa al servizio dell’inclusione, con l’essere umano sempre al centro. La robotica collaborativa può rappresentare uno strumento potente per insegnare un mestiere, abilitare nuovi profili professionali e integrare anche persone tradizionalmente escluse dal lavoro. Le imprese possono svolgere un ruolo centrale, ma serve una risposta istituzionale concreta. Portare l’innovazione dove vivono le persone, investire su formazione e tecnologie accessibili, e creare reti tra aziende, università e territori è la chiave per un nuovo modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e diffuso.
PROGETTI
- Adeguarsi alle necessità dei candidati.
- Storytelling aziendale adeguato e attraente.
- Ripensare i processi di lavoro con la persona al centro.
- Il “Libretto del cittadino” per scambiare dati e info tra aziende.
- Raccogliere buone pratiche.
- Condivisione di idee e obiettivi.
- Collaborazione tra aziende e enti di formazione.
LEGGI
- Legge adeguata per evitare che i fondi per la formazione vadano persi.
- Maggiore semplicità che favorisca idee vincenti.
- Adeguare le leggi alle esigenze attuali.
CULTURA
- Investire in formazione digitale.
- Usare l’AI per la formazione.
- Formazione su qualità e certificazione delle competenze.
- Valorizzare le risorse umane.
- Cambiare i paradigmi del lavoro.
- Introdurre nei programmi scolastici materie e settori adeguati ai mercati (es. lingue).

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
T.EN Italy Solutions
"Idrogeno e decarbonizzazione: nuove frontiere per la transizione ecologica"

Obiettivo del team di lavoro sarà quello di aumentare la diffusione di soluzioni sostenibili per il trasporto e la produzione di idrogeno, anche alla luce della strategia sull’idrogeno della Commissione europea. I lavori si concentreranno sulle strategie per l’adeguamento delle reti infrastrutturali per l’impiego dell’idrogeno e saranno presentati case histories relativamente a, tra gli altri, installazione di ELCO (Elettrocompressori) in sostituzione dei tradizionali turbogas presso le centrali; progettazione di impianti, redazione di specifiche per impianti "hydrogen ready". Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori utilities, automotive, industria.
Nicola Angelo Marotta, CEO, T.EN Italy Solutions

Domenico Borello, Direttore, Master Magites – Sapienza Università di Roma

Andrea Cardinali, Direttore Generale, UNRAE

Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, SPS – TXT Group

Mario Cincotta, Practice Leader, Task Force Italia

Alessandro Corsini, Professore Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, Sapienza Università di Roma

Vincenzo Giliberti, Digital Innovation Leader, TP Italia

Gianluigi Lo Basso, Professore Sistemi Tecnici, Università Sapienza di Roma

Gianni Murano, Presidente, UNEM

Sara Padulosi, Progettazione cantieri ed infrastrutture stradali: obiettivi e traguardi, ANAS S.p.A.

