TASK FORCE ITALIA
ACCELERIAMO LE AZIENDE ITALIANE / SVILUPPIAMO IL SISTEMA PAESE!








Costruire un'Italia Migliore








FOCUS MONTECITORIONEWS24
INTERVISTA ALLA MINISTRA EUGENIA ROCCELLA
a cura di Francesco Maesano, Giornalista RAI

Eugenia Maria Roccella, Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità
Roccella: dal femminicidio alla natalità, il governo punta su prevenzione, famiglia e lavoro femminile
In un’intervista a tutto campo condotta da Francesco Maesano di RAI, la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella ha delineato le principali linee d’azione del governo in tema di violenza contro le donne, natalità, occupazione femminile e sostegno alla genitorialità. Ne è emersa una visione organica, che intreccia riforme concrete e trasformazioni culturali.

Secondo Roccella, uno degli aspetti più dolorosi da constatare è che, nonostante i progressi compiuti, le nuove generazioni non sembrano aver interiorizzato una nuova consapevolezza nei confronti della libertà femminile. Retaggi culturali come l’intolleranza verso l’autonomia delle donne – il loro diritto di dire no, di interrompere una relazione o semplicemente andarsene – risultano ancora diffusi. Da qui nasce l’impegno del governo, fin dall’inizio del mandato, nel contrasto alla violenza di genere. Sono stati aumentati i fondi destinati alle case rifugio e ai centri di accoglienza, ma l’azione dell’esecutivo ha puntato soprattutto sulla prevenzione. Una legge approvata di recente, che porta anche il nome della ministra, mira a individuare in anticipo situazioni potenzialmente pericolose, introducendo il concetto di “reati spia” – quei piccoli segnali che possono preludere a una violenza più grave, come atti vandalici da parte di ex partner.
Le misure includono anche un rafforzamento del sistema di protezione, con l’uso dei braccialetti elettronici e l’imposizione di distanze minime obbligatorie per i soggetti a rischio. Inoltre, è stata presentata una nuova proposta di legge per tipizzare il reato di femminicidio. Non si tratta tanto di inasprire le pene, quanto di riconoscere la specificità del fenomeno, e di attribuirgli la giusta attenzione anche sul piano culturale.
Sul fronte della natalità, la ministra ha voluto chiarire che l’intervento da 1.000 euro per i nuovi nati non va interpretato come un semplice bonus una tantum, bensì come una misura strutturale, pensata per rimanere nel tempo. L’assegno unico non è stato al momento aumentato per ragioni di trattativa in corso, ma il governo ha scelto di affiancarlo con un’altra forma di sostegno, rivolta in particolare alle famiglie meno abbienti.
L’attenzione alla natalità, secondo Roccella, non è circoscritta a un solo ministero: si tratta di una priorità condivisa da tutto l’esecutivo. L’intervento è stato ampio e articolato, comprendendo anche il potenziamento dei congedi parentali (estesi a tre mesi retribuiti all’80%), incentivi per le madri lavoratrici con almeno due figli e l’aumento dei fondi per gli asili nido, che in molte zone del Paese sono ormai gratuiti. Tuttavia, il vero ostacolo non è il costo, ma la disponibilità dei posti. A questo scopo, il Piano Nazionale per gli Asili previsto dal PNRR prosegue il suo percorso, con l’obiettivo di colmare il divario tra domanda e offerta.
Un altro progetto su cui il governo punta è quello dei centri per la famiglia. Attualmente esistono già in alcune regioni, ma con una diffusione a macchia di leopardo. L’obiettivo è trasformarli in veri e propri punti di riferimento, una sorta di “CAF della famiglia”, capaci di offrire informazioni, orientamento e accesso ai servizi disponibili sul territorio. Una particolare attenzione sarà dedicata al sostegno nei primi mille giorni di vita del bambino, un periodo cruciale per lo sviluppo e per l’equilibrio familiare. I centri avranno anche un ruolo nella diffusione di materiale informativo, ad esempio su temi come l’uso di droghe, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio.
La ministra ha sottolineato con soddisfazione i dati in crescita sull’occupazione femminile, un indicatore fondamentale anche per la natalità. Le donne, ha spiegato, scelgono più facilmente di avere figli se possono contare su un impiego stabile e su un’autonomia economica. Ma il rischio di abbandonare il lavoro dopo la maternità, specie con il secondo figlio, è ancora alto. Il governo ha cercato di agire su questo fronte sia con misure economiche, sia attraverso la promozione della parità di genere sul lavoro. Uno degli obiettivi previsti dal PNRR era ottenere 800 certificazioni di genere per le imprese entro il 2026: a oggi ne sono già state rilasciate quasi 7.000, un risultato che supera le aspettative.
Tra gli interventi ritenuti più efficaci per la riduzione della disoccupazione, Roccella ha citato la trasformazione del Reddito di Cittadinanza nel nuovo Reddito di Inclusione. La misura è stata ridisegnata per concentrare le risorse sulle famiglie con figli, sulle persone fragili e su chi non può lavorare. L’idea di fondo è che il governo debba agire non tanto con approcci invasivi, quanto creando un ambiente favorevole alla crescita individuale, alla genitorialità e, più in generale, alla progettualità. Secondo la ministra, è proprio nei contesti in cui si respira fiducia e serenità che le persone scelgono di fare figli: quando si ha voglia di vivere, quando ci si sente sostenuti e non ostacolati dalle istituzioni.
Infine, sul tema della responsabilità dei media e dei social nella rappresentazione della violenza di genere, Roccella ha espresso cautela nei confronti di un intervento legislativo diretto. Più utile, secondo lei, sarebbe promuovere un’assunzione di responsabilità da parte degli stessi operatori dell’informazione e dei media. È necessario superare una narrazione che vede sempre la donna come vittima e mostrare, invece, anche il protagonismo femminile, raccontando storie di competenza, forza, creatività. Molto, ha aggiunto, dipende anche dall’educazione in famiglia. Proprio su questo i centri per la famiglia potrebbero giocare un ruolo importante, aiutando i genitori a trasmettere ai figli una cultura del rispetto, della reciprocità e della dignità.

TASK FORCE NAZIONALE
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, CYBER SECURITY E DIGITAL TRANSFORMATION


Giorgio Mulè, Vicepresidente, Camera dei deputati
La prima giornata delle Task Force Nazionali di Task Force Italia è stata aperta da Giorgio Mulè. Il vicepresidente della Camera dei deputati ha sottolineato l’importanza del lavoro delle Task Force Nazionali, definendole “una sfida ardua, bella e importante, che dovrà fornire soluzioni non solo per le singole aziende”. Per Mulè, infatti, l’obiettivo deve essere più ampio: sviluppare progetti in grado di generare soluzioni collettive da presentare alle istituzioni.
A tal fine, il contributo fondamentale sarà rappresentato dai Position Paper, documenti strategici elaborati dalle Task Force Nazionali di Task Force Italia per sintetizzare, valorizzare e comunicare il lavoro svolto su tematiche specifiche. Questi documenti saranno presentati il 9 dicembre 2025 presso la Sala Regina di Palazzo Montecitorio, un appuntamento che Mulè ha ricordato in chiusura del proprio intervento.

OVERVIEW TECNICA

Prof. Alberto Gambino, Prorettore Vicario, Università Europea di Roma e Presidente Nazionale, Scienza & Vita
La giornata della Task Force Nazionale dedicata all’Intelligenza Artificiale, Cyber Security e Digital Transformation è stata aperta dal professor Alberto Gambino, Prorettore Vicario dell’Università Europea di Roma e Presidente Nazionale, Scienza & Vita. Il professor Alberto Gambino ha chiarito come l’intelligenza artificiale non possa essere considerata un’entità unica, ma piuttosto una molteplicità di sistemi e applicazioni, ognuno con le proprie logiche, dati di addestramento e finalità specifiche. Ha osservato che il regolamento europeo ha cercato di intervenire su questa complessità, trattando l’IA come un prodotto tecnologico che deve rispondere a requisiti di sicurezza e al rispetto dei diritti fondamentali.
Non mancano poi le difficoltà interpretative derivanti da un linguaggio normativo poco accessibile, soprattutto nella sua traduzione italiana, che ha generato confusione anche tra gli esperti. In Italia, ha ricordato, il Senato ha approvato un disegno di legge che si collega al regolamento europeo e che prevede una fase attuativa affidata all’autorità governativa. Inoltre, l’autonomia umana viene spesso presentata come garanzia, ma in realtà non è di per sé sufficiente: anche l’essere umano può deviare dai principi fondamentali. Ha, poi, richiamato l’attenzione sulla necessità di non limitarsi a un semplice ‘controllo umano’, ma di ancorarsi a un orizzonte di diritti inviolabili. In ambito accademico e giudiziario, ha portato esempi concreti di bias e distorsioni, come quelli nei test d’ingresso universitari o nell’uso dell’IA in atti giuridici.
Il Professore ha poi distinto il ruolo dell’IA nelle scienze dure, dove ha favorito enormi progressi, rispetto alle scienze umane e sociali, che richiedono elementi come empatia e intuizione, spesso fuori dalla portata degli algoritmi. In conclusione, ha fatto presente la necessità di una maggiore chiarezza normativa, con testi più trasparenti e leggibili, per evitare incomprensioni o applicazioni errate. Ha ribadito l’urgenza di un controllo sull’IA che non si limiti a una supervisione formale, ma che sia guidato da un sistema di diritti saldi e condivisi. I decreti attuativi italiani, inoltre, dovranno rispecchiare questa complessità, integrando le esigenze concrete del mondo imprenditoriale, accademico e giudiziario. Ha auspicato, infine, una regolazione che sappia coniugare tecnologia e valori umani, in un’ottica armonica e lungimirante.

L’Intelligenza Artificiale come prodotto commerciale
L’IA non è un’entità astratta, ma un bene concreto, sviluppato e distribuito secondo logiche di mercato. Esistono molteplici soluzioni, ciascuna con caratteristiche e finalità specifiche.
Norme e regolamenti a livello europeo
Diventa sempre più urgente stabilire principi chiari e una cornice normativa comune che possa guidare lo sviluppo e l’impiego dell’IA in modo responsabile.
Il ruolo centrale dell’uomo
L’intervento umano resta essenziale: serve una vigilanza costante per evitare che l’automazione superi il controllo etico e sociale.
Rassicurazione non è giustizia
Un sistema apparentemente affidabile non è necessariamente giusto. La fiducia tecnologica deve essere accompagnata da garanzie sostanziali di equità.
Bias e discriminazioni sotto la lente
È necessario andare oltre i pregiudizi algoritmici, che rischiano di amplificare ingiustizie sociali già esistenti.
Trasparenza come requisito fondamentale
La chiarezza nei processi decisionali dell’IA è un pilastro per la fiducia pubblica e per la corretta valutazione degli strumenti digitali.
Verso un’etica condivisa
L’evoluzione tecnologica richiede un orizzonte comune di valori che guidi scelte, applicazioni e sviluppi futuri.
Fonti affidabili come bussola dell’innovazione
Verificare la qualità e la provenienza delle informazioni è oggi più che mai un’azione strategica per garantire decisioni consapevoli.
Una traiettoria condivisa che guarda al futuro
Serve una visione collettiva e lungimirante che accompagni la trasformazione digitale, mantenendo saldo il legame con i diritti, la giustizia e la coesione sociale.
DISEGNO ISTITUZIONALE
Dopo l’introduzione ai lavori da parte del professor Gambino, si è aperta la prima tavola rotonda della giornata, dedicata all’approccio istituzionale nei confronti dell’intelligenza artificiale. Un confronto a più voci tra rappresentanti del Parlamento, esperti e dirigenti pubblici, con l’obiettivo di delineare un quadro normativo capace di coniugare innovazione, sicurezza e crescita.
Chiara Giacomantonio, Direttrice della Direzione Amministrazione, Funzionamento e Vigilanza dell’AgID, ha messo in evidenza come la regolamentazione dell’intelligenza artificiale debba partire da un’attenta valutazione dei rischi, senza tuttavia trascurare le grandi opportunità già emerse. Secondo Giacomantonio, è possibile ridurre le criticità attraverso l’adozione di linee guida mirate, sviluppate da AgID in collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Tali strumenti sono pensati per supportare le pubbliche amministrazioni nell’utilizzo dell’IA in modo efficace, efficiente e sostenibile, migliorando i servizi e ottimizzando risorse umane ed economiche. Ha inoltre sottolineato che l’IA non rappresenta solo una minaccia per alcuni posti di lavoro, ma anche una leva per la nascita di nuove professionalità. Le linee guida, sottoposte a consultazione pubblica, hanno raccolto contributi da una vasta platea di stakeholder, e l’auspicio è che si arrivi presto a una regolamentazione chiara e condivisa. Fondamentale, in quest’ottica, sarà la creazione di un organismo di supervisione, garante della corretta implementazione e del rispetto dei diritti dei lavoratori.
Francesco Boccia, Presidente dei senatori del Partito Democratico e membro della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, ha ripercorso l’esperienza di DigithON, nata oltre dieci anni fa come piattaforma di confronto tra giovani, università e innovatori. Fin da allora, ha raccontato, era chiara la portata della rivoluzione digitale nei settori produttivi, commerciali e comunicativi. Tuttavia, oggi il quadro appare ancora fragile: la capacità di investimento è limitata, il coordinamento europeo non è all’altezza della sfida globale, e l’Italia sconta una distanza storica tra innovazione, capitale e imprese. Boccia ha ribadito la necessità di un approccio concreto e non ideologico all’intelligenza artificiale, auspicando una risposta comune a livello europeo. Solo rafforzando il legame tra ricerca, impresa e politica sarà possibile tradurre la spinta normativa in uno sviluppo tecnologico autentico e competitivo.
Anche Salvatore Deidda, Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, ha offerto un punto di vista operativo, parlando dei settori chiave della sua Commissione in cui l’IA è già una realtà concreta, come i trasporti, le infrastrutture e la sicurezza sul lavoro. Deidda ha citato esempi di collaborazione tra istituzioni e Politecnici, come nel progetto del Ponte sullo Stretto, e ha sostenuto la necessità di una normativa agile, in grado di evolversi insieme alla tecnologia. Una sfida fondamentale, secondo il deputato, è la riforma della contrattualistica pubblica, per rendere lo Stato competitivo nell’attrazione di figure altamente qualificate, come gli esperti di cybersicurezza. Ha auspicato una legislazione moderna, capace di promuovere gli investimenti e non frenare lo sviluppo, e ha ricordato che l’intelligenza artificiale, pur potente, resta uno strumento nelle mani dell’uomo, il cui obiettivo dev’essere sempre la tutela dei lavoratori e la qualità dei servizi pubblici.
Alessandro Cattaneo, componente della stessa Commissione Trasporti, ha posto l’accento sul ruolo del legislatore in un contesto in cui l’innovazione tecnologica viaggia a velocità superiore rispetto alla politica. Cattaneo ha ammesso che oggi il Parlamento non detta più le linee industriali, ma cerca piuttosto di rincorrere le trasformazioni in atto. Di fronte alla complessità tecnica dell’IA, ha spiegato di aver adottato un approccio di ascolto verso gli esperti, costruendo un impianto normativo dinamico e aggiornabile, come un software. Ha inoltre messo in guardia dalla falsa neutralità della tecnologia: gli algoritmi generano effetti concreti sulle dinamiche di potere. L’Europa, secondo lui, deve risvegliarsi e agire come protagonista nel digitale, evitando di dipendere dai grandi player americani e costruendo un proprio modello di influenza tecnologica e culturale.
Enzo Amich, della IX Commissione Trasporti della Camera, ha portato un esempio di buona pratica legislativa: il lavoro sul testo unico per i Data Center, frutto di una collaborazione trasversale tra tutte le forze politiche. Ha spiegato come si sia intervenuti per colmare ritardi e semplificare una normativa che, finora, ha spesso scoraggiato gli investitori, anche a causa di richieste urbanistiche fuori scala, come avvenuto in un caso specifico a Roma. Secondo Amich, i Data Center sono infrastrutture fondamentali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e dell’economia digitale nel suo complesso. Ha auspicato che la nuova normativa possa favorire l’attrattività dell’Italia, puntando su una visione moderna, integrata tra politica e impresa, capace di sostenere la crescita tecnologica.
Dal versante parlamentare del Senato, Antonio Nicita ha espresso soddisfazione per alcune proposte accolte nel disegno di legge sull’IA, soprattutto in tema di governance dei dati sanitari. Tuttavia, ha anche manifestato delusione per l’impossibilità di approvare un testo unico, a causa dell’atteggiamento del governo. Nicita ha denunciato l’esclusione di temi cruciali come il diritto d’autore e l’accesso ai contenuti per l’addestramento degli algoritmi. Ha auspicato che alla Camera si apra uno spazio di confronto più ampio e inclusivo, come già accaduto per i Data Center. Per il senatore, l’Italia deve lavorare per una vera sovranità digitale e culturale, che valorizzi le specificità linguistiche e locali. In chiusura, ha proposto un nuovo patto per gli investimenti, nazionale ed europeo, in grado di tradurre le potenzialità scientifiche italiane in opportunità concrete.
Ettore Rosato, Segretario del Co.Pa.Si.R. e membro della Commissione Difesa della Camera, ha invece affrontato il tema della cybersicurezza, definendola una vera e propria “guerra cibernetica in corso”. Secondo Rosato, l’Italia e l’Europa subiscono attacchi quotidiani da potenze come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, con finalità destabilizzanti o di spionaggio economico. Pur riconoscendo i passi avanti dell’Unione Europea nel coordinamento, ha denunciato la lentezza delle decisioni, frutto della mediazione tra 27 Stati membri. Ha anche invitato alla prudenza su regolazioni troppo rigide, che potrebbero scoraggiare gli investimenti. Il deputato ha ribadito l’importanza di un approccio trasversale e tecnico alle sfide digitali, in cui la politica si apra al contributo delle competenze per garantire sicurezza e sviluppo.
Ha concluso la tavola rotonda Gabriele Ferrieri, Presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori, che ha posto l’attenzione sui limiti attuali del sistema italiano, in particolare in materia di investimenti in ricerca, trasferimento tecnologico e valorizzazione delle competenze emergenti. Ferrieri ha riconosciuto i progressi nella digitalizzazione, ma ha ribadito che il quadro resta insufficiente. Le startup, i territori e le imprese chiedono incentivi stabili e un ecosistema normativo armonico. Ha sottolineato che l’Italia eccelle nella produzione accademica, ma fatica a trasformarla in innovazione di mercato. Ha proposto di ispirarsi a modelli virtuosi come quello estone e ha chiesto un maggiore impegno politico per sostenere un ecosistema dell’innovazione che sia competitivo, internazionale e capace di trattenere i talenti. Solo così, ha concluso, l’Italia potrà diventare un attore credibile e strategico nel panorama globale dell’innovazione.

Chiara Giacomantonio
- Servono linee guida per un uso responsabile dell’IA, per migliorarne sicurezza ed efficienza.
- La regolamentazione è necessaria per mitigare i rischi e orientare lo sviluppo.
- È importante coinvolgere tutti gli attori con consultazioni pubbliche e revisione continua.
Francesco Boccia
- L’intuizione politica è fondamentale per favorire l’innovazione e l’adozione dell’IA.
- Va valutato l’impatto sociale delle nuove tecnologie, anche sugli aspetti negativi.
- Le istituzioni devono prepararsi al cambio di paradigma in atto.
Salvatore Deidda
- L’IA ha un impatto strategico su trasporti e infrastrutture.
- È cruciale prevedere standard di sicurezza adeguati, in base a necessità e contesto.
- Serve snellire la burocrazia per favorire investimenti utili e tempestivi.
Enzo Amich
- È necessario correre dietro alle tecnologie, evitando ritardi.
- Serve un testo unico per colmare il gap normativo e operativo.
- È fondamentale fare squadra tra gli attori coinvolti.
Alessandro Cattaneo
- Si lavora a una legge sull’IA e sul digitale, da aggiornare costantemente.
- Il confronto tecnico-politico è essenziale per garantire norme efficaci.
- Il legislatore deve rincorrere le tecnologie, non subirle.
Antonio Nicita
- L’Italia non ha ancora un testo unico sull’IA.
- Serve investire e favorire la collaborazione tra istituzioni e imprese.
- Una visione comune può garantire vantaggio competitivo e tutela dei diritti.
Ettore Rosato
- Bisogna aumentare la consapevolezza sui rischi degli attacchi informatici.
- L’Europa non è ancora pronta ad affrontare le nuove minacce digitali.
- Meno teoria: servono regole semplici e meccanismi che funzionano davvero.
Gabriele Ferrieri
- Servono incentivi concreti e azioni mirate per far crescere l’innovazione.
- Promuovere competenze digitali e collaborazione tra istituzioni e imprese.
- Guardare a giovani e startup come motore del cambiamento tecnologico.
Prospettive e sfide

Luigi Gangitano, Chief of Digital Innovation, POLIMI Graduate School of Management
La seconda giornata della Task Force Nazionale sull’intelligenza artificiale è stata introdotta da Luigi Gangitano, Chief of Digital Innovation, POLIMI Graduate School of Management, il quale ha ripercorso gli ultimi passi dell’IA, che è ormai uscita dalla sfera specialistica per entrare nella vita quotidiana. La sua diffusione è esplosa con l’avvento di tecnologie generative accessibili a tutti, come ChatGPT, che hanno ridotto la soglia di competenza necessaria per utilizzarla. Tuttavia, l’approccio culturale rimane spesso legato a modelli superati di interazione con la tecnologia, come la logica di ricerca tipica di Google. Nelle aziende, questo comporta un gap tra disponibilità dello strumento e capacità di sfruttarlo appieno.
Per questi motivi, è necessario un cambiamento culturale che metta al centro il dialogo e il contesto come nuovi paradigmi di interazione con l’IA. Le organizzazioni dovranno investire nella formazione diffusa e continua, con focus sulle risorse umane più che sulla sola tecnologia. Occorre considerare anche l’impatto emozionale di queste tecnologie, specie quando raggiungono direttamente il consumatore, e quindi coinvolgere nei team figure umanistiche in grado di leggere le reazioni cognitive ed emotive che ne derivano.

Prospettive e Sfide
- L'IA è uno strumento fondamentale per la formazione: consente di costruire percorsi personalizzati.
- È diventata una tecnologia pervasiva, parte integrante della nostra quotidianità.
- Non è più necessario essere esperti per usarla: l’accessibilità è aumentata.
- Stiamo vivendo un radicale cambiamento culturale nell'uso delle tecnologie.
- Questo cambiamento richiede modifiche nei processi aziendali, inclusi:
- Formazione continua
- Reclutamento di nuove risorse con competenze adeguate
- L’IA è vista come un nuovo “collega” con cui dialogare.
- Può generare emozioni che influenzano la motivazione e quindi le performance.

