TASK FORCE ITALIA
ACCELERIAMO LE AZIENDE ITALIANE / SVILUPPIAMO IL SISTEMA PAESE!








Costruire un'Italia Migliore








FOCUS MONTECITORIONEWS24
INTERVISTA AL PRESIDENTE WALTER RIZZETTO
a cura di Francesco Maesano, Giornalista RAI

Walter Rizzetto, Presidente della XI Commissione (Lavoro Pubblico e Privato), Camera dei Deputati
L’On. Walter Rizzetto ha evidenziato il ruolo centrale del lavoro per l’economia italiana, sottolineando il problema della carenza di competenze e la necessità di investire nella formazione continua. Ha proposto la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa e ha espresso scetticismo sull’introduzione di un salario minimo per legge. Rizzetto ha inoltre analizzato le sfide legate alla crisi industriale europea, al cambiamento del mercato del lavoro e alla settimana corta. Ha richiamato l’attenzione sull’invecchiamento demografico e sull’importanza di politiche a sostegno delle famiglie. Infine, ha affrontato le opportunità e i rischi dell’intelligenza artificiale, auspicando un equilibrio tra innovazione e diritti dei lavoratori.

Lavoro, produttività e innovazione: la visione dell’Onorevole Rizzetto per il futuro dell’Italia
Durante l'intervista rilasciata a Montecitorio News24, l’Onorevole Walter Rizzetto ha affrontato alcuni dei temi più rilevanti legati al mercato del lavoro italiano, soffermandosi sulle sfide che attendono il sistema produttivo nazionale e sulle opportunità da cogliere per favorire crescita e competitività.
Il lavoro come pilastro dell’economia italiana
Secondo Rizzetto, il lavoro rappresenta un pilastro fondamentale per l’intera economia del Paese, con un ruolo cruciale svolto dalle piccole e medie imprese, considerate il vero motore produttivo dell’Italia. Nonostante le difficoltà congiunturali a livello globale, il deputato ha evidenziato come il mercato del lavoro italiano abbia mostrato segnali positivi, grazie anche a interventi legislativi che hanno permesso la stabilizzazione di circa un milione di lavoratori. Tuttavia, permane una criticità significativa: la carenza di competenze specifiche. Rizzetto ha richiamato l’attenzione su un dato allarmante, ovvero la presenza di oltre 1,5 milioni di posti vacanti nelle aziende italiane, dovuti alla mancanza di formazione adeguata. Una sfida, questa, che richiede interventi mirati sul fronte dell’istruzione e della formazione continua.
Partecipazione dei lavoratori e retribuzioni: verso un nuovo modello
Uno dei temi centrali dell’intervento riguarda la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese, come previsto dall’articolo 46 della Costituzione. Secondo Rizzetto, questo approccio può rafforzare il legame tra dipendenti e aziende, favorendo la produttività e la stabilità occupazionale. A tal proposito, ha annunciato la presentazione di una proposta di legge per introdurre le stock option per i lavoratori, già diffuse in diversi Paesi europei. Questo strumento consentirebbe ai dipendenti di condividere i successi dell’impresa, incentivando un maggiore coinvolgimento nella vita aziendale. Sul fronte salariale, Rizzetto ha espresso perplessità riguardo all’introduzione di un salario minimo fissato per legge a nove euro lordi l’ora, sostenendo che la contrattazione collettiva rimane lo strumento più efficace per garantire retribuzioni dignitose. Ha inoltre criticato la presenza di contratti stipulati da sindacati che prevedono paghe inferiori ai cinque euro l’ora, sottolineando la necessità di incentivare contratti di qualità.
La crisi industriale europea e la risposta italiana
L’intervento ha toccato anche il tema della crisi industriale che sta colpendo alcuni tra i principali Paesi europei, come Germania e Francia, con un netto calo della produzione industriale. Rizzetto ha evidenziato come, nonostante questo scenario complesso, molte imprese italiane abbiano saputo reagire grazie anche a misure governative di sostegno. Tuttavia, ha ribadito la necessità di un piano strategico a lungo termine per rafforzare la competitività del sistema produttivo nazionale.
Il mercato del lavoro che cambia e il dibattito sulla settimana corta
Il deputato ha poi analizzato le profonde trasformazioni che hanno interessato il mercato del lavoro negli ultimi anni, accelerate dalla pandemia e dall’introduzione massiccia dello smart working. Ha rilevato come le nuove generazioni diano sempre maggiore importanza alla flessibilità e alla conciliazione tra vita privata e professionale. Tuttavia, Rizzetto ha espresso scetticismo sull’introduzione generalizzata della settimana lavorativa corta, ritenendo che questa misura potrebbe risultare insostenibile per le piccole imprese e per settori strategici come il turismo e la sanità.
Formazione continua e sfida demografica
Tra i temi più urgenti, Rizzetto ha indicato la necessità di investire nella formazione continua e certificata, per garantire ai lavoratori le competenze necessarie in un mercato del lavoro in costante evoluzione. Il deputato ha anche sollevato il problema del calo delle nascite in Italia, che negli ultimi decenni ha raggiunto livelli critici. Per invertire questa tendenza, ha proposto politiche a sostegno delle famiglie, tra cui il potenziamento dei servizi per l’infanzia e l’adozione di misure che favoriscano la conciliazione tra lavoro e vita privata.
Intelligenza artificiale: opportunità e sfide regolatorie
Infine, l’Onorevole Rizzetto si è soffermato sull’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo, e avrà sempre più, sul mondo del lavoro. Ha sottolineato la necessità di regolamentare lo sviluppo di queste tecnologie in maniera equilibrata, evitando eccessi che potrebbero frenare la competitività delle aziende europee. Rizzetto ha messo a confronto le diverse strategie adottate in Europa, Stati Uniti e Cina, evidenziando l’urgenza di un approccio normativo che tuteli i diritti dei lavoratori senza ostacolare l’innovazione. L’intervento dell’Onorevole Rizzetto ha offerto una panoramica chiara e articolata sulle principali sfide che il mercato del lavoro italiano dovrà affrontare nei prossimi anni. Dall’investimento nella formazione continua alla promozione della partecipazione dei lavoratori, passando per la necessità di politiche familiari efficaci e un approccio pragmatico alla transizione digitale, il futuro del lavoro in Italia si giocherà sulla capacità di trovare soluzioni concrete e sostenibili.
TASK FORCE NAZIONALE
PREVENZIONE, SALUTE E WELFARE


Giorgio Mulè, Vicepresidente, Camera dei deputati
La prima giornata delle Task Force Nazionali di Task Force Italia è stata aperta da Giorgio Mulè. Il vicepresidente della Camera dei deputati ha sottolineato l’importanza del lavoro delle Task Force Nazionali, definendole “una sfida ardua, bella e importante, che dovrà fornire soluzioni non solo per le singole aziende”. Per Mulè, infatti, l’obiettivo deve essere più ampio: sviluppare progetti in grado di generare soluzioni collettive da presentare alle istituzioni.
A tal fine, il contributo fondamentale sarà rappresentato dai Position Paper, documenti strategici elaborati dalle Task Force Nazionali di Task Force Italia per sintetizzare, valorizzare e comunicare il lavoro svolto su tematiche specifiche. Questi documenti saranno presentati il 9 dicembre 2025 presso la Sala Regina di Palazzo Montecitorio, un appuntamento che Mulè ha ricordato in chiusura del proprio intervento.

Il Ruolo delle Imprese nel Sostenere il Welfare Sanitario
Negli ultimi anni si registra una crescente sensibilità da parte delle aziende italiane verso queste tematiche. Una consapevolezza sempre più diffusa, come evidenziato anche dal nostro osservatorio, rispetto alle problematiche legate alla salute, alla prevenzione e all’accesso equo alle cure. È noto da tempo che la nostra società si confronta con un aumento significativo delle malattie croniche, con l’urgenza di potenziare la prevenzione e ridurre le disuguaglianze territoriali nell’accesso ai servizi sanitari.
Secondo i dati del Settimo Rapporto GIMBE sullo stato del Servizio Sanitario Nazionale, presentato nell’ottobre 2024, il finanziamento pubblico della spesa sanitaria si è attestato al 6,3% del Prodotto Interno Lordo (PIL), una percentuale inferiore alla media europea, che si aggira intorno al 7,8%. A livello pro capite, la spesa sanitaria pubblica italiana si ferma a 2.545 euro, rispetto ai 3.523 euro della Germania e ai 3.065 euro della Francia.
Nonostante questi sforzi, nel 2024 oltre 2,5 milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure per ragioni economiche, registrando un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno riguarda principalmente le fasce di popolazione più fragili e le regioni del Mezzogiorno, dove la carenza di strutture e personale sanitario è più marcata. Ad esempio, in Calabria si registrano 3,8 medici ogni 1.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di 4,0. Questa situazione critica ha generato un rinnovato senso di responsabilità all’interno del mondo imprenditoriale. Le imprese italiane stanno evidenziando le criticità emergenti e si stanno impegnando attivamente per contribuire al benessere collettivo. Secondo un'indagine di Confindustria Welfare, nel 2024 il 68% delle grandi aziende italiane ha introdotto piani di welfare sanitario aziendale, rispetto al 54% del 2022. La spesa media annuale per il welfare sanitario da parte delle imprese è cresciuta del 15%, raggiungendo un investimento complessivo di circa 1,8 miliardi di euro.
Le aree di intervento più sviluppate si concentrano su quattro direttrici principali:
Conciliazione vita-lavoro: il 72% delle aziende offre orari flessibili e servizi di supporto alla genitorialità.
Salute e prevenzione: il 65% ha attivato programmi di screening e check-up gratuiti per i dipendenti.
Assistenza sanitaria integrativa: il 58% garantisce coperture assicurative sanitarie estese ai familiari.
Previdenza e protezione sociale: il 50% ha istituito fondi pensione integrativi o strumenti di tutela per la non autosufficienza.
Proprio in virtù di questa attenzione crescente, è stato organizzato un incontro che si terrà il 5 marzo 2025 presso la nostra Clubhouse, in Piazza Montecitorio 116. Un momento di confronto durante il quale le nostre aziende e i loro amministratori delegati si siederanno al tavolo insieme alle istituzioni. Da parte del governo si registra una forte volontà di intervenire: nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Missione 6 ha destinato 15,63 miliardi di euro alla sanità, di cui 7 miliardi per l’ammodernamento della rete territoriale e 4 miliardi per la digitalizzazione dei servizi.
Tuttavia, il lavoro da fare è ancora tanto. L’obiettivo comune è cercare, insieme, nuove soluzioni che non si limitino ad un incremento della spesa pubblica, ma che favoriscano lo sviluppo di partenariati pubblico-privati più efficaci. Si punta a costruire un modello di welfare sanitario capace di rispondere in modo sistemico e strutturale alla sfida dell’accesso alle cure, riducendo il numero di cittadini che rinunciano ai servizi essenziali e rafforzando la resilienza dell’intero sistema.
OVERVIEW TECNICA 05/03

Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas

La prima giornata della Task Force Nazionale su Prevenzione, Salute e Welfare si è tenuta a Roma, presso la CEOforLIFE ClubHouse ed è stata aperta da Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas, il quale ha incentrato il intervento introduttivo sui dati, in particolare relativi alle spese del welfare italiano, che, negli ultimi anni, è sotto forte pressione. Le famiglie sostengono ogni anno 138 miliardi di euro di spese per sanità e assistenza, pari al 6% del PIL, con un costo medio per nucleo familiare di 5.400 euro. A questa cifra, si aggiungono 663 miliardi di euro di spesa pubblica, che rappresentano la principale voce di bilancio dello Stato. L’Italia ha la più alta incidenza di spesa previdenziale tra i grandi Paesi europei: oltre il 16% del PIL rispetto al 12% della media UE. La spesa sanitaria complessiva ammonta a 188 miliardi di euro, di cui 48 a carico dei privati, e 43 miliardi sono ‘out of pocket’, direttamente sostenuti dalle famiglie. Questa situazione porta a un aumento delle rinunce alle cure e ai programmi di prevenzione.
Si aggiunge il problema dell’inverno demografico: le nascite sono calate del 30% in 15 anni, passando da oltre 550.000 del 2010 ai 380.000 del 2024. Questo scenario determina meno forza lavoro, minore crescita economica e maggiori difficoltà nel sostenere il sistema pensionistico e il welfare. Solo il 21% degli investimenti sanitari italiani è strutturale, contro una media europea del 27%. L’attuale modello di welfare è ancora troppo incentrato su bonus e sussidi, strumenti non più sufficienti a garantire la sostenibilità futura.
Alla luce di questo quadro, per Stefano Colasanti è fondamentale passare da una logica reattiva a un approccio proattivo. Investire nella prevenzione è una priorità: ogni euro speso genera un ritorno sociale stimato in 14 euro. È necessario sostenere le famiglie fin dall’inizio, promuovendo programmi che incentivino la natalità e rafforzino i nuclei familiari.
Il PNRR mette a disposizione 15,6 miliardi per digitalizzazione e primary care, ma serve integrare meglio i sistemi esistenti, come il Fascicolo Sanitario Elettronico, e potenziare la formazione per colmare lo skill mismatch. Una proposta concreta può essere rappresentata dalla creazione di un’alleanza strutturale tra Stato, imprese, associazioni e mondo accademico. Solo una collaborazione stabile tra gli stakeholder può garantire un welfare sostenibile, inclusivo e capace di affrontare le sfide demografiche, economiche e sociali del Paese.
DISEGNO ISTITUZIONALE