Francesca Pili, Amministratrice Esecutiva, FNM Group

Fabio Pinton, Member of the Board - CEO, SEINGIM Engineering Group


Nicola Angelo Marotta
- Aumentare la diffusione di soluzioni sostenibili per il trasporto e la produzione di idrogeno.
- Strategie e adeguamento delle reti infrastrutturali.
- Progettazione di impianti con redazione di specifiche per impianti “hydrogen ready”.
Andrea Cardinali
- I veicoli a idrogeno possono essere una soluzione per la transizione.
- Puntare su modelli meno costosi.
- Serve una tecnologia che esista e sia supportata da incentivi.
Domenico Borello
- La formazione universitaria è fondamentale per colmare i gap di competenze.
- Ridurre le emissioni è la vera sfida della transizione.
- Bisogna sapere quali sono le transizioni già attive e a che punto sono.
Eleonora Caronia
- I cicli di audizione pubblica vanno riattivati.
- È necessario un approccio specifico.
- Collaborazione tra pubblico e privato per localizzazione dei talenti.
Mario Cincotta
- L’evoluzione tecnologica richiede innovazione ampia e sociale.
- Servono educazione e nuove modalità partecipative.
- Investire in facilitazione e collaborazione pubblico-privato.
Alessandro Corsini
- Servono impianti adeguati e progettazione specifica.
- Opportunità ambientali con sviluppo di tecnologie per il futuro.
- Dare la possibilità di produrre idrogeno localmente.
Vincenzo Giliberti
- Cambiare la prospettiva sulla transizione energetica.
- Studiare la geopolitica dell’idrogeno.
- Innovazione come ecosistema tra aziende e startup.
Gianluigi Lo Basso
- Le nuove tecnologie generano scetticismo: serve educazione.
- È necessaria una normativa che normalizzi l’utilizzo.
- L’università deve formare nuovi professionisti ed esperti.
Gianni Murano
- Maggiore consapevolezza sulla necessità di inquinare meno.
- Ridurre le emissioni e usare meno carburanti.
- Collegare meglio l’Europa per facilitare la transizione.
Sara Papulosi
- Rilanciare la sostenibilità con infrastrutture adeguate.
- Le linee guida pubbliche devono garantire omogeneità.
- Servono competenze per lo sviluppo pubblico.
Francesca Pili
- Modernizzare le infrastrutture per l’uso di treni a idrogeno.
- Si può fare molto di più nel settore ferroviario.
- Sperimentare l’uso dell’idrogeno a livello settoriale.
Fabio Pinton
- Sperimentazione diffusa e variegata.
- Investimenti per abbassare i costi degli impianti con l’ammoniaca.
- Visione sistemica e approccio integrato.
Sintesi
La Round Table di T.EN Italy Solutions è stata aperta dal CEO dell’azienda, Nicola Angelo Marotta, secondo il quale la transizione energetica è iniziata da alcuni anni, ma l’effettiva implementazione dei progetti rimane ancora rallentata rispetto agli obiettivi ambiziosi fissati dalle politiche europee. Tecnologie come l’idrogeno verde e la cattura della CO₂ sono già in fase di sviluppo e applicazione da parte di realtà industriali già attive, ma il divario tra ciò che si promette a livello istituzionale e ciò che si realizza concretamente è ancora marcato. La produzione di idrogeno, in particolare, presenta sfide legate all’elevato fabbisogno energetico, alla logistica e alla necessità di infrastrutture nuove o adattate. Inoltre, la burocrazia e la mancanza di rapidità decisionale frenano la realizzazione concreta di molti progetti.
Per rendere la transizione energetica realmente efficace, è necessario accelerare l’attuazione dei progetti e superare le barriere operative e infrastrutturali. La collaborazione tra imprese, istituzioni e operatori tecnici deve diventare sistemica, promuovendo soluzioni concrete come la miscela di idrogeno nelle reti esistenti, la realizzazione di centrali ibride e l’espansione delle Hydrogen Valley. Solo attraverso una governance agile e una visione di lungo periodo sarà possibile affrontare in modo sostenibile la decarbonizzazione e garantire una nuova filiera energetica capace di coniugare innovazione, competitività e sostenibilità.