Calendario 2025
- 28 Ottobre 2025 - Roma
AWARDS:
- 2 Dicembre 2025 - Roma
REPORT BACK - MONTECITORIO:
- 9 dicembre 2025 - Camera dei Deputati
STAKEHOLDER
Enzo Amich, IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Camera dei Deputati | Pino Bicchielli, Componente Commissione Difesa, Camera dei Deputati | Francesco Boccia, Presidente dei senatori gruppo Partito Democratico e Componente Commissione Finanze e Tesoro del Senato | Alessandro Cattaneo, Componente Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Camera dei Deputati | Salvatore Deidda, Presidente Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Camera dei Deputati | Giordano Fatali, President & Founder, CEOforLIFE | Gabriele Ferrieri, Presidente Associazione Nazionale Giovani Innovatori | Prof. Alberto Gambino, Prorettore Vicario, Università Europea di Roma e Presidente Nazionale, Scienza & Vita | Chiara Giacomantonio, Direttrice della Direzione Amministrazione, Funzionamento e Vigilanza, AgID | Antonio Nicita, Vicepresidente Gruppo PD Senato della Repubblica – Commissione Bilancio | Ettore Rosato, Segretario Co.Pa.Si.R., Componente IV Commissione (Difesa), Camera dei Deputati |Admir Nocaj, CEO, Bouygues Energies & Services | Alessandro De Florentiis, Componente del Dipartimento Innovazione e Competitività, FederTerziario | Alessandro Decio, Amministratore Delegato & Direttore Generale, Banco Desio Brianza | Alessandro Manfredini, Chairperson, AIPSA | Alessandro Marras, Head of Team Shared Services and Information Technology, Acrisure Services | Alessandro Piva, Co Director, Artificial Intelligence Observatory, Politecnico di Milano | Alessandro Polidori Vidal, Marketing Director, POLIMI GSoM | Alfredo Maria Garibaldi, AI & Data Leader, Deloitte Italia | Andrea Coli, CEO Italy, Concentrix | Camilla Folladori, Chief Strategy Officer, Sisal | Camilla Folladori, Chief Strategy Officer, Flutter SEA | Cesare D’Angelo, General Manager Italy, France & Mediterranean, Kaspersky | Cesare Gianluca, Group Chief Information Officer, Humanitas Research Hospital Group | Chiara Bacilieri, Marketing, Communications & Innovation Director, Mindwork | Cristian Lucci, CEO & Co-founder, Sharelock | Danilo Cattaneo, CEO, Tinexta Infocert | Danilo Cattaneo, CEO, InfoCert | Davide Campari, General Manager, Healthcare - Fujifilm Italia | Diego Fasano, CEO, Ermetix | Diego Pisa, CEO, TP Italy Group | Domenico Raguseo, Head of Cybersecurity, Exprivia | Elena Cantiani, EU Funding Project Manager Coordinator, Mylia | Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, Sps - TXT Group | Elisa Amorelli, Coordinatrice comunicazione, rapporti istituzionali e marketing sociale, Fondazione Mondo Digitale ETS | Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade Italy | Enrico Risso, AD, Intrum Italy | Fabio Sbianchi, CEO, Wallife | Fabrizio Rotondi, Country Manager Italy, Workday | Fabrizio Soru, CEO, Datlas Group | Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL n. 1 Sassari | Francesca Pizzi, Country Manager, Hitachi Europe | Francesca Portincasa, Direttrice Generale, Acquedotto Pugliese | Francesco Ciuccarelli, Innovation & Technology Officer, Alpitour | Gabriele Ferrieri, Presidente, Associazione Italiana Giovani Innovatori | Gerardo Iovane, Professore presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e Matematica Applicata, Università degli Studi di Salerno | Giacomo Lorusso, CEO, Jakala Civitas | Giordano Sassaroli, Head of Product, ELITE-Gruppo Euronext | Giovanna Menzaghi, Presidente, Associazione Smart cities Italy, Co Founder, ALFASSA | Luca Conti, CEO, E.ON | Luigi Gangitano, Chief of Digital Innovation, POLIMI Graduate School of Management | Marco De Flora, SERVICE Director, KONE | Marco Gioieni, Amministratore Delegato, Allianz Partners Italia | Marco Iuorio, Direttore Transizione Digitale, Ance (Confindustria) - Associazione Nazionale Costruttori Edili | Marco Maccari, Responsabile BU Sicurezza Informatica, Sielte SpA | Marco Massenzi, CEO, Teleconsys | Marco Mellia, Full Professor, Politecnico di Torino, Co-Founder, Ermes Cyber Security | Maria Grazia Bizzarri, Chief Human Resources Officer, Italiaonline | Mario Esposito, Technical Channel Manager SE, Radiflow | Massimiliano Turazzini, AI Certified Trainer, Vjal Institute | Massimo Caputi, Presidente, Associazione Marchi Storici d’Italia | Massimo Dal Checco, Presidente, Anitec-Assinform | Michele Fiorilli, Solution Architect, Armis | Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus | Morena La Monaca, CEO, Project Consulting | Pietro Piccinetti, CEO, Infratel | Roberto Cavicchini, CIO, MAPEI | Silvia Olchini, VP della divisione Secure Power, Schneider Electric Italia | Stefano De Alessandri, CEO, ANSA | Stefano Pacchioli, COO – Executive Board Member, Dorna WSBK Dorna Italy Holding
METODOLOGIA
PIATTAFORMA DI ACCELERAZIONE INCREMENTALE
Gruppi di lavoro di scopo e permanenti,
finalizzati ad accelerare gli
OBIETTIVI AZIENDALI
in termini di:
REPUTATION
BUSINESS
AWARENESS
Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF
Il percorso di accelerazione dell’obiettivo aziendale inizia con la Round Table Annuale di Kick Off, un momento cruciale per l’avvio delle attività del gruppo di lavoro interaziendale costituito ad hoc. In questa fase, i partecipanti, tra cui leader aziendali, istituzionali e accademici, si riuniscono per delineare la direzione strategica dell’anno, condividendo visioni e obiettivi comuni rispetto all'accelerazione desiderata dall'azienda owner del team di progetto e dell'obiettivo aziendale (da piano industriale, strategico o business plan) da accelerare. Il Kick Off non è solo un evento simbolico, ma rappresenta il primo passo verso la definizione di un programma di lavoro coeso e allineato. Ogni delegato porta con sé esperienze, aspettative e idee, creando un fertile terreno di discussione che servirà a dare forma ai successivi interventi. Si stabiliscono obiettivi chiari, si concordano le priorità e si individua un quadro temporale per le azioni future. Questo incontro inaugura un ciclo continuo di confronti e aggiornamenti che caratterizzeranno tutto l’anno, con la consapevolezza che ogni fase successiva avrà come presupposto il successo di questa prima, fondamentale, sessione di lavoro. L’importanza della continuità inizia qui: l’efficacia del lavoro di accelerazione si costruisce sulla capacità di mantenere alta l’attenzione e l’impegno durante tutto il periodo che seguirà.
BUSINESS MATCH AD HOC
La seconda fase, i Business Match ad hoc (pranzi, cene, caffè, webconf, call), si sviluppa come un vero e proprio periodo di approfondimento one to one tra l'azienda owner del team di progetto e ciascuno stakeholder identificato, coinvolto o da coinvolgere. Dopo il Kick-Off, i partecipanti sono invitati a entrare in contatto diretto con realtà imprenditoriali e istituzionali pertinenti ai loro obiettivi. Durante i Business Match, le aziende si confrontano, esplorano opportunità di collaborazione e avviano sinergie che dovranno tradursi in azioni concrete. È il momento in cui si mettono alla prova le idee espresse e i piani delineati nella Round Table di kick off annuale. Ogni incontro rappresenta una possibilità per affinare le strategie e costruire ponti tra diverse realtà, tanto più necessari in un contesto complesso come quello del sostenere gli obiettivi aziendali. Qui, la continuità è essenziale, poiché ogni connessione e partnership è una tessera del mosaico che dovrà integrarsi in modo armonioso nelle fasi successive.
SHAKE HANDS NEI MEETING
Gli incontri, descritti come “Shake Hands”, simboleggiano il momento in cui la stretta di mano "organizzata" all'interno dei meeting in calendario nella piattaforma diventa il simbolo di un impegno reciproco: un’alleanza che va oltre le parole e si traduce in azioni concrete. Questi momenti offrono una ulteriore occasione di stimolare il business e potenziare le relazioni.
GIORNATE NAZIONALI
Le Giornate Nazionali sono un’opportunità straordinaria per accelerare il progresso degli obiettivi aziendali. Durante tutto l'anno, vengono organizzati incontri stile Barcamp che incentivano la collaborazione tra le diverse realtà coinvolte. La continuità, ancora una volta, non è solo un fattore di pianificazione, ma una caratteristica fondante di questo modello, dove i progetti avviati nei mesi precedenti sono ribaditi e rafforzati in un contesto nazionale di accelerazione continua e incrementale.
COMMUNICATION PLAN
Il Communication Plan (pubblicazioni e interviste social e media) rappresenta uno strumento fondamentale per diffondere i risultati delle azioni intraprese e aumentare la consapevolezza sul mercato rispetto agli obiettivi aziendali. Con un piano di comunicazione mirato, le Task Force hanno l’opportunità di consolidare la visibilità delle iniziative dell'azienda, di generare engagement e di stimolare un’azione concreta a livello locale e nazionale. Attraverso media tradizionali, social e eventi specifici, l’obiettivo è creare un impatto duraturo e di lungo periodo. La fase di comunicazione non si limita a un solo evento, ma si articola in una strategia che evolve durante tutto l’anno, mantenendo il focus sui progressi e sugli impatti.
AWARDS
Gli Awards sono l’opportunità per premiare l’impegno e l’eccellenza, ma anche per rafforzare la reputazione di coloro che hanno contribuito in modo significativo al successo degli obiettivi aziendali. Durante la cerimonia di premiazione, si celebra l’impatto del progetto aziendale e si riconoscono i risultati raggiunti. Gli Awards sono molto più di un semplice riconoscimento: rappresentano un elemento di visibilità e di valorizzazione per le aziende, le istituzioni e i leader coinvolti, creando un circolo virtuoso di maggiore fiducia, affiliazione e impegno. È in questa fase che la reputazione delle realtà coinvolte subisce un significativo boost, alimentando una spirale positiva che stimola ulteriori collaborazioni e investimenti.
POSITION PAPER
Il Position Paper Annuale è un documento strategico che sintetizza i risultati raggiunti, le sfide affrontate e le soluzioni proposte dalle aziende all'interno delle Task Force Nazionali. Questo documento rappresenta una sintesi di tutto il lavoro svolto e serve come riferimento per definire le politiche future. La redazione del Position Paper è un passaggio decisivo per consolidare il lavoro svolto e per mantenere alta l’attenzione sull’importanza degli obiettivi aziendali. Il Position Paper non è solo uno strumento di comunicazione, ma un’azione politica che incide direttamente sul quadro legislativo e operativo. La sua stesura e diffusione sono fondamentali per mantenere la continuità del lavoro durante tutto l’anno, rafforzando il legame tra le diverse entità coinvolte.
INSTITUTIONAL REPORT BACK ANNUALE – PALAZZO MONTECITORIO
La fase finale dell’anno, il Report Back Annuale, è l’atto conclusivo di un ciclo che non si ferma mai. Durante questo evento, che si tiene presso Palazzo Montecitorio, vengono presentati i risultati ottenuti e il programma dei lavori per l’anno successivo. Il Report Back non è solo un aggiornamento, ma una vera e propria rendicontazione pubblica, una verifica dell’impatto che le aziende, con i loro progetti accelerati nelle Task Force Nazionali, hanno avuto e una valutazione delle priorità e azioni future. È il momento in cui l’operato delle Task Force Nazionali viene messo a disposizione delle Istituzioni, in particolare del Governo e del Parlamento, per una discussione costruttiva. Questo momento finale conferma l’importanza della continuità: i risultati del primo anno sono solo il punto di partenza per gli sviluppi successivi, e il ciclo di accelerazione continua, ancor più forte e definito, per affrontare le sfide dell’anno successivo.
La metodologia di lavoro delle Task Force Nazionali è suddivisa in quattro step chiave. Ogni fase guida un percorso strutturato per accelerare progetti, sviluppare idee, creare valore condiviso e rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e società civile.
STEP 1: OBIETTIVO (da accelerare)
Attività principali:
Descrizione: Definizione chiara dell'obiettivo specifico da raggiungere
SAL (Stato Avanzamento Lavori): Monitoraggio dell'avanzamento per garantire che ogni iniziativa proceda secondo quando deciso dal gruppo di lavoro
Stakeholder: Identificazione e coinvolgimento degli attori chiave, progressivo e continuo allargamento a nuovi stakeholder
Aspettative: Chiarificazione dei risultati attesi e delle priorità da mettere subito in campo
STEP 2: CALL 4 IDEAS
Attività principali:
Project Team: Composizione del gruppo di lavoro più adatto, ad incremento di nuovi stakeholder
Your Ideas: Raccolta e valorizzazione delle idee innovative sulla tematica posta nell'obiettivo da accelerare
Your Goals: Definizione di obiettivi specifici per ogni azienda parte del team
Stakeholder: Coinvolgimento attivo di vari livelli di stakeholder nella generazione di idee
STEP 3: GIVE BACK
Attività principali:
Progetti: Implementazione di iniziative concrete
Leggi: Proposte legislative e supporto normativo
Cultura: Promozione di una cultura inclusiva e innovativa che restituisce valore alla comunità e rinforza il senso di responsabilità sociale della TFN
STEP 4: NEXT STEPS
Attività principali:
Awards: Riconoscimenti per le migliori pratiche e contributi
Position Paper: Documenti strategici per influenzare le politiche future
Government SAL: Collaborazione istituzionale per monitorare lo stato di avanzamento
✅ Vantaggi complessivi
- 1.Chiarezza e strutturazione
- 2.Partecipazione attiva e diretta
- 3.Innovazione continua
- 4.Impatto tangibile
- 5.Riconoscimento e sviluppo

OBIETTIVI-PROGETTI
Strategie evolutive per l’Intelligenza Artificiale, la Cyber Security e la Trasformazione Digitale
TP Italy
"Reskilling, Upskilling ed intelligenza artificiale per il futuro del lavoro"
Sielte SpA
"Cyber security e nuovi strumenti per la protezione delle infrastrutture aziendali”
Deloitte Italia
"Intelligenza artificiale generativa e processi aziendali: scenari sostenibili per produttività, time consuming, creatività"
Avanade Italy
"IA generativa ed Agenti Intelligenti: nuove prospettive per crescita e benessere di impresa"
Allianz Partners Italia
“Cyber care e nuovi modelli per sicurezza informatica e sostenibilità di impresa”
Concentrix
“Intelligenza artificiale e trasformazione digitale: nuove prospettive per la crescita e la sostenibilità di impresa”
SPS - TXT Group
“Cloud e dati aziendali: nuove opportunità per l'innovazione e la crescita di impresa”
Sirti Digital Solutions
“Intelligenza artificiale per infrastrutture e reti resilienti: verso un nuovo ecosistema”
TP Italy
"Reskilling, Upskilling ed intelligenza artificiale per il futuro del lavoro"

Obiettivo del Team di lavoro è accelerare la diffusione e l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale all’interno delle organizzazioni come volano di crescita e sviluppo. Nel contesto dell’AI Act e della costante innovazione tecnologica, la capacità di risposta e di adattamento delle aziende è fondamentale per la valorizzazione del proprio capitale umano, unico reale fattore di crescita. I lavori si concentreranno sulle strategie per la diffusione di una “cultura” dell’intelligenza artificiale che favorisca un utilizzo costruttivo ed inclusivo. Saranno presentati case history relativi alle best practices di settore. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori ICT, industria, consulenza.
Diego Pisa, CEO, TP Italy Group

Alessandro Alessi, Chief Technology Officer, T3 Group

Elena Cantiani, EU Funding Project Manager Coordinator, Mylia

Cesare D’Angelo, General Manager Kaspersky Italy & Mediterranean, Kaspersky

Emiliano Rantucci, CEO, Avanade

Domenico Raguseo, Head of Cybersecurity, Exprivia

Massimiliano Turazzini, AI Certified Trainer, Vjal Institute

Diego Pisa
- Obiettivo: accelerare la diffusione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle organizzazioni.
- L’IA come leva di crescita, risposta e adattamento.
- Necessaria una “cultura” dell’IA nel tessuto imprenditoriale.
Alessandro Alessi
- Le opportunità offerte dall’IA sono numerose, ma vanno affiancate, non sostituiscono.
- Automatizzazione dei processi per liberare tempo ai professionisti.
- Serve una strategia su misura per l’adozione dell’IA.
Elena Cantiani
- Usare fondi europei e PNRR per promuovere progresso con l’IA.
- Partire dai dati e dalla formazione per la professionalità.
- Sviluppare percorsi su misura e basati su reali necessità.
Cesare D’Angelo
- Mitigare i rischi dell’IA, restando consapevoli e aggiornati.
- IA come leva per creare collegamenti tra mondi diversi (tecnico-umanistico).
- Necessario indagare l'impatto dell’IA sui processi e rivederli.
Emiliano Rantucci
- L’IA genera entusiasmo, ma serve un cambiamento culturale.
- Bisogna cambiare il modo di lavorare, accompagnando le persone.
- Coinvolgimento, trasparenza e formazione sono fondamentali.
Domenico Raguseo
- Definire mission e obiettivi chiari per sfruttare al meglio l’IA.
- Necessaria un’etica per rispettare regole e ruoli.
- Proteggere l’intero ecosistema con responsabilità.
Massimiliano Turazzini
- Il cambiamento è rapido: bisogna sapere cosa succede per innovare.
- La formazione continua è la chiave per consapevolezza e preparazione.
- Agire ogni giorno con pratiche concrete e aggiornamento.
Sintesi
Diego Pisa, CEO di TP Italy Group, ha descritto il profondo impatto che l’intelligenza artificiale ha già esercitato nel mondo del lavoro e delle imprese: l’introduzione dell’IA ha generato una trasformazione radicale, anche se silenziosa, modificando in modo sostanziale le modalità operative e decisionali delle aziende. TP Italy Group è stata testimone diretta di questo cambiamento, che ha causato incertezza tra i lavoratori esperti, non tanto per la perdita del posto, quanto per lo smarrimento del ruolo. Pisa ha sottolineato la necessità di una guida umana consapevole, ribadendo che un’IA priva di strategia ed etica può essere pericolosa. Ha auspicato un cambiamento culturale profondo, con le aziende protagoniste nel definire tempi, modi e valori della trasformazione. In questo processo, la formazione gioca un ruolo chiave: Pisa ha lodato l’esempio virtuoso della Regione Puglia, che ha utilizzato i fondi per la formazione in modo efficace, e ha proposto che questi strumenti siano resi più accessibili per diffondere cultura e competenze digitali.
Alessandro Alessi, Chief Technology Officer di T3 Group, ha illustrato come l’intelligenza artificiale abbia ridefinito il concetto stesso di digitalizzazione, trasformando la semplice adozione di software gestionali in una vera e propria integrazione intelligente dei processi aziendali. Ha mostrato come l’IA consenta di automatizzare task ripetitivi, liberando risorse per attività strategiche, e ne ha evidenziato l’impatto positivo in ambiti come la cybersecurity e il marketing. Tuttavia, ha anche posto l’attenzione sulle sfide future: infrastrutture, protezione e qualità dei dati, e sicurezza. Senza dati affidabili, ha ribadito, nessun algoritmo potrà funzionare correttamente. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di un reskilling sistemico, basato sulla cooperazione tra imprese, università e istituzioni, e ha proposto una maggiore standardizzazione nella governance dei dati e dell’IA per garantire affidabilità e trasparenza.
Elena Cantiani, EU Funding Project Manager Coordinator di Mylia, ha raccontato con entusiasmo il potenziale dei fondi europei per sostenere il reskilling e l’upskilling della forza lavoro. Ha spiegato come tali fondi non solo favoriscano la formazione, ma anche la collaborazione tra università, aziende e reti d’impresa a livello europeo. Ha citato l’esperienza del progetto ARISA, promosso in 21 Stati membri nell’ambito del programma Erasmus+, che ha contribuito a delineare i profili professionali emergenti legati all’intelligenza artificiale. Cantiani ha sottolineato l’importanza di trasferire gli output di questi progetti nel tessuto imprenditoriale, rafforzando la capacità delle aziende di accedere e utilizzare in modo strategico i fondi europei. La cultura dell’IA, ha ribadito, deve essere umana e consapevole, e i percorsi formativi devono essere progettati in coerenza con una visione etica e sostenibile.
Cesare D’Angelo, General Manager di Kaspersky Italy & Mediterranean, ha affrontato il tema della sicurezza informatica, affermando con decisione che il rischio zero non esiste. L’intelligenza artificiale, ha spiegato, non è autonoma ma deve essere gestita con competenza, sia per sfruttarne le potenzialità sia per evitare abusi. D’Angelo ha illustrato come Kaspersky utilizzi l’IA per identificare quotidianamente minacce informatiche su scala globale, ma ha anche evidenziato che la stessa tecnologia viene ormai utilizzata dai criminali informatici. L’elemento umano resta centrale: molti attacchi avvengono per errore umano, per questo è fondamentale la formazione e la consapevolezza. Ha auspicato una maggiore attenzione nei Consigli di amministrazione verso l’IA e la cybersicurezza, proponendo certificazioni e standard oggettivi per i fornitori tecnologici, al di là della sola localizzazione geografica.
Emiliano Rantucci, CEO di Avanade, ha ribadito che l’intelligenza artificiale rappresenta una rivoluzione che coinvolge tutti, non più riservata a specialisti, ma accessibile e capace di influenzare direttamente le attività quotidiane. Avanade ha scelto di affrontare la transizione digitale a partire dalla cultura aziendale, coinvolgendo progressivamente i dipendenti e promuovendo percorsi di upskilling interni. Rantucci ha posto al centro la consapevolezza e l’etica, affermando che l’innovazione tecnologica è davvero utile solo se compresa e accolta dalle persone. Ha proposto una alfabetizzazione culturale all’IA, con il coinvolgimento congiunto di imprese, sistema educativo e istituzioni, per affrontare le trasformazioni in modo condiviso e responsabile.
Domenico Raguseo, Head of Cybersecurity di Exprivia, ha offerto una visione tecnica e realistica dell’IA, sottolineando che, pur rappresentando un’estensione avanzata dell’IT, essa ne condivide fragilità e rischi. Ha spiegato che i sistemi di intelligenza artificiale generativa possono generare errori gravi se alimentati da dati non verificati, e che la sicurezza dell’IA non può prescindere dalla sicurezza dell’intero ecosistema digitale su cui si basa. Raguseo ha richiamato l’attenzione sull’importanza di proteggere le infrastrutture fondamentali, come i DNS, e ha ribadito che non basta proteggere l’applicazione finale: serve una strategia di difesa sistemica. Ha auspicato un’educazione tecnica più profonda, specialmente tra i giovani, e una maggiore consapevolezza etica tra i professionisti.
Massimiliano Turazzini, AI Certified Trainer presso Vjal Institute, ha chiuso il confronto con una riflessione sul ritmo di cambiamento della tecnologia. Ha preferito il concetto di "impermanenza" a quello di "obsolescenza", per indicare un contesto in cui nulla è stabile e ogni pratica va costantemente rivista. Ha paragonato l’IA a un giovane collega brillante ma inesperto, sottolineando come il suo impiego sia già diffuso, spesso in modo non dichiarato. Turazzini ha invitato le aziende a riconoscere formalmente questo uso e a promuovere un apprendimento continuo attraverso piccoli team sperimentali. Solo così, ha affermato, sarà possibile costruire una cultura dell’IA accessibile, umana e utile, basata su pratica quotidiana e consapevolezza collettiva.
PROGETTI
- Diffondere competenze e uso dei fondi
- Nuove strategie e metodologie di apprendimento
- Mettere in comune il know-how
- Certificazioni per fornitori su strumenti di sicurezza
LEGGI
- Standard di sicurezza comuni
- Diritto alla comprensione dell’A.I. e delle altre tecnologie
- Tradurre la visione in policy concrete
CULTURA
- Cultura dell’A.I.
- Uso dell’A.I. per creare cultura e consapevolezza
- Sensibilizzazione sulle tecnologie
- Sviluppo di nuove competenze per generare consapevolezza
- Cultura dell’A.I. come nuovo paradigma delle skill delle persone
- Uso dell’A.I. nella vita quotidiana, non solo da parte delle imprese
- Permettere a tutti di interagire con l’A.I.
- Sinergia virtuosa tra tutti gli stakeholders