Verso un Nuovo Welfare: Prevenzione, Salute e Coesione Sociale.
Il primo a prendere la parola è stato Andrea Crisanti, Segretario della Commissione Cultura e Patrimonio Culturale, Istruzione Pubblica del Senato, per cui il Servizio Sanitario Nazionale presenta criticità evidenti, soprattutto in termini di accessibilità e equità. Le liste d’attesa restano un problema irrisolto, spingendo molti cittadini a ricorrere ai pronto soccorso, spesso per situazioni che potrebbero essere gestite altrove. Questa difficoltà di accesso colpisce in modo diverso le varie fasce della popolazione: al Sud, l’aspettativa di vita è più bassa rispetto al Nord, ma anche il reddito incide sulla qualità delle cure ricevute. Nonostante la sua crescita, la sanità integrativa non ha avuto un impatto significativo su questi problemi. Anzi, la frammentazione dei vari modelli adottati dalle aziende e dalle assicurazioni ha reso difficile una vera integrazione con il SSN. Inoltre, l’uso indiscriminato di test diagnostici privati rischia di generare un eccesso di falsi positivi, con conseguente aumento della domanda di esami a carico del sistema pubblico.
Secondo Crisanti, la soluzione passa da un maggiore coordinamento tra sanità pubblica e privata. Servizi di prossimità più efficienti ridurrebbero il sovraccarico dei pronto soccorso, mentre una sanità integrativa ben regolamentata potrebbe diventare un supporto reale anziché un ulteriore fattore di squilibrio. La prevenzione gioca un ruolo chiave: esempi come la vaccinazione contro l’epatite C dimostrano che investire in strategie mirate porta benefici concreti e duraturi. Per rendere il sistema più sostenibile, sarebbe necessario anche stabilire regole chiare affinché chi sceglie il privato non scarichi i costi delle successive cure sul pubblico.
Anche per Renata Polverini, già Presidente Regione Lazio, uno dei problemi più evidenti del SSN sono le forti disuguaglianze: la sanità integrativa, invece di aiutare i più deboli, è stata strutturata per chi ha redditi più alti, lasciando scoperti milioni di cittadini. Il servizio pubblico, nel frattempo, è sempre meno accessibile: i pronto soccorso sono sovraffollati e le liste d’attesa allungano i tempi di cura. A livello regionale, il sistema è parcellizzato, con ogni regione che gestisce la sanità in modo diverso, creando enormi disparità tra Nord e Sud. Gli sprechi e le rigidità burocratiche pesano ulteriormente sulle finanze pubbliche, rendendo difficile garantire un servizio efficiente.
Per risolvere queste criticità, sarebbe necessario rivedere il modello della sanità integrativa, rendendolo accessibile anche ai redditi medio-bassi. Il sistema sanitario pubblico dovrebbe garantire un accesso più equo alle cure, evitando che la qualità dell’assistenza dipenda dalla regione di residenza. Servirebbe inoltre un maggiore controllo sugli sprechi, reindirizzando le risorse dove sono davvero necessarie. Superare la frammentazione regionale e garantire regole più omogenee potrebbe migliorare l’efficienza complessiva del sistema, rendendolo più equo e sostenibile per tutti.
Barbara De Mei, Direttore del Reparto Sorveglianza dei fattori di rischio e strategie di promozione della salute Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNaPPS), Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha parlato del doppio approccio su cui si basa la promozione della salute: interventi rivolti ai singoli individui e strategie che mirano a migliorare il contesto sociale ed economico in cui vivono. L’Italia ha un Piano Nazionale di Prevenzione che segue questa logica e dispone di un sistema di sorveglianza per monitorare gli stili di vita della popolazione. Tuttavia, la realizzazione delle strategie di prevenzione dipende dalla capacità di collaborazione tra diversi settori e dall'effettiva attuazione dei programmi regionali.
Per rendere più efficace la promozione della salute, è necessario rafforzare il coordinamento tra istituzioni, aziende e comunità locali, adottando un approccio sempre più intersettoriale. Occorre investire maggiormente nei programmi che trasformano i contesti di vita quotidiani in ambienti favorevoli alla salute, come le scuole e i luoghi di lavoro. Il sistema di sorveglianza deve continuare a fornire dati utili per orientare le politiche sanitarie, ma è fondamentale che queste informazioni si traducano in azioni concrete su tutto il territorio nazionale, garantendo equità e accessibilità alle strategie di prevenzione.
Con Emmanuele Massagli, Presidente, Associazione Italiana Welfare Aziendale (AIWA), si è passati al tema del welfare aziendale, che, sviluppatosi rapidamente, è diventato uno strumento sempre più diffuso nelle imprese, con una crescita particolarmente marcata nelle piccole aziende. Tuttavia, il suo utilizzo si è concentrato principalmente su benefit economici, come voucher e bonus, piuttosto che su misure di supporto più strutturate. Inoltre, il welfare aziendale è distribuito in modo disomogeneo: è più presente al Nord e nelle grandi imprese, mentre nel Sud e tra le piccole realtà è ancora meno diffuso.
Per rendere il welfare aziendale più efficace, è necessario riscoprirne la funzione sociale, superando la logica dei soli benefit economici e investendo in misure che migliorino concretamente il benessere dei lavoratori. Occorre favorire una maggiore diffusione nelle piccole imprese e nelle aree meno sviluppate, riducendo le disparità territoriali. Il legislatore avrà un ruolo chiave nel promuovere strumenti più inclusivi e strutturali, che rendano il welfare aziendale un vero strumento di sostegno e non solo un mezzo per offrire agevolazioni fiscali.
Entrando nel settore farmaceutico, è intervenuta Monica Stefanelli, Componente della Giunta di Farmindustria, che ha parlato proprio dell’industria farmaceutica italiana, distintasi per la sua crescita e per il forte orientamento all’export. Gli investimenti in ricerca sono in aumento e il settore offre opportunità occupazionali qualificate, con una significativa presenza femminile e un crescente numero di giovani assunti. Tuttavia, l’Europa sta perdendo terreno rispetto a Stati Uniti e Cina in termini di sviluppo di nuovi farmaci, a causa di un divario crescente negli investimenti. L’intelligenza artificiale sta trasformando il settore, accelerando i processi di ricerca, ma la mancanza di competenze specializzate rappresenta un ostacolo sempre più rilevante.
Per mantenere la leadership nel settore farmaceutico, è fondamentale colmare il gap con gli Stati Uniti e la Cina attraverso maggiori investimenti in ricerca e innovazione. È necessario rafforzare le competenze specialistiche e favorire la formazione di profili multidisciplinari, indispensabili per gestire le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale applicata alla ricerca. Un sistema di incentivi e politiche di supporto all’innovazione potrebbe rendere l’Europa più competitiva e garantire all’Italia un ruolo di primo piano nello sviluppo farmaceutico globale.
Infine con Giuseppe Natale, Direttore Generale, Cooperativa Sociale San Bernardo, si è parlato dell’assistenza domiciliare integrata, che a suo avviso è ancora poco valorizzata rispetto al suo potenziale. Attualmente, molti pazienti che potrebbero essere curati a casa vengono ricoverati, generando costi elevati e un sovraccarico per gli ospedali. Il governo ha fissato l’obiettivo del 10% di pazienti trattati a domicilio, ma in molti casi questa soglia non viene raggiunta.
Per migliorare l’efficienza del sistema sanitario, sarebbe necessario aumentare l’investimento nell’assistenza domiciliare, portando la quota di pazienti curati a casa almeno al 15-20%. Questo permetterebbe di ridurre i costi sanitari, diminuire la pressione sugli ospedali e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Inoltre, è fondamentale ascoltare maggiormente gli operatori del settore, che hanno un’esperienza diretta sul campo e possono fornire suggerimenti concreti per ottimizzare l’organizzazione delle cure.
OVERVIEW TECNICA 25/09

Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas

Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim

Analizzando la situazione attuale, si consta un sistema di welfare disorganico, frammentato e non orientato agli esiti. Le famiglie italiane continuano a spendere molto per la salute, ma in modo non efficiente, con un approccio centrato sulla cura piuttosto che sulla prevenzione e, secondo Stefano Colasanti, WellMakers Leader di WellMakers by BNP Paribas, il welfare, così com’è concepito oggi, appare rigido, non strutturato, spesso episodico e soprattutto privo di strumenti concreti di misurazione. A livello macro, il Paese soffre di problemi strutturali come l’inverno demografico, la scarsità di nuovi nati, un’elevata spesa pensionistica e una popolazione anziana in crescita. L’investimento sulla salute pubblica è insufficiente, rappresentando circa il 6-6,5% del PIL. Le iniziative attualmente in atto nel settore privato tendono a concentrarsi sull’erogazione di servizi a sé stanti, senza una reale presa in carico della persona, né una visione integrata del benessere.
Alla luce di questo quadro, è opportuno un ripensamento radicale del welfare, incentrato sugli esiti e sulla costruzione di percorsi di benessere realmente sostenibili. Bisogna iniziare dal lavorare per restituire valore alla vita delle persone in ogni fase della giornata e della loro esperienza, integrando dimensioni emotive, fisiche, cognitive, quotidiane e finanziarie. Si intende costruire una collaborazione strutturata tra pubblico e privato: il primo dovrà garantire equità, diritti e governance dei dati, mentre il secondo metterà a disposizione velocità, tecnologie e capacità di esecuzione.
Un altro tema di rilievo e strettamente collegato al welfare è quello del sistema sanitario nazionale, riconosciuto formalmente come eccellente, ma – come riportato da Christian Poehlking, CFO & Administration Director di Boehringer Ingelheim – in realtà sottofinanziato e incapace di rispondere adeguatamente alle crescenti esigenze della popolazione. L’Italia spende meno rispetto alla media europea in sanità, mentre la popolazione invecchia rapidamente, con una proiezione di oltre un terzo di cittadini sopra i 65 anni. A questo si aggiungono problemi legati all’accessibilità: una quota rilevante della popolazione, circa il 10%, non riesce ad accedere ai servizi per motivi sociali, geografici o di salute mentale. I pazienti, pur essendo al centro del sistema, non hanno voce né partecipazione attiva nei processi decisionali. Il terzo settore è spesso visto come un insieme di piccoli volontariati, mentre in realtà comprende realtà molto strutturate e capaci, ma ancora poco riconosciute. Le farmacie hanno dimostrato di poter essere un valido alleato durante il COVID, ma il loro ruolo rimane marginale e poco valorizzato.
L’obiettivo delineato è quello di ripensare la spesa sanitaria non solo in termini di quantità, ma soprattutto di qualità e impatto. Non si tratta soltanto di aumentare i fondi, ma di spenderli meglio e in modo più intelligente. È opportuno concentrarsi su un modello che valorizzi il ruolo dei pazienti come attori attivi nella progettazione dei servizi, specialmente nelle situazioni di malattie complesse che richiedono accompagnamento e supporto continuo. Il terzo settore deve essere riconosciuto come parte integrante e professionale del sistema sanitario, con un ruolo operativo chiaro e stabile. Si auspica una maggiore integrazione tra farmacie e servizi pubblici, sulla scia dell’esperienza positiva maturata durante la pandemia. Il futuro modello dovrebbe includere anche l’accompagnamento dei soggetti socialmente fragili, con percorsi personalizzati e inclusivi, e un sistema che favorisca realmente l’accesso universale. Questi principi saranno raccolti in un progetto concreto da presentare a dicembre, con l’obiettivo di proporre soluzioni sostenibili e strutturate per l’evoluzione del sistema sanitario nazionale.
OVERVIEW TECNICA 7/10

Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas

DISEGNO ISTITUZIONALE


Calendario 2025
GIORNATE NAZIONALI:
- 25 Settembre 2025 - Milano
- 7 Ottobre 2025 - Roma
AWARDS:
- 18 Novembre 2025 - Roma
REPORT BACK - MONTECITORIO:
- 9 dicembre 2025 - Camera dei Deputati
STAKEHOLDER
Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas | Andrea Crisanti, Segretario della Commissione Cultura e Patrimonio Culturale, Istruzione Pubblica del Senato | Barbara De Mei, Direttore del Reparto Sorveglianza dei fattori di rischio e strategie di promozione della salute Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNaPPS), Istituto Superiore di Sanità (ISS) | Ugo Della Marta, Direttore Generale Igiene e sicurezza alimentare Ministero della Salute | Giordano Fatali, President & Founder, CEOforLIFE - Task Force Italia | Elena Folpini, Managing Director, New Line Ricerche di Mercato | Guido Gastaldon, Responsabile Divisione Sourcing Sanità, Beni e Servizi, CONSIP | Giuseppe Natale, Direttore Generale, Cooperativa Sociale San Bernardo | Ilenia Malavasi, Membro della Commissione Affari Sociali della Camera | Emmanuele Massagli, Presidente, Associazione Italiana Welfare Aziendale (AIWA) | Francesca Moccia, Vicesegretaria generale, Cittadinanzattiva | Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare in Regione Lombardia, membro del Cda di Aifa | Renata Polverini, già Presidente Regione Lazio | Alfredo Procaccini, Vicepresidente Nazionale, Federfarma | Guido Quintino Liris, Membro Commissione Bilancio del Senato | Walter Rizzetto, Presidente della XI Commissione (Lavoro Pubblico e Privato), Camera dei Deputati | Francesco Silvestro, Presidente Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali | Monica Stefanelli, Componente della Giunta di Farmindustria | Sandra Zampa, 10a Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) | Ylenia Zambito, 10a Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) | Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork | Davide Campari, General Manager, Healthcare - Fujifilm Italia | Stefano Carmenati, Amministratore Delegato, Comunità di S. Egidio | Marcello Cattani, Presidente e AD, Sanofi Italia e Malta | Gianluca Cesare, Group Chief Information Officer, Humanitas Research Hospital Group | Claudia Cipolla, Head of Italy, Wellhub | Ottavio Di Cillo, Presidente, AiSDeT - Associazione italiana Sanità digitale e Telemedicina | Eugenio Di Brino, Co-Founder & Partner, Altems Advisory | Fabio De Petris, CEO, BAT Italia | Davide Fanelli, General Manager Southern Europe (Italy, Spain, Portugal) Haleon | Cristian Fabbri, Presidente Esecutivo, Gruppo Hera | Vincenzo Giannattasio Dell’Isola, EVP Regional Managing Director, Dedalus | Mariastella Giorlandino, Presidente, Rete Artemisia Lab | Franco Luini, Owner, Tucano | Giacomo Lorusso, CEO, Jakala Civitas | Giuseppe Navanteri, Responsabile, UOSD Ingegneria Clinica e Tecnologie e Sistemi Informatici IFO | Annamaria Parente, Direttrice Osservatorio sulla Crisi Demografica, Fondazione Magna Carta | Nicola Patrizi, Presidente, Federterziario | Teresa Petrangolini, Direttrice Patient Advocacy Lab, Università Cattolica del Sacro Cuore | Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim | Laura Premoli, General Manager, Grünenthal Italia | Alfredo Procaccini, Vicepresidente Nazionale, Federfarma | Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade Italy | Fabrizio Ruggiero, CEO & Managing Director, Edenred Italia | Stefano Sardara, CEO, Acrisure | Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL Sassari | Gabriele Sepio, Segretario generale dell’Osservatorio per la Filantropia e il Terzo Settore, Fondazione Terzjus | Anna Maria Testa, HR Director Business Unit Digital Trust, InfoCert - Tinexta Group | Alessandro Polidori Vidal, Marketing Director, POLIMI GSoM | Stefano Colasanti, WellMakers by BNP Paribas | Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim | Stefania Rausa, Edenred Italia | Chiara Bacilieri, Mindwork | Davide Campari, Fujifilm Healthcare Italia | Aureliano Cicala, MSC Crociere | Maurizio Del Conte, Università Bocconi | Massimo Pietracaprina, MDConcierge | Diego Pisa, TP Italy Group | Davide Campari, Fujifilm Healthcare Italia | Anna Benini, LianeCare | Andrea Bertoletti, Stimulus | Cristina Di Loreto, Me First® | Luca Franzi, Aon Advisory & Solutions | Debora Mendola, Transcom | Stefano Sardara, Acrisure | Barbara Ambrogioni, Generali Welion | Domenico Lolli, Nokia Italia | Simone Mantero, Knorr-Bremse Rail Systems Italia | Marco Mazzucco, Reale Mutua | Emanuela Vignotti, Acrisure Italia | Danilo Vivarelli, Technesy Holding | Federico Esposti, Ospedale San Raffaele | Renata Polverini, già Presidente Regione Lazio | Leonardo Villani, Responsabile Coordinamento, Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane | David Mariani, Presidente, Associazione Stili di Vita Sani e Sostenibili | Alfredo Procaccini, Vicepresidente Vicario, Federfarma | Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato, BAT Italia | Ilenia Malavasi, Deputata PD, Componente della Commissione XII – Affari sociali | Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro del Cda, Aifa | Alessio Nardini, Direttore generale Direzione generale dei corretti stili di vita e dei rapporti con l'ecosistema, Ministero della Salute | Mario Antonelli, Presidente Nazionale, FIT – Federazione Italiana Tabaccai | Massimo Ciccozzi, Professore Ordinario di epidemiologia, Università Campus Biomedico – Roma | Massimo Iannetta, Responsabile Divisione Sistemi Agroalimentari Sostenibili, ENEA, Consiglio di Presidenza, Cluster AgriFood | Francesco Luongo, Presidente, Heated Community Hub | Emanuele Marconi, Direttore, CREA-Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione | David Mariani, Presidente, AssoSVS | Alessandro Camilleri, Direttore Centrale Personale e Organizzazione, Gruppo Hera | Stefano Giordani, Direttore Scientifico, Associazione Onconauti | Claudia Georgia Banella, direttrice generale, KARL STORZ Endoscopia Italia | Daria Braga, Direttrice, Fondazione Laureus Italia ETS | Biancamaria Cavallini, Board Member & Scientific Director, Mindwork | Francesca Moccia, vicesegretaria generale, Cittadinanzattiva | Andrea Rubera, Head of Diversity, Belonging & Inclusion, TIM | Giorgio Seveso CEO & Founder, Tundr Tech Corporation S.r.l. | Emanuela Vignotti, Direttrice Welfare, Acrisure Italia | Franco Luini, CEO, Tucano | Alessandro Armillotta, CEO, AWorld | Anna Benini, Founder & Ceo, Lianecare | Cesare D’Angelo, General Manager, Kaspersky | Gabriele Ferrieri, CEO, Impatto Digitale | Erica Rizziato, Presidente, IMO Istituto Internazionale per lo Sviluppo Umano e Organizzativo, Società spin off del CNR
METODOLOGIA
PIATTAFORMA DI ACCELERAZIONE INCREMENTALE
Gruppi di lavoro di scopo e permanenti,
finalizzati ad accelerare gli
OBIETTIVI AZIENDALI
in termini di:
REPUTATION
BUSINESS
AWARENESS
Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF
Il percorso di accelerazione dell’obiettivo aziendale inizia con la Round Table Annuale di Kick Off, un momento cruciale per l’avvio delle attività del gruppo di lavoro interaziendale costituito ad hoc. In questa fase, i partecipanti, tra cui leader aziendali, istituzionali e accademici, si riuniscono per delineare la direzione strategica dell’anno, condividendo visioni e obiettivi comuni rispetto all'accelerazione desiderata dall'azienda owner del team di progetto e dell'obiettivo aziendale (da piano industriale, strategico o business plan) da accelerare. Il Kick Off non è solo un evento simbolico, ma rappresenta il primo passo verso la definizione di un programma di lavoro coeso e allineato. Ogni delegato porta con sé esperienze, aspettative e idee, creando un fertile terreno di discussione che servirà a dare forma ai successivi interventi. Si stabiliscono obiettivi chiari, si concordano le priorità e si individua un quadro temporale per le azioni future. Questo incontro inaugura un ciclo continuo di confronti e aggiornamenti che caratterizzeranno tutto l’anno, con la consapevolezza che ogni fase successiva avrà come presupposto il successo di questa prima, fondamentale, sessione di lavoro. L’importanza della continuità inizia qui: l’efficacia del lavoro di accelerazione si costruisce sulla capacità di mantenere alta l’attenzione e l’impegno durante tutto il periodo che seguirà.
BUSINESS MATCH AD HOC
La seconda fase, i Business Match ad hoc (pranzi, cene, caffè, webconf, call), si sviluppa come un vero e proprio periodo di approfondimento one to one tra l'azienda owner del team di progetto e ciascuno stakeholder identificato, coinvolto o da coinvolgere. Dopo il Kick-Off, i partecipanti sono invitati a entrare in contatto diretto con realtà imprenditoriali e istituzionali pertinenti ai loro obiettivi. Durante i Business Match, le aziende si confrontano, esplorano opportunità di collaborazione e avviano sinergie che dovranno tradursi in azioni concrete. È il momento in cui si mettono alla prova le idee espresse e i piani delineati nella Round Table di kick off annuale. Ogni incontro rappresenta una possibilità per affinare le strategie e costruire ponti tra diverse realtà, tanto più necessari in un contesto complesso come quello del sostenere gli obiettivi aziendali. Qui, la continuità è essenziale, poiché ogni connessione e partnership è una tessera del mosaico che dovrà integrarsi in modo armonioso nelle fasi successive.
SHAKE HANDS NEI MEETING
Gli incontri, descritti come “Shake Hands”, simboleggiano il momento in cui la stretta di mano "organizzata" all'interno dei meeting in calendario nella piattaforma diventa il simbolo di un impegno reciproco: un’alleanza che va oltre le parole e si traduce in azioni concrete. Questi momenti offrono una ulteriore occasione di stimolare il business e potenziare le relazioni.
GIORNATE NAZIONALI
Le Giornate Nazionali sono un’opportunità straordinaria per accelerare il progresso degli obiettivi aziendali. Durante tutto l'anno, vengono organizzati incontri stile Barcamp che incentivano la collaborazione tra le diverse realtà coinvolte. La continuità, ancora una volta, non è solo un fattore di pianificazione, ma una caratteristica fondante di questo modello, dove i progetti avviati nei mesi precedenti sono ribaditi e rafforzati in un contesto nazionale di accelerazione continua e incrementale.
COMMUNICATION PLAN
Il Communication Plan (pubblicazioni e interviste social e media) rappresenta uno strumento fondamentale per diffondere i risultati delle azioni intraprese e aumentare la consapevolezza sul mercato rispetto agli obiettivi aziendali. Con un piano di comunicazione mirato, le Task Force hanno l’opportunità di consolidare la visibilità delle iniziative dell'azienda, di generare engagement e di stimolare un’azione concreta a livello locale e nazionale. Attraverso media tradizionali, social e eventi specifici, l’obiettivo è creare un impatto duraturo e di lungo periodo. La fase di comunicazione non si limita a un solo evento, ma si articola in una strategia che evolve durante tutto l’anno, mantenendo il focus sui progressi e sugli impatti.
AWARDS
Gli Awards sono l’opportunità per premiare l’impegno e l’eccellenza, ma anche per rafforzare la reputazione di coloro che hanno contribuito in modo significativo al successo degli obiettivi aziendali. Durante la cerimonia di premiazione, si celebra l’impatto del progetto aziendale e si riconoscono i risultati raggiunti. Gli Awards sono molto più di un semplice riconoscimento: rappresentano un elemento di visibilità e di valorizzazione per le aziende, le istituzioni e i leader coinvolti, creando un circolo virtuoso di maggiore fiducia, affiliazione e impegno. È in questa fase che la reputazione delle realtà coinvolte subisce un significativo boost, alimentando una spirale positiva che stimola ulteriori collaborazioni e investimenti.
POSITION PAPER
Il Position Paper Annuale è un documento strategico che sintetizza i risultati raggiunti, le sfide affrontate e le soluzioni proposte dalle aziende all'interno delle Task Force Nazionali. Questo documento rappresenta una sintesi di tutto il lavoro svolto e serve come riferimento per definire le politiche future. La redazione del Position Paper è un passaggio decisivo per consolidare il lavoro svolto e per mantenere alta l’attenzione sull’importanza degli obiettivi aziendali. Il Position Paper non è solo uno strumento di comunicazione, ma un’azione politica che incide direttamente sul quadro legislativo e operativo. La sua stesura e diffusione sono fondamentali per mantenere la continuità del lavoro durante tutto l’anno, rafforzando il legame tra le diverse entità coinvolte.
INSTITUTIONAL REPORT BACK ANNUALE – PALAZZO MONTECITORIO
La fase finale dell’anno, il Report Back Annuale, è l’atto conclusivo di un ciclo che non si ferma mai. Durante questo evento, che si tiene presso Palazzo Montecitorio, vengono presentati i risultati ottenuti e il programma dei lavori per l’anno successivo. Il Report Back non è solo un aggiornamento, ma una vera e propria rendicontazione pubblica, una verifica dell’impatto che le aziende, con i loro progetti accelerati nelle Task Force Nazionali, hanno avuto e una valutazione delle priorità e azioni future. È il momento in cui l’operato delle Task Force Nazionali viene messo a disposizione delle Istituzioni, in particolare del Governo e del Parlamento, per una discussione costruttiva. Questo momento finale conferma l’importanza della continuità: i risultati del primo anno sono solo il punto di partenza per gli sviluppi successivi, e il ciclo di accelerazione continua, ancor più forte e definito, per affrontare le sfide dell’anno successivo.
La metodologia di lavoro delle Task Force Nazionali è suddivisa in quattro step chiave. Ogni fase guida un percorso strutturato per accelerare progetti, sviluppare idee, creare valore condiviso e rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e società civile.
STEP 1: OBIETTIVO (da accelerare)
Attività principali:
Descrizione: Definizione chiara dell'obiettivo specifico da raggiungere
SAL (Stato Avanzamento Lavori): Monitoraggio dell'avanzamento per garantire che ogni iniziativa proceda secondo quando deciso dal gruppo di lavoro
Stakeholder: Identificazione e coinvolgimento degli attori chiave, progressivo e continuo allargamento a nuovi stakeholder
Aspettative: Chiarificazione dei risultati attesi e delle priorità da mettere subito in campo
STEP 2: CALL 4 IDEAS
Attività principali:
Project Team: Composizione del gruppo di lavoro più adatto, ad incremento di nuovi stakeholder
Your Ideas: Raccolta e valorizzazione delle idee innovative sulla tematica posta nell'obiettivo da accelerare
Your Goals: Definizione di obiettivi specifici per ogni azienda parte del team
Stakeholder: Coinvolgimento attivo di vari livelli di stakeholder nella generazione di idee
STEP 3: GIVE BACK
Attività principali:
Progetti: Implementazione di iniziative concrete
Leggi: Proposte legislative e supporto normativo
Cultura: Promozione di una cultura inclusiva e innovativa che restituisce valore alla comunità e rinforza il senso di responsabilità sociale della TFN
STEP 4: NEXT STEPS
Attività principali:
Awards: Riconoscimenti per le migliori pratiche e contributi
Position Paper: Documenti strategici per influenzare le politiche future
Government SAL: Collaborazione istituzionale per monitorare lo stato di avanzamento
✅ Vantaggi complessivi
- 1.Chiarezza e strutturazione
- 2.Partecipazione attiva e diretta
- 3.Innovazione continua
- 4.Impatto tangibile
- 5.Riconoscimento e sviluppo

OBIETTIVI-PROGETTI
Nuovi modelli per l' Energia Sostenibile e l'Economia Circolare
WellMakers by BNP Paribas
“Minimum Value Set per una nuova cultura del Benessere sul lavoro”
Boehringer Ingelheim
"Sinergie per l’accesso alla salute: sostenibilità finanziaria e ruolo del Terzo Settore"
Haleon
“Self-care, active aging e nuovi modelli per la qualità della vita”
Dedalus
“Gare pubbliche e sanità digitale, sinergie per una innovazione sostenibile”
Edenred Italia
"Welfare e lavoro: nuovi modelli per il benessere e l'engagement in azienda"
Fujifilm Healthcare Italia
“Salute e cultura della prevenzione nel lavoro: nuove leve per la responsabilità sociale”
Acrisure
“Salute e benessere: nuovi modelli di welfare per il lavoro di domani”
Technesy Holding
“IA generativa, customer experience ed automatizzazione: nuovi scenari per la sanità del futuro”
BAT ITALIA
“Stili di vita e riduzione del danno: prospettive e nuovi scenari per la salute pubblica”
GRUPPO HERA
"Costruire il welfare di domani: nuove prospettive tra imprese e comunità"
TUCANO
"Cultura, benessere e futuro del lavoro: nuovi scenari per un mondo del lavoro sostenibile"
WellMakers by BNP Paribas
“Minimum Value Set per una nuova cultura del Benessere sul lavoro”