La transizione energetica, inoltre, pone sfide complesse, che richiedono non solo innovazione tecnologica ma anche nuove competenze professionali. Una posizione su cui converge Domenico Borello, Direttore, Master Magites - Sapienza Università di Roma, il quale ha aggiunto che l’offerta formativa tradizionale fatica a stare al passo con le esigenze reali del sistema produttivo, soprattutto per quanto riguarda la preparazione pratica, la conoscenza dei processi aziendali e le capacità gestionali. Esiste una distanza ancora marcata tra la formazione accademica e le necessità concrete delle imprese, che faticano a trovare profili realmente pronti per affrontare i processi di decarbonizzazione e trasformazione energetica.
Al fine di affrontare efficacemente la transizione, è necessario formare figure professionali ibride, capaci di coniugare competenze tecniche verticali con soft skill e abilità gestionali. Il nuovo Master Magites nasce proprio da questa esigenza: costruire percorsi formativi co-progettati con le imprese, che sviluppino conoscenza tecnica, consapevolezza normativa, capacità organizzativa e comprensione del ciclo di vita dei progetti energetici. Solo con un approccio sistemico e integrato sarà possibile formare una nuova classe dirigente della transizione energetica.
Andrea Cardinali, Direttore Generale UNRAE, si è concentrato sul settore automobilistico che, come altri comparti industriali, è impegnato nella sfida della decarbonizzazione. L’idrogeno rappresenta una delle possibili soluzioni, ma allo stato attuale non è ancora tecnologicamente e commercialmente competitivo con le alternative elettriche o termiche. Tra i principali ostacoli figurano i costi elevati dei veicoli e del carburante, la scarsa diffusione delle infrastrutture di rifornimento e una regolamentazione locale ancora non pienamente adeguata. In Italia, al momento, sono operativi solo due distributori di idrogeno per autotrazione, in posizioni poco strategiche, e diversi progetti vengono frenati da complessità burocratiche e limiti normativi.
La diffusione dell’idrogeno per la mobilità richiede un approccio sistemico, che coinvolga produzione, distribuzione e utilizzo locale. È necessario sviluppare ecosistemi territoriali integrati, sostenuti da incentivi pubblici mirati sia alla produzione che alla domanda. Le direttive europee, con scadenze già fissate al 2030, impongono lo sviluppo di una rete infrastrutturale adeguata lungo i grandi corridoi di trasporto. Per affrontare con successo la transizione, sarà fondamentale promuovere casi d’uso economicamente sostenibili e supportare concretamente le aziende che investono in questa tecnologia.
Passando al settore della consulenza informatica, Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, SPS - TXT Group, ha spiegato che l’intelligenza artificiale è diventata un tema centrale, ma la sua integrazione all’interno dei processi aziendali richiede metodo, pianificazione e competenze ben strutturate. L’adozione non guidata di queste tecnologie può portare a effetti controproducenti, come la perdita di valore del capitale umano. Le aziende, pur avendo accesso a fondi pubblici e opportunità di collaborazione con organismi di ricerca, spesso faticano a impiegarli in modo sistemico. Inoltre, si riscontra una significativa carenza di competenze disponibili sul mercato, in particolare nei settori legati al machine learning e all’intelligenza artificiale.
È necessario rafforzare la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca, creando percorsi di formazione mirati che permettano ai giovani laureati di acquisire competenze effettivamente richieste dal mercato. L’uso strategico dei fondi pubblici può diventare un volano di sviluppo, ma richiede una governance condivisa e orientata all’impatto. Solo con una visione integrata sarà possibile colmare il divario tra domanda e offerta di competenze e valorizzare pienamente il potenziale trasformativo delle tecnologie digitali all’interno delle aziende.