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Resta in contatto con il team

Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Sielte Spa
"Cyber security e nuovi strumenti per la protezione delle infrastrutture aziendali”

Obiettivo del Team di lavoro è creare una cultura della cyber security che favorisca la diffusione e l’inserimento, in modo strutturato, di strumenti di cyber security all’interno delle organizzazioni. Gli attacchi informatici sono in costante aumento e si stanno diffondendo in modalità sempre più elaborate e difficili da contrastare: i lavori si concentreranno su nuovi modelli di protezione, a tutela di privacy, sicurezza dei dati, proprietà intellettuale e industriale. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori sanitario, farmaceutico, ICT.
Marco Maccari, Responsabile BU Cyber Security, Sielte SpA

Danilo Cattaneo, CEO, InfoCert

Alessandro De Florentiis, Componente del Dipartimento Innovazione e Competitività, FederTerziario

Mario Esposito, Technical Channel Manager SE, Radiflow

Diego Fasano, CEO, Ermetix

Michele Fiorilli, Solution Architect, Armis

Gerardo Iovane, Professore presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e Matematica Applicata, Università degli Studi di Salerno

Morena La Monaca, CEO, Project Consulting

Cristian Lucci, CEO & Co-founder, Sharelock

Alessandro Marras, Head of Team Shared Services and Information Technology, Acrisure Services

Stefano Pacchioli, COO – Executive Board Member, Dorna WSBK Dorna Italy Holding

Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL Sassari


Marco Maccari
- È fondamentale creare una cultura della cybersecurity per favorire l’adozione diffusa di strumenti di protezione nelle organizzazioni.
- Occorre promuovere nuovi modelli di protezione contro gli attacchi informatici.
- Siamo vulnerabili: serve agire in modo sistemico e consapevole per ridurre i rischi e aumentare la resilienza.
Danilo Cattaneo
- Proteggere le identità digitali dai rischi legati all’intelligenza artificiale.
- Serve un sistema di protezione dai "fake" come la firma digitale.
- È necessaria maggiore consapevolezza e conoscenza.
Alessandro De Florentiis
- La formazione è fondamentale per ridurre errori umani e rischi legati all'IA.
- Utilizzare tecnologie per analizzare la navigazione e prevenire minacce.
- Le assicurazioni possono aiutare a difendersi e rimediare agli attacchi.
Mario Esposito
- Serve un approccio basato sul rischio per le tecnologie di protezione.
- Fondamentali convergenza, monitoraggio e simulazioni di attacco sicure.
- Occorre definire i prossimi passi per migliorare la capacità di difes
Diego Fasano
- L’IA va pensata come uno strumento a servizio della sicurezza.
- Per funzionare, ha bisogno di dati.
- Il comportamento dell’utente è l’anello debole della catena.
Michele Fiorilli
- La tecnologia è ormai parte della vita quotidiana, ma ci rende vulnerabili.
- Bisogna prevenire i rischi legati a questa esposizione costante.
- Serve monitorare e prevedere sulla base dei dati raccolti.
Gerardo Iovane
- Occorre proteggere le attività, non solo i dati: i dati sono una conseguenza.
- Serve un nuovo paradigma basato su strutture neural-driven.
- Ad oggi manca cognizione: bisogna imparare a distinguere tra dati e informazioni.
Morena La Monaca
- Il valore dell’intelligenza artificiale è evidente anche nel contesto della cybersecurity.
- È necessario un ecosistema di governance che accompagni tutte le fasi.
- I rischi vanno gestiti tenendo conto di minacce come le retiverse che mirano ad "avvelenare" i dati.
Cristian Lucci
- La protezione dell’identità digitale è fondamentale: molti attacchi si basano sul furto di identità.
- Serve definire un processo per la sicurezza informatica.
- È importante automatizzare alcuni processi e utilizzare nuove tecnologie.
Sintesi
In un contesto in cui la trasformazione digitale, sebbene rappresenti una grande opportunità, ha esposto cittadini, aziende e infrastrutture a nuove e crescenti vulnerabilità. Marco Maccari, Responsabile BU Sicurezza Informatica, Sielte SpA ha infatti sottolineato che ogni oggetto connesso alla rete – dai dispositivi personali fino alle tecnologie operative – è oggi un possibile punto di ingresso per gli attacchi informatici e le identità digitali, sempre più numerose per ciascun individuo, moltiplichino le superfici di attacco e pongano una sfida enorme alla sicurezza. Diventa quindi fondamentale affrontare questa sfida su più livelli: tecnico, culturale e strategico, con un uso consapevole e governato dell’intelligenza artificiale come alleata nella difesa, ricordando che la stessa tecnologia viene già utilizzata dagli attaccanti. Non va poi dimenticata l’importanza di soluzioni nazionali e di una maggiore reattività nel rapporto tra imprese italiane, fornitori e clienti, anche nell’ottica dell’evoluzione verso scenari dominati da AI e quantum computing.
Danilo Cattaneo, CEO, InfoCert ha affermato che, pur non esistendo una sicurezza assoluta, il sistema italiano ha raggiunto un livello molto alto di protezione, soprattutto grazie a strumenti come l’identità digitale e la firma elettronica qualificata. Tuttavia, in alcune categorie di frodi, circa il 40% degli attacchi viene già realizzato con il supporto dell’intelligenza artificiale, capace di generare contenuti artificiali indistinguibili da quelli autentici. L’auspicio è un cambio di mentalità e un potenziamento della consapevolezza, affinché le persone siano in grado di distinguere tra contenuti firmati e verificabili e quelli potenzialmente falsificati: non va dimenticato che in futuro sarà sempre più necessario firmare digitalmente anche contenuti multimediali e dati generati da oggetti connessi, per garantire tracciabilità, identità e affidabilità, anche nel mondo dell’internet delle cose.
A prendere poi la parola è stato Alessandro De Florentiis, Componente del Dipartimento Innovazione e Competitività, FederTerziario che ha illustrato le tre direttrici principali su cui si è orientata la propria azione per rafforzare la sicurezza informatica delle piccole e medie imprese: la prima linea d’intervento è stata la formazione, poiché circa il 90% degli attacchi cyber deriva da un errore umano, e il 70% di quelli che vanno a buon fine sono legati a scarsa consapevolezza e per metterla in pratica sono stati realizzati strumenti semplici come pillole video, assistenti virtuali e contenuti educativi per accrescere la coscienza dei rischi digitali. Serve un maggiore accesso a soluzioni tecnologiche scalabili e sostenibili, come sistemi di monitoraggio del traffico in modalità SaaS, per rendere la sicurezza accessibile anche a chi ha risorse limitate. Ha inoltre promosso la diffusione delle assicurazioni cyber, in grado non solo di fornire supporto post-attacco, ma anche di aiutare le aziende a valutare preventivamente il proprio livello di esposizione al rischio.
Per Mario Esposito, Technical Channel Manager SE, Radiflow è fondamentale affrontare il tema della cybersicurezza adottando un approccio basato sul rischio, in particolare alla luce della crescente convergenza tra ambienti IT (Information Technology) e OT (Operational Technology). Questa integrazione, sempre più diffusa, espone le infrastrutture critiche – come quelle dei settori energetico, dei trasporti, bancario e idrico – a minacce informatiche più sofisticate e mirate. In Italia, molte realtà industriali, soprattutto quelle manifatturiere di piccole e medie dimensioni, risultano particolarmente vulnerabili a questi attacchi. Per contrastare efficacemente tali rischi, è essenziale che le aziende adottino strumenti di monitoraggio avanzati, in grado anche di simulare attacchi in ambienti controllati, così da valutare concretamente il livello di esposizione delle proprie reti. L’introduzione di queste tecnologie deve andare di pari passo con una piena adesione alle normative vigenti, come la direttiva NIS 2, e con un costante aggiornamento rispetto alle evoluzioni del quadro regolatorio europeo in materia di sicurezza informatica.
Secondo Diego Fasano, CEO, Ermetix, l’intelligenza artificiale, in particolare nella sua declinazione generativa, sta trasformando profondamente il panorama della cybersecurity. La capacità di elaborare grandi volumi di dati in tempi rapidissimi ha reso possibili nuove forme di minaccia, come truffe via e-mail sempre più sofisticate e difficili da rilevare ed inoltre, la digitalizzazione accelerata che ha coinvolto tutti i settori ha ampliato in modo significativo la superficie d’attacco, esponendo le aziende a rischi informatici sempre più complessi. In questo scenario, dispositivi spesso considerati secondari – come sistemi di condizionamento, videocamere di sorveglianza o apparecchiature elettromedicali – risultano particolarmente vulnerabili. Questi strumenti, spesso connessi alla rete senza essere stati progettati con adeguati criteri di sicurezza, rappresentano oggi potenziali punti di accesso per attacchi sofisticati.
Per far fronte a queste nuove minacce, per Michele Fiorilli, Solution Architect, Armis si rende necessario un approccio proattivo che combini l’analisi comportamentale dei dispositivi con un monitoraggio continuo supportato dall’intelligenza artificiale. L’obiettivo è anticipare le vulnerabilità, rilevando segnali anomali prima che possano essere sfruttati. L’utilizzo di sistemi passivi e soluzioni cloud consente di identificare attività sospette in tempo reale, favorendo un intervento preventivo che può neutralizzare l’attacco prima che si manifesti concretamente.
In ambito accademico, si sta sviluppando un nuovo approccio alla protezione delle attività digitali che pone l'accento non tanto sul dato in sé, quanto sull’informazione che da esso si ricava. Questa distinzione tra dato e informazione consente di elaborare strategie in cui un eventuale attacco ai dati non compromette necessariamente l’accesso o la comprensione dell’informazione, aumentando così la resilienza dei sistemi. Gerardo Iovane, professore presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e Matematica Applicata dell’Università degli Studi di Salerno, ha presentato un paradigma innovativo basato su una rete neurale cognitiva. Questo modello si distingue per la capacità di elaborare non solo secondo una sequenza temporale lineare, ma anche attraverso una dimensione più complessa, che include elementi come la memoria, la creatività e l'immaginazione. L’idea centrale è che per affrontare davvero le sfide attuali in ambito cyber e oltre, l’intelligenza artificiale debba essere resa più “umana”. Sebbene le tecnologie generative abbiano compiuto passi enormi, rimane ancora un vuoto in termini di cognizione e immaginazione: due capacità fondamentali per una vera evoluzione dell’IA.
L’intelligenza artificiale ha ormai assunto un ruolo trasformativo in numerosi settori, compresa la cybersecurity. Il suo impatto, tuttavia, è ambivalente: da un lato potenzia le capacità di difesa contro il cybercrimine, dall’altro fornisce nuovi strumenti anche agli attori malevoli. Tra le minacce emergenti, particolarmente rilevante è il rischio rappresentato dalle cosiddette reti avversarie, capaci di ingannare i modelli di IA interferendo con il loro processo di apprendimento o alterandone il comportamento operativo. In questo contesto, Morena La Monaca, CEO di Project Consulting, ha evidenziato l’urgenza di creare un solido ecosistema di governance per l’intelligenza artificiale. Tale governance dovrebbe garantire la protezione dell’intero ciclo di vita dell’IA: non solo durante la fase di addestramento dei modelli, ma anche nel loro utilizzo concreto. L’obiettivo è prevenire manipolazioni invisibili ma dannose, assicurando che l’IA resti efficace e sicura anche di fronte ad attacchi sofisticati e furtivi.
La protezione dell’identità digitale è emersa come una delle principali priorità nel panorama della cybersecurity del 2024, rappresentando il vettore di attacco più sfruttato. Una parte significativa delle violazioni ha coinvolto identità digitali non correttamente gestite o sovraprovvigionate, come account inattivi, dimenticati o non più sotto controllo. Cristian Lucci, CEO & Co-founder di Sharelock, ha proposto un modello di sicurezza fondato sul principio dell’“identity first”, in cui le informazioni relative all’identità digitale sono integrate in profondità nei sistemi di difesa. In questo approccio, l’intelligenza artificiale gioca un ruolo chiave, soprattutto nell’analisi comportamentale, permettendo di individuare segnali deboli e anomalie all’interno dei flussi operativi quotidiani. Lucci ha inoltre evidenziato l’importanza di sviluppare modelli linguistici specificamente pensati per la sicurezza, addestrati su dati aziendali e non su modelli generalisti, al fine di garantire una maggiore aderenza al contesto operativo reale e una protezione più mirata.
Nel contesto della trasformazione digitale, i dati sono diventati una risorsa strategica, spesso paragonata al “nuovo petrolio”, ma al tempo stesso una delle più esposte ai rischi informatici. Se un tempo le minacce riguardavano il furto fisico di documenti, oggi i pericoli si manifestano attraverso attacchi digitali come phishing, ransomware e compromissione dell’identità digitale. La digitalizzazione, pur portando enormi benefici, ha infatti ampliato notevolmente la superficie d’attacco. Alessandro Marras, Head of Team Shared Services and Information Technology presso Acrisure Services, ha indicato la necessità di adottare un modello di sicurezza basato su controlli continui, crittografia end-to-end e monitoraggio proattivo. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del machine learning in questo ambito consente di anticipare le minacce e reagire in modo tempestivo. Un ruolo centrale è attribuito anche alla formazione del personale, spesso identificato come l’anello debole nella catena della sicurezza. Strumenti come il cloud e la blockchain vengono proposti come soluzioni chiave per garantire protezione, tracciabilità e integrità dei dati in un ecosistema digitale sempre più complesso.
Progetti
- Creare piattaforme condivise per la gestione della sicurezza e il monitoraggio dei dati (es. Armis, Project Consulting).
- Sviluppare soluzioni come app con pillole informative e suggerimenti pratici per la sicurezza (es. Ermetix).
- Favorire collaborazione tra aziende e istituzioni per costruire sistemi di governance a 360° e promuovere il bene comune.
Leggi
- Modificare le leggi per aggiornarle agli standard di sicurezza attuali, attraverso una task force dedicata.
- Rendere obbligatoria la formazione sull’identità digitale e collaborare per definire certificazioni comuni.
- Le istituzioni devono ascoltare i bisogni delle aziende per creare normative più efficaci e applicabili.
Cultura
- Promuovere la cultura della cybersecurity con approcci come lo Zero Trust e il coinvolgimento diretto delle istituzioni.
- Sensibilizzare utenti e collaboratori, con formazione nelle aziende e per gli addetti ai lavori.
- Sviluppare consapevolezza diffusa sulla sicurezza dei dati e sull’importanza di comportamenti corretti.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Deloitte Italia
"Intelligenza artificiale generativa e processi aziendali: scenari sostenibili per produttività, time consuming, creatività"

Obiettivo del Team di lavoro è lavorare per l’aumento della diffusione di strumenti di intelligenza artificiale generativa all’interno delle organizzazioni, per l’efficacia e l’efficienza dei processi, e per la sostenibilità. I lavori si concentreranno sulle strategie per sensibilizzare le organizzazioni e supportarle concretamente nel processo di inserimento di tali strumenti in tutti i processi produttivi e, in generale, aziendali e sugli effetti positivi in termini di abbattimento dell’impatto ambientale. In particolare, l’inserimento strutturato dell’Intelligenza artificiale Generativa consente l’abbattimento dell’impatto ambientale delle attività.
Alfredo Maria Garibaldi, AI & Data Leader, Deloitte Italia

Massimo Dal Checco, Presidente, Anitec-Assinform

Stefano De Alessandri, CEO, ANSA

Marco De Flora, SERVICE Director, KONE

Marco Iuorio, Direttore Transizione Digitale, Ance (Confindustria) - Associazione Nazionale Costruttori Edili

Marco Massenzi, CEO, Teleconsys

Marco Mellia, Full Professor, Politecnico di Torino, Co-Founder, Ermes Cyber Security