Obiettivo del team di lavoro è creare e diffondere una cultura della prevenzione ed un Minimum Value Set per il benessere olistico all’interno delle organizzazioni che comprenda più dimensioni:
✓ Finanziaria: Educazione finanziaria, gestione delle finanze personali e familiari attraverso soluzioni di credito, programmi di risparmio e polizze di protezione
✓ Fisica/Emotiva: Benessere mentale e fisico con accesso a programmi sanitari e assistenza specialistica
✓ Ambientale/Mobilità: Soluzioni di mobilità sostenibile e gestione dell'impatto ambientale
✓ Cognitiva: Crescita personale e professionale attraverso la formazione continua e lo sviluppo di competenze trasversali
Stefano Colasanti, Wellmakers Leader, WellMakers by BNP Paribas

Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork

Marcello Cattani, Presidente e AD, Sanofi Italia e Malta

Ottavio Di Cillo, Presidente, AiSDeT - Associazione italiana Sanità digitale e Telemedicina

Vincenzo Giannattasio Dell’Isola, EVP Regional Managing Director, Dedalus

Annamaria Parente, Direttrice Osservatorio sulla Crisi Demografica, Fondazione Magna Carta

Emiliano Rantucci, Amministratore Delegato, Avanade Italy

Anna Maria Testa, HR Director Business Unit Digital Trust, InfoCert - Tinexta Group

Stefano Colasanti
- Diffondere la cultura della prevenzione e del benessere olistico in ambito lavorativo.
- Promuovere un ecosistema collaborativo che includa il benessere finanziario, fisico-emotivo, ambientale e cognitivo.
- Garantire un accesso semplice e veloce ai servizi di welfare e prevenzione.
Mario Alessandra
- Il benessere psicologico e individuale deve essere centrale nella strategia aziendale.
- Fondamentale la comunicazione interna ed esterna e la formazione continua.
- Leadership e strategie inclusive sono la chiave per il successo del benessere in azienda.
Marcello Cattani
- Le competenze sono il driver principale per il welfare aziendale e il supporto non solo economico.
- È necessario sostenere l’innovazione e ridurre la burocrazia con incentivi e sgravi fiscali.
- Occorrono strategie comuni per adattarsi al cambiamento e perseguire un obiettivo condiviso.
Ottavio Di Cillo
- Costruire un ecosistema per un welfare integrativo che garantisca la tutela delle persone.
- Creare una rete efficace e integrata, fondamentale per la gestione dei servizi.
- La telemedicina è uno strumento importante da integrare nella gestione digitale e nella formazione.
Annamaria Parente
- Costruire alleanze tra tutti gli stakeholder per una nuova primavera demografica.
- Raccogliere e condividere buone prassi e normative a sostegno del welfare aziendale.
- Detassare e sostenere il benessere a 360° per agevolare le imprese e i lavoratori.
Emiliano Rantucci
- La tecnologia è fondamentale per sostenere il cambiamento e l’innovazione nel welfare.
- L’utilizzo dei dati sui bisogni dei dipendenti aiuta a definire strumenti, pattern e servizi personalizzati.
- Incentivi e sgravi sono essenziali per accelerare il passaggio al digitale come nuovo paradigma del welfare.
Anna Maria Testa
- Fiducia e sicurezza sono prioritarie: è necessario garantire la trasparenza dei dati e l’emissione di certificati per il loro trattamento.
- Supportare le aziende coinvolgendo il mondo accademico per migliorare l’offerta di welfare.
- Flessibilità dell’offerta in base alle necessità dei dipendenti è un elemento chiave del nuovo welfare.
Sintesi
La Round Table “Minimum Value Set per una nuova cultura del Benessere sul lavoro”, promossa da WellMakers by BNP Paribas, è stata introdotta da Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas. Trattando il tema di welfare aziendale, Colasanti ha parlato del fatto che molte aziende implementano iniziative di welfare aziendale in modo frammentato e non strutturato. Il benessere dei lavoratori è spesso affrontato con azioni isolate, senza una visione di lungo termine. Nonostante l’importanza del tema, il supporto dello Stato da solo non basta, e manca un coordinamento tra imprese, istituzioni e mondo della ricerca per sviluppare soluzioni efficaci e condivise.
La proposta di Colasanti è creare una piattaforma collaborativa che raccolga e renda accessibili servizi di benessere multidimensionale per i lavoratori. Per farlo, è necessario promuovere una cultura aziendale orientata al benessere continuo e non episodico. Le aziende dovrebbero impegnarsi attivamente, condividendo le proprie best practice e contribuendo alla costruzione di un sistema strutturato e integrato. Inoltre, sarà fondamentale il dialogo con le istituzioni per ottenere incentivi e regolamentazioni che favoriscano gli investimenti nel welfare aziendale.
Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork, ha messo in evidenza che il benessere psicologico è un tema sempre più rilevante nel mondo del lavoro, ma spesso viene affrontato in modo frammentario e non strutturato. Sebbene i lavoratori attribuiscano grande importanza alla salute mentale, molte aziende non hanno ancora sviluppato strategie efficaci per integrarla nei propri processi. Inoltre, la comunicazione su questi temi è spesso carente, limitando la percezione dell’impegno aziendale.
Per rendere il benessere psicologico una parte integrante della cultura aziendale, è opportuno adottare un approccio strategico basato su tre pilastri: supporto individuale, comunicazione interna ed esterna, e formazione. Le aziende devono inoltre riconoscere il ruolo cruciale della leadership nel promuovere una cultura del benessere, incoraggiando un dialogo aperto sulla salute mentale. Solo così sarà possibile trasformare le iniziative isolate in un modello sostenibile, capace di migliorare sia la qualità della vita dei lavoratori sia la competitività aziendale.
Marcello Cattani, Presidente e AD, Sanofi Italia e Malta, ha parlato dell’industria farmaceutica italiana, che è un settore all’avanguardia, ma che incontra alcune criticità: il numero di laureati STEM è insufficiente rispetto alla domanda del mercato, le piccole e medie imprese faticano a innovare e il welfare aziendale non è ancora strutturato in modo omogeneo. Il costo degli asili nido è troppo elevato e rappresenta un problema per le famiglie. Sul piano lavorativo, la contrattazione collettiva è ancora troppo rigida e non sempre riesce a recepire rapidamente le nuove esigenze del settore.
Per rafforzare la competitività del settore farmaceutico, è necessario potenziare la formazione STEM, con particolare attenzione alla componente femminile, e fornire incentivi all’innovazione per le PMI. Il welfare aziendale deve essere ampliato, includendo misure di supporto concreto per le famiglie, come la riduzione del costo degli asili nido. Inoltre, la contrattazione collettiva deve diventare più flessibile, permettendo alle aziende di adeguarsi velocemente alle nuove competenze richieste e ai cambiamenti organizzativi. Solo così l’Italia potrà mantenere la sua posizione di leader nell’innovazione farmaceutica a livello globale.
Un aspetto chiave per i prossimi anni sarà lo sviluppo della sanità digitale che, secondo Ottavio Di Cillo, Presidente, AiSDeT - Associazione italiana Sanità digitale e Telemedicina, in Italia, è caratterizzata da una frammentazione delle iniziative e da una mancanza di coordinamento tra le regioni. Sebbene esistano programmi di sviluppo della telemedicina, spesso gli obiettivi dichiarati non vengono raggiunti nei tempi previsti. Un altro ostacolo è la scarsa preparazione digitale sia degli operatori sanitari sia dei cittadini, che rende difficile l’adozione di nuove tecnologie. Inoltre, l’assenza di strutture centralizzate e piattaforme unificate complica l’integrazione delle soluzioni digitali nel sistema sanitario.
Per garantire una sanità digitale efficace, è necessario un maggiore coordinamento tra le regioni e una governance centralizzata che garantisca l’attuazione dei progetti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. La formazione digitale deve diventare una priorità, sia per i professionisti del settore che per i cittadini, attraverso strumenti online e percorsi specifici. Inoltre, è fondamentale sviluppare piattaforme digitali unificate e centrali operative che migliorino l’efficienza e l’accessibilità dei servizi sanitari digitali. Solo con una strategia integrata sarà possibile realizzare un sistema di telemedicina realmente funzionale e inclusivo.
Ancora sul tema della tecnologia in relazione alla medicina, è intervenuto Emiliano Rantucci, Country Manager, Avanade Italy. Rantucci, innanzitutto, ha affermato che la tecnologia sta trasformando il modo di lavorare e il concetto di welfare aziendale. Le aziende utilizzano piattaforme digitali per monitorare il benessere dei dipendenti e migliorare l’efficienza lavorativa, ma queste soluzioni rappresentano un costo elevato e non sempre ricevono supporto normativo. Lo smart working, pur essendo ampiamente adottato, manca di una regolamentazione chiara e uniforme. Inoltre, le potenzialità dei dati aziendali per ottimizzare i processi e prevenire problemi di salute e sicurezza non sono ancora sfruttate appieno.
Per migliorare l’integrazione tra tecnologia e welfare, sarebbe necessario introdurre incentivi fiscali che rendano più accessibili le piattaforme digitali per la gestione del benessere aziendale. Lo smart working dovrebbe essere regolamentato in modo più strutturato, garantendo alle aziende un quadro normativo chiaro. Inoltre, il corretto utilizzo dei dati aziendali potrebbe permettere di prevenire il sovraccarico di lavoro e migliorare la sicurezza sul posto di lavoro, creando ambienti più sani e produttivi. Il futuro del welfare aziendale dovrà quindi basarsi su una maggiore integrazione tra digitale, benessere e prevenzione, per rendere la tecnologia un elemento centrale della qualità della vita lavorativa.
Poi, Anna Maria Testa, HR Director Business Unit Digital Trust, InfoCert - Tinexta Group, ha citato le difficoltà che le aziende spesso riscontrano nell’affrontare da sole il tema del benessere organizzativo e dell’innovazione nei processi HR. La gestione dei dati è ancora un aspetto critico, con rischi di errori e inefficienze amministrative. Inoltre, il tema della salute mentale e dell’inclusione, in particolare della neurodiversità, è ancora poco affrontato in modo strutturale. Esistono progetti di sensibilizzazione, ma il collegamento tra aziende, scuole e università è ancora limitato.
Per migliorare il sistema, è necessario potenziare il supporto alle aziende, creando reti tra imprese, istituzioni e mondo accademico per affrontare temi cruciali come la salute psicologica e l’inclusione. L’uso delle tecnologie Digital Trust deve essere incentivato per garantire maggiore sicurezza e trasparenza nei processi aziendali. Inoltre, servono programmi educativi nelle scuole per avvicinare i giovani, in particolare le ragazze, alle carriere STEM e rendere più accessibile il mondo del lavoro attraverso testimonianze dirette e iniziative di mentoring. Un approccio integrato tra aziende e formazione potrebbe garantire un cambiamento più efficace e duraturo.
Infine, Annamaria Parente, Direttrice Osservatorio sulla Crisi Demografica, Fondazione Magna Carta, è tornata sulla grave crisi demografica che l’Italia sta affrontando. Nonostante l’introduzione nel 2016 di misure fiscali per incentivare il welfare aziendale, le iniziative sono ancora frammentate e non sufficientemente diffuse. Molte aziende hanno adottato programmi di supporto ai dipendenti, ma il problema della conciliazione tra lavoro e famiglia persiste, anche a causa dell’elevato costo degli asili nido e della mancanza di incentivi strutturali per le imprese.
Per contrastare la crisi demografica, è necessario rafforzare il welfare aziendale con ulteriori incentivi fiscali per le imprese che investono nel benessere dei lavoratori. Tra le proposte vi sono detassazioni per chi assume donne e giovani qualificati, oltre al potenziamento del credito d’imposta per le aziende che promuovono progetti specifici per la natalità. È fondamentale creare una rete di collaborazione tra pubblico e privato, affinché le politiche a sostegno della famiglia diventino un pilastro centrale della strategia economica del Paese.
PROGETTI
- Iniziative di misurazione del ritorno su investimento (ROI) delle attività di welfare e benessere sul lavoro.
- Promozione della coesione e introduzione di incentivi alla contrattazione territoriale per favorire il benessere diffuso.
- Sviluppo di reti di attori pubblici e privati per il benessere dei cittadini.
- Certificazione dei dispositivi digitali utilizzati nella telemedicina e per la gestione del welfare digitale.
- Implementazione di nuove soluzioni tecnologiche per rendere i luoghi di lavoro più piacevoli, inclusivi e orientati al benessere.
- Definizione di un quadro normativo per facilitare la flessibilità del lavoro e adattarsi alle esigenze dei lavoratori.
LEGGI
- Le politiche di welfare vengono considerate strumenti strategici per attrarre e trattenere talenti nelle organizzazioni.
- Introduzione di misure legislative a sostegno delle donne, con un focus sull'inclusione e il supporto alla conciliazione vita-lavoro.
- Previsione di norme che incentivano il welfare aziendale attraverso crediti d’imposta.
- Sviluppo di una nuova classificazione normativa che riconosca e valorizzi la neurodivergenza nei contesti di lavoro.
CULTURA
- Promozione della divulgazione e collaborazione con il sistema scolastico per diffondere la cultura del benessere già in età giovane.
- Integrazione tra benessere personale e welfare aziendale, favorendo un approccio olistico.
- Analisi e comprensione delle esigenze e dell’approccio dei giovani rispetto al lavoro e al benessere.
- Sensibilizzazione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale come supporto per migliorare i processi di welfare.
- Promozione della consapevolezza sull’importanza della diversità come valore da coltivare nei contesti organizzativi.
- Impegno a rendere i luoghi di lavoro più inclusivi, vivibili e incentrati sul benessere psico-fisico dei dipendenti.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Boehringer Ingelheim
"Sinergie per l’accesso alla salute: sostenibilità finanziaria e ruolo del Terzo Settore"