Mario Cincotta, Practice Leader, Task Force Italia, è tornato sulla transizione energetica, che non può essere interpretata unicamente come innovazione tecnologica, poiché essa richiede trasformazioni strutturali che incidono su tutti i livelli del sistema economico e sociale. Attualmente, il processo si trova schiacciato tra due approcci poco efficaci: da un lato, la delega quasi totale al settore privato, che da solo non ha la forza di sostenere sfide sistemiche; dall’altro, un’impostazione top-down da parte delle istituzioni pubbliche, spesso inefficace, frammentata o scollegata dai bisogni reali del mercato e della società. Manca una governance condivisa e integrata, e i modelli attuali non riescono a sostenere un ecosistema dinamico e cooperativo.
È, quindi, opportuno costruire un sistema fondato sulla collaborazione strategica tra pubblico e privato. La governance deve essere condivisa, basata su fiducia reciproca, co-progettazione e visione di lungo termine. Le leve fondamentali su cui agire includono: l’educazione, la dotazione infrastrutturale, l’accettazione culturale, l’implementazione normativa e la capacità d’investimento. Solo un approccio coordinato, sistemico e multilivello potrà garantire la scalabilità e la sostenibilità delle innovazioni richieste.
A seguire, Alessandro Corsini, Professore Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, Sapienza Università di Roma, ha parlato dello sviluppo dell’idrogeno che è attualmente frenato da una visione troppo limitata alla sola produzione e distribuzione dell’energia, trascurando la complessità dei sistemi in cui dovrebbe essere integrato. Le tecnologie esistono, ma mancano approcci sistemici e sinergie tra settori. Gli operatori spesso vedono l’energia rinnovabile solo come fonte di profitto diretto, senza considerare i potenziali coprodotti come l’idrogeno, l’acqua distillata o l’ammoniaca verde. Anche l’industria tende a trascurare gli usi energetici "hard to abate", ovvero quei settori dove l’elettrificazione diretta non è possibile ma in cui l’idrogeno potrebbe offrire soluzioni decisive.
Per valorizzare davvero l’idrogeno, è necessario costruire un ecosistema integrato che includa produzione, distribuzione e uso industriale avanzato. Servono visioni condivise tra operatori pubblici e privati e una maggiore attenzione alle potenzialità di filiere laterali, non solo alla vendita di energia. Il sistema Paese deve guardare oltre l’immediato e progettare infrastrutture e competenze orientate alla domanda futura, come già accaduto in altri settori tecnologici. La sfida è culturale, prima che tecnica: occorre ripensare il valore dell’idrogeno all’interno della transizione energetica come opportunità di sviluppo, innovazione e sovranità industriale.
Sull’idrogeno, è intervenuto anche Gianluigi Lo Basso, Professore Sistemi Tecnici, Università Sapienza di Roma, secondo cui vi è ancora un forte ritardo nell’accettazione sociale di queste nuove tecnologie: la popolazione percepisce l’idrogeno come pericoloso e scarsamente conosciuto, influenzata da immagini datate e da una comunicazione poco chiara. A oggi, manca un’effettiva cultura diffusa sull’uso dell’idrogeno, e l’adozione resta limitata, anche per via di applicazioni industriali complesse e ancora non pienamente realizzabili con l’idrogeno puro. Molti fondi, come quelli del PNRR, rischiano di non essere impiegati nei tempi previsti, e i primi progetti concreti non vedranno la luce prima del 2027.
L’università, dunque, ha il compito di promuovere una nuova consapevolezza, non solo tecnica ma anche culturale, sull’idrogeno e i sistemi energetici integrati. È necessario ampliare la formazione anche oltre gli ingegneri, coinvolgendo chimici, economisti e altri profili professionali. L’idrogeno deve essere proposto come vettore utile anche per la produzione di carburanti sintetici, più facilmente integrabili nei processi industriali esistenti. Solo una diffusione capillare della conoscenza, unita a progetti dimostrativi concreti, potrà costruire fiducia, sostenere l’innovazione e garantire benefici reali per la società.