Pietro Piccinetti, CEO, Infratel

Diego Pisa, CEO, TP Italy Group

Francesca Portincasa, Direttrice Generale, Acquedotto Pugliese

Giordano Sassaroli, Head of Product, ELITE-Gruppo Euronext

Fabio Sbianchi, CEO, Wallife

Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL Sassari


Massimo Dal Checco
- L’IA cresce rapidamente anche tra PMI e ha un impatto significativo sul bilancio.
- Permane paura nel mettere i dati in cloud, soprattutto per motivi di fiducia.
- La sicurezza è fondamentale per favorire l’adozione.
Stefano De Alessandri
- L’IA generativa può sostituire attività ripetitive, ma va usata con attenzione.
- C’è un rischio legato a deepfake, disinformazione e impatto sul processo democratico.
- Serve uno strumento potente ma da gestire con consapevolezza.
Marco De Flora
- Promuovere modelli di manutenzione predittiva per prevenire danni.
- La raccolta costante di dati consente interventi tempestivi.
- Importante il dialogo tra IA e tecnologie per edifici smart.
Marco Iuorio
- L’I.A. non è una panacea: serve un approccio fisico.
- Usare algoritmi per prevedere la domanda a livello locale.
- Ottimizzare i servizi idrici.
Marco Massenzi
- L’IA generativa è sempre più "agentica", capace di decidere e interagire autonomamente.
- Occorre intervenire sulle architetture per affrontare le nuove sfide.
- Si va verso un approccio multi-cloud nella gestione dei dati.
Marco Mellia
- L’IA generativa offre grandi opportunità, ma anche sfide.
- Le soluzioni vanno personalizzate con dati puliti e sicuri.
- Non è una bacchetta magica: serve garanzia di sicurezza.
Pietro Piccinetti
- Ridurre il divario digitale grazie all’I.A., utilizzata come strumento chiave per una pianificazione più precisa e strategica.
- Sfruttare l’I.A. per il monitoraggio continuo delle performance aziendali, favorendo decisioni data-driven.
- Garantire sostenibilità attraverso tecnologie intelligenti in grado di ottimizzare il consumo energetico.
Diego Pisa
- Utilizzare l’I.A. per migliorare le performance aziendali, con particolare attenzione alla produttività e alla qualità dei risultati.
- Rafforzare le relazioni con i clienti attraverso tecnologie che migliorano la personalizzazione e l’efficienza del customer journey.
- Investire nello sviluppo di nuove competenze (skills) a tutti i livelli dell’organizzazione, per supportare il cambiamento digitale.
Giordano Sassaroli
- Spingere sulla crescita del business grazie all’analisi dei dati, sempre più centrale per il successo aziendale.
- Investire in risorse (umane e tecnologiche) che abilitino l’adozione dell’I.A. generativa in modo efficace.
- Dimostrare come gli investimenti in tecnologie avanzate possano generare un ritorno concreto in termini di innovazione e competitività.
Fabio Sbianchi
- Scomporre i processi aziendali in parti più semplici per individuare con precisione dove e come intervenire.
- Valorizzare il ruolo della componente umana nell’intervento, affiancando l’intelligenza artificiale con intelligenza emotiva e giudizio critico..
Flavio Sensi
- Automatizzare i sistemi di gara per semplificare le procedure e abbattere i costi, aumentando la trasparenza.
- Utilizzare strumenti di traduzione istantanea per colmare gap informativi, specialmente in ambienti internazionali o complessi.
- Impiegare l’I.A. nella medicina predittiva per prevenire cronicità e ridurre rischi e incidenti attraverso un approccio proattivo.
Sintesi
Alfredo Maria Garibaldi, AI & Data Leader, Deloitte Italia ha inquadrato l’intelligenza artificiale come una trasformazione epocale, paragonabile all’introduzione dell’iPhone nel 2007. La diffusione di ChatGPT nel 2022 ha infatti segnato un momento spartiacque, aprendo l’IA anche al grande pubblico e con nessuna organizzazione che potrà restare indifferente a questo cambiamento. A proposito di ciò, sono tre le traiettorie di adozione dell’IA nelle aziende: la creazione di valore tramite nuovi modelli di business, l’ottimizzazione dei processi e il miglioramento della relazione con i clienti e cittadini. Tra esempi pratici già realizzati, l’uso della computer vision per ridurre gli sprechi alimentari e la semplificazione automatica dei testi legali. Le opportunità sono concrete ma richiedono un’attivazione strutturata e consapevole da parte delle imprese.
Il mercato italiano dell’intelligenza artificiale ha registrato una crescita significativa, con un incremento del 34,8% nel 2024 e una spesa che ha sfiorato i due miliardi. Per Massimo Dal Checco, Presidente, Anitec-Assinform le grandi imprese hanno già cominciato a integrare l’IA nei propri processi, mentre tra le piccole e medie imprese l’adozione è ancora molto bassa, attorno al 6-7%. Inoltre, la cultura digitale non è ancora sufficientemente diffusa e persistono timori legati all’uso del cloud e alla sicurezza dei dati. Bisogna lavorare sulla consapevolezza delle PMI, accompagnandole attraverso esempi pratici e concreti, capaci di mostrare l’impatto dell’IA sui risultati aziendali. Serve inoltre costruire percorsi di alfabetizzazione digitale che tocchino non solo gli strumenti, ma anche la strategia dei dati e la sicurezza informatica, ancora troppo spesso percepita come un costo e non come un investimento. La centralità delle competenze interne, fondamentali per un’adozione efficace e sostenibile dell’innovazione, non va dimenticata.
Marco De Flora, SERVICE Director, KONE ha raccontato come l’azienda sia stata pioniera nell’introduzione dell’intelligenza artificiale all’interno dei propri sistemi elevatori, trasformando radicalmente il modo in cui vengono svolte le attività di manutenzione. Grazie all’integrazione con l’Internet of Things, l’azienda ha potuto sviluppare soluzioni di manutenzione predittiva, capaci di intervenire prima che si verifichino guasti, migliorando la sicurezza e l’efficienza degli impianti e l’intelligenza artificiale ha inoltre contribuito a ottimizzare i flussi di lavoro, la logistica e i servizi aggiuntivi per i clienti. L’obiettivo è proseguire lungo la strada dell’innovazione, puntando su un’adozione sempre più intelligente e personalizzata della tecnologia e per farlo KONE sta già sperimentando nuove soluzioni capaci di integrare i propri ascensori con sistemi intelligenti di gestione dei flussi di persone e di oggetti, rendendo gli edifici non solo più smart, ma anche più sostenibili e funzionali.
Marco Iuorio, Direttore Transizione Digitale, Ance (Confindustria) – Associazione Nazionale Costruttori Edili ha portato l’attenzione sul ritardo strutturale che caratterizza il settore delle costruzioni in tema di digitalizzazione. Pur rappresentando globalmente un mercato da 15 trilioni di dollari e occupando il 9% della forza lavoro, ha spiegato che il comparto investe mediamente solo l’1% dei ricavi in innovazione tecnologica. A livello italiano, ha raccontato che un’indagine condotta da ANCE ha mostrato come il 60% delle imprese consideri l’intelligenza artificiale un fattore competitivo, mentre il 50% si sia detto pronto a investire. Circa un terzo ha già iniziato a sperimentare l’AI nei propri processi. In risposta a questi dati, ANCE ha deciso di tracciare una roadmap per accompagnare le imprese in un percorso di trasformazione digitale concreto. Dopo aver analizzato oltre 100 casi d’uso, l’associazione ha individuato sei domini applicativi in cui l’AI può generare valore, con particolare attenzione alle fasi di gara e alla compliance normativa. Iuorio ha sottolineato che l’obiettivo è rendere l’innovazione accessibile anche alle PMI, puntando su soluzioni scalabili, tecnicamente fattibili e capaci di garantire un ritorno misurabile.
Marco Massenzi, CEO, Teleconsys ha evidenziato come l’intelligenza artificiale generativa abbia già iniziato a trasformare radicalmente le aziende, obbligando l’IT a rivedere strategie, infrastrutture e modalità d’interazione tra uomo e macchina. Ha sottolineato che non si tratta più di uno strumento limitato alla predizione o all’automazione, ma di una tecnologia che pervade le applicazioni, la gestione dei dati e l’interfaccia utente. Ha inoltre introdotto il concetto emergente di AI “agentica”, capace di percepire l’ambiente, prendere decisioni autonome e agire, generando nuove sfide tecniche e architetturali. Per affrontare questa evoluzione, la proposta è un ripensamento profondo dell’intera architettura IT, suggerendo soluzioni come l’adozione di infrastrutture ibride e multicloud, una gestione avanzata dei dati tramite moderni data lakehouse, e una maggiore attenzione all’interoperabilità tra i sistemi. Serve inoltre rafforzare la sicurezza contro nuove minacce legate all’intelligenza artificiale, come il prompt injection o i rischi legati alla trasparenza e all’affidabilità degli algoritmi.
L’intelligenza artificiale ha un potenziale incredibile, soprattutto in ambito cyber security. Lo sa bene Marco Mellia, Full Professor, Politecnico di Torino, Co-Founder, Ermes Cyber Securityche ha spiegato come questa tecnologia consenta oggi di prevedere le mosse degli attaccanti ancora prima che vengano eseguite, offrendo scenari che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza. Allo stesso tempo, la diffusione della generative AI comporta nuove sfide tecniche e culturali, prima fra tutte l’illusione che essa sia una bacchetta magica. Per un’adozione realmente efficace dell’intelligenza artificiale sia necessario affrontare alcuni nodi cruciali: la customizzazione dei modelli nei contesti specifici delle singole aziende, la qualità e la disponibilità dei dati da utilizzare per il training, e soprattutto il problema della fiducia nei risultati prodotti. Ha sottolineato l’importanza di implementare pratiche solide di verifica dei risultati, oltre a tecniche che garantiscano la protezione dei dati sensibili impiegati nei processi di apprendimento. Solo così si potrà evitare che un sistema promettente si trasformi in un rischio sottovalutato.
Pietro Piccinetti ha evidenziato come Infratel, azienda di cui è CEO, si trovi nel pieno di una sfida complessa ma già ben avviata, quella del ridurre il digital divide: ad esempio il completamento del 99,9% delle reti è previsto entro il 2025, mentre i progetti del PNRR dovrebbero essere ultimati entro metà 2026. Inoltre, è stato conseguito il risultato del collegamento delle 21 isole minori, realizzato in soli 12 mesi grazie anche all’impiego dell’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda l’AI, è già utilizzata per ottimizzare la pianificazione delle reti e la manutenzione, generando efficienza operativa e risparmi energetici. Tuttavia, questo comporta una crescente domanda di energia legata allo sviluppo tecnologico e ai Data Center. Per il futuro, si auspica un utilizzo sempre più avanzato dell’intelligenza artificiale, non solo per ottimizzare le infrastrutture di rete, ma anche per rendere i processi più sostenibili. La necessità è di potenziare la produzione energetica, soprattutto al Sud, e di farlo in modo pulito ed efficiente, per rispondere all’aumento dei consumi dovuto alla trasformazione digitale. L’obiettivo è costruire un sistema tecnologico che sia insieme evoluto e rispettoso delle esigenze ambientali ed energetiche del Paese.
Non solo l’intelligenza artificiale come leva per migliorare la performance umana, sia nei servizi offerti ai clienti sia nei processi interni dell’azienda. Diego Pisa, CEO di TP Italy Group ha posto l’attenzione al tema della sicurezza, con campagne interne di sensibilizzazione sulla cyber security, per prevenire comportamenti a rischio legati all’uso inconsapevole di strumenti AI esterni come ChatGPT. Per il futuro, la previsione è un’espansione dell’AI nei processi HR, in particolare nel recruiting, dove l’automazione dei primi filtri dei CV ha già prodotto ottimi risultati. Intende proseguire nel rafforzamento della cultura aziendale sull’uso consapevole dell’AI e promuovere politiche di reskilling e upskilling per far fronte al cambiamento dei ruoli professionali, valorizzando la componente emotiva e relazionale dell’interazione umana, che resta centrale anche nell’era dell’intelligenza artificiale.
Acquedotto Pugliese ha integrato l’intelligenza artificiale nei processi strategici e operativi, con un focus particolare sullo smart water management. Come raccontato da Francesca Portincasa, Direttrice Generale, Acquedotto Pugliese l’AI viene utilizzata per analisi predittive su pressioni, perdite e fabbisogni idrici, grazie all’uso combinato di sensori, smart metering e reti di trasmissione dati. In tre aree turistiche (Gallipoli, Vieste e Polignano a Mare) sono stati attivati progetti pilota che prevedono l’uso di IA per prevedere i picchi di consumo durante l’estate. L’obiettivo è trasformare l’intelligenza artificiale in un membro attivo del team, in grado di supportare le decisioni in tempo reale, migliorare la distribuzione dell’acqua e aumentare la resilienza delle infrastrutture idriche. L’intento è garantire continuità del servizio anche in presenza di crisi idriche, migliorando al tempo stesso la comunicazione verso gli utenti e la capacità del territorio di accogliere turisti con certezze operative.
La media impresa italiana è consapevole del potenziale dell’intelligenza artificiale generativa, ma opera con risorse limitate e tende ad allocarle su progetti a ritorno più immediato e concreto. In molti settori, come quello manifatturiero, non c’è ancora una pressione competitiva legata all’adozione di IA. Tuttavia, è crescente l’attenzione alla qualità, proprietà e governance dei dati. Come sottolineato da Giordano Sassaroli, Head of Product, ELITE-Gruppo Euronext l’adozione dell’IA può portare benefici significativi in termini di produttività, qualità del lavoro e capacità di affrontare operazioni straordinarie. Le imprese che iniziano questo percorso avranno vantaggi culturali (mentalità innovativa), strutturali (dati trasparenti e ben gestiti), e finanziari (accesso a fondi pubblici e privati dedicati alla trasformazione tecnologica). Investire oggi consente di posizionarsi meglio nel mercato e attrarre nuova liquidità.
Fabio Sbianchi, CEO di Wallife evidenzia come l’intelligenza artificiale, ormai pervasiva in ogni settore, stia ridefinendo profondamente i modelli produttivi e generando nuovi rischi, spesso ancora privi di un inquadramento normativo e tecnico chiaro. Il settore assicurativo si confronta con l’urgenza di interpretare queste esposizioni, che vanno oltre i parametri tradizionali, soprattutto quando l’uso scorretto dell’IA può compromettere reputazione o continuità aziendale. Secondo Sbianchi, è necessario ripensare i modelli assicurativi alla luce della natura sistemica e veloce dell’innovazione tecnologica. Occorre un approccio interdisciplinare, capace di integrare competenze tecniche, culturali e creative, per sviluppare nuove forme di copertura. Governare l’IA richiede visione e capacità di reinventare i processi, affinché la protezione evolva in linea con la trasformazione digitale in atto.
Per Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL Sassari Il sistema sanitario italiano si trova a dover gestire una grande mole di attività amministrative ripetitive, procedure complesse e una crescente domanda da parte di cittadini, anche stranieri. Le attività di front-office e back-office sono spesso inefficienti. I processi clinici, in particolare sulla prevenzione del rischio e sulla gestione delle cronicità, faticano ad evolvere in senso predittivo. L’intelligenza artificiale può semplificare e automatizzare i procedimenti amministrativi (es. gare d’appalto), migliorare la comunicazione multilingue tra operatori e pazienti, aumentare la sicurezza nei reparti tramite la previsione degli eventi sentinella e abilitare una medicina predittiva basata su dati genetici, ambientali e clinici integrati nel Fascicolo Sanitario Elettronico. La prevenzione sostituirà la sola gestione della cronicità.
In conclusione Stefano De Alessandri, CEO, ANSA ha ribadito la presenza dell’AI nel mondo dell’editoria, in particolare quella classificativa, utilizzata per automatizzare processi a basso valore come la scrematura delle notizie estere. Tuttavia, l’intelligenza artificiale generativa pone rischi crescenti per l’informazione, tra cui la diffusione di deepfake, la sostituzione dell’essere umano e la perdita di credibilità delle fonti. Il mondo dei media ha già subito due rivoluzioni (rete e social) e ora si trova di fronte a una terza, potenzialmente più profonda. L’IA deve diventare uno strumento abilitante, non sostitutivo, capace di potenziare il lavoro giornalistico rendendolo più efficiente. L’obiettivo è selezionare e indirizzare flussi enormi di informazioni (come 80.000 notizie in più lingue al giorno) verso gli operatori umani, migliorandone la capacità di scelta e reazione. Serve regolamentazione e consapevolezza per evitare impatti sulla tenuta democratica: 'IA può amplificare l’efficienza editoriale, ma va gestita con etica e attenzione.
PROGETTI
- Condivisione e valorizzazione dei casi studio: creare esempi concreti di applicazione dell’I.A. generativa, partendo dai "champions", per ispirare e guidare altre realtà.
- Piattaforme collaborative: sviluppare ambienti digitali dove raccogliere, condividere e moltiplicare progettualità tra aziende, istituzioni e territori.
- Filiera e competenze: rafforzare le connessioni tra attori (es. Infratel, ELITE) per generare capitale umano e competenze, in una logica di ecosistema.
LEGGI
- Condivisione e valorizzazione dei casi studio: creare esempi concreti di applicazione dell’I.A. generativa, partendo dai "champions", per ispirare e guidare altre realtà.
- Piattaforme collaborative: sviluppare ambienti digitali dove raccogliere, condividere e moltiplicare progettualità tra aziende, istituzioni e territori.
- Filiera e competenze: rafforzare le connessioni tra attori (es. Infratel, ELITE) per generare capitale umano e competenze, in una logica di ecosistema.
CULTURA
- Diffusione della "Patente Europea dell’I.A.": promuovere un sistema di certificazione delle competenze per un uso consapevole e responsabile dell’I.A.
- Formazione massiva: investire in programmi educativi capillari che coinvolgano aziende, enti e cittadini per colmare il gap culturale e digitale.
- Creare consapevolezza: rafforzare la cultura dell’I.A. come strumento abilitante per l’inclusione, la sostenibilità e la competitività.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Avanade Italy
"IA generativa ed Agenti Intelligenti: nuove prospettive per crescita e benessere di impresa"

Obiettivo del team di lavoro sarà quello di aumentare i livelli di diffusione dell’IA generativa all’interno delle organizzazioni, per creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo. I lavori si concentreranno, inoltre, sulle prospettive future dell'IA Generativa: saranno analizzati i possibili scenari di evoluzione ed il relativo impatto sulle competenze richieste ai professionisti in azienda. Saranno infine valutate le opportunità relative agli Agenti Intelligenti, ed i vantaggi in termini di automatizzazione ed ottimizzazione di processi complessi, a beneficio di produttività, creatività, benessere in azienda. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori industria, sanità, trasporti, ICT.
Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade Italy

Maria Grazia Bizzarri, Chief Human Resources Officer, Italiaonline

Roberto Cavicchini, CIO, MAPEI

Francesco Ciuccarelli, Chief Innovation & Technology Officer, Alpitour World

Camilla Folladori, Chief Strategy Officer, Flutter SEA

Luigi Gangitano, Chief of Digital Innovation, POLIMI Graduate School of Management

Marco Maccari, Responsabile BU Cyber Security, Sielte SpA

Giovanna Menzaghi, Presidente, Associazione Smart cities Italy, Co Founder, ALFASSA

Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus

Emiliano Rantucci
- Obiettivo primario: accelerare la diffusione dell’IA generativa nelle organizzazioni.
- L’IA può creare nuove opportunità di crescita e trasformazione.
- È essenziale comprendere scenari futuri, evoluzione, impatto sulle competenze e sulle professioni.
Maria Grazia Bizzarri
- Le tecnologie devono supportare le persone, non sostituirle.
- L’IA generativa è uno strumento per generare contenuti, non il fine.
- Va accompagnata da un’evoluzione delle competenze nelle aziende.
Roberto Cavicchini
- L’IA generativa può migliorare processi e formazione.
- Permette la generazione di contenuti utili a vari ambiti aziendali.
- Aumenta la qualità e la quantità della formazione disponibile.
Francesco Ciuccarelli
- L’IA risponde a una sfida culturale e deve essere guidata dalla governance.
- Serve definire una strategia di utilizzo chiara.
- È fondamentale una piattaforma e un'architettura dedicate.
Camilla Folladori
- L’IA è una forza trasformativa che deve partire dalle persone.
- Serve un approccio democratico e partecipativo.
- Va superata la paura del cambiamento attraverso il coinvolgimento.
Luigi Gangitano
- Importante mappare le competenze per affrontare il cambiamento.
- Usare l’IA per supportare il progresso organizzativo.
- Le aziende devono costruire un ecosistema di apprendimento e formazione.
Marco Maccari
- I rischi dell’IA vanno gestiti tramite sicurezza, etica e costante revisione.
- L’IA può essere attaccata, serve proteggerla con infrastrutture robuste.
- È necessario mettere al centro le persone per un uso consapevole.
Monica Moz
- L’IA nella sanità può ridurre tempi e burocrazia.
- L’IA Act è un primo passo verso una regolamentazione efficace.
- Serve un quadro etico condiviso da medici e pazienti per fiducia e trasparenza.
Sintesi
Secondo Emiliano Rantucci, Country Manager di Avanade, l’intelligenza artificiale generativa sta assumendo un ruolo centrale nei processi di innovazione, con applicazioni che spaziano dalla creazione di contenuti all’automazione e al supporto decisionale. Tuttavia, la sua diffusione all’interno delle organizzazioni è ancora limitata e ostacolata dalla carenza di competenze adeguate. Il sistema educativo non risponde ancora in modo strutturato alle nuove esigenze formative.
Affinché l’IA generativa diventi leva di crescita sostenibile, è necessario promuoverne un’adozione consapevole e accessibile. Rantucci, inoltre, ha evidenziato l’urgenza di un’alleanza tra imprese, istituzioni e mondo accademico, finalizzata a sviluppare competenze tecniche e culturali diffuse. La formazione deve precedere l’adozione tecnologica, rendendo l’innovazione un patrimonio condiviso e inclusivo.
Nell’adozione dell’intelligenza artificiale, spesso orientata all’efficienza e all’automazione, è presente il rischio di trascurare la dimensione umana, ma secondo Maria Grazia Bizzarri, Chief Human Resources Officer di Italiaonline, nel contesto della trasformazione digitale, le persone devono rimanere centrali; inoltre, la gestione del cambiamento risulta ancora frammentata e la consapevolezza interna alle organizzazioni necessita di ulteriore sviluppo.
Per Bizzarri, l’AI generativa deve diventare uno strumento abilitante al servizio delle persone, capace di migliorare le relazioni con i clienti e supportare i percorsi di crescita professionale. È necessario agire sul piano culturale e organizzativo, promuovendo momenti di confronto strutturato all’interno delle aziende. Solo così sarà possibile costruire una governance partecipata dell’innovazione, dove tecnologia e umanità si integrano in modo sinergico.
Roberto Cavicchini, CIO di MAPEI, ha rilevato che l’intelligenza artificiale generativa sta già incidendo positivamente sui processi aziendali, migliorando efficienza, personalizzazione e rapidità operativa. Tuttavia, l’adozione resta spesso limitata da una carenza di competenze specifiche e da una formazione ancora poco strutturata, insufficiente a garantire un utilizzo consapevole e qualificato degli strumenti disponibili.
Per questa ragione, è necessario investire in una formazione avanzata e diffusa, in grado di coniugare qualità dei contenuti e ampiezza della platea formata. L’AI deve diventare parte integrante dei flussi di lavoro, accessibile a tutti e non riservata a pochi specialisti. Solo la costruzione di una cultura aziendale orientata all’apprendimento continuo e alla sperimentazione potrà trasformare il potenziale tecnologico in valore.
Anche Francesco Ciuccarelli, Chief Innovation & Technology Officer di Alpitour World, ha osservato che l’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più centrale nei modelli di business, anche se la sua adozione avviene spesso in modo frammentato e con una visione ancora limitata al supporto operativo. La principale criticità risiede nella mancanza di una cultura organizzativa matura e di una governance strutturata in grado di valorizzare l’AI come leva strategica.
È, dunque, opportuno un cambio di paradigma, per cui l’AI deve essere trattata come un fattore produttivo a tutti gli effetti, integrato nei processi aziendali attraverso piattaforme e modelli di governance dedicati. Solo un approccio consapevole e guidato, che unisca visione strategica, controllo e cultura del dato, può trasformare l’intelligenza artificiale in un asset strutturale per la crescita sostenibile e competitiva delle imprese.
Ad ogni modo, l’intelligenza artificiale sta progressivamente trasformando il modo in cui le imprese operano e creano valore. Questa l’idea di Camilla Folladori, Chief Strategy Officer di Flutter SEA, che ha riscontrato come l’adozione sia spesso priva di una direzione strategica condivisa e si scontri con una limitata consapevolezza diffusa tra i diversi livelli organizzativi. Manca un approccio inclusivo che consenta a tutti gli attori di comprendere appieno strumenti, finalità e implicazioni.
Per Folladori, è necessario sviluppare una roadmap chiara e un approccio partecipativo all’integrazione dell’AI. La tecnologia deve essere accompagnata da una governance trasparente, regole condivise e un coinvolgimento attivo di tutti i livelli aziendali. Solo un processo guidato da valori e visione strategica può trasformare l’intelligenza artificiale in un vero acceleratore di innovazione sostenibile e diffusamente accessibile.
Secondo Luigi Gangitano, Chief of Digital Innovation, POLIMI Graduate School of Management, l’intelligenza artificiale, come viene comunemente utilizzata, è ancora legata a interazioni generiche e decontestualizzate, dove l’utente deve fornire il contesto ogni volta. Nella formazione, molte esperienze digitali si fermano a questo livello. Tuttavia, POLIMI ha intrapreso un percorso diverso: attraverso la piattaforma Flex, sta lavorando su modelli personalizzati degli studenti, mappando competenze, obiettivi e dati di interazione per creare un'esperienza educativa su misura, sfruttando l’intelligenza artificiale solo come supporto e mai in sostituzione del valore umano, come quello rappresentato dal docente.
La direzione auspicata è una formazione sempre più personalizzata, basata su modelli individuali di apprendimento e integrata nei contesti di vita e lavoro. L’intelligenza artificiale dovrebbe diventare un supporto adattivo e consapevole, capace di cogliere anche lo stato emotivo dello studente, come già avviene nello sport. In ambito aziendale, il modello potrà estendersi a strumenti capaci di guidare le persone nella formazione just-in-time, identificando le competenze mancanti rispetto a un progetto e colmando i gap nel momento giusto. L’obiettivo finale è combinare dati, tecnologia e relazione umana per una formazione continua, profonda e realmente trasformativa.
A seguire, Marco Maccari, Responsabile BU Cyber Security di Sielte SpA, ha messo in luce che l’intelligenza artificiale, pur offrendo significative opportunità di innovazione, rappresenta anche un vettore emergente di rischio nel campo della cybersecurity. L’AI viene già utilizzata per attacchi sofisticati, rendendo vulnerabili reti e infrastrutture critiche. La sicurezza è ancora spesso affrontata in modo reattivo, mentre permane un divario culturale che limita la consapevolezza degli utenti sui nuovi scenari di minaccia.
La sicurezza deve diventare parte integrante delle strategie di adozione dell’AI, fondata su un monitoraggio continuo e su strumenti intelligenti di rilevamento in tempo reale; ed è altresì necessario investire in formazione e sensibilizzazione, promuovendo una cultura diffusa della sicurezza digitale. Solo un approccio integrato, che unisca tecnologia e consapevolezza, può garantire un utilizzo sicuro, responsabile e sostenibile dell’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante anche nel settore della cybersecurity, dove accelera processi e consente maggiore efficienza nei sistemi di protezione. Tuttavia, come espresso da Monica Moz, Country Head Medical Affair, Dedalus, lo stesso potenziale è sfruttato anche da chi conduce attacchi informatici: phishing personalizzati, deepfake credibili e minacce costruite su misura sono sempre più veloci e sofisticate. In questo contesto, molti utenti - compresi i dipendenti - restano inconsapevoli della nuova complessità del rischio digitale. I sistemi aziendali, dal DNS agli endpoint, sono più esposti che mai.
Il futuro della sicurezza informatica richiede una cultura diffusa della consapevolezza digitale, che vada oltre gli sviluppatori e coinvolga ogni utilizzatore dei sistemi IT. Serve un approccio ‘AI by design’, dove la protezione è integrata fin dall’inizio nei sistemi. Bisogna potenziare il monitoraggio continuo con strumenti intelligenti, in grado di interpretare i segnali di attacco in tempo reale. È necessario, inoltre, vigilare su come viene addestrata l’AI per evitare derive discriminatorie o dannose. La sfida è collettiva: la difesa passa dall’educazione, dalla collaborazione e dalla prevenzione.
PROGETTI
- Tavole rotonde tra aziende per favorire il cambiamento.
- Condivisione di domande e strategie per definire un framework sull’IA.
- Promozione dell’interoperabilità tramite un linguaggio comune tra operatori.
- Condivisione di esperienze e approcci sull’utilizzo dell’IA.
- Diffusione del know-how italiano nel campo dell’IA.
LEGGI
- Affiancare le aziende per comprendere leggi e regolamenti in materia di IA.
- Legislazione su privacy e sicurezza da chiarire e semplificare.
- Riflessione su come adottare l’IA attivamente, coinvolgendo attori diversi.
CULTURA
- Promozione di una cultura sociale centrata sull’IA.
- Favorire la giusta formazione per ogni tipo di progetto e necessità.
- Coinvolgimento di scuole e università per avvicinare i giovani al mondo dell’IA (formazione).