Obiettivo del team di lavoro è quello di approfondire la necessità di un adeguato finanziamento pubblico del Sistema Sanitario Nazionale in Italia e di valorizzare ruolo cruciale delle associazioni del Terzo Settore per la sussidiarietà. In particolare, il panel ha discusso come il finanziamento pubblico possa essere meglio integrato con il contributo delle associazioni di pazienti e altre organizzazioni del Terzo Settore, per migliorare l'efficacia e l'equità del sistema sanitario. Un focus particolare è stato dedicato alla collaborazione tra aziende e Terzo Settore, esplorando come queste partnership possono creare sinergie positive per affrontare le sfide sanitarie più urgenti e promuovere l'innovazione. Sono stati inoltre presentati casi di successo e best practices che dimostrano l'importanza di un approccio collaborativo per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei comparti sanitario, farmaceutico e del Terzo Settore.
Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim

Sen. Francesco Silvestro, Presidente Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali

Sen. Ylenia Zambito, 10a Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)

Sen. Sandra Zampa, 10a Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)

Stefano Carmenati, Amministratore Delegato, Comunità di S. Egidio

Eugenio Di Brino, Co-Founder & Partner, Altems Advisory

Teresa Petrangolini, Direttrice Patient Advocacy Lab, Università Cattolica del sacro cuore

Alfredo Procaccini, Vicepresidente Nazionale, Federfarma

Gabriele Sepio, Segretario generale dell’osservatorio per la filantropia e il terzo settore, Fondazione Terzjus

Christian Poehlking
- Il finanziamento pubblico al SSN può essere integrato dal contributo delle associazioni del Terzo Settore per migliorarne efficacia ed equità.
- Partnership tra aziende e Terzo Settore sono fondamentali per promuovere l’innovazione nel sistema salute.
- Le sfide da affrontare richiedono una visione di lungo termine e un approccio sistemico.
Sen. Ylenia Zambito
- Le associazioni del Terzo Settore devono essere integrate nel sistema sanitario nazionale per potenziarne l’efficacia.
- Servono risorse per finanziare il modello integrato e far funzionare meglio il SSN.
- Le sinergie sono cruciali per favorire l’accesso alle cure e migliorare i servizi.
Stefano Carmenati
- È necessario trovare nuove soluzioni per il futuro, partendo dai problemi reali e collaborando in modo efficace.
- Gli hub sanitari devono garantire a tutti la possibilità di curarsi senza lasciare indietro nessuno.
- Le nuove soluzioni devono essere co-create per rispondere alle esigenze dei pazienti.
Eugenio Di Brino
- Bisogna misurare il fabbisogno reale per allocare meglio le risorse e rispondere alle esigenze del territorio.
- È importante valutare i valori generati dal sociale e il ritorno sull’investimento sociale (ROI).
- Serve la prospettiva del paziente per comprendere le conseguenze di una mancata vaccinazione o di carenze nell’offerta sanitaria.
Teresa Petrangolini
- Occorre riconoscere che ci sono problemi da risolvere, ma nel frattempo bisogna convivere con le criticità presenti.
- È essenziale rafforzare il valore delle associazioni e creare spazi istituzionali adeguati per la loro attività.
- La collaborazione deve partire dal punto di vista del paziente e deve adattarsi a vari contesti di applicazione.
Alfredo Procaccini
- Le farmacie devono essere considerate strutture di prossimità fondamentali per la salute dei cittadini nei territori.
- È importante tenere conto delle esigenze reali del paziente, ottimizzando l’uso delle risorse.
- Le farmacie possono favorire la creazione di hub sanitari territoriali attraverso relazioni e confronti costruttivi.
Gabriele Sepio
- È necessario creare nuove sinergie e alleanze alla luce delle nuove necessità e delle sfide emergenti.
- L’economia sociale richiede di misurare il valore generato dagli investimenti latenti.
- Bisogna valorizzare l’impatto sociale delle azioni intraprese, andando oltre la semplice rendicontazione finanziaria.
Sintesi
La seconda Round Table di giornata è stata quella di Boehringer Ingelheim, intitolata “Sinergie per l’accesso alla salute: sostenibilità finanziaria e ruolo del terzo settore”.Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boheringer Ingelheim, ha esordito riconoscendo il primato nel mondo del Servizio Sanitario Nazionale italiano, che, purtroppo, però, soffre di un sottofinanziamento cronico e di forti disparità regionali nella qualità dei servizi offerti. Con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche, la pressione sulla spesa sanitaria sta diventando sempre più insostenibile. Già oggi, circa 4-5 milioni di italiani rinunciano alle cure per motivi economici o difficoltà di accesso, una situazione destinata a peggiorare nei prossimi anni se non verranno adottate misure strutturali.
L’innovazione tecnologica e farmaceutica, che potrebbe rappresentare una leva per migliorare l’efficienza del sistema, viene spesso percepita come un costo piuttosto che come un investimento. Inoltre, la gestione della sanità è ancora troppo burocratica e poco efficiente, con notevoli differenze nei livelli di assistenza tra le diverse regioni. Un altro aspetto critico riguarda il ruolo del terzo settore, che oggi colma alcune lacune del sistema sanitario, specialmente per le fasce più deboli della popolazione, come migranti, persone senza medico di base o soggetti con problemi di salute mentale. Tuttavia, manca un’integrazione strutturata tra il sistema sanitario pubblico e le organizzazioni del terzo settore, limitandone l’impatto e l’efficacia.
Per garantire un sistema sanitario sostenibile nel lungo periodo, è necessario un cambio di prospettiva, che metta al centro l’investimento nella salute come motore di sviluppo economico. Servono più risorse per la sanità, ma soprattutto un utilizzo più efficiente dei fondi disponibili. L’innovazione tecnologica e digitale deve essere vista non come un costo, ma come un’opportunità per ridurre la spesa sanitaria e migliorare l’accesso alle cure. La semplificazione della burocrazia è un altro passaggio fondamentale: occorre eliminare le inefficienze e ridurre le disparità tra le regioni, garantendo uno standard di cura uniforme su tutto il territorio nazionale. Allo stesso tempo, il terzo settore deve essere riconosciuto come un partner strategico del sistema sanitario, con un ruolo più strutturato e integrato. Esperienze come la partnership tra Boehringer Ingelheim e Sant’Egidio, che ha permesso di ampliare l’accesso alle diagnosi per il diabete, dimostrano che collaborazioni di questo tipo possono fare la differenza e dovrebbero essere incentivate.
Di questo avviso anche Stefano Carmenati, Amministratore Delegato, Comunità di S. Egidio, per il quale il SSN presenta gravi barriere di accesso per le fasce più vulnerabili della popolazione, come senza dimora, migranti e persone in difficoltà economica. Il dato dei 4,5 milioni di italiani che rinunciano alle cure è un segnale allarmante: non si tratta solo di un problema economico, ma anche di esclusione sociale. La pandemia ha dimostrato che la collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore può portare a soluzioni efficaci, ma spesso queste iniziative restano episodiche, senza un’integrazione strutturata nel sistema sanitario. Inoltre, la solitudine e la mancanza di reti di supporto aggravano le condizioni di molte persone anziane e fragili, aumentando il rischio di marginalizzazione e peggioramento della salute.
Per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, è necessario un modello più inclusivo, in cui il terzo settore non sia solo un tampone per le emergenze, ma un attore stabile nella gestione della sanità pubblica. L’esperienza dell’hub sanitario di Sant’Egidio dimostra che partnership tra istituzioni, aziende e associazioni possono migliorare l’accesso alle cure e la prevenzione di malattie croniche. Serve un piano strutturale per integrare il terzo settore nel SSN, fornendo risorse e strumenti per intercettare e assistere chi è escluso dal sistema. Inoltre, è fondamentale investire in iniziative che rafforzino le reti sociali e comunitarie, perché nessun sistema sanitario può funzionare senza una società coesa e solidale. Solo così sarà possibile costruire un modello di welfare che guardi al futuro e risponda realmente alle esigenze di tutti i cittadini.
Secondo Eugenio Di Brino, Co-Founder & Partner, Altems Advisory, uno dei problemi più evidenti del nostro Servizio Sanitario Nazionale è la distribuzione delle risorse inefficace, basata più sulla spesa storica che sulle reali esigenze della popolazione. Questo porta a disequilibri nell’allocazione dei fondi, con alcune aree sanitarie sottofinanziate rispetto ai bisogni reali. Un altro problema è la mancata valorizzazione dell’impatto sociale delle organizzazioni del terzo settore, che contribuiscono alla salute pubblica senza un riconoscimento formale nel sistema sanitario. Allo stesso tempo, le nuove tecnologie e i farmaci innovativi vengono valutati prevalentemente in termini di costi e benefici economici, senza una considerazione adeguata del loro effetto sulla qualità della vita dei pazienti e sulla produttività del Paese. Infine, la prevenzione, e in particolare la copertura vaccinale, continua a essere sottovalutata, con conseguenze che vanno oltre l’ambito sanitario, impattando anche l’economia e la crescita del PIL nazionale.
Per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario, è necessario adottare un nuovo modello di allocazione delle risorse, basato su strumenti predittivi che analizzino il fabbisogno di salute reale della popolazione. Questo permetterebbe di ottimizzare i finanziamenti, riducendo gli sprechi e migliorando l’accesso alle cure. Allo stesso tempo, è fondamentale sviluppare metodi per misurare l’impatto sociale delle organizzazioni del terzo settore, riconoscendole come parte integrante del sistema sanitario e incentivando la loro collaborazione con le istituzioni. Infine, le politiche di innovazione e prevenzione devono essere ripensate: l’adozione di nuove tecnologie sanitarie e farmaceutiche deve essere valutata non solo in termini di costi, ma anche considerando i benefici sociali ed economici a lungo termine.
Teresa Petrangolini, Direttrice Patient Advocacy Lab, Università Cattolica del sacro cuore, ha spiegato che, attualmente, il nostro sistema sanitario non coinvolge in modo strutturato il punto di vista dei pazienti nelle decisioni strategiche. Il dialogo tra istituzioni, aziende e associazioni di pazienti esiste, ma spesso rimane frammentario e poco incisivo. Negli ultimi anni, le associazioni hanno rafforzato la loro capacità organizzativa, in particolare dopo l’esperienza del COVID-19, ma non sempre trovano spazi istituzionali adeguati per far sentire la loro voce. Di conseguenza, i pazienti rischiano di essere considerati solo come destinatari passivi dei servizi sanitari, piuttosto che attori in grado di contribuire alla loro progettazione e valutazione.
Per rendere il sistema sanitario più equo ed efficace, è necessario valorizzare il ruolo del paziente come protagonista delle politiche sanitarie. Ciò significa: istituzionalizzare la partecipazione delle associazioni di pazienti, garantendo loro un ruolo nei tavoli decisionali a livello nazionale e regionale; formare i pazienti e le loro associazioni, affinché possano contribuire in modo qualificato alla valutazione delle tecnologie sanitarie e alla definizione dei servizi; e, infine, ampliare le occasioni di dialogo tra aziende, istituzioni e cittadini, andando oltre i contesti formali della politica e includendo ambiti strategici come la definizione dei capitolati di gara per farmaci e dispositivi medici.
Un ruolo di primo piano nel sistema sanitario è ricoperto dalle farmacie, ma per Alfredo Procaccini, Vicepresidente Nazionale, Federfarma, il loro potenziale è ancora sottoutilizzato. Durante il COVID, le farmacie hanno dimostrato di poter gestire campagne di prevenzione come la vaccinazione, ma nonostante questo, molti farmaci sono ancora distribuiti esclusivamente nelle strutture pubbliche, creando disagi per i pazienti e sprechi di risorse.
Le farmacie sono presenti capillarmente sul territorio, ma non sempre vengono riconosciute come un hub sanitario vero e proprio. Nelle aree interne e nei piccoli centri, spesso rappresentano l’unico punto di riferimento per la salute. Inoltre, il ruolo della farmacia come luogo di relazione e supporto sociale viene spesso sottovalutato, nonostante sia un presidio importante per chi vive in condizioni di solitudine o disagio.
Per valorizzare il ruolo delle farmacie nel sistema sanitario, è necessario ampliarne le funzioni, riconoscendole ufficialmente come hub sanitari di prossimità. Ciò significa che è opportuno ottimizzare la distribuzione dei farmaci, permettendo alle farmacie di gestire direttamente più tipologie di medicinali, per evitare spostamenti inutili ai pazienti e ridurre i costi sociali; rafforzare il ruolo delle farmacie nella prevenzione, coinvolgendole stabilmente in campagne di screening e vaccinazione, estendendo i servizi di monitoraggio della salute e assistenza ai pazienti cronici; valorizzare la farmacia come presidio nelle aree meno servite, integrandola meglio nel sistema sanitario territoriale e fornendole strumenti per supportare anche i cittadini più fragili. E, infine, mantenere il valore della relazione con il paziente, riconoscendo che la farmacia non è solo un luogo di erogazione di medicinali, ma un punto di riferimento per chi ha bisogno di informazioni, sostegno e orientamento nel sistema sanitario.
Tornando sul tema delle crescenti disuguaglianze sull’accesso alle cure, Gabriele Sepio, Segretario generale dell’osservatorio per la filantropia e il terzo settore, Fondazione Terzjus, ha citato come una delle maggiori problematiche la spesa sanitaria out-of-pocket, che ammonta a 40 miliardi di euro e si regge in gran parte sulle detrazioni fiscali, un meccanismo che esclude chi ha minori capacità economiche. Il terzo settore svolge già un ruolo fondamentale nel supporto alla salute pubblica, ma il suo contributo non viene pienamente riconosciuto né integrato nel sistema sanitario. Esistono modelli di solidarietà consolidati, come le società di mutuo soccorso e la sanità integrativa, che supportano milioni di italiani, ma il loro potenziale potrebbe essere sfruttato meglio. Le associazioni di pazienti, pur avendo un impatto significativo, spesso operano in un contesto frammentato, senza un accesso stabile a strumenti di finanziamento e senza un’integrazione strutturata con le istituzioni.
Per costruire un sistema sanitario più inclusivo e sostenibile, è necessario ridefinire il rapporto tra pubblico, privato e terzo settore, creando nuove sinergie e valorizzando il contributo dell’economia sociale. Così come riconoscere il valore economico e sociale del terzo settore, misurandone l’impatto e integrandolo nelle politiche sanitarie; rafforzare i meccanismi di mutualismo e sanità integrativa, ampliandone l’accessibilità e il ruolo nella copertura sanitaria; sostenere le associazioni di pazienti, facilitando il loro accesso a risorse finanziarie come il 5x1000 e creando strutture di supporto più solide e superare il modello delle detrazioni fiscali, che favorisce solo chi ha capacità economica, introducendo strumenti più equi di sostegno alle spese sanitarie.
A conclusione della tavola rotonda, è intervenuta la Senatrice Ylenia Zambito, 10a Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale). Zambito ha sottolineato il fatto che il Servizio Sanitario Nazionale soffre di una carenza strutturale di finanziamenti, che compromette l’efficacia e la qualità dei servizi. Nonostante esistano modelli virtuosi di integrazione sociosanitaria come quello della Toscana, su scala nazionale il sistema fatica a garantire una presa in carico adeguata dei pazienti cronici, che spesso finiscono in ospedale anziché essere seguiti dai servizi territoriali. Inoltre, il terzo settore rappresenta una risorsa importante ma ancora troppo poco valorizzata e integrata nel sistema sanitario. Esiste un’apertura verso la collaborazione con il privato e con modelli innovativi di finanziamento, ma la mancanza di una governance chiara frena la realizzazione di queste sinergie.
Secondo Zambito, per rendere il SSN più sostenibile ed efficiente, è necessario aumentare i finanziamenti pubblici, garantendo risorse adeguate per mantenere un servizio sanitario universale e di qualità; ottimizzare l’uso delle strutture sanitarie, facendo sì che i pazienti cronici siano gestiti a livello territoriale, lasciando gli ospedali ai pazienti acuti; integrare meglio il terzo settore, attraverso una normativa chiara che ne valorizzi il ruolo nella sanità; sviluppare nuove forme di collaborazione con il privato, senza compromettere la natura pubblica del SSN, ma sfruttando sinergie per migliorare l’accesso ai servizi e l’efficienza delle cure e strutturare una governance moderna del SSN, che tenga conto delle nuove strutture sanitarie finanziate dal PNRR e che le renda operative in modo efficace.
PROGETTI
- Fare sinergia partendo dai problemi concreti dei cittadini.
- Creare hub territoriali sfruttando anche la rete delle farmacie come punti di prevenzione e assistenza.
- Progetti per favorire partnership tra pubblico, privato e Terzo Settore.
- Misurare il ritorno sull’investimento sociale (ROI) delle iniziative per valutarne l’efficacia.
- Sviluppare hub vaccinali e altre strutture di prossimità per la prevenzione sanitaria.
- Applicare un modello integrato di assistenza, basato sull’applicazione di norme e pratiche condivise.
LEGGI
- Promuovere leggi che permettano ai cittadini di vivere meglio e in salute.
- Le leggi esistono: è fondamentale applicarle e farle funzionare concretamente.
- Definire leggi trasversali che partano da evidenze scientifiche e dati concreti.
- Finanziare le associazioni attraverso partnership pubblico-privato per il sostegno di iniziative sociali e sanitarie.
- Favorire la conoscenza delle norme e delle leggi tra gli attori coinvolti nel sistema di welfare.
- Incentivare investimenti in favore del Terzo Settore come leva di innovazione e inclusione.
- Applicare il principio dell’amministrazione condivisa per la gestione delle attività di welfare e sanità.
CULTURA
- Lavorare sulla cultura del valore sociale e del ruolo delle associazioni nel sistema sanitario.
- Facilitare le partnership, semplificando la vita dei cittadini e riducendo la burocrazia.
- Rendere le procedure più semplici e accessibili, a vantaggio di cittadini e operatori.
- Incentivare la fiducia nel Servizio Sanitario Nazionale e nelle aziende che operano nella sanità.
- Favorire la consapevolezza delle norme e delle leggi tra tutti i soggetti coinvolti, per un sistema più trasparente e inclusivo.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Haleon
“Self-care, active aging e nuovi modelli per la qualità della vita”