Altre fonti di energia sono rappresentate dai carburanti, spesso considerati parte del problema. Tuttavia, come spiegato da Gianni Murano, Presidente, UNEM, il settore dei carburanti sta già contribuendo alla decarbonizzazione, in particolare grazie ai biocarburanti e all’efficienza dei motori. Nonostante un aumento costante del parco circolante in Italia, le emissioni di CO₂ legate alla mobilità sono diminuite dal 2005, segnale di un’evoluzione positiva verso consumi più consapevoli e tecnologie più efficienti. Tuttavia, l’idrogeno - e in particolare quello verde - presenta ancora costi elevati e criticità operative. La produzione globale è in gran parte ancora legata all’idrogeno grigio, e i percorsi di transizione restano complessi, specialmente in assenza di un sistema infrastrutturale europeo integrato.
Il percorso di decarbonizzazione deve includere tutte le tecnologie disponibili, compresi i carburanti liquidi evoluti, in un approccio tecnologicamente neutro. Il contributo dei settori tradizionali non va demonizzato ma guidato verso soluzioni sempre più pulite, sicure e accessibili. È necessario anche rafforzare l’interconnessione europea per una migliore gestione dell’energia rinnovabile in eccesso, favorendo soluzioni come l’idrogeno quando e dove siano sostenibili. La sfida è mantenere un equilibrio tra innovazione ambientale e sostenibilità economica, senza caricare eccessivamente cittadini e imprese.
Poi, Vincenzo Giliberti, Digital Innovation Leader, TP Italia, ha parlato della disomogeneità della trasformazione digitale in Italia. Nonostante le potenzialità, mancano strategie sistemiche che leghino università, imprese e territori. Taranto, città storicamente legata alla crisi industriale e alla carbonizzazione, resta un simbolo ambivalente: da un lato l’industria pesante in difficoltà, dall’altro casi di eccellenza come quello di TP Italia, che da call center è diventata hub di innovazione digitale, guadagnando attenzione internazionale. Tuttavia, l’integrazione tra intelligenza artificiale e settori strategici come l’energia è ancora parziale.
Il futuro richiede un ecosistema coeso, in cui l’innovazione sia alimentata da un legame stretto tra università, imprese e istituzioni locali. È necessario costruire ‘geografie dell’innovazione’, in cui territori apparentemente marginali diventino centri strategici attraverso il connubio tra formazione, ricerca applicata e investimento industriale. L’intelligenza artificiale può e deve essere applicata anche alla transizione energetica, sfruttando le competenze sviluppate in ambiti come l’analisi predittiva. La sfida è culturale, infrastrutturale e geopolitica: serve una visione nazionale che valorizzi le eccellenze diffuse e le trasformi in modelli scalabili.
Quello della disomogeneità è un punto delicato su cui ha insistito anche Sara Padulosi, Progettazione cantieri ed infrastrutture stradali: obiettivi e traguardi, ANAS S.p.A., che lo ha declinato nei processi di progettazione. Questi ultimi, oggi, sono sempre più orientati alla partecipazione pubblica, all’adozione di criteri ambientali e alla definizione di linee guida comuni. Tuttavia, esistono ancora disomogeneità nelle pratiche progettuali e nella diffusione delle competenze legate alla sostenibilità. Il paradigma tradizionale di controllo delle opere è centrato sulla normativa ambientale esistente, ma spesso limitato a una logica di monitoraggio passivo.
La progettazione infrastrutturale deve diventare un processo completamente integrato con gli obiettivi ambientali e sociali, fin dalle fasi iniziali. L’introduzione di linee guida condivise e di criteri ambientali minimi aiuta a uniformare le pratiche, aumentare la qualità progettuale e rafforzare la competitività. La sostenibilità deve essere misurabile attraverso indicatori specifici di progetto e processo, anche durante le fasi di cantiere, con attenzione al ciclo di vita delle infrastrutture, ai consumi energetici, al riutilizzo delle risorse e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Mentre, con Francesca Pili, Amministratrice Esecutiva, FNM Group, si è tornati a parlare di decarbonizzazione e idrogeno. Il suo gruppo gestisce un ecosistema complesso di aziende attive nel trasporto pubblico su gomma e su ferro, in un contesto infrastrutturale non ancora completamente elettrificato. La tratta ferroviaria Brescia–Iseo–Edolo, situata in un’area paesaggistica e ambientale delicata, rappresentava un nodo critico per la decarbonizzazione dei trasporti, poiché l’elettrificazione tradizionale risultava troppo costosa e invasiva. In questo contesto, il diesel era ancora in uso e la sostituzione con alternative sostenibili non era stata realizzata, anche per limiti tecnologici delle batterie.