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Allianz Partners Italia
“Cyber care e nuovi modelli per sicurezza informatica e sostenibilità di impresa”

Obiettivo del team di lavoro sarà quello di aumentare la diffusione degli strumenti di cyber security all’interno delle aziende e, in generale, delle organizzazioni. I lavori saranno orientati alla sensibilizzazione sull’importanza di livelli crescenti di cyber security, e sugli effetti positivi, anche economici, che tale sensibilizzazione può produrre in un contesto di minacce informatiche crescenti. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori utilities e bancario.
Marco Gioieni, Amministratore Delegato, Allianz Partners Italia

Cesare Gianluca, Group Chief Information Officer, Humanitas Research Hospital Group

Luca Conti, CEO, E.ON Italia

Alessandro Decio, Amministratore Delegato & Direttore Generale, Banco Desio Brianza

Alessandro Piva, Co Director, Artificial Intelligence Observatory, Politecnico di Milano

Domenico Raguseo, Head of CyberSecurity & ( Digital ) Infrastructure, Exprivia

Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade

Enrico Risso, AD, Intrum Italy

Fabrizio Soru, CEO, Datlas

Marco Gioieni
- Obiettivo: aumentare la diffusione della cybersecurity nelle aziende italiane.
- Sensibilizzare sull’importanza dei livelli crescenti di sicurezza informatica.
- Sottolineare anche gli effetti economici positivi di una maggiore consapevolezza.
Cesare Gianluca
- Garantire la sicurezza degli ambienti informatici diventa centrale per la cura delle persone.
- Serve un approccio integrato tra sistema, processi e tecnologia.
- Occorre considerare la sicurezza come parte della cultura d'impresa.
Luca Conti
- La transizione alla sicurezza richiede adattamento continuo alle nuove pressioni.
- I dati sono la nuova materia prima e vanno protetti in modo innovativo.
- La formazione può essere resa più efficace con meccanismi di coinvolgimento (gamification).
Alessandro Decio
- L’approccio alla sicurezza va sistematizzato, simile a quello bancario.
- È essenziale proteggere i clienti attraverso strumenti semplici e comprensibili.
- Le aziende devono essere in grado di rispondere in modo efficace e consapevole.
Domenico Raguseo
- Le nuove tecnologie possono essere usate tanto per proteggere quanto per attaccare.
- Le minacce informatiche sono in continua evoluzione e servono strumenti aggiornati.
- L’IA è un’arma a doppio taglio: utile ma anche pericolosa se mal utilizzata.
Alessandro Piva
- La consapevolezza è il primo passo: molte PMI non sanno nemmeno cosa sia un attacco.
- Serve una formazione mirata e semplificata per aumentare il livello di difesa.
- L’IA può migliorare la resilienza se adottata correttamente e responsabilmente.
Emiliano Rantucci
- Necessario un approccio olistico alla cybersecurity che coinvolga tutta l’azienda.
- Vanno fatti investimenti in formazione, test e consapevolezza.
- Il monitoraggio continuo è fondamentale per una difesa efficace.
Enrico Risso
- La fiducia digitale è un asset strategico da sviluppare.
- Serve valorizzare le competenze per una sicurezza sostenibile.
- Le aziende devono anticipare i rischi e non solo reagire.
Fabrizio Soru
- La sicurezza deve essere misurabile: servono metriche e indicatori chiari.
- L’impatto della sicurezza si riflette direttamente sul business.
- È importante un approccio pragmatico, focalizzato su risultati concreti e misurabili.
Sintesi
La crescente diffusione dei rischi cyber ha spinto aziende assicurative, come la stessa Allianz Partners, a estendere i propri servizi anche alla sfera digitale, in particolare nel settore della sicurezza informatica per utenti privati. Come riportato da Marco Gioieni, Amministratore Delegato, Allianz Partners Italia, i dati raccolti a livello europeo mostrano una sensibilità in rapida crescita verso le minacce cyber, specialmente tra le generazioni più giovani, a conferma della centralità del tema. Tuttavia, la consapevolezza del rischio non è ancora adeguatamente accompagnata da competenze e strumenti diffusi, come dimostrano i frequenti comportamenti incauti che alimentano le vulnerabilità.
Allianz punta a rafforzare la cultura della sicurezza digitale attraverso un approccio integrato, basato su educazione, prevenzione e assistenza. Questo si concretizza nella soluzione ‘Allianz Cyber Care’, che offre ai consumatori un’applicazione mobile in grado di proteggere, formare e supportare in caso di incidenti cyber. L’obiettivo è costruire un ecosistema di tutela continuo, capace di seguire l’utente lungo l’intero ciclo del rischio digitale. In prospettiva, l'azienda vuole consolidare un modello che combini tecnologia e presenza umana, offrendo un sostegno personalizzato e trasversale, capace di intercettare bisogni sempre più diversificati e di rafforzare la resilienza digitale dei cittadini.
Anche il settore sanitario si trova esposto a rischi informatici crescenti, spesso sottovalutati rispetto ad ambiti tradizionalmente più regolati come quello finanziario. Ne ha Parlato Cesare Gianluca, Group Chief Information Officer, Humanitas Research Hospital Group, per cui il motivo è economico: i dati sanitari hanno oggi un enorme valore sul mercato nero, raggiungendo cifre fino a 500 volte superiori rispetto al passato. Tuttavia, le strutture sanitarie dispongono di risorse inferiori e minori livelli di consapevolezza rispetto ad altri settori.
Diventa fondamentale per il settore sanitario adottare un approccio sistemico alla sicurezza informatica, ispirandosi ai modelli e alle buone pratiche già consolidate nel mondo bancario, come i framework NIST. Proteggere i dati sanitari non è più solo un tema di privacy, ma parte integrante dell’atto di cura. Occorre, quindi, una cultura diffusa della sicurezza, una maggiore consapevolezza istituzionale e investimenti mirati, affinché la tutela digitale del paziente sia equiparata alla sua tutela clinica.
Passando al settore energetico, Luca Conti, CEO, E.ON Italia, ha spiegato che la digitalizzazione ha completamente trasformato l’interazione con i dati: da letture manuali dei contatori si è passati a rilevazioni in tempo reale. Tuttavia, questa crescita nell’uso e nella centralità dei dati espone l’intero sistema a rischi crescenti, legati soprattutto alla cybersecurity. Ogni punto di accesso digitale può diventare una potenziale vulnerabilità. La sicurezza informatica è oggi un elemento essenziale e trasversale, non solo tecnologico, ma anche sociale, perché incide sulla fiducia del cittadino e sulla funzionalità dell’intero sistema.
E.ON ha strutturato una strategia basata su cinque pilastri per affrontare queste sfide: progettazione ‘security by design’, test continui di vulnerabilità, allineamento rigoroso dei fornitori agli standard di sicurezza, educazione costante dei clienti per riconoscere minacce e phishing, e formazione continua dei dipendenti tramite simulazioni e game-based learning. La digitalizzazione dell’energia deve essere accompagnata da un modello di sicurezza proattivo e partecipato, capace di costruire fiducia e resilienza in tutto l’ecosistema energetico.
Tra i bersagli di frodi sempre più numerose, sofisticate e creative, vi è sicuramente il settore bancario. Queste minacce hanno imposto al comparto investimenti significativi in tecnologie di protezione, sistemi di rilevamento avanzati e test condotti da hacker etici per simulare attacchi reali. Alessandro Decio, Amministratore Delegato & Direttore Generale, Banco Desio Brianza, ha aggiunto che, a livello operativo, la vulnerabilità maggiore resta quella dell’utente finale: la scarsa consapevolezza dei rischi e comportamenti ingenui sono spesso l’anello debole, nonostante la disponibilità di strumenti tecnologici avanzati. Le banche, tra cui Banco Desio, investono risorse importanti in campagne educative rivolte ai clienti, con l’obiettivo di renderli più informati e responsabili nella gestione dei propri dati.
In risposta a queste criticità, è necessario rafforzare ancora di più la cultura della sicurezza tra i consumatori. Le tecnologie da sole non bastano: serve una formazione puntuale e continua per rendere ogni cliente il primo presidio contro le frodi digitali. La sfida è anche comunicativa: trasformare messaggi di educazione digitale in contenuti brevi, accattivanti e facilmente assimilabili. Inoltre, è fondamentale favorire una maggiore diffusione di strumenti assicurativi contro i rischi cyber, ancora poco sviluppati in Italia. Combinando tecnologia, consapevolezza e protezione assicurativa si potrà gestire in modo efficace l’evoluzione delle minacce digitali.
Così come riportato da Alessandro Piva, Co Director, Artificial Intelligence Observatory, Politecnico di Milano, anche le piccole e medie imprese italiane sono sempre più esposte agli stessi rischi informatici delle grandi aziende, ma non dispongono delle stesse risorse per difendersi. Nonostante abbiano accelerato la digitalizzazione per restare competitive a livello globale, la consapevolezza sui temi della sicurezza informatica resta ancora limitata. Le PMI faticano a riconoscere i rischi specifici per i propri processi e utenti, e spesso percepiscono la cybersecurity come un adempimento più che come un’opportunità strategica.
È, quindi, fondamentale che le PMI acquisiscano maggiore consapevolezza sui pericoli informatici e inizino a considerare la sicurezza come una leva competitiva. L’intelligenza artificiale può offrire supporto concreto nel rafforzare le difese informatiche, rendendo più rapide ed efficaci l’identificazione e la gestione delle minacce. Affidarsi a partner tecnologici specializzati, che integrano AI nei propri strumenti, rappresenta una strada concreta per proteggersi senza dover costruire soluzioni interne complesse.
Secondo Domenico Raguseo, Head of CyberSecurity & ( Digital ) Infrastructure, Exprivia, l’aumento degli attacchi informatici è legato anche alla diffusione dell’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, che ha abbassato le barriere tecniche anche per i cybercriminali, i quali la utilizzano con efficacia crescente. Il phishing è diventato molto più sofisticato: i messaggi sono ormai ben scritti e privi di errori, rendendo obsolete molte delle vecchie raccomandazioni sulla loro identificazione. L’attaccante non ha vincoli etici o legali e può sfruttare l’IA in maniera spregiudicata, amplificando le minacce. Chi difende, invece, deve operare entro limiti normativi e affrontare problematiche come privacy e affidabilità degli strumenti, spesso soggetti ad allucinazioni o distorsioni informative.
Chi si occupa di cybersecurity deve necessariamente adottare a sua volta le nuove tecnologie, incluso l’uso responsabile dell’IA generativa. Così come occorre consapevolezza dei suoi limiti e delle sue criticità, ma soprattutto un impiego intelligente per colmare il divario crescente con chi attacca. La strategia difensiva va aggiornata in modo continuo, assumendo un atteggiamento proattivo, etico e tecnologicamente avanzato, sapendo che ignorare queste evoluzioni equivale a esporsi inevitabilmente a nuovi e più pericolosi scenari di attacco.
Nel panorama aziendale, inoltre, la cybersecurity è ancora troppo spesso percepita come un elemento accessorio, un’aggiunta tardiva da integrare nei progetti digitali anziché come parte strutturale. Questa è l’idea di Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade, per cui l’approccio diffuso tende a trattare la cybersecurity come un ‘no’ da parte della funzione IT, piuttosto che come un pilastro strategico. Nonostante la crescente consapevolezza, molte organizzazioni non considerano ancora la sicurezza informatica una responsabilità trasversale. Inoltre, permane la debolezza strutturale legata all’anello umano: il rischio principale non deriva dalla tecnologia, ma dal comportamento delle persone.
La cultura della cybersecurity deve evolvere verso un approccio by design, integrato sin dalle prime fasi di ogni progetto di digitalizzazione. È altresì essenziale che la sicurezza diventi responsabilità condivisa da tutto il management e non più solo da funzioni tecniche o specifici ruoli. Le aziende devono investire costantemente in formazione, simulazioni, governance tecnologica e monitoraggi regolari. La sicurezza informatica deve essere riconosciuta come processo continuo, da misurare e migliorare nel tempo, con modelli chiari e un coinvolgimento esteso di tutte le componenti organizzative.
Su questa linea è anche Enrico Risso, AD, Intrum Italy, per il quale, nel contesto aziendale attuale, la sicurezza informatica rappresenta una dimensione sempre più centrale e interconnessa con i valori fondamentali di fiducia e sostenibilità. Le aziende, anche non nate come realtà tecnologiche, si trovano oggi ad affrontare la gestione di dati altamente sensibili, specie nei settori della gestione del credito e delle relazioni continuative con clienti e istituzioni. Tuttavia, la percezione della cybersecurity è spesso ancora parziale e non pienamente integrata nel DNA delle organizzazioni, restando a volte una responsabilità delegata a tecnici e specialisti, anziché vissuta come cultura condivisa a ogni livello aziendale.
La sicurezza deve, invece, diventare un concetto trasversale all’intera azienda, equiparabile per importanza alla sostenibilità e alla reputazione. Va promossa una cultura che parta dal top management e raggiunga ogni dipendente, ponendo la protezione dei dati allo stesso livello della sicurezza fisica in termini di valore strategico. Inoltre, le tecnologie emergenti - in particolare l’intelligenza artificiale generativa - possono e devono essere sfruttate per aumentare l’efficienza operativa e la capacità di difesa, anche in ambiti complessi come la gestione digitale del credito. In questa visione, la sicurezza non è un costo, ma un investimento nella continuità e nella credibilità aziendale.
A chiudere la Round Table di Allianz Partners è stato Fabrizio Soru, CEO, Datlas, il quale ha spiegato che l’attuale scenario italiano in materia di cybersecurity mostra una crescente attenzione strategica e tecnica, ma ancora un'applicazione disomogenea tra aziende e settori. Nonostante alcuni attori investano proporzioni significative delle proprie entrate nella sicurezza, il sistema nel suo complesso non si muove in modo coerente. Esiste uno scollamento tra le elevate aspettative richieste da grandi gruppi, come banche e multiutility, e la reale capacità di risposta dei fornitori, spesso selezionati solo su base economica. La cultura della sicurezza è presente, ma non è ancora pervasiva a tutti i livelli dell’ecosistema industriale.
Per garantire un livello di sicurezza efficace, è fondamentale che tutte le componenti dell’ecosistema - aziende, fornitori, partner - condividano standard elevati e coerenti. La cybersecurity deve essere affrontata come una responsabilità sistemica, in cui l’adeguatezza dei fornitori è valutata non solo sul piano economico ma anche su quello della sicurezza. Le scelte aziendali devono riflettere una consapevolezza profonda del valore strategico della protezione dei dati e della continuità operativa. Solo un’adesione coesa, concreta e distribuita a ogni livello potrà trasformare gli sforzi tecnologici in un vero vantaggio competitivo e di resilienza per il sistema Paese.
PROGETTI
- Rafforzare la cybersecurity a livello nazionale.
- Collaborare tra operatori per una difesa coordinata.
- Creare centri di competenza universitari sul tema della sicurezza informatica.
- Attivare osservatori e progetti di formazione sulla cybersecurity.
- Sviluppare un framework per valutare i rischi di sicurezza in azienda, allineato agli standard.
- Offrire certificazioni per le aziende impegnate nella cybersecurity.
LEGGI
- Estendere la normativa esistente in ambito cybersecurity per garantire maggiore protezione.
CULTURA
- Educare all’anti frode già nelle scuole con strumenti adeguati.
- Diffondere consapevolezza sulla sicurezza informatica.
- Promuovere formazione sulla cultura della sicurezza coinvolgendo giovani, anziani e aziende.
- Aumentare la consapevolezza per riconoscere rischi e minacce digitali.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Concentrix
“Intelligenza artificiale e trasformazione digitale: nuove prospettive per la crescita e la sostenibilità di impresa”

Obiettivo del team di lavoro è lavorare per l’aumento della diffusione dell’intelligenza artificiale all’interno delle organizzazioni: nelle grandi aziende, per ottimizzare efficacia ed efficienza dei processi e, nelle piccole aziende, per creare processi orientati alla scalabilità ed alla crescita.
Andrea Coli, Managing Director Italy, Concentrix

Elisa Amorelli, Coordinatrice comunicazione, rapporti istituzionali e marketing sociale, Fondazione Mondo Digitale ETS