Obiettivo del team di lavoro è stato quello di promuovere lo sviluppo di modelli innovativi e sostenibili di salute preventiva e active aging, valorizzando l’autonomia e il benessere della popolazione over 55. In linea con gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 e l’approccio integrato One Health, i lavori si sono concentrati sull’analisi dello stato attuale e sull’individuazione di strategie efficaci per ampliare l’accesso a soluzioni di self-care, favorendo un invecchiamento attivo e consapevole. L’obiettivo è costruire alleanze strategiche tra pubblico e privato per trasformare i bisogni emergenti in opportunità di sviluppo e generare un impatto positivo di lungo periodo sulla salute della popolazione e sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.
Davide Fanelli, General Manager Southern Europe, Haleon

Claudia Cipolla, Head of Italy, Wellhub

Elena Folpini, Managing Director, New Line Ricerche di Mercato

Francesca Moccia, Vicesegretaria generale, Cittadinanzattiva

Alfredo Procaccini, Vicepresidente Nazionale, Federfarma

Sen. Guido Quintino Liris, Membro Commissione Bilancio del Senato

On. Ilenia Malavasi, Membro della Commissione Affari Sociali della Camera

Cons. Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare in Regione Lombardia,
membro del Cda di Aifa

Dott. Ugo Della Marta, Direttore Generale Igiene e sicurezza alimentare Ministero della Salute

Davide Fanelli
- Favorire il dialogo tra istituzioni e cittadini in ottica di politiche più innovative e sostenibili.
- Trasformare le esigenze in strategie di lungo periodo con una visione globale e integrata della salute.
- Nuovi modelli di benessere collettivo.
Claudia Cipolla
- Il benessere fisico e mentale è fondamentale per una lunga aspettativa di vita.
- Le aziende sono un attore cardine: dare accesso ai dipendenti a diversi servizi ed educarli.
- Collaborare per aspettative di vita in salute, responsabilità condivisa, educazione e formazione.
Elena Folpini
- Ricerche e analisi per individuare le opportunità di prevenzione e self-care.
- Le farmacie sono hub di prevenzione e self-care.
- Capire cosa le persone chiedono alle farmacie.
Alfredo Procaccini
- La farmacia è vicina ai cittadini e al territorio.
- Le farmacie devono essere formate e informate su come fare prevenzione.
- Vicino alle persone per un servizio efficace.
Francesca Moccia
- Attivare i cittadini per prendersi cura di sé e della collettività.
- Essere consapevoli e rimuovere gli ostacoli alla salute (linguaggio corretto per evitare lo stigma).
- Andare verso le persone per una comunicazione efficace.
Sen. Guido Quintino Liris
- Le tecnologie ritardano l’invecchiamento attivo.
- I costi aumentano per far fronte alle cure, ma si possono ammortizzare con la formazione e l’informazione.
- Favorire l’accesso alle cure e alla prevenzione.
On. Ilenia Malavasi
- Collaborazione virtuosa tra pubblico e privato.
- Sinergie a favore della consapevolezza e responsabilità dei cittadini.
- Per una comunicazione chiara e condivisa.
Cons. Emanuele Monti
- Le regioni hanno un ruolo chiave presso le comunità.
- Coordinare, comunicare, informare e digitalizzare.
- Istituzioni calate sul territorio.
Sintesi
Nella Round Table “Self-care, active aging e nuovi modelli per la qualità della vita”, promossa da Haleon, si è parlato principalmente del tema della prevenzione, introdotto da Davide Fanelli, General Manager Southern Europe, Haleon. Facendo un quadro della situazione del nostro paese, l’Italia si trova di fronte a una popolazione sempre più anziana, con un decennio di vita vissuto in condizioni di salute compromesse a causa di malattie croniche. Nonostante l’evidenza scientifica sull’importanza della prevenzione e degli stili di vita sani, l’impegno in questa direzione è ancora insufficiente. La spesa sanitaria è sbilanciata: il 98% è destinato alla cura delle patologie già in corso, mentre solo il 2% viene investito in prevenzione, nonostante una percentuale significativa di malattie sia evitabile. Allo stesso tempo, permangono disuguaglianze territoriali e digitali, che rendono difficile per alcune fasce di popolazione, in particolare gli anziani, accedere ai servizi sanitari e alle nuove tecnologie come la telemedicina. Inoltre, manca una diffusa cultura della prevenzione, con scarsa aderenza a corretti stili di vita, attività fisica e alimentazione equilibrata.
Secondo Fanelli, per migliorare la qualità della vita e la sostenibilità del sistema sanitario, è necessario invertire il paradigma attuale, spostando il focus dalla cura alla prevenzione. Un maggiore investimento in screening, educazione alla salute e promozione di stili di vita sani può contribuire a ridurre l’incidenza delle malattie croniche, con un impatto positivo sia sulle persone che sulla sostenibilità economica della sanità pubblica. È fondamentale coinvolgere attivamente i cittadini, rendendoli consapevoli del loro ruolo nella gestione della propria salute, ma anche superare le barriere territoriali e digitali, garantendo un accesso equo ai servizi sanitari per tutta la popolazione. Infine, istituzioni, aziende e società civile devono collaborare per sviluppare strategie efficaci e sostenibili, passando dalle parole ai fatti e creando un sistema sanitario più moderno, accessibile e orientato alla prevenzione.
A seguire, Claudia Cipolla, Head of Italy, Wellhub, ha trattato il tema del benessere, in particolare, in relazione al contesto lavorativo. Oggi, come affermato da Cipolla, l’attività fisica e il benessere sono ancora poco valorizzati, con oltre un terzo della popolazione italiana sedentaria. Questo problema si acuisce con l’età, aumentando il rischio di malattie croniche e riducendo la qualità della vita. Nonostante le evidenze scientifiche dimostrino i benefici dello sport e di stili di vita sani, manca una cultura diffusa della prevenzione. Le aziende, pur avendo un grande potenziale nel promuovere il benessere dei dipendenti, non sempre adottano strategie efficaci e strutturate per incentivare stili di vita sani. Inoltre, esistono barriere informative e culturali che rendono difficile per molte persone accedere a percorsi di benessere su misura.
Per questo, secondo Cipolla, affinché il benessere diventi una priorità reale e accessibile, è necessario rafforzare il ruolo delle aziende come promotrici di salute, creando programmi personalizzati per i dipendenti e diffondendo una maggiore consapevolezza sui benefici dell’attività fisica e della prevenzione. Servono piattaforme digitali e percorsi guidati che aiutino i lavoratori a trovare l’approccio più adatto al proprio stile di vita, con l’aiuto di coach specializzati. Allo stesso tempo, la formazione deve essere potenziata con iniziative mirate su temi specifici, come la salute femminile e l’equilibrio tra vita lavorativa e benessere personale. L’obiettivo è rendere ogni azienda una Wellbeing Company, un luogo in cui la cura della salute dei lavoratori sia parte integrante della cultura aziendale. Solo così si potrà ridurre il divario tra la teoria e la pratica e costruire un sistema in cui il benessere sia un diritto accessibile a tutti e non un privilegio per pochi.
Elena Folpini, Managing Director, New Line Ricerche di Mercato, ha parlato, invece, del Self Care che, negli ultimi anni, ha acquisito un ruolo sempre più rilevante, con una domanda in continua crescita. I consumatori, in particolare gli over 50, cercano sempre più soluzioni per mantenere un buon livello di benessere e prevenire problemi di salute, piuttosto che curarli solo quando si manifestano. Tuttavia, come riportato da Folpini, l’accesso al medico è spesso limitato e focalizzato più sulla cura delle patologie che sulla prevenzione, lasciando spazio al farmacista come figura chiave per orientare i consumatori nella scelta di prodotti per la salute. Nonostante ciò, non tutte le farmacie sono attrezzate per rispondere in modo efficace a questa crescente richiesta, e molte aziende non stanno ancora sfruttando appieno le opportunità offerte da questo cambiamento nei consumi.
Per cogliere al meglio queste opportunità, secondo Folpini, è fondamentale che farmacie e aziende del settore rafforzino la loro capacità di rispondere alla domanda di Self Care. Il farmacista deve essere messo nelle condizioni di offrire un servizio sempre più consulenziale, attraverso una migliore formazione e strumenti che gli permettano di guidare il cliente nella scelta di prodotti mirati. Le aziende, dal canto loro, devono sviluppare strategie più personalizzate, considerando le diverse esigenze dei consumatori, incluse le nuove abitudini della popolazione maschile. Inoltre, investire nella digitalizzazione e nell’analisi dei dati potrebbe consentire di anticipare le tendenze e costruire un ecosistema di prevenzione più efficace e accessibile.
Sempre sul ruolo delle farmacie, Alfredo Procaccini, Vicepresidente Nazionale, Federfarma, ha affermato che queste stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel sistema sanitario nazionale, ma ci sono ancora alcune criticità. L’accesso alle cure e alla prevenzione non è uniforme su tutto il territorio e molte persone non sono ancora pienamente consapevoli dell’importanza della prevenzione. Sul fronte della digitalizzazione, invece, le farmacie sono già avanti rispetto ad altri settori della sanità, ma Procaccini ha sottolineato che sono presenti ancora ostacoli legati alla scarsa alfabetizzazione digitale di parte della popolazione e alla necessità di regolamentare meglio alcuni strumenti, come le ricette digitali. Per quanto riguarda la vaccinazione, l’Italia registra ancora tassi troppo bassi. È necessario ampliare l’offerta vaccinale nelle farmacie per garantire una copertura più capillare.
Al fine di migliorare la situazione, secondo Procaccini, le farmacie dovrebbero essere riconosciute come hub sanitari di prossimità, con un potenziamento dei servizi di diagnostica, prevenzione e monitoraggio. Questo, infatti, permetterebbe ai cittadini di effettuare screening e controlli in farmacia, riducendo il carico sugli ospedali e migliorando la gestione delle malattie croniche. Poi, sul fronte della digitalizzazione, è necessario educare i cittadini all’uso delle tecnologie sanitarie, promuovendo strumenti digitali più semplici e accessibili. Infine, per aumentare la copertura vaccinale, le farmacie dovrebbero essere coinvolte in campagne di sensibilizzazione e somministrazione dei vaccini, rendendo più facile per le persone accedere a questi servizi.
Francesca Moccia, Vicesegretaria generale, Cittadinanzattiva, ha citato il problema delle barriere significative che limitano l’accesso alle cure e la possibilità di adottare stili di vita sani. La povertà crescente, la mancanza di istruzione e lo stigma sociale legato a determinate condizioni - come l’obesità - impediscono a molte persone di prendersi cura della propria salute. Nonostante l’importanza della prevenzione sia riconosciuta, le iniziative esistenti non sempre riescono a raggiungere chi ne ha più bisogno, e l’accesso alle cure rimane spesso un percorso ad ostacoli.
Per garantire una salute davvero accessibile a tutti, è necessario eliminare gli ostacoli economici, sociali e culturali che impediscono alle persone di curarsi. Questo, per Moccia, significa sviluppare strategie mirate di sensibilizzazione, come la collaborazione con le farmacie per offrire supporto e informazioni in modo capillare sul territorio. Un altro passo fondamentale è investire nella medicina di iniziativa, portando i servizi sanitari verso le persone, invece di aspettare che siano i cittadini a cercarli. Questo approccio può contribuire a ridurre le disuguaglianze e garantire un sistema sanitario più equo ed efficace.
Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare in Regione Lombardia, membro del Cda di Aifa, ha parlato della frammentazione del sistema sanitario regionale, in particolare nella gestione dei servizi territoriali. Si osserva un coordinamento insufficiente tra enti locali, farmacie, medici di base e strutture sanitarie. Questo porta a un uso inefficace delle risorse disponibili, nonostante la presenza di strumenti e infrastrutture come le case della comunità e le farmacie territoriali. Inoltre, Monti segnala una scarsa partecipazione della popolazione alla prevenzione.
Secondo il Presidente della Commissione Welfare della Regione Lombardia, una soluzione può essere quella di potenziare il coordinamento tra i diversi attori della sanità territoriale, creando sinergie più forti tra farmacie, medici di base, strutture sociosanitarie e istituzioni locali. In questo modo, si potrebbe migliorare il sistema sanitario regionale. Riguardo il tema della prevenzione, è fondamentale sviluppare campagne di comunicazione più efficaci, sfruttando canali digitali e strategie mirate per coinvolgere un numero maggiore di cittadini negli screening e nei programmi di prevenzione.
A seguire, l’Onorevole Ilenia Malavasi, Membro della Commissione Affari Sociali della Camera, ha citato il problema della scarsa alfabetizzazione sanitaria presente in Italia, con cittadini che spesso non comprendono l’importanza della prevenzione e degli screening. Questo porta a una minore adesione alle campagne di prevenzione, con un conseguente aumento delle patologie croniche e un maggiore peso economico per il SSN. Gli strumenti territoriali, come le farmacie e le case di comunità, esistono, ma i cittadini non sempre sanno come utilizzarli al meglio. Inoltre, Malvasi ha segnalato che la percentuale di investimenti in prevenzione è ancora insufficiente, nonostante sia chiaro il suo impatto positivo sulla salute pubblica e sulla sostenibilità economica del sistema sanitario.
Alla luce di ciò, per Malvasi, è necessario puntare su un'educazione sanitaria diffusa, che renda i cittadini più consapevoli del valore della prevenzione e li aiuti a sfruttare al meglio gli strumenti disponibili. Questo può essere fatto attraverso campagne informative mirate, coinvolgendo farmacie, case di comunità e associazioni di pazienti per diffondere informazioni corrette e accessibili. L’investimento in prevenzione deve aumentare, con una distribuzione più efficace delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale. In questo contesto, il ruolo delle associazioni dei pazienti può essere strategico, poiché possono contribuire a orientare le politiche sanitarie con un punto di vista esperto e vicino alle esigenze della popolazione. Infine, secondo l’Onorevole, anche la politica deve fare la sua parte, comunicando in modo chiaro e univoco, evitando messaggi confusi che possano generare sfiducia o disinformazione. Solo così sarà possibile costruire un sistema sanitario più sostenibile, efficace e vicino ai cittadini.
A conclusione della Round Table, è intervenuto il Senatore Guido Quintino Liris, Membro Commissione Bilancio del Senato, che ha citato il problema dell’invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze, tra cui la forte pressione sul Servizio Sanitario Nazionale, con liste d’attesa sempre più lunghe e costi sanitari in aumento. A ciò si aggiunge il fatto che gli anziani vengono spesso considerati solo come destinatari di cure e non come risorse attive per la società, e manca un modello efficace per coinvolgerli in attività formative o di supporto alle nuove generazioni. Inoltre, Liris ha segnalato che la prevenzione non è ancora sufficientemente diffusa e molte patologie vengono diagnosticate solo in fase avanzata, con un impatto negativo sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
Affrontare queste sfide significa ripensare il ruolo degli anziani nella società, promuovendo il loro coinvolgimento attivo attraverso programmi di formazione intergenerazionale e valorizzando il loro contributo culturale e sociale. La prevenzione deve diventare un pilastro centrale del sistema sanitario, con un maggiore focus su stili di vita sani, diagnosi precoci e interventi tempestivi, riducendo così l’incidenza delle malattie croniche e il peso economico sulle strutture sanitarie. Infine, per Liris, il sistema sanitario deve evolversi verso un modello più sostenibile, che sfrutti la tecnologia e l’innovazione per ottimizzare le risorse, migliorare l’accesso ai servizi e garantire un’assistenza più efficiente ed efficace per una popolazione sempre più longeva.
PROGETTI
- Trovare soluzioni per coinvolgere le persone nei programmi di prevenzione, attraverso iniziative mirate e innovative.
- Favorire la salute globale tramite la realizzazione di una carta civica e la costruzione di reti territoriali intorno ai cittadini.
- Condividere i dati tra istituzioni e operatori per migliorare la pianificazione e la gestione dei servizi di salute pubblica.
- Creare forum dedicati alla sostenibilità sociale per sviluppare progetti concreti e integrati.
- Misurare gli effetti delle iniziative per valutarne l’impatto reale sulla salute delle persone.
LEGGI
- Rimuovere gli ostacoli all’accesso ai servizi di salute e benessere, semplificando le normative.
- Prevedere sgravi fiscali per l’accesso allo sport, per favorire l’attività fisica come strumento di prevenzione.
- Applicare il D.M. 77 come riferimento per le cure domiciliari, garantendo un’assistenza territoriale più efficiente.
- Promuovere leggi regionali sul tema dell'invecchiamento attivo e sull'ampliamento dei programmi di screening sanitario.
- Riformare il sistema delle cure domiciliari, puntando sulla promozione dello sport come elemento di prevenzione e salute pubblica.
CULTURA
- Diffondere e implementare la cultura del benessere nelle aziende, promuovendo un approccio olistico alla salute dei lavoratori.
- Incentivare una comunicazione umana, chiara e rispettosa tra operatori sanitari, aziende e cittadini, per facilitare la fiducia e la partecipazione.
- Promuovere l'educazione sanitaria e l'alfabetizzazione nelle scuole, al fine di sviluppare una maggiore consapevolezza sulla salute.
- Favorire un cambiamento di mindset orientato alla prevenzione e al benessere collettivo.
- Rafforzare il concetto di salute globale, basato sulla collaborazione tra tutti gli attori del sistema.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Dedalus
“Gare pubbliche e sanità digitale, sinergie per una innovazione sostenibile”