L’idrogeno rappresenta la risposta innovativa e sostenibile scelta da FNM per decarbonizzare la linea ferroviaria in Valcamonica. Il Progetto H2iseO prevede l’introduzione di 14 treni alimentati a idrogeno, la realizzazione di tre impianti di produzione di idrogeno rinnovabile, quattro stazioni di rifornimento e un deposito di manutenzione progettato ad hoc. L’investimento complessivo supera i 370 milioni di euro, già in fase avanzata. L’obiettivo è creare il primo ecosistema italiano per la mobilità ferroviaria a idrogeno, in linea con i migliori esempi internazionali e come leva di sostenibilità territoriale.
Concludendo, Fabio Pinton, Member of the Board - CEO, SEINGIM Engineering Group, ha affermato che, essendo il settore dell’idrogeno in una fase di grande sperimentazione, manca ancora una visione sistemica e una cultura tecnica diffusa. Le tecnologie si stanno moltiplicando, ma la loro applicazione rimane frammentata: spesso si procede per tentativi, con approcci da "Lego", assemblando soluzioni isolate senza una regia unitaria. La conoscenza del rischio e della complessità dell’idrogeno, anche sul piano della sicurezza e della gestione tecnica, è ancora poco interiorizzata. L’Italia, inoltre, è carente di impianti di produzione per vettori alternativi come il metanolo, con una crescente attenzione internazionale, soprattutto in Svezia, verso investimenti massicci per l’idrogeno via ammoniaca.
Per queste ragioni, è opportuno costruire un ecosistema industriale più strutturato, capace di coordinare le molte iniziative in corso e sviluppare una visione integrata, che vada oltre la semplice implementazione tecnica. L’idrogeno non deve essere trattato come una novità ‘interessante’, ma come un sistema ad alta complessità che richiede formazione, sensibilizzazione e strategia. La transizione deve includere anche filiere collegate come quelle del metanolo, soprattutto in un Paese con forti capacità cantieristiche navali. Servono quindi regole, investimenti mirati e una governance nazionale capace di guidare lo sviluppo in modo coerente e sostenibile.
PROGETTI
- Sviluppare una filiera ferroviaria dell’idrogeno.
- Investimenti mirati in ricerca e sviluppo.
- Favorire sinergia tra università e aziende.
- Coordinamento e legame con i territori.
- Integrazione tra aziende e università.
- Governance per creare idrogeno localmente.
- Efficienza energetica e certificazioni.
- Innovazione su interconnessione e mobilità.
LEGGI
- Introdurre leggi abilitanti basate su progetti reali.
- Accettare normative che prevedano “compromessi”.
- Snellire la normativa per facilitare il progresso.
- Incentivare sinergie tra aziende e università.
- Facilitare l’economia circolare con leggi dedicate.
- Rivedere la normativa tecnica per renderla più chiara e specifica.
- Assicurare coerenza tra leggi e attività delle imprese.
CULTURA
- Attivare corsi di formazione sull’idrogeno.
- Promuovere la sinergia tra mondo del lavoro e università per cambiare la cultura.
- Far conoscere le opportunità dell’idrogeno.
- Sviluppare nuove figure professionali.
- Introdurre l’idrogeno nei programmi scolastici: studente protagonista già dalla scuola secondaria (4-11 anni).

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
AWARDS
CEOforLIFE Awards, dall'11 novembre al 4 dicembre 2025
Un’occasione unica per celebrare e riconoscere i successi e gli sforzi straordinari delle aziende e delle Istituzioni nel promuovere lo Sviluppo Sostenibile delle imprese e del Sistema Paese.

RICERCA E INNOVAZIONE
4 Dicembre 2025
CEOforLIFE ClubHouse – Roma
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