Chiara Bacilieri, Marketing, Communications & Innovation Director, Mindwork

Massimo Caputi, Presidente, Associazione Marchi Storici d’Italia

Danilo Cattaneo, CEO, Tinexta Infocert

Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, Sps - TXT Group

Cesare D’Angelo, General Manager Italy, France & Mediterranean, Kaspersky

Gabriele Ferrieri, Presidente, Associazione Nazionale Giovani Innovatori

Camilla Folladori, Chief Strategy Officer, Flutter SEA

Marco Massenzi, Amministratore Delegato, Teleconsys

Francesca Portincasa, DG, Acquedotto Pugliese

Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade

Fabrizio Rotondi, Country Manager Italy, Workday

Fabrizio Soru, CEO, Datlas


Andrea Coli
- Diffusione dell’IA come leva strategica per l’efficienza e la competitività delle organizzazioni.
- Nelle grandi aziende, strumento per migliorare efficacia ed efficienza dei processi.
- Nelle PMI, motore per attivare scalabilità, innovazione e crescita.
Elisa Amorelli
- Contributo del terzo settore alla trasformazione digitale del Paese.
- Valore delle comunità e dei network oltre la tecnologia.
- Programmi per la diffusione delle competenze digitali come fattore abilitante.
Chiara Bacilieri
- Impatto dell’IA sul mondo del lavoro e sulla gestione delle risorse umane.
- Priorità alle competenze trasversali per affrontare i cambiamenti.
- Riflessione sul confine tra umano e artificiale nei processi HR.
Massimo Caputi
- Marchi storici come punto di incontro tra tradizione e innovazione.
- Turismo ancora arretrato, bisognoso di strategie nuove basate sull’IA.
- Intelligenza artificiale vista come alleato, non come minaccia.
Danilo Cattaneo
- Minacce concrete alla sicurezza legate all’uso improprio delle tecnologie.
- Ruolo difensivo dell’IA nella protezione di dati e persone.
- Responsabilità nell’uso delle tecnologie per garantire sicurezza e fiducia.
Eleonora Caronia
- Collaborazione tra pubblico e privato per implementare l’IA in modo efficace.
- Digital twin e intervento umano per controllo e garanzia dei processi.
- Sicurezza e trasparenza come elementi essenziali nella trasformazione digitale.
Mariangela Colasanti
- Turismo come settore chiave per la sperimentazione e applicazione dell’IA.
- Evoluzione del concetto di viaggio grazie alla personalizzazione tecnologica.
- Forza del networking tra attori per costruire soluzioni innovative.
Cesare D’Angelo
- Consapevolezza necessaria nell’uso dell’IA, tra benefici e potenziali rischi.
- Quantità di dati da gestire con attenzione e responsabilità.
- Formazione e supporto di specialisti come prerequisiti per un uso corretto.
Marco Massenzi
- Barriere economiche, culturali e normative all’adozione dell’IA.
- Carenza di competenze e difficoltà a trattenere i talenti.
- Impatto dell’IA ancora limitato da problemi strutturali e mancanza di strumenti.
Gabriele Ferrieri
- Potenziale innovativo dell’IA in diversi settori dell’economia e della società.
- Approccio etico fondamentale per uno sviluppo sostenibile.
- Ecosistema istituzionale europeo e italiano da rafforzare con formazione e investimenti.
Camilla Folladori
- Centralità del consumatore nell’innovazione guidata da IA.
- Uso dell’IA per la verifica del gioco responsabile come buona pratica.
- Formazione interna per garantire una corretta gestione dei dati e della privacy.
Francesca Portincasa
- Applicazione dell’IA per una gestione più efficiente dell’acqua.
- Analisi dei dati per ridurre sprechi e ottimizzare i flussi.
- Cambiamento culturale e impegno condiviso necessari per una reale trasformazione.
Emiliano Rantucci
- Diversità di approcci necessari a seconda del tipo di azienda.
- Scelte tra governance centralizzata o decentralizzata, modelli agili o tradizionali.
- Personalizzazione dei progetti di IA come chiave del successo.
Fabrizio Rotondi
- Necessità di portare in Italia innovazioni già applicate in altri contesti.
- Gestione dei dati come sfida cruciale per l’efficacia delle tecnologie.
- Urgenza di una regolamentazione chiara e al passo con l’evoluzione.
Fabrizio Soru
- Democratizzazione delle tecnologie come obiettivo strategico.
- Cultura digitale come leva per adattarsi ai cambiamenti continui.
- Formazione interna indispensabile per affrontare le trasformazioni in atto.
Sintesi
Nel contesto attuale, le aziende si trovano a operare in un panorama sempre più digitalizzato, dove l’intelligenza artificiale è ormai parte integrante del business, soprattutto nei servizi di customer experience. E, come affermato da Andrea Coli, CEO Italy & Albania di Concentrix, sebbene le grandi aziende siano già integrate in ecosistemi complessi e abituate a gestire progetti strutturati di trasformazione digitale, molte piccole e medie imprese sono ancora in ritardo e necessitano di un accompagnamento concreto nel percorso verso l’innovazione. La percezione diffusa, soprattutto nel tessuto italiano, è che l’introduzione dell’AI sia sinonimo di riduzione occupazionale, alimentando preoccupazioni che ostacolano l’adozione diffusa. Inoltre, resta ancora critico il tema dell’aggiornamento delle competenze interne.
Tuttavia, l’intelligenza artificiale deve essere percepita come un'opportunità, non come una minaccia. A tal fine, è opportuno promuovere una cultura aziendale aperta all'innovazione, attraverso percorsi di formazione, upskilling e comunicazione interna che trasformino l’AI in uno strumento di valorizzazione del lavoro umano. Le aziende dovranno investire nella personalizzazione dei percorsi digitali, creando nuove professionalità ibride, che uniscano competenze umanistiche, analitiche e tecnologiche. Servizi di valore, come la formazione di assistenti virtuali tramite competenze linguistiche o psicologiche, rappresentano nuovi spazi di occupazione e testimoniano come l’AI possa essere il motore di crescita sostenibile e inclusiva.
Allo stesso tempo, Elisa Amorelli, Coordinatrice comunicazione, rapporti istituzionali e marketing sociale di Fondazione Mondo Digitale ETS, ha fatto notare che l’attuale ecosistema della trasformazione digitale in Italia presenta forti disuguaglianze, specialmente tra chi ha accesso alle competenze digitali e chi ne è escluso. Il terzo settore svolge un ruolo fondamentale nell'affiancare grandi aziende e istituzioni per colmare questi divari, attraverso progetti di formazione rivolti a giovani, PMI e professionisti. Tuttavia, il livello di alfabetizzazione funzionale resta basso e incide negativamente sulla capacità diffusa di comprendere e gestire l’intelligenza artificiale in modo consapevole. La formazione sulle competenze digitali è ancora troppo spesso separata da quella sulle soft skill e dalla cultura di base.
Affinché l’intelligenza artificiale diventi una risorsa realmente inclusiva, è necessario costruire una strategia educativa integrata, che unisca diffusione delle competenze digitali e rafforzamento delle competenze trasversali. La tecnologia deve essere accompagnata dalla crescita culturale della cittadinanza e da una logica di cooperazione tra settori: istituzioni, aziende, università, scuole e terzo settore devono lavorare insieme. Eventi come la RomeCup o iniziative condivise, come il Manifesto sull’Intelligenza Artificiale, rappresentano esempi virtuosi di questa rete sociale ed educativa che va potenziata per trasformare il cambiamento in opportunità diffusa.
E, in questo contesto di rivoluzione, la funzione di figure lavorative, come quelle delle risorse umane, hanno subito una profonda trasformazione: da ambito amministrativo è divenuta sempre più strategica. È quanto riportato da Chiara Bacilieri, Marketing, Communications & Innovation Director di Mindwork. Il progresso dell’intelligenza artificiale ha accelerato questo cambiamento, imponendo nuove sfide. In particolare, la tecnologia ha dimostrato di poter svolgere non solo compiti ripetitivi, ma anche attività creative, ponendo nuovi interrogativi su cosa resti ‘autenticamente umano’ nel lavoro. Le competenze trasversali - come empatia, pensiero critico, capacità di innovare e guidare - sono oggi fondamentali, ma non possono esprimersi appieno in ambienti non psicologicamente sicuri.
Il ruolo delle risorse umane deve evolversi per diventare il motore della valorizzazione delle competenze umane distintive rispetto all’IA. Sarà centrale promuovere ambienti di lavoro in cui le persone possano esprimere innovazione, divergenza di pensiero e leadership senza timore di giudizio. La costruzione di un ambiente psicologicamente sicuro, quindi, diventa condizione imprescindibile per consentire a queste skill di emergere. Questo processo passa attraverso la formazione alla leadership e lo sviluppo di una cultura organizzativa inclusiva, in grado di sostenere e liberare il potenziale umano, in equilibrio con la presenza sempre più pervasiva della tecnologia.
Anche nel sistema dei marchi storici, un pilastro solido dell’identità industriale del Paese, molte aziende hanno fatto grandi passi in avanti nell’adozione dell’IA. A testimoniarlo è Massimo Caputi, Presidente dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, il quale, però, ha affermato che esiste un forte scollamento tra questi esempi virtuosi e altri settori strategici come il turismo, ancora molto indietro su questo fronte. In questo ambito, malgrado investimenti importanti, i risultati sono stati deludenti e senza impatto tangibile. Si registra una forte carenza di cultura e formazione reale sull’intelligenza artificiale, sia nelle imprese che nell’opinione pubblica, nonostante il crescente interesse.
Per affrontare le sfide della competitività internazionale, serve una visione sistemica e concreta sull’intelligenza artificiale che includa settori arretrati come il turismo. È necessario creare ambienti formativi e operativi che non temano l’IA come minaccia ma la considerino uno strumento abilitante per lavorare meglio. Emerge la necessità di un grande piano di digitalizzazione per i musei aziendali italiani, veri e propri archivi di cultura industriale, e un’integrazione dell’IA nei processi di accoglienza e promozione turistica.
Collegato al tema dell’intelligenza artificiale, c’è sicuramente quello delle minacce che la stessa porta con sé. Come riportato da Danilo Cattaneo, CEO di Tinexta Infocert, l’IA viene già sfruttata per truffe estremamente sofisticate come deepfake vocali e video. L’identità digitale è oggi uno dei punti più esposti alle minacce portate dall’intelligenza artificiale, che mostrano come sia difficile, per un essere umano, distinguere tra reale e artificiale. La percezione diffusa è che le transazioni digitali siano meno sicure, ma ciò è vero solo in assenza di strumenti adeguati.
La sicurezza digitale deve evolvere con la stessa velocità delle minacce e l’IA può diventare un potente alleato, se usata responsabilmente. I sistemi di verifica biometrica potenziati dall’IA - come la corrispondenza facciale cross-checkata con milioni di dati di onboarding - permettono di accertare le identità in modo molto più efficace di quanto potrebbe fare un operatore umano. L’obiettivo è creare sistemi in cui le transazioni remote non siano solo comode, ma anche più sicure e affidabili, grazie a un’infrastruttura digitale basata su IA, privacy e riconoscimento affidabile.
Eleonora Caronia, Amministratore Delegato di Sps - TXT Group, ha parlato del progetto che la propria azienda ha avviato per rispondere all’esigenza di migliorare il monitoraggio dei processi produttivi senza interferire direttamente con la produzione reale.
L’obiettivo è sviluppare una piattaforma basata su un Digital Twin del processo industriale, in grado di raccogliere e analizzare dati per ottimizzare i costi e i consumi energetici, mantenendo separate le operazioni di analisi dalla catena produttiva reale. L’architettura prevede l’integrazione dell’intervento umano tramite una cabina di regia, per garantire che le decisioni non siano demandate esclusivamente all’algoritmo. La visione è replicabile in vari settori industriali, con un modello che unisce efficienza digitale e supervisione umana.
Tornando al settore del turismo, Mariangela Colasanti, Head of Innovation di BWH Hotels Italia & Malta, ha insistito sulle difficoltà per il settore di adottare tecnologie avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale. Il 96% degli hotel, infatti, è rappresentato da piccole imprese indipendenti, spesso a conduzione familiare e questo rende particolarmente complessa la trasformazione digitale. Allo stesso tempo, l’esperienza digitale dell’ospite si è trasformata radicalmente, in particolare nella fase di ispirazione e prenotazione del viaggio, lasciando molte strutture ricettive indietro.
Attraverso il modello di rete di BWH, la trasformazione digitale viene affrontata centralmente, con lo sviluppo di progetti basati su intelligenza artificiale ad alto impatto, specialmente per migliorare l’esperienza dell’ospite e la personalizzazione dei servizi. L’obiettivo è duplice: da un lato semplificare i compiti burocratici del personale, restituendo centralità alla relazione umana; dall’altro, investire nella formazione continua per creare consapevolezza e competenza nell’uso della tecnologia come alleata nel lavoro quotidiano.
E, ancora sul tema della sicurezza, è intervenuto Cesare D’Angelo, General Manager Italy, France & Mediterranean di Kaspersky, il quale ha spiegato che, oggi, nessuna azienda può fare a meno della cybersecurity, ma sono le piccole e medie imprese a rappresentare il punto più vulnerabile del sistema, essendo meno strutturate e spesso meno consapevoli dei rischi. L’intelligenza artificiale, mentre offre opportunità straordinarie, viene già ampiamente sfruttata dai criminali informatici per raffinare truffe, phishing e attacchi, rendendo sempre più difficile distinguere i contenuti legittimi da quelli dannosi. Il settore manifatturiero italiano è stato tra i più colpiti, evidenziando un'urgenza di consapevolezza e protezione.
L’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale deve diventare una priorità sistemica. Serve una cultura diffusa della sicurezza e una formazione costante degli utenti e dei professionisti su come usare e riconoscere i segnali di compromissione. Le aziende devono affidarsi a partner specializzati in cybersecurity per concentrarsi sul proprio core business, garantendo allo stesso tempo protezione e aggiornamento costante rispetto all’evoluzione delle minacce digitali.
Per Gabriele Ferrieri, Presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori, ha riportato le stime secondo cui il panorama attuale dell’intelligenza artificiale in Italia sia ancora poco esplorato: appare che meno dell’1% del suo potenziale applicativo sia oggi effettivamente utilizzato. Giovani imprenditori, in particolare quelli provenienti da ambiti ingegneristici e digitali, stanno sviluppando nuove soluzioni innovative in settori chiave come energia, smart city, automotive e sanità. Tuttavia, manca ancora un ecosistema istituzionale e finanziario adeguato. La spesa italiana in R&S è inferiore alla media europea e la formazione non è sufficientemente allineata alle nuove esigenze.
Per cogliere l’opportunità dell’AI come leva di sviluppo e competitività, è necessario costruire un ecosistema che favorisca imprenditoria giovanile, investimenti e ricerca. Serve un partenariato pubblico-privato forte, un’offerta didattica aggiornata e un quadro normativo flessibile. È essenziale formare anche i formatori, garantire un’etica nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e creare un ambiente capace di attrarre capitali, prendendo spunto da modelli internazionali di successo. Solo così l’Italia potrà essere protagonista e non spettatrice del cambiamento.
Sull’introduzione dell’IA nelle PMI, ostacolata da una combinazione di barriere economiche, culturali, organizzative e tecnologiche, è intervenuto Marco Massenzi, Amministratore Delegato di Teleconsys. Molte PMI, infatti, non dispongono di budget per l’innovazione, competenze adeguate, né sistemi informativi interoperabili. Predomina ancora una cultura conservativa, dove il cambiamento viene percepito con sospetto e la paura di non rispettare normative complesse come il GDPR frena ulteriormente l’adozione.
Per superare queste barriere sarà necessario un approccio sistemico che renda l’adozione dell’AI accessibile, utile e sostenibile. Servirà costruire progetti su misura, capaci di parlare il linguaggio dell’imprenditore e di mostrare benefici tangibili sul core business, come la valorizzazione del prodotto o l’ampliamento della proposta commerciale. Le tecnologie andranno adattate a contesti frammentati, facendo leva sulla governance, sulla trasparenza e su un progressivo sviluppo delle competenze.
Gruppi internazionali come Flutter, presente in Italia con marchi come Sisal e Snai, invece, stanno adottando soluzioni di intelligenza artificiale e lo stanno facendo con un forte orientamento all’etica e alla sostenibilità. Ad affermarlo è Camilla Folladori, Chief Strategy Officer di Flutter SEA. La tecnologia è integrata in tre pilastri fondamentali: tutela del consumatore, sviluppo commerciale e ottimizzazione dei processi. L’AI, come il sistema brevettato ADA, viene usata per prevenire comportamenti di gioco a rischio, migliorare la user experience e rafforzare le dinamiche di intrattenimento. L’adozione dell’AI coinvolge già trasversalmente tutta l’organizzazione, con una governance interna forte e partecipata.
L’evoluzione futura prevede una sempre maggiore integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali, orientata a una personalizzazione responsabile e ad un rapporto conversazionale con l’utente. Sarà fondamentale garantire che le risposte fornite al consumatore riflettano obiettivi etici e commerciali dell’azienda. La gestione dei dati diventerà cruciale, così come lo sviluppo continuo delle competenze interne e una governance che accompagni l’adozione dell’AI in modo sicuro, pervasivo e diffuso in tutte le funzioni aziendali.
L’intelligenza artificiale è ampiamente utilizzata anche nel settore idrico italiano, soprattutto per affrontare le perdite d’acqua, un problema storico e diffuso nel nostro paese. Questa l’idea di Francesca Portincasa, Direttrice Generale di Acquedotto Pugliese, per cui, nonostante alcuni miglioramenti, come la riduzione al di sotto del 40% delle perdite in Puglia, il sistema ha tradizionalmente operato con logiche reattive: si interveniva solo dopo che il guasto o la perdita si era già verificata. La gestione era basata su una capacità umana limitata nel processare la grande mole di dati derivanti dalle reti idriche. Inoltre, manca una consapevolezza più ampia sull’uso dell’acqua anche da parte del settore privato e industriale, che spesso non è soggetto agli stessi livelli di controllo.
L’evoluzione punta verso un modello predittivo, integrato e intelligente della gestione idrica, grazie all’applicazione diffusa dell’intelligenza artificiale e alla creazione di digital twin. Con l’implementazione di 11.000 sensori e sistemi di smart water management, si sta passando a un approccio preventivo: è possibile regolare in modo dinamico portate e pressioni, evitando sprechi e interruzioni. L’obiettivo è costruire un sistema che porti l’acqua dove serve e quando serve, migliorando efficienza, qualità e sostenibilità, anche nei picchi turistici, con un impatto concreto e misurabile in termini di risparmio idrico.
Poi, Emiliano Rantucci, Country Manager di Avanade, ha parlato delle organizzazioni, sia grandi che piccole, stanno adottando l’intelligenza artificiale con approcci estremamente eterogenei. Alcune imprese puntano su strategie centralizzate e strutturate, altre su progetti sperimentali e frammentati. Si osservano forti disomogeneità anche in ambito di governance dei dati: molte aziende non dispongono ancora di un'infrastruttura digitale moderna che consenta un utilizzo efficace dell’AI. La realtà evidenzia anche un’incertezza nel bilanciare tra controllo centrale e autonomia dipartimentale, senza che emerga un modello dominante.
Il futuro prossimo richiede una maggiore maturità nell'approccio all’AI: le organizzazioni dovranno costruire percorsi iterativi e agili, capaci di adattarsi alla rapida evoluzione tecnologica. Il focus dovrà spostarsi su una governance dei dati solida, su infrastrutture aggiornate e su strategie di adozione consapevoli, che integrino criteri etici e di sostenibilità. La sperimentazione sarà un valore se accompagnata da una visione coerente, e la coesistenza di modelli centralizzati e decentralizzati dovrà rispondere alla specificità di ogni contesto organizzativo.
Parlando dell’introduzione dell’intelligenza artificiale, non si può non citare il processo regolatorio globale in cui anche Workday ha avuto un ruolo attivo, contribuendo alle linee guida sia europee (AI Act) sia statunitensi. Come riportato da Fabrizio Rotondi, Country Manager Italy di Workday. L’adozione dell’AI in ambito HR e finance, ambiti core per Workday, si basa su una mole di dati certificati provenienti da milioni di utenti, utilizzati per addestrare algoritmi con un alto livello di affidabilità. L’attuale panorama mostra ancora una difficoltà diffusa nella regolazione dei cosiddetti ‘agenti AI’, in particolare nei casi in cui questi accedano a dati sensibili.
Per il futuro, diventa prioritario sviluppare sistemi AI affidabili e controllabili, capaci di supportare la gestione del capitale umano e dei processi finanziari, nel rispetto delle normative sulla privacy e dell’etica digitale. Gli agenti AI dovranno essere dotati di meccanismi trasparenti di autorizzazione, affinché possano operare in azienda senza generare rischi in termini di sicurezza o governance. L’obiettivo è creare ambienti di lavoro dove l’automazione migliori concretamente la vita delle persone, pur rimanendo sotto il controllo umano.
Infine, Fabrizio Soru, CEO di Datlas, ha sottolineato l’aspetto della democratizzazione dell’uso degli strumenti AI, che può essere attuato con percorsi formativi ricorrenti rivolti a tutti i livelli aziendali. Tuttavia, questa apertura può incontrare i primi limiti nel momento in cui alcuni utilizzi non controllati dell’AI sollevano criticità legate alla sicurezza e alla gestione dei dati sensibili. Sul fronte esterno, Soru ha evidenziato le difficoltà riscontrate nel mercato, in particolare tra le PMI, nel comprendere e accettare l’adozione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, a causa della bassa cultura digitale di base.
L’evoluzione auspicata punta a una formazione sistemica, strutturata e preventiva per clienti e collaboratori, ritenuta indispensabile per un'adozione consapevole dell’AI. L'obiettivo è costruire una cultura diffusa che permetta di sfruttare il valore degli strumenti digitali senza incorrere in rischi operativi o normativi. Per le PMI in particolare, l’approccio dovrebbe passare prima di tutto dall’alfabetizzazione dei dati, distinguendo con precisione tra informazioni sensibili e non, così da prevenire usi errati e massimizzare l’efficacia dell’AI.
PROGETTI
- Rafforzare la cybersecurity a livello nazionale.
- Collaborare tra operatori per una difesa coordinata.
- Creare centri di competenza universitari sul tema della sicurezza informatica.
- Attivare osservatori e progetti di formazione sulla cybersecurity.
- Sviluppare un framework per valutare i rischi di sicurezza in azienda, allineato agli standard.
- Offrire certificazioni per le aziende impegnate nella cybersecurity.
LEGGI
- Estendere la normativa esistente in ambito cybersecurity per garantire maggiore protezione.
CULTURA
- Educare all’anti frode già nelle scuole con strumenti adeguati.
- Diffondere consapevolezza sulla sicurezza informatica.
- Promuovere formazione sulla cultura della sicurezza coinvolgendo giovani, anziani e aziende.
- Aumentare la consapevolezza per riconoscere rischi e minacce digitali.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
SPS - TXT Group
“Cloud e dati aziendali: nuove opportunità per l'innovazione e la crescita di impresa”

Obiettivo del team di lavoro sarà è promuovere e favorire attivamente l’aumento della diffusione di soluzioni e sistemi cloud all’interno delle organizzazioni, con l’intento di ottimizzare i processi operativi, migliorare l’efficienza e garantire una maggiore flessibilità e scalabilità delle infrastrutture tecnologiche aziendali. I lavori si concentreranno sulle criticità e le opportunità relative al passaggio al cloud. Saranno analizzate le principali sfide che le aziende devono affrontare, come la gestione della sicurezza, la compatibilità con i sistemi legacy e la formazione del personale, nonché le opportunità offerte dal cloud in termini di innovazione, agilità e riduzione dei costi operativi. Infine, saranno valutate le strategie più efficaci per la creazione di una solida cultura digitale all'interno delle organizzazioni, con particolare attenzione alla gestione del cambiamento, alla sensibilizzazione e alla formazione continua. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori industria, consulenza, ICT.
Eleonora Caronia, Amministratore Delegato, SPS – TXT Group

Simona Alberini, Country Holding Officer and Chairman of the Board, ABB Italy

Luca Andreassi, Professore Associato, Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Stefano Crisci, Partner CBA & Docente Diritto dell'Intelligenza Artificiale, Sapienza Università di Roma

Annalisa Massini, Associate Professor Dipartimenti di Informatica, Sapienza Università di Roma

Debora Mendola, Regional Managing Director & CEO, Transcom

Marco Mottola, Direttore Controllo Tecnico Investimenti e Manutenzione, Acquedotto Pugliese

Domenico Raguseo, Head of CyberSecurity & ( Digital ) Infrastructure Exprivia, Exprivia