Obiettivo del team di lavoro è accelerare progetti di trasformazione digitale nel settore della sanità lavorando, con addetti ai lavori ed istituzioni preposte, per una modifica delle procedure di gara per la sanità digitale, anche alla luce delle regole introdotte dal nuovo Codice degli Appalti. Il know-how dell’IT e della ricerca scientifica è un driver fondamentale per la transizione verso un sistema sanitario sempre più interconnesso, e l’impostazione attuale non valorizza adeguatamente gli ingenti investimenti per le certificazioni Software as a Medical Device. I lavori si concentreranno sulle strategie necessarie per il superamento delle seguenti criticità: Impostazione basata su sviluppi applicativi e non su prodotti; griglie di valutazione tecnica basate su trattazioni teoriche; punteggio economico predeterminabile a priori; distribuzione affidamenti diretti in serie e non in parallelo. Saranno valutate criticità ed opportunità connesse ad una riforma che consenta di imprimere una significativa spinta all’innovazione di lungo termine. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori ICT, sanitario, della pubblica amministrazione, stazioni appaltanti.
Vincenzo Giannattasio dell’Isola, EVP Regional Managing Director, Dedalus

Guido Gastaldon, Responsabile Divisione Sourcing Sanità, Beni e Servizi, CONSIP

Gianluca Cesare, Group Chief Information Officer, Humanitas Research Hospital Group

Mariastella Giorlandino, Presidente, Rete Artemisia Lab

Giacomo Lorusso, CEO, Jakala Civitas

Giuseppe Navanteri, Responsabile, UOSD Ingegneria Clinica e Tecnologie e Sistemi
Informatici IFO

Nicola Patrizi, Presidente, Federterziario

Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL Sassari

Vincenzo Giannattasio Dell’Isola
- Accelerare i progetti di trasformazione digitale nella sanità, lavorando per modificare le procedure di gara.
- Favorire un Sistema Sanitario Nazionale sempre più interconnesso, con l’IT e la ricerca come driver fondamentali.
- Ripensare l’acquisto di software per la sanità, valutandone il valore, la qualità e la rendicontazione nel lungo termine.
Gianluca Cesare
- Andare oltre le barriere burocratiche, favorendo partnership tra istituzioni e imprese.
- Porre al centro la salute del paziente, migliorando le tempistiche dei processi sanitari.
- Affrontare la complessità dei software medici ibridi, integrando funzionalità diverse.
Mariastella Giorlandino
- Necessità di maggiore chiarezza e normalizzazione nelle gare e nelle procedure sanitarie.
- Garantire sicurezza, condivisione e integrazione dei sistemi digitali sanitari.
- Promuovere una progettualità condivisa per una gestione più efficiente delle risorse.
Giacomo Lorusso
- Fare filiera sul campo, integrando i diversi attori del sistema sanitario.
- Digitalizzare la cartella clinica per una gestione più efficace dei dati sanitari.
- Affrontare il tema dell’etica sulla sicurezza dei dati, considerando il rischio sia per il paziente sia per l’impresa.
Giuseppe Navanteri
- Evolvere il processo di presa in carico del paziente, ottimizzando i rimborsi e i percorsi di cura.
- Manca un link tra evoluzione tecnologica e normativa, da colmare con un adeguato aggiornamento legislativo.
- Adattare il sistema per garantire maggiore efficienza, evitando che i finanziamenti restino inutilizzati.
Guido Gastaldon
- Innovare le tecnologie e i piani gara, con attività trasparenti e focalizzate.
- Lavorare per il bene del paziente a 360°, migliorando il processo di cura complessivo.
- Costruire un network che definisca le linee di indirizzo e stabilisca su cosa lavorare e migliorare.
Nicola Patrizi
- Incentivare il welfare integrativo attraverso sinergie tra servizio pubblico e privato.
- Superare le rigidità che ostacolano l’innovazione nelle pratiche sanitarie.
- Promuovere l’integrazione tra pubblico e privato, andando oltre le normative esistenti.
Flavio Sensi
- Semplificare le norme e incentivare comportamenti individuali virtuosi all’interno delle aziende.
- Valorizzare l’autonomia delle aziende sanitarie, partendo dai territori.
- Adattare i modelli organizzativi alle specifiche esigenze locali, favorendo una governance flessibile.
Sintesi
Vincenzo Giannattasio dell’Isola, EVP Regional Managing Director, Dedalus, ha introdotto l’ultima Round Table di giornata, parlando del processo di digitalizzazione della sanità che presenta numerose criticità legate all’acquisto, certificazione e gestione dei software sanitari. Questi strumenti, pur essendo dispositivi medici a tutti gli effetti, vengono trattati come semplici prodotti informatici, senza un’adeguata considerazione delle tempistiche e delle modalità necessarie per la loro implementazione. Uno dei problemi principali sottolineati da Giannattasio è la certificazione dei software, che richiede fino a due anni, mentre le gare d’appalto attuali prevedono tempistiche di realizzazione molto più brevi, creando un paradosso: si richiede alle aziende di fornire soluzioni digitali in tempi incompatibili con le normative vigenti. Inoltre, la responsabilità della certificazione e della manutenzione dei software oggi ricade sulle strutture sanitarie che li acquistano, generando costi e oneri amministrativi elevati per ospedali e ASL. Questo porta a ritardi nell’implementazione e a difficoltà nella gestione delle tecnologie. Infine, il modello di rendicontazione delle gare d’appalto, basato sulle giornate uomo, non incentiva l’innovazione, ma premia solo il numero di ore lavorate. Questo metodo non valorizza soluzioni già certificate e pronte per essere utilizzate, ma impone invece tempi lunghi e costi elevati per lo sviluppo ex novo.
Per rendere realmente efficace la digitalizzazione della sanità, secondo l’EVP Regional Managing Director di Dedalus è necessario ridefinire le regole e i processi di acquisizione e gestione delle tecnologie. I software sanitari devono essere riconosciuti e trattati come dispositivi medici, con tutte le tutele e le attenzioni normative del caso. Un passo fondamentale è snellire le procedure di certificazione, allineando i tempi di gara con quelli richiesti per la validazione dei software. Le aziende dovrebbero essere incentivate a proporre prodotti già certificati, che possano essere migliorati e adattati con i fondi del PNRR, riducendo così i tempi di implementazione nelle strutture sanitarie. La responsabilità della certificazione e della manutenzione dovrebbe essere a carico dei fornitori e non delle strutture sanitarie, garantendo così un’adozione più semplice e immediata delle soluzioni digitali. Infine, il modello di rendicontazione dovrebbe basarsi sul valore del prodotto e sull’innovazione, anziché sulle giornate uomo. Questo permetterebbe di premiare le aziende che offrono soluzioni efficaci e già pronte all’uso, accelerando il processo di digitalizzazione e migliorando la qualità dell’assistenza sanitaria.
Dopo l’intervento introduttivo, ha preso la parola Guido Gastaldon, Responsabile Divisione Sourcing Sanità, Beni e Servizi, CONSIP, il quale ha trattato il tema del sistema degli appalti pubblici in ambito sanitario, che si basa ancora in larga parte su criteri di valutazione che privilegiano il costo del bene o del servizio rispetto al valore complessivo che esso può generare. Nonostante si parli da anni di ‘value-based procurement’, nei fatti molti bandi restano ancorati a logiche tradizionali. Un’altra criticità citata da Gastaldon riguarda la mancanza di uniformità tra le esigenze delle amministrazioni pubbliche, che spesso differiscono tra loro, rendendo difficile la standardizzazione dei capitolati di gara. Inoltre, il dialogo tra le istituzioni e gli operatori economici è ancora limitato da vincoli burocratici e normative stringenti, ostacolando l’adozione di soluzioni innovative.
Secondo Gastaldon, il sistema di procurement sanitario deve evolversi verso un modello basato sul valore, in cui gli acquisti pubblici siano valutati in base ai benefici che generano in termini di efficienza, qualità della cura e sostenibilità economica. In questa direzione, CONSIP ha avviato un percorso di maggiore trasparenza e condivisione, pubblicando il piano gare per facilitare l’interazione tra pubblico e privato. In futuro, sarà fondamentale adottare modelli di gara più flessibili, che tengano conto delle peculiarità delle diverse amministrazioni locali, consentendo loro di accedere a soluzioni standardizzate ma con la possibilità di adattarle ai propri bisogni specifici. Infine, un passo decisivo sarà il rafforzamento della collaborazione tra istituzioni, aziende e operatori sanitari, per rendere il sistema di approvvigionamento più dinamico, efficiente e in grado di sostenere realmente l’innovazione tecnologica nel settore della sanità.
Gianluca Cesare, Group Chief Information Officer, Humanitas Research Hospital Group, ha aggiunto che il sistema di procurement per i software medicali è caratterizzato da procedure di gara rigide, che non tengono conto delle specificità di questi strumenti tecnologici. Il software medicale, essendo un dispositivo critico per la sicurezza del paziente, deve seguire regole stringenti che ne rallentano l’adozione, rendendo difficile per le aziende proporre soluzioni innovative in tempi utili. Le start-up e le PMI italiane, che spesso sviluppano software avanzati in ambito sanitario, faticano a entrare in questo mercato perché i processi di certificazione e approvazione sono troppo lunghi rispetto ai tempi di sviluppo richiesti dal mercato stesso. Inoltre, le gare d’appalto pubbliche tendono a privilegiare criteri economici piuttosto che il reale valore dell’innovazione proposta. L’evoluzione dell’intelligenza artificiale è un ulteriore fattore di criticità: i modelli di AI cambiano rapidamente, ma le normative attuali non riescono a stare al passo, ostacolando l’adozione di strumenti che potrebbero migliorare la sicurezza e l’efficienza del sistema sanitario.
Per rendere il sistema di approvvigionamento più efficiente, è necessario un aggiornamento normativo che permetta una maggiore flessibilità nei capitolati di gara, tenendo conto della specificità del software medicale e dell’evoluzione tecnologica. Le procedure di gara dovrebbero prevedere partnership pubblico-private, che permettano alle aziende di co-sviluppare soluzioni digitali insieme alle strutture sanitarie, garantendo così prodotti più aderenti alle esigenze cliniche reali. Un altro passo fondamentale sarebbe la creazione di percorsi di certificazione più rapidi per le start-up, affinché possano partecipare attivamente all’innovazione del settore senza subire il peso di iter burocratici incompatibili con i loro tempi di sviluppo. Infine, sarebbe necessario introdurre modelli di valutazione basati sul valore e non solo sul prezzo, affinché le gare d’appalto possano premiare realmente le soluzioni più innovative e ad alto impatto per il sistema sanitario. Solo in questo modo si potrà evitare che il sistema di procurement diventi un freno anziché un motore per l’innovazione digitale in sanità.
Mariastella Giorlandino, Presidente, Rete Artemisia Lab, invece, è tornata sulla frammentazione regionale del sistema sanitario italiano, con ogni regione che segue proprie regole per autorizzazioni, gare d’appalto e gestione dei servizi. Questa disomogeneità rallenta i processi, crea disparità nell’accesso alle cure e ostacola l’innovazione. Un altro problema è la mancanza di un’integrazione digitale nazionale: i dati sanitari non vengono condivisi in modo efficace, limitando la diagnosi precoce e la gestione ottimale delle patologie. Inoltre, la sicurezza informatica è ancora un tema critico, con il rischio di truffe e violazioni dei dati. Giorlandino ha, inoltre, affermato che le gare d’appalto sanitarie sono spesso poco trasparenti e inefficaci, mancando di criteri chiari e omogenei che garantiscano la qualità delle forniture. Infine, senza investimenti adeguati, qualsiasi tentativo di innovazione rischia di rimanere solo teorico.
Quindi è fondamentale standardizzare le procedure a livello nazionale, eliminando le differenze tra regioni e accelerando i processi burocratici. La digitalizzazione deve essere una priorità, creando una rete di dati sanitari integrata e sicura, allineata agli standard europei. Serve inoltre rafforzare la sicurezza informatica, con norme chiare e tecnologie avanzate per proteggere i dati sanitari. Le gare d’appalto devono essere più trasparenti e basate sul valore, per incentivare l’innovazione e garantire forniture di qualità. Infine, è indispensabile aumentare gli investimenti nella sanità, per sostenere la trasformazione digitale e migliorare l’accesso alle cure. Solo con una strategia chiara e condivisa si potrà costruire un sistema sanitario moderno, efficiente e realmente centrato sul cittadino.
Giacomo Lorusso, CEO, Jakala Civitas, ha evidenziato le barriere burocratiche e operative presenti nel mondo della sanità digitale. Queste rallentano l’adozione dell’innovazione. Le PMI e le startup incontrano difficoltà nell’accedere agli accordi quadro per la sanità digitale, poiché le filiere di fornitura si formano in modo spontaneo e poco strutturato. Un problema chiave è il tempo di latenza delle certificazioni: tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale evolvono rapidamente, ma il processo di approvazione impiega mesi o anni, rendendo difficile l’adozione tempestiva. Inoltre, la scarsa interoperabilità tra i diversi sistemi sanitari complica l’implementazione delle soluzioni digitali, aumentando i costi e ritardando i benefici per i pazienti. E anche la gestione etica dei dati sanitari è un nodo critico: la mancanza di regole chiare e condivise genera timori tra gli operatori sanitari, rallentando l’introduzione di strumenti innovativi basati su big data e analytics.
Per superare queste criticità, Lorusso propone di accelerare i processi di certificazione, adattandoli alla velocità dell’innovazione digitale. Sarebbe utile anche creare linee guida chiare sull’utilizzo dei dati sanitari, per garantire sicurezza e trasparenza senza bloccare l’innovazione. Un altro passo cruciale è la standardizzazione dei protocolli di interoperabilità, così da favorire l’integrazione tra i diversi sistemi sanitari e ridurre i costi di implementazione. Inoltre, la creazione di tavoli di lavoro tra pubblico e privato potrebbe facilitare una collaborazione più efficace tra domanda e offerta, aiutando anche le startup e le PMI a entrare nel sistema degli appalti sanitari.
Ancora sul tema tecnologico, per Giuseppe Navanteri, Responsabile, UOSD Ingegneria Clinica e Tecnologie e Sistemi Informatici IFO, il sistema sanitario italiano soffre di una disconnessione tra l’evoluzione tecnologica e i processi normativi e di finanziamento. Le strutture sanitarie devono ponderare attentamente ogni investimento, ma spesso si trovano costrette a scegliere tra soluzioni obsolete perché i fondi pubblici sono destinati principalmente all’acquisto di beni materiali, piuttosto che a servizi digitali e software innovativi. La gestione del paziente è frammentata e poco efficiente, coinvolgendo numerosi attori senza un’integrazione strutturata dei dati e delle tecnologie. L’utilizzo di sistemi di Hospital-Based Health Technology Assessment (HTA) aiuta a valutare l’efficacia delle soluzioni disponibili, ma la loro applicazione è ancora limitata. Infine, l’adeguamento normativo non segue l’innovazione medica, come dimostra il caso del rimborso per il trattamento del tumore alla vescica, che riconosce solo procedure tradizionali e non contempla soluzioni più avanzate e meno invasive, lasciando ai medici la responsabilità di adottarle senza supporto economico.
Per superare questi ostacoli, Navanteri propone una maggiore flessibilità nei finanziamenti sanitari, consentendo l’utilizzo dei fondi pubblici anche per l’acquisto di servizi digitali e software in modalità SaaS, oltre ai tradizionali beni materiali. La digitalizzazione del percorso di cura dovrebbe essere un obiettivo prioritario, con una maggiore integrazione tra i diversi attori coinvolti attraverso strumenti innovativi che migliorino la presa in carico del paziente e ottimizzino le risorse. Dal punto di vista normativo, è essenziale aggiornare le regole sui rimborsi affinché riflettano le più recenti scoperte mediche e tecnologiche, incentivando l’adozione di pratiche più efficaci e meno invasive. Ed è anche necessario un allineamento tra istituzioni, operatori sanitari e fornitori tecnologici, per garantire che l’evoluzione normativa e finanziaria accompagni realmente il progresso scientifico, portando benefici concreti ai pazienti e rendendo il sistema sanitario più sostenibile ed efficiente.
Nicola Patrizi, Presidente, Federterziario, è, invece, tornato sulle difficoltà che il sistema sanitario pubblico incontra nel garantire un servizio efficiente e universale. Il ruolo del privato sta crescendo per sopperire a queste carenze, ma la frammentazione regionale e la scarsa formazione della pubblica amministrazione stanno ostacolando lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili. Un altro problema riguarda il reddito da lavoro, che in molti settori non ha margini di crescita a causa della bassa redditività delle imprese. Ciò rende più difficile migliorare il benessere dei lavoratori, mentre le soluzioni di welfare aziendale e sanità integrativa potrebbero fornire un supporto efficace. Tuttavia, l’attuale normativa fiscale non incentiva abbastanza queste forme di assistenza, limitando le possibilità di espansione di questi servizi.
Per migliorare il sistema, Patrizi propone una maggiore integrazione tra pubblico e privato, con un focus su forme di sanità integrativa che possano garantire un accesso più equo alle cure. La contrattazione collettiva dovrebbe includere sempre più spesso servizi sanitari, sfruttando la possibilità di acquisti centralizzati e convenzionati, per abbattere i costi e migliorare l’accessibilità. Dal punto di vista normativo, è fondamentale aumentare la deducibilità fiscale per i servizi sanitari integrativi, così da renderli più vantaggiosi per aziende e lavoratori. Allo stesso tempo, è necessario un miglior coordinamento tra le regioni, per superare la frammentazione che oggi penalizza l’efficienza del sistema. Ultimo punto è la formazione dei dirigenti pubblici deve diventare una priorità: chi prende decisioni strategiche per la sanità deve avere competenze adeguate per gestire gare d’appalto, sviluppare politiche di welfare sanitario e integrare le nuove tecnologie. Solo con una maggiore preparazione della classe dirigente si potranno sbloccare i nodi normativi e creare un sistema sanitario più moderno ed efficace.
In conclusione, ha preso la parola Flavio Sensi, Direttore Generale, ASL Sassari, per il quale il SSN soffre di una cultura di diffidenza verso la collaborazione pubblico-privato, che rallenta l’innovazione. Inoltre, l’approccio adottato negli ultimi anni ha portato a una forte centralizzazione delle decisioni, con la creazione di grandi centrali nazionali e regionali per la gestione sanitaria, che spesso bloccano l’autonomia delle aziende sanitarie locali. Questa mancanza di autonomia ha anche portato alla scomparsa delle ingegnerie cliniche all’interno delle singole aziende sanitarie, accentrando le decisioni a livello regionale. Il risultato è un sistema ingessato, in cui chi vuole innovare deve affrontare un’eccessiva burocrazia e una lentezza decisionale che ostacola l’adozione di nuove tecnologie e pratiche sanitarie più efficienti.
Per apportare migliorie, Sensi propone un modello più flessibile e decentralizzato, in cui le aziende sanitarie possano avere maggiore autonomia nelle scelte di innovazione e di acquisto, pur all’interno di un quadro normativo chiaro. Una possibile soluzione è quella di mantenere centrali regionali di acquisto, ma permettere alle singole aziende sanitarie di decidere in che misura aderire alle gare, in base alle proprie necessità. Questo modello consentirebbe un’accelerazione dell’innovazione dal basso, attraverso un approccio hub & spoke, in cui le soluzioni più efficaci sviluppate localmente possano poi essere estese su scala più ampia. Infine, è fondamentale superare il timore della collaborazione pubblico-privato, incentivando partnership strategiche che possano portare benefici concreti al sistema sanitario, migliorando sia l’efficienza che la qualità delle cure per i cittadini.
PROGETTI
- Passare a una “gara per progetto”, con sostegno mirato sugli obiettivi e coinvolgimento attivo delle aziende.
- Mettere