Marco Rosetti, Owner & CEO, DI Works srl

Marco Scognamiglio, Head of GRC Consulting & Offensive Security, Advens Italia


SIMONA ALBERINI
- Cloud computing e sensoristica per aumentare produttività ed efficienza
- Implementazione di oltre 250 progetti su scala industriale
- Focus su riduzione dei costi e ottimizzazione delle risorse energetiche
LUCA ANDREASSI
- Promozione di partnership tecnologiche e governance del dato
- Importanza di sicurezza, pulizia e qualità dei dati aziendali
- Superare barriere culturali e organizzative all’adozione del cloud
ANNALISA MASSINI
- Formazione universitaria su AI, cybersecurity e data science
- Focus su etica, sicurezza e responsabilità nell’uso dei dati
- Promozione di competenze trasversali per l’innovazione digitale
STEFANO CRISCI
- Approfondimento sul diritto dell’AI e regolamentazione normativa
- AI come rivoluzione giuridica e culturale
- Sfida: bilanciare innovazione e tutela dei diritti
DEBORA MENDOLA
- Miglioramento della customer experience con soluzioni di AI
- Focus su cloud come leva per la scalabilità aziendale
- Etica e responsabilità sociale nell’adozione tecnologica
MARCO MOTTOLA
- Ruolo centrale del cambiamento organizzativo post-cloud
- Necessità di rivedere e semplificare i processi tradizionali
- Superamento dei silos organizzativi per una cultura integrata del dato
DOMENICO RAGUSEO
- Valorizzazione del ROI nei progetti di intelligenza artificiale
- L’AI è efficace solo se utilizzata da chi ne comprende il valore
- Equilibrio tra investimento tecnologico e risultato operativo
MARCO SCOGNAMIGLIO
- Necessità di normare i nuovi problemi legati all’AI e al cyber risk
- Approccio accademico e regolatorio per la gestione dei dati sintetici
- Definizione di standard e regole per l’interoperabilità e la sicurezza
MARCO ROSETTI
- Domanda chiave: come gestire e integrare l’AI nei processi aziendali
- Facilitare la transizione tecnologica come mezzo, non fine
- Intermediazione digitale per massimizzare efficienza e innovazione
Sintesi
Aprendo la Round Table di SPS – TXT Group, Eleonora Caronia, Amministratore Delegato di SPS – TXT Group, ha proposto una riflessione sulle dinamiche di ricerca e innovazione nel digitale, ricordando come strumenti pubblici e bandi abbiano avuto un ruolo determinante nel sostenere lo sviluppo di molte realtà, soprattutto di quelle cresciute da dimensioni più contenute. Il quadro generale mostra un settore in espansione: il mercato digitale italiano ha registrato una crescita costante negli ultimi anni, a ritmi superiori rispetto al PIL nazionale, trainato soprattutto da cloud e intelligenza artificiale. Queste due tecnologie stanno già trasformando i modelli organizzativi: il cloud permette la modernizzazione dei sistemi legacy, mentre l’intelligenza artificiale libera valore eliminando attività ripetitive e abilitando analisi avanzate. Tuttavia, la loro diffusione non è priva di criticità, perché, se da un lato c’è il rischio di introdurre strumenti senza un’adeguata governance, soprattutto nelle piccole imprese, con possibili inefficienze o danni culturali e organizzativi. Dall’altro, emergono le difficoltà legate alla burocrazia e alla lentezza dei processi di approvazione dei progetti, che possono ridurre l’attualità delle soluzioni proposte.
Si richiede, dunque, di trasformare queste sfide in opportunità attraverso progetti concreti e collaborativi. L’esempio è il progetto Cloud Lane, che mira a colmare un vuoto nella migrazione al cloud proponendo un approccio basato su reverse engineering e intelligenza artificiale: un motore AI in grado di analizzare applicazioni legacy e progettare un’architettura target, con un metodo ingegnerizzato e rilasci progressivi. Una volta migrate, le informazioni possono abilitare analisi predittive, esperienze utente avanzate e nuovi modelli di gestione. La prospettiva, però, non si limita alla tecnologia: servono competenze trasversali, un quadro normativo chiaro e una governance capace di bilanciare innovazione, sicurezza e resilienza. La collaborazione tra aziende e università diventa quindi fondamentale, sia per aggiornare i progetti in corso con le più recenti evoluzioni tecnologiche, sia per condividere esperienze e strategie. Per queste ragioni, cloud e AI rappresentano strumenti potenti, capaci di accelerare il time-to-market e ridurre i costi, ma la loro efficacia dipenderà da come verranno introdotti nei contesti organizzativi: solo con competenze, regole e collaborazione potranno diventare veri abilitatori della trasformazione digitale.
Su queste tematiche ha offerto la propria visione anche Simona Alberini, Country Holding Officer and Chairman of the Board di ABB Italy, per cui grazie alla raccolta e all’elaborazione di grandi volumi di dati, diventa possibile individuare margini di miglioramento nelle catene produttive, ridurre sprechi energetici e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Un approccio che si lega strettamente all’impegno delle imprese verso bilanci di sostenibilità e agende ambientali, sempre più centrali nelle strategie di crescita. Il concetto di smart city rientra in questo stesso paradigma: poter analizzare e gestire consumi di elettricità e acqua in tempo reale, spostando carichi o modulando utilizzi in base a fasce orarie o necessità specifiche, rappresenta un passo cruciale per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza complessiva dei sistemi urbani. La diagnostica preventiva basata su sensori, già ampiamente applicata in diversi settori, permette inoltre di anticipare guasti e criticità, con vantaggi sia operativi che economici.
Le tecnologie digitali – in particolare AI e cloud – non sono solo strumenti interni di ottimizzazione, ma abilitatori di nuovi modelli di business. L’analisi predittiva, la capacità di connettere dati provenienti da sensori eterogenei e la rapidità di elaborazione offerta dall’intelligenza artificiale aprono prospettive enormi per l’industria e per le città. Le esperienze già maturate nei progetti pilota e nei cosiddetti lighthouse plant mostrano che il futuro dell’industria 4.0 è più vicino di quanto sembri: non si tratta più di teoria, ma di applicazioni concrete, scalabili e replicabili. La sfida sarà ampliare queste pratiche a livello sistemico, integrandole nelle reti urbane e nelle infrastrutture nazionali, per costruire città e fabbriche realmente intelligenti, capaci di ridurre consumi e aumentare resilienza.
Per i progetti di cloud e intelligenza artificiale, le università possono essere partner strategici. Così Luca Andreassi, Professore Associato della Università degli Studi di Roma Tor Vergata, per cui il ruolo può essere duplice: da un lato laboratori di ricerca e validazione, capaci di testare soluzioni in ambienti controllati, dall’altro facilitatori di trasferimento tecnologico, aiutando le aziende a integrare innovazioni nei processi reali. Allo stesso la criticità condivisa è la lentezza dei modelli decisionali. Così come le imprese, anche l’Accademia deve ripensare le proprie procedure, perché un anno di burocrazia è incompatibile con la velocità dei cambiamenti attuali. Parallelamente, c’è un problema spesso sottovalutato: la qualità dei dati. Troppo spesso i dataset con cui si lavora sono “sporchi”, e anche l’AI più avanzata produce poco valore se non supportata da una base di dati affidabile e pulita.
Il futuro richiede di trattare il cloud non come un semplice magazzino di dati o una risorsa di calcolo, ma come la vera piattaforma abilitante dell’intelligenza artificiale. È infatti il cloud a rendere i dati sicuri, accessibili, scalabili e integrabili con i processi aziendali, permettendo il ciclo continuo che caratterizza l’AI moderna: raccolta dati, addestramento, sperimentazione, monitoraggio, miglioramento, generazione di nuovi dati e ulteriore addestramento. Per cogliere queste opportunità, serve però superare barriere culturali e di governance. Oggi molte aziende avviano sperimentazioni AI su processi marginali, senza toccare il core business, e questo genera diffidenza o risultati deboli. Occorrono invece progetti mirati, due o tre iniziative concrete, direttamente legate ai processi aziendali, i cui risultati siano immediatamente misurabili. E parallelamente va coinvolta la formazione a tutti i livelli, non solo manageriali ma anche nei vertici decisionali, perché solo con fiducia e consapevolezza l’AI può diventare un acceleratore reale.
Ancora sul ruolo delle università, Annalisa Massini, Associate Professor Dipartimenti di Informatica della Sapienza Università di Roma, ha approfondito il ruolo centrale dell’Accademia svolge nella preparazione delle nuove generazioni sui temi chiave del digitale. I corsi di laurea in informatica non si limitano a fornire competenze generiche di programmazione e computer science, ma approfondiscono anche aspetti cruciali come l’ingegneria del software, indispensabile per garantire sistemi affidabili, solidi e durevoli. Parallelamente, gli studenti vengono introdotti alle tecnologie abilitanti della trasformazione digitale – dal cloud computing all’intelligenza artificiale – con una particolare attenzione alla sicurezza. Se dal lato tecnologico la formazione è ormai consolidata, manca ancora un’integrazione strutturale con i temi dell’etica e della responsabilità. I corsi attuali coprono soprattutto aspetti di security e safety, ma lasciano scoperti ambiti come l’equità e la trasparenza degli algoritmi, che invece sono sempre più richiesti nel dibattito internazionale e nella pratica applicativa dell’AI.
Per il futuro, la sfida è costruire una formazione integrata, capace di connettere competenze tecniche e riflessione etica. Occorre progettare e modellare algoritmi che non solo siano performanti, ma anche equi, trasparenti e responsabili, superando i limiti attuali che derivano spesso da bias di progettazione o da prospettive parziali. Un esempio riguarda la medicina personalizzata, dove modelli sviluppati con una visione troppo ristretta hanno finito per trascurare diversità fondamentali, producendo soluzioni poco inclusive. È, quindi, evidente l’importanza di una collaborazione stretta tra discipline: informatica, diritto, filosofia ed etica devono convergere nella formazione dei professionisti del futuro. L’università ha il compito non solo di fornire competenze tecnologiche avanzate, ma anche di educare a una consapevolezza critica, che permetta di governare le tecnologie in modo equo e sostenibile.
Stefano Crisci, Partner CBA & Docente Diritto dell'Intelligenza Artificiale della Sapienza Università di Roma, ha portato un punto di vista giuridico ed etico, ricordando come l’intelligenza artificiale non sia solo un tema tecnologico o industriale, ma anche una questione di regole, diritti e responsabilità. La sua riflessione nasce dal percorso avviato già nel 2018, quando la Commissione Europea elaborò le prime linee guida etiche sull’AI, anticipando le attuali normative come il Digital Market Act e, soprattutto, l’Artificial Intelligence Act. Il principio cardine è che la tecnologia, se non governata, rischia di produrre conseguenze gravi: algoritmi che discriminano, sistemi opachi che riducono la trasparenza, applicazioni che incidono negativamente sulla dignità umana. La normativa, dunque, non è un freno, ma uno strumento essenziale per garantire che l’AI resti un supporto alle decisioni umane, e non un elemento di sostituzione o deresponsabilizzazione.
Oggi l’Italia, con l’attuazione del primo provvedimento nazionale che recepisce le logiche dell’AI Act, si trova in una posizione pionieristica in Europa. Le parole chiave sono chiare: controllo umano, trasparenza, non discriminazione, responsabilità. Perché l’AI sia un vero acceleratore di progresso, occorre che i dati siano di qualità, che i sistemi siano tracciabili e che esistano perimetri chiari di utilizzo. Le implicazioni sono profonde: cambieranno i paradigmi di responsabilità civile, il diritto del lavoro, la sanità, l’assicurazione, la pubblica amministrazione. Sarà necessario, “reingegnerizzare i rapporti sociali e giuridici” così come la tecnologia sta reingegnerizzando i processi produttivi e organizzativi. La vera sfida è culturale: superare l’idea della tecnologia come elemento da temere, per imparare invece a conoscerla, affrontarla e governarla. In questo modo, l’intelligenza artificiale potrà diventare un alleato al servizio delle persone e della società, e non una minaccia. In questo senso, la regolazione non è un ostacolo, ma la condizione necessaria per costruire fiducia e garantire che l’innovazione sia davvero sostenibile ed etica.
Uno degli ambiti più trasformati dall’intelligenza artificiale e dal cloud è quello della customer experience. SecondoDebora Mendola, Regional Managing Director & CEO di Transcom, la quantità e la qualità di dati a disposizione, provenienti da settori e servizi diversi, permettono di andare oltre la semplice efficienza dei processi e di avvicinarsi a una logica di anticipazione dei bisogni dei clienti. L’esperienza non si misura più solo in termini di rapidità o precisione, ma di capacità predittiva: prevedere e rispondere in tempo reale a ciò che l’utente richiederà. Il cloud, in particolare, è descritto come il vero abilitatore di questa trasformazione, poiché consente di creare spazi condivisi e scalabili, rendendo più fluidi i processi e abbattendo silos organizzativi. In un contesto multinazionale, questa caratteristica diventa decisiva: l’accesso uniforme e in tempo reale ai dati abilita un utilizzo esteso di strumenti di analisi predittiva e supporta anche attività quotidiane, semplificando operazioni interne. Un esempio citato è l’automatizzazione delle minute delle riunioni, che vengono generate automaticamente, liberando tempo e risorse.
In prospettiva futura, l’intelligenza artificiale rappresenta un acceleratore potente ma selettivo, che richiede un approccio sperimentale e consapevole. Non tutte le soluzioni sono già consolidate: spesso occorre adottare una logica di fail fast, learn faster, cioè sperimentare, correggere e migliorare rapidamente. Questo approccio diventa parte integrante dell’innovazione, soprattutto in un settore in cui la persona rimane al centro: nella customer experience, il valore non è solo tecnologico, ma anche umano. Per questo, l’AI non sostituisce, ma potenzia le competenze degli operatori, fornendo strumenti di supporto in tempo reale – come i sistemi di copilot – che permettono di dare risposte più precise, rapide e personalizzate ai clienti. In prospettiva, l’evoluzione digitale non potrà prescindere dall’integrazione tra dati, AI e persone, in un modello di business in cui la tecnologia amplifica le capacità umane senza annullarle.
Marco Mottola, Direttore Controllo Tecnico Investimenti e Manutenzione di Acquedotto Pugliese, ha portato la voce dell’end user, sottolineando come la transizione dal digitale all’AI economy non possa prescindere da alcuni fattori abilitanti fondamentali. In primo luogo, le competenze, che restano il perno per favorire l’adozione delle nuove tecnologie; in secondo luogo, la disponibilità di infrastrutture adeguate, in particolare le reti di telecomunicazione, che rappresentano ancora un limite strutturale alla velocità di questa trasformazione. Inoltre il cloud non è solo un supporto, ma un vero e proprio acceleratore dell’adozione dell’intelligenza artificiale. Nelle organizzazioni complesse come quelle del servizio idrico integrato, il cloud consente di superare i silos organizzativi e normativi, abilitando un’integrazione dei processi che vanno dalla progettazione alla costruzione fino all’operation delle opere.
Guardando avanti, per sfruttare appieno il potenziale del cloud e dell’AI, è necessario ripensare i processi interni. Le aziende devono essere accompagnate in un percorso di trasformazione che le porti ad abbandonare modelli tradizionali e a riorganizzarsi in ottica di interoperabilità e agilità, prerequisiti essenziali per sfruttare al meglio i nuovi strumenti digitali.
In ambito cybersecurity, l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento di difesa, ma viene già ampiamente utilizzata dagli attaccanti. Per questo motivo, secondo Domenico Raguseo, Head of CyberSecurity & (Digital) Infrastructure Exprivia di Exprivia, non si tratta di valutare un ritorno sull’investimento, ma di una scelta obbligata: se chi attacca sfrutta l’AI, chi difende deve necessariamente fare altrettanto. Un esempio concreto è il phishing: se un tempo si consigliava di riconoscere i messaggi fraudolenti dagli errori grammaticali, oggi accade l’opposto – email perfette e senza sbavature sono spesso il prodotto di sistemi AI. Allo stesso modo, tecniche complesse come le SQL injection vengono ormai apprese direttamente dalle macchine, senza bisogno di addestramento umano.
In questo ambito, la difesa non può che evolvere adottando le stesse armi dell’attacco. È poi da sottolineare l’importanza di approcci basati su anomaly detection, cioè sistemi capaci di studiare i comportamenti “normali” di utenti e processi e di segnalare automaticamente eventuali deviazioni come possibili minacce. La cybersecurity richiederà quindi un uso massiccio e consapevole dell’intelligenza artificiale, non solo per reagire, ma per prevedere e anticipare gli attacchi.
Marco Rosetti, Owner & CEO di DI Works srl, ha parlato del fatto che l’intelligenza artificiale richiede processi di apprendimento complessi, paragonabili a quelli di un bambino. Per sviluppare applicazioni efficaci servono software sofisticati, tempo e risorse economiche, aspetti che spesso vengono sottovalutati.
Dando uno sguardo al futuro, si dovrà pensare a un ecosistema produttivo in cui il mezzo condiziona direttamente il fine. Non si tratta più soltanto di strumenti a supporto dei processi, ma di tecnologie che ne modificano la logica e l’output finale. Per questo motivo le aziende devono imparare a valutare con attenzione tempi, costi e complessità reali dei progetti di AI, evitando approcci superficiali. Allo stesso tempo, emerge un’esigenza chiara di formazione e riqualificazione: chi entra oggi nel mondo del lavoro deve possedere competenze digitali avanzate, con particolare attenzione all’uso consapevole dell’intelligenza artificiale. La selezione non avverrà più soltanto sulla base del titolo di studio o delle competenze tradizionali, ma sulla capacità di utilizzare strumenti AI come parte integrante del proprio lavoro.
Infine, Marco Scognamiglio, Head of GRC Consulting & Offensive Security di Advens Italia, ha messo in luce il fatto che la tecnologia avanza molto più velocemente delle leggi, e questo crea una disconnessione tra innovazione e regolamentazione, con il rischio che le leggi siano spesso obsolete e non riescano a affrontare i problemi già esistenti, una volta che l’AI è entrata nei processi quotidiani. Poi, un altro punto critico è che l’AI non ha coscienza e non sarà mai in grado di svilupparla. Questo, tuttavia, non impedisce ai sistemi AI di “pensare” come se ce l’avessero, soprattutto quando vengono progettati per compiere azioni che potrebbero sembrare umane. Per questo motivo, è necessario regolamentare e normare la tecnologia in modo proattivo, stabilendo chi è responsabile in caso di incidenti o malfunzionamenti. Un’altra problematica emersa è il rischio legato alla qualità dei dati utilizzati, i quali, se contaminati o mal strutturati, potrebbero compromettere anche interi progetti di AI, causando danni che potrebbero manifestarsi dopo mesi o anni di lavoro.
La cybersecurity deve diventare una componente centrale di ogni progetto che adotti l’intelligenza artificiale e il cloud. La sicurezza deve essere parte integrante della progettazione, non un’aggiunta successiva. Un altro aspetto cruciale è la tracciabilità dei dati, soprattutto nel contesto del cloud, dove i dati possono facilmente “scomparire” o essere difficili da gestire su larga scala. L’adozione di strumenti automatizzati, come i Security Operations Center (SOC), che utilizzano intelligenza artificiale per monitorare, tracciare e recuperare i dati sensibili, diventa essenziale per garantire la sicurezza e la compliance. Si suggerisce anche l'importanza di un piano B, che permetta di recuperare i dati e i processi in caso di imprevisti o incidenti. Il futuro della cybersecurity nell’ambito dell’AI e del cloud non è solo una questione di difesa, ma di gestione consapevole e proattiva dei rischi, con un forte focus sulla protezione dei dati, la tracciabilità e la preparazione a situazioni impreviste.
PROGETTI
- Evidenze e studi per lo sviluppo di reti resilienti
- Sperimentazioni su infrastrutture e sicurezza digitale
- Iniziative di condivisione di competenze e risorse
- Infrastrutture accessibili e inclusive per tutti
- Coordinamento tra infrastrutture digitali e fisiche
- Promozione di nuovi modelli di governance e collaborazione
LEGGI
- Definizione di una legge nazionale sull’innovazione
- Coordinamento delle policy in ambito legislativo
- Incentivi per la costruzione e modernizzazione delle infrastrutture
- Semplificazione normativa per favorire la resilienza digitale
- Promozione della continuità operativa nelle reti critiche
CULTURA
- Diffusione di una cultura della sostenibilità e resilienza
- Valorizzazione delle competenze tecnologiche e digitali
- Formazione e sviluppo di nuove professionalità legate all’AI
- Educazione al rischio e alla gestione dell’emergenza
- Promozione di approcci etici e responsabili all’innovazione
- Costruzione di una visione condivisa di futuro sostenibile

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Sirti Digital Solutions
“Intelligenza artificiale per infrastrutture e reti resilienti: verso un nuovo ecosistema”

Obiettivo del team di lavoro sarà creare un ecosistema digitale che garantisca la resilienza e la resistenza agli shock delle reti energetiche, digitali, di trasporto e di telecomunicazione. In un mondo iperconnesso e di reti interdipendenti, tecnologie come l’IoT e l’Intelligenza Artificiale stanno diventando elementi centrali per rafforzare questa resilienza. Sensori intelligenti e algoritmi predittivi consentono di monitorare le reti in tempo reale, anticipare guasti, ottimizzare i flussi e intervenire tempestivamente. I lavori si concentreranno sulle strategie per la connessione tra infrastrutture tech in maniera efficace, efficiente e sicura a beneficio del sistema Paese. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori utilities, trasporti, ICT, industria, consulenza.
Massimiliano De Carolis, CEO, Sirti Digital Solutions

Rosella Castellano, Professor of Quantitative Methods in Finance and Economics, Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza

Cesare D’Angelo, General Manager Italy, France & Mediterranean, Kaspersky

Gabriele Gilleri, Chief Operating Officer, Acrisure Italia

Manuele Impastato, Responsabile Control room, Acqua Pubblica Sabina

Luigi Di Marco, membro della Segreteria Generale, ASviS

Lorenzo Mineo, VP divisione Power Systems, Schneider Electric Italia

Andrea Mondo, Chief Technology & Operations, INWIT

Marco Mottola, Direttore Controllo Tecnico Investimenti e Manutenzione, Acquedotto Pugliese

Francesca Pili, Amministratore Esecutivo, FNM Group

Andrea Rangone, Professor Digital Business & Entrepreneurship, Politecnico di Milano

Giovanni Tarquini, CEO, Ecotel Italia

Marco Tesini, VP & GM Western Europe, Hitachi Vantara

Giovanni Todaro, Director, Technical Sales and Client Engineering, IBM Technology


Marco Mottola
- Transizione digitale nel settore energy
- Approccio integrato pubblico-privato per la resilienza
- Focus su collaborazione e competenze tecnologiche
Francesca Pili
- Startup e multicorporate per l’innovazione
- Progetti di AI per la prevenzione e predittività
- Business resiliente come motore di crescita sostenibile
Andrea Rangone
- Le reti di telecomunicazione come asset strategico nazionale
- AI e data economy per la competitività del Paese
- Collaborazione pubblico-privata come leva per la trasformazione
Marco Tesini
- Analisi dei dati come strumento di resilienza operativa
- Data center e AI per l’efficienza energetica
- Valorizzazione del patrimonio informativo e decision making basato sui dati
Giovanni Tarquini
- Sviluppo di competenze su AI e cybersecurity
- Integrazione energia–digitale per infrastrutture smart
- Innovazione al servizio della resilienza nazionale
Giovanni Todaro
- Contesto Hype A.I. e AI ibrida per la governance
- Gestione etica e normativa dell’intelligenza artificiale
- Evoluzione verso sistemi resilienti e adattivi
Rossella Castellano
- Network collaboration e scambio di competenze
- Policy integrate per la resilienza sistemica
- Gestione delle crisi e miglioramento della capacità di risposta
Cesare D’Angelo
- Cyber immunity e sicurezza digitale delle infrastrutture
- Governance dei sistemi critici
- Sostenibilità e resilienza come priorità strategiche
Gabriele Gilleri
- Human–AI collaboration per la produttività e lo sviluppo
- Intelligenza artificiale al servizio delle persone
- Valorizzazione dei dati e delle competenze per l’innovazione
Luigi Di Marco
- Efficienza del digitale come leva per la sostenibilità
- Le infrastrutture come strumenti di benessere sociale
- Governance e misurazione della complessità sistemica
Lorenzo Mineo
- IoT e AI per infrastrutture intelligenti
- Manutenzione predittiva e ottimizzazione operativa
- Sinergia pubblico-privato per reti resilienti
Manuele Impastato
- Resilienza delle reti fisiche e digitali
- Data sharing e interoperabilità tra sistemi
- Gestione integrata di dati e sicurezza
Andrea Mondo
- AI per infrastrutture energetiche e smart grid
- Intelligenza multilivello e collaborativa
- Sinergia tra AI, IoT e cybersecurity
Sintesi
Attualmente, il sistema infrastrutturale italiano si trova in una fase di evidente inadeguatezza rispetto alle esigenze della nuova economia dell’AI. È il caso delle strutture esistenti – citato da Massimiliano De Carolis, CEO di Sirti Digital Solutions –, che sono state progettate per un mondo analogico o, nella migliore delle ipotesi, per un’economia digitale che seguiva logiche a costo marginale zero. A differenza di questa, l’economia dell’intelligenza artificiale richiede potenza computazionale, generazione di token, consumo energetico molto elevato e un’infrastruttura in grado di supportare carichi e volumi completamente nuovi. Questo modello non è più sostenuto dal tradizionale sistema di finanziamento: le telco, un tempo motore degli investimenti infrastrutturali, oggi faticano a sostenere gli stessi margini operativi e, di conseguenza, non hanno più la capacità di reggere il peso economico degli investimenti necessari. Al momento, i maggiori investitori in questo ambito sono gli hyperscaler, motivati in parte da una corsa all'innovazione dettata più dalla paura di restare indietro che da business case solidi. Inoltre, il mercato assicurativo mostra limiti evidenti nel trasferimento del rischio legato ai danni telematici, lasciando ampie aree di vulnerabilità scoperte. Le criticità si manifestano anche nella rete elettrica, sottoposta a richieste di connessione sempre più numerose e rapide, e nei sistemi di networking, messi sotto pressione dalla moltiplicazione delle connessioni per persona e dalla necessità di sostenere modelli di consumo iper-personalizzati, sempre più centrati sull’esperienza dell’utente.
Alla luce di questo quadro, c’è la necessità di una vera e propria ricostruzione dell'infrastruttura tecnologica del Paese. Ciò non significa solo potenziare le reti esistenti, ma di ripensarle completamente per permettere all’intelligenza artificiale di esprimere il proprio potenziale. Questo comporta la creazione di un’infrastruttura abilitante, capace di affrontare la crescente domanda energetica, di gestire un traffico dati sempre più intenso e di sostenere un modello produttivo fondato sull’analisi e sull’elaborazione continua di informazioni. Un altro elemento chiave della trasformazione sarà l’integrazione tra infrastrutture digitali e mondo fisico, in particolare attraverso l’automazione e la robotica. La mobilità autonoma è solo il primo passo verso un ecosistema in cui l’intelligenza artificiale non sarà più confinata ai server, ma diffusa nell’ambiente, dialogando in tempo reale con sensori e infrastrutture urbane. Per rendere scalabili queste soluzioni, sarà però necessario sviluppare modelli ibridi, in cui l’intelligenza a bordo dei veicoli sarà supportata da una rete esterna capillare e intelligente. Infine, l’elemento di resilienza diventa centrale. Proteggere le infrastrutture da attacchi informatici e da eventi catastrofici non potrà più essere affidato al solo mercato assicurativo. Servirà un’integrazione tecnologica nella gestione del rischio, in cui l’intelligenza artificiale stessa potrà svolgere un ruolo di prevenzione, monitoraggio e risposta rapida agli incidenti.
Negli ultimi anni, l’uso dell’intelligenza artificiale è incrementato anche nei sistemi economici, finanziari e infrastrutturali, ma spesso con una comprensione ancora limitata della sua interazione con i metodi quantitativi. L’IA, infatti, secondo Rosella Castellano, Professor of Quantitative Methods in Finance and Economics della Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza, è già in grado di elaborare enormi volumi di dati, ma non può prescindere da una struttura modellistica rigorosa. I dati grezzi, per essere realmente utili e trasformarsi in conoscenza, devono essere filtrati e strutturati attraverso indicatori e metriche costruite con competenze matematiche e quantitative. La complessità, d’altro canto, è oggi una caratteristica intrinseca dei sistemi, dovuta all’interdipendenza tra nodi e reti. Ed è proprio questa interconnessione che genera fenomeni difficili da prevedere. La matematica, in questo contesto, non solo permette di rappresentare tale complessità, ma anche di misurarla. Ciò permette, già oggi, di stimare rischi e vulnerabilità con maggiore precisione rispetto ai sistemi puramente statistici o basati esclusivamente sull’apprendimento automatico.
Allora si deve puntare alla costruzione di un ciclo virtuoso in cui i modelli quantitativi forniscano una grammatica solida con cui interpretare i sistemi complessi, mentre l’intelligenza artificiale diventi la voce capace di tradurre quella grammatica in azione. Questo implica un rafforzamento dell’approccio basato su metriche oggettive e comparabili, utili non solo per l’analisi tecnica ma anche per sostenere la progettazione di infrastrutture più resilienti, efficaci e finanziabili. Lo scenario ideale prevede quindi una cooperazione strutturata tra modellistica matematica e tecnologie intelligenti, in cui la prima fornisce indicatori affidabili di rischio, efficienza e vulnerabilità, e la seconda ne amplifica la portata attraverso capacità predittive raffinate e adattive.
Anche Cesare D’Angelo, General Manager Italy, France & Mediterranean di Kaspersky, ha rafforzato questa visione della complessità, spostando però l’attenzione sul lato più vulnerabile e operativo del sistema: quello della sicurezza informatica. Il panorama delle minacce attuali è estremamente variegato e dinamico. Si va dagli attacchi DDoS, che puntano a bloccare l’erogazione dei servizi, agli attacchi mirati a vulnerabilità note o emergenti. Molto rilevante è anche il fenomeno degli attacchi “supply chain”, in cui il punto d’ingresso non è direttamente la vittima finale, ma un fornitore più piccolo e meno protetto. Questo approccio sfrutta le debolezze tipiche delle PMI, che spesso dispongono di budget ridotti per la sicurezza informatica.
A questo punto, la funzione dell’intelligenza artificiale diventa centrale: non si tratta più di un supporto teorico o di una tecnologia futuristica, ma di uno strumento operativo già pienamente integrato nei sistemi di protezione più avanzati. La visione delineata è quella di un’infrastruttura difensiva evoluta, in cui l’intelligenza artificiale lavora in tempo reale sull’analisi di enormi flussi di dati, con capacità di individuare nuove minacce prima ancora che queste vengano attivate. La rete globale di dispositivi interconnessi consente, ad esempio, di rilevare oltre 400.000 file malevoli ogni giorno, un compito impossibile da sostenere con risorse umane tradizionali.
La visione futura prevede quindi un'estensione del concetto di infrastruttura critica, che includa tutti quegli elementi che, pur non essendo ufficialmente designati come tali, possono determinare effetti sistemici se compromessi. In questo ambito, la protezione non può più essere affidata esclusivamente alla reattività umana o a regole fisse: serve una difesa adattiva, intelligente, capace di apprendere, evolvere e anticipare.
A seguire, Luigi Di Marco, Membro della Segreteria Generale di ASviS, ha proposto una visione profondamente integrata tra sviluppo digitale, sostenibilità e resilienza, nel solco dell’impegno per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Qualsiasi azione – politica, imprenditoriale, sociale – deve mantenere al centro il benessere collettivo. In quest’ottica, elementi come l’acqua, l’energia e le reti informatiche non sono semplici componenti tecniche, ma condizioni essenziali per la qualità della vita e per la tenuta delle comunità. Oggi, però, le infrastrutture si trovano ad affrontare una molteplicità di rischi interconnessi. Se da un lato la loro progettazione ha sempre previsto una certa attenzione alla resilienza, dall’altro il contesto attuale richiede un salto di qualità, con una capacità di analisi più granulare e una visione sistemica che sappia anticipare l’evoluzione dei rischi. In particolare, si fa riferimento ai megatrend globali, come i cambiamenti climatici, che già oggi rappresentano una delle principali minacce riconosciute a livello internazionale.
Per questo bisogna prevedere un’evoluzione della governance delle infrastrutture che sia orientata alla preparazione e alla prevenzione, non solo alla reazione. Significa pensare a sistemi resilienti dalla progettazione, che sappiano adattarsi a condizioni mutevoli e proteggere il benessere sociale nel lungo periodo. In questo senso, l’Europa si sta già muovendo in modo concreto, come dimostra la recente adozione della prima Strategia per la resilienza idrica, che rappresenta un segnale importante di cambiamento metodologico: dalla gestione emergenziale alla pianificazione strategica. Tuttavia, per rendere davvero efficaci queste trasformazioni, è necessario che lo sviluppo tecnologico – compreso quello legato all’intelligenza artificiale – sia guidato da una visione etica e sistemica. Le soluzioni digitali devono essere progettate per ridurre le vulnerabilità, non per amplificarle, e vanno inserite in un contesto che tenga conto della sostenibilità ambientale, della coesione sociale e della giustizia intergenerazionale. Un altro elemento chiave sarà il capitale umano: non basta introdurre tecnologie avanzate, se poi mancano le competenze per governarle. La formazione, anche se non sempre obbligatoria, deve diventare una leva strategica, sostenuta da politiche pubbliche e da investimenti mirati.
Parlando di settori in trasformazione, uno di questi è quello assicurativo, sospeso tra modelli tradizionali e nuove esigenze derivanti da un contesto sempre più connesso e vulnerabile. Il punto di partenza è l’urgenza: dal 1° ottobre è entrato in vigore l’obbligo di copertura assicurativa contro i rischi catastrofali per le PMI, una misura importante ma arrivata tardi rispetto a dove l’attenzione, secondo Gabriele Gilleri, Chief Operating Officer di Acrisure Italia, avrebbe dovuto concentrarsi da tempo – ovvero su persone, abitazioni e comunità, e non solo sul tessuto produttivo. Oggi, il vecchio paradigma basato sulla gestione passiva del rischio e sul rimborso post-evento (paper claim) sta cedendo il passo a un modello fondato sulla prevenzione attiva e predittiva (predict and prevent). Tuttavia, il cambiamento non è semplice: si tratta di superare approcci basati su serie storiche e modelli statici, per entrare in una logica di analisi dinamica, in tempo reale, alimentata da dati provenienti da sensori IoT e strumenti di monitoraggio distribuiti. Il settore dell’assicurazione auto ha già compiuto alcuni passi avanti con l’uso delle black box, ma l’ambito delle infrastrutture è ancora distante da una reale maturità digitale in questo senso.
La visione prospettica proposta è quella di un ecosistema assicurativo radicalmente ripensato, in cui la raccolta, l’elaborazione e l’interpretazione predittiva dei dati consentano di valutare il rischio in modo più preciso, sostenibile e – soprattutto – etico. Si tratta di migliorare i modelli di pricing, ma anche di offrire una copertura che tenga conto della vulnerabilità reale del patrimonio assicurato, sia esso materiale o umano. La disponibilità di dati ambientali, strutturali e comportamentali rende oggi possibile prevedere eventi critici come un’alluvione o un cedimento strutturale con maggiore anticipo, ma serve la volontà – e l’infrastruttura – per attivare meccanismi di prevenzione reale.
Poi, Manuele Impastato, Responsabile Control room di Acqua Pubblica Sabina, ha portato l’attenzione su un settore spesso poco presente nel dibattito sull’innovazione tecnologica, ma assolutamente strategico: quello delle reti idriche, che si trovano oggi a convivere con una profonda asimmetria informativa: per decenni, infatti, sono state gestite con conoscenze limitate sul loro reale comportamento fisico. Non esisteva una vera cultura della misurazione, né tantomeno una tradizione di raccolta sistematica del dato. Ci si è ritrovati, quindi, con infrastrutture progettate decenni fa, oggi soggette a nuove pressioni: urbanizzazione, cambiamenti nei piani regolatori, aumento della domanda e, non ultima, la crescente instabilità legata ai cambiamenti climatici. La prima sfida è stata dunque partire dalle basi, cioè dalla conoscenza, avviando un processo di mappatura, misurazione e modellazione della rete. Ma non basta raccogliere dati: questi devono essere validati, selezionati, interpretati. La gestione intelligente dell’acqua parte da qui.
Il futuro del servizio idrico si gioca quindi sull’evoluzione della conoscenza in azione, al fine di mantenere la sicurezza delle reti e renderle capaci di adattarsi ed evolversi rispetto ai nuovi contesti. Ed è qui che entra in gioco il concetto di Digital Twin, una rappresentazione digitale della rete in grado di simulare gli effetti di ogni intervento e, potenzialmente, di ogni scenario futuro. Attraverso una modellazione dinamica e aggiornata sarà possibile affrontare con tempestività le crisi idriche, anticipare le criticità e intervenire in modo mirato. Inoltre, il passaggio all’intelligenza artificiale sarà possibile solo dopo aver costruito una base dati affidabile e coerente.
Anche Marco Mottola, Direttore Controllo Tecnico Investimenti e Manutenzione, Acquedotto Pugliese, ha sottolineato che la transizione digitale, almeno dal punto di vista tecnologico, è ormai matura anche nel settore delle reti idriche. Acquedotto Pugliese gestisce oggi oltre 35.000 km di infrastrutture e raccoglie quotidianamente più di un milione di dati da fonti eterogenee: portate, pressioni, smart meter, sensori acustici, parametri di qualità dell’acqua. Questa mole di dati ha introdotto complessità, ma ha anche consentito un cambio radicale nell’approccio operativo, permettendo di passare da una logica reattiva a una manutenzione predittiva. Oggi è possibile identificare segnali deboli che precedono i guasti, pianificare interventi in anticipo in base alle condizioni meteo estreme e mappare le aree di rischio. Tutto ciò ha migliorato l’efficienza nella gestione degli investimenti e nell’erogazione del servizio.
Il passo successivo è la transizione verso l’intelligenza artificiale, che richiederà la costruzione di un vero e proprio ecosistema collaborativo. Per questo scopo, sarà necessario mettere a sistema competenze pubbliche e private, il mondo della ricerca, i politecnici e le università, per affrontare insieme i nuovi obiettivi del settore idrico. Ma per rendere questa trasformazione operativa, è essenziale anche sviluppare nuove competenze professionali: servono figure tecniche e specialistiche capaci di governare strumenti digitali avanzati, modellazione predittiva e piattaforme di AI.
Lorenzo Mineo, VP divisione Power Systems di Schneider Electric Italia, uscendo dalle dinamiche settoriali, ha portato una riflessione più generale sulla natura del business moderno: interconnesso, multidisciplinare e chiamato a confrontarsi con sfide comuni, a prescindere dalle differenze settoriali. In questo contesto, la tecnologia, per essere realmente efficace, deve essere non solo avanzata, ma soprattutto adattabile e scalabile. Il caso dell’elettrificazione ne è un esempio chiaro: è un processo in atto, ma che richiede infrastrutture digitali mature e resilienti, capaci di adattarsi alla crescente domanda energetica e alla complessità delle fonti distribuite. Questo scenario evidenzia che la gestione del sistema energetico moderno è profondamente cambiata: è sempre più distribuita, intermittente e dipendente da tecnologie digitali. Tuttavia, l’adeguamento infrastrutturale è spesso frenato da difficoltà progettuali, mancanza di visione anticipatoria e una cultura ancora legata a schemi tradizionali.
Per affrontare queste sfide, bisogna individuare tre direttrici fondamentali: progettazione moderna, approccio collaborativo e trasformazione organizzativa. In primo luogo, progettare “in modo moderno” significa pensare a infrastrutture resilienti fin dall’origine, integrando strumenti digitali e soluzioni intelligenti in una logica sistemica, non accessoria. Questo presuppone una visione lungimirante, in cui la tecnologia diventa parte integrante della struttura e non un’aggiunta postuma. Poi, viene ribadita l’importanza delle partnership: le aziende tecnologiche devono farsi promotrici di un modello cooperativo, che coinvolga enti pubblici, clienti, studi di ingegneria e altri attori, anche al di fuori del perimetro commerciale diretto. Il contributo consulenziale, in questa fase di transizione, è essenziale per supportare territori e settori meno maturi nello sviluppo di progetti credibili, scalabili e finanziabili. Infine, la transizione non può essere solo tecnologica: deve essere anche organizzativa e culturale, con le imprese che devono trasformare il proprio assetto interno, aggiornando competenze, processi e strutture per poter davvero gestire infrastrutture intelligenti.
Andrea Mondo, Chief Technology & Operations di INWIT, ha descritto il ruolo delle torri di telecomunicazione nel nuovo scenario digitale italiano, ponendo l'accento sul loro valore strategico e sul fatto che sono diventate veri e propri nodi infrastrutturali della trasformazione digitale. Oltre a supportare le comunicazioni mobili, queste torri possono ospitare sensori IoT per il monitoraggio ambientale, il controllo delle perdite idriche, la gestione del traffico o la sicurezza urbana, contribuendo attivamente allo sviluppo delle smart city. Esempi concreti di questa evoluzione sono i progetti già in corso a Roma, dove INWIT sta abilitando il 5G in metropolitana, installando videocamere per l’analisi del territorio e attivando il Wi-Fi in spazi pubblici. Tuttavia, nonostante l'enorme potenziale tecnologico e applicativo, il settore soffre ancora di un ritorno economico incerto, specialmente per quanto riguarda l’adozione del 5G, e la sostenibilità di lungo termine dei business case rimane una sfida aperta.
Lo scenario futuro prevede un salto tecnologico abilitato dall'intelligenza artificiale e dall’evoluzione delle reti mobili. Questo cambiamento, potenziato da AI native, permetterà di sfruttare le risorse di calcolo in eccesso presenti nei nodi di rete per offrire servizi locali di edge computing, trasformando ogni torre in un micro data center diffuso sul territorio. INWIT, attraverso il progetto PNRR 5G, sta già lavorando per portare copertura in 1.300 comuni privi di connettività, contribuendo a colmare il digital divide. Inoltre, le torri vengono riconfigurate per finalità ambientali, ad esempio con l’installazione di videocamere intelligenti per la rilevazione precoce di incendi o altri fenomeni naturali.
A proposito del sistema infrastrutturale di telecomunicazioni in Italia, ha preso la parola Andrea Rangone, Professor Digital Business & Entrepreneurship del Politecnico di Milano, sottolineandone la fragilità attuale e spiegando che la transizione dalla digital economy alla AI economy non potrà mai realizzarsi senza una base solida di connettività. Il problema è noto ma sottovalutato: gli operatori delle reti mobili e fisse hanno margini operativi così bassi da non poter più sostenere investimenti infrastrutturali di lungo termine. In altre parole, chi detiene le reti oggi non ha più le risorse per mantenerle né per svilupparle. Questo punto critico mina le fondamenta stesse della trasformazione digitale del Paese, perché non si può immaginare un'economia basata sull’intelligenza artificiale se manca un’infrastruttura di rete efficiente, resiliente e sostenibile.
Sarebbe opportuno uno scorporo totale delle reti e la creazione di una NetCo nazionale unica, aperta a diversi modelli di partecipazione. Ma il tema va oltre la finanza e tocca anche una questione strategica e di sovranità digitale: avere una rete controllata da un soggetto capace di investire e operare con un’ottica di sistema rappresenterebbe un segnale politico forte e una garanzia per cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Infine, sono fondamentali i “player abilitanti”, ovvero soggetti tecnologici e infrastrutturali che sappiano accompagnare concretamente aziende e PA nella transizione, agendo non solo sul piano applicativo, ma soprattutto su quello profondo e infrastrutturale, dai data center alla sicurezza informatica.
A seguire, Francesca Pili, Amministratore Esecutivo di FNM Group, ha presentato una panoramica dettagliata sul ruolo dell’intelligenza artificiale all’interno del Gruppo FNM, con attività che spaziano dalle ferrovie alle autostrade, dagli autobus al trasporto urbano. In un’ottica di miglioramento della sicurezza, efficienza e sostenibilità, il gruppo sta implementando diversi progetti basati su tecnologie intelligenti. Nel mondo ferroviario, è stato avviato un sistema di manutenzione predittiva (progetto Darwin), che consente di identificare anomalie e problematiche prima che si verifichino guasti o disservizi. Analogamente, sulla rete autostradale Milano-Serravalle è in corso il progetto Smart Road, con installazione di pali sensorizzati per raccogliere dati sul traffico e sulle condizioni meteo, offrendo agli utenti informazioni in tempo reale per migliorare l’esperienza di viaggio.
Si punta a un modello di mobilità intelligente, accessibile e sostenibile. Uno degli sviluppi più rilevanti è legato alla guida autonoma, che permetterà di ridurre l’errore umano, abbattere i tempi di reazione e aumentare l’autonomia e la sicurezza nei trasporti. I vantaggi attesi sono numerosi: minori costi fissi per i cittadini, accesso alla mobilità per fasce deboli, ottimizzazione dell’uso dello spazio urbano. Un altro fronte è quello della semplificazione interna, attraverso il progetto Smart Torrent, che mira a supportare i dipendenti nel processo di elaborazione di gare e capitolati legati al PNRR.
Giovanni Tarquini, CEO di Ecotel Italia, ha approfondito il punto di vista delle PMI del settore infrastrutturale, protagoniste concrete della trasformazione digitale del Paese. In questo ambito, la resilienza non è solo una parola chiave nei documenti strategici, ma si traduce nella capacità di mettere a terra infrastrutture robuste, pensate per reggere urti, guasti e contesti ambientali complessi. Qui il valore delle PMI risiede nella capacità di adattarsi, realizzando soluzioni personalizzate su misura del contesto locale, e non modelli standardizzati a livello industriale.
Il futuro che è basato su un’infrastruttura fisica ben progettata, affidabile e operativa, condizione imprescindibile per far funzionare qualsiasi layer superiore, che sia AI, smart city o digital twin. Nessuna transizione digitale potrà essere efficace senza una rete che funziona, trasmette e resiste. In questo senso, bisogna lavorare su tecnologie avanzate come manutenzione predittiva, edge computing e sistemi di monitoraggio locale, in grado di intervenire anche in assenza di connettività centrale. L’azienda lavora per garantire performance elevate, sicurezza e sostenibilità economica, rispettando tempi e budget, elementi non scontati nel contesto pubblico-privato. Infine, senza infrastrutture fisiche reali e funzionanti, l'intero impianto della trasformazione digitale resta fragile. Parlare di AI, cloud e dati ha senso solo se esistono reti affidabili che ne rendano possibile la circolazione, l'elaborazione e la protezione.
Marco Tesini, VP & GM Western Europe di Hitachi Vantara, ha portato una visione che unisce concretezza e riflessione strategica, richiamando le principali sfide che la transizione dalla digital economy alla AI economy pone a livello di infrastrutture. Quest’ultima non è un concetto astratto, ma una dinamica concreta che coinvolge settori chiave come trasporti, energia e data center, nei quali l’adozione di strumenti digitali e predittivi sta già mostrando risultati tangibili. Due esempi sono particolarmente significativi: nel settore ferroviario, la sensoristica e l’analisi predittiva permettono oggi di anticipare guasti e migliorare la manutenzione, con benefici evidenti in termini di affidabilità del servizio; nel settore energetico, sistemi avanzati di monitoraggio e previsione dei carichi consentono di prevenire criticità di rete e blackout, garantendo continuità e maggiore efficienza. Questi casi dimostrano come la capacità di raccogliere, leggere e interpretare i dati sia ormai il cuore pulsante delle infrastrutture critiche e come la tecnologia possa tradursi in risparmio, sicurezza e resilienza.
Guardando al futuro, due sfide fondamentali per il sistema Paese: la sovranità dei dati e l’efficienza energetica dei data center. Sempre più nazioni stanno investendo per costruire ecosistemi digitali sovrani, con infrastrutture locali per la gestione dei dati. L’Italia dovrà decidere se posizionarsi come protagonista in questo scenario o rischiare un ruolo marginale. Parallelamente, occorre affrontare con decisione il tema del consumo energetico: se fino a pochi anni fa i data center assorbivano circa il 4% del fabbisogno globale, oggi la quota è prossima al 10% e potrebbe raggiungere il 14% entro pochi anni. Si tratta di un trend che, se non governato, rischia di compromettere la sostenibilità dell’intera transizione digitale. Per questo serve una riflessione strutturale sul ruolo dei data center, che vanno ripensati in termini di efficienza, localizzazione, sostenibilità e funzione strategica.
Con Giovanni Todaro, Director, Technical Sales and Client Engineering di IBM Technology, è stato citato un punto critico riguardante i dati: attualmente gran parte dell’AI lavora su una piccola frazione delle informazioni disponibili, mentre circa il 90% dei dati resta inutilizzato all’interno delle organizzazioni. Questo rappresenta un capitale sprecato che potrebbe invece essere valorizzato, anche con modelli più semplici ed efficienti dal punto di vista energetico. Allo stesso tempo, Todaro richiama l’attenzione su un’altra vulnerabilità sistemica: la sicurezza. L’anello più debole rimane l’essere umano, che spesso mette a rischio anche i sistemi più sofisticati con comportamenti poco sicuri.
Il futuro passa da un approccio più equilibrato e pragmatico, capace di coniugare innovazione e buon senso. Non bisogna puntare esclusivamente su modelli complessi e costosi, ma costruire sistemi che valorizzino anche algoritmi leggeri, capaci di girare localmente riducendo consumi ed emissioni. Questo consentirebbe di efficientare l’intero ecosistema digitale, eliminando sprechi non solo nelle reti e nei data center, ma anche nei modelli organizzativi. La visione proposta è quella di un modello ibrido, sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista organizzativo. I carichi applicativi dovranno poter essere spostati in modo dinamico tra diverse infrastrutture per ottimizzare l’uso delle risorse. Parallelamente, servirà una maggiore consapevolezza umana nell’uso della tecnologia, con pratiche di sicurezza più mature e diffuse.
PROGETTI
- Evidenze e studi per lo sviluppo di reti resilienti
- Sperimentazioni su infrastrutture e sicurezza digitale
- Iniziative di condivisione di competenze e risorse
- Infrastrutture accessibili e inclusive per tutti
- Coordinamento tra infrastrutture digitali e fisiche
- Promozione di nuovi modelli di governance e collaborazione
LEGGI
- Definizione di una legge nazionale sull’innovazione
- Coordinamento delle policy in ambito legislativo
- Incentivi per la costruzione e modernizzazione delle infrastrutture
- Semplificazione normativa per favorire la resilienza digitale
- Promozione della continuità operativa nelle reti critiche
CULTURA
- Diffusione di una cultura della sostenibilità e resilienza
- Valorizzazione delle competenze tecnologiche e digitali
- Formazione e sviluppo di nuove professionalità legate all’AI
- Educazione al rischio e alla gestione dell’emergenza
- Promozione di approcci etici e responsabili all’innovazione
- Costruzione di una visione condivisa di futuro sostenibile

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
AWARDS
Le giornate incentrate sullo sviluppo sostenibile con un focus sull’innovazione, sono un’opportunità straordinaria per celebrare e riconoscere il ruolo fondamentale delle imprese nell’innovazione e nella trasformazione verso un futuro più sostenibile. Durante queste giornate, i leader aziendali vengono premiati per le loro idee creative, progetti rivoluzionari e strategie innovative che promuovono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Intelligenza Artificiale, Cyber Security e Digital Transformation
2 Dicembre 2025
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PARTECIPA
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Roma | Piazza Montecitorio 116
Milano | Corso Garibaldi 24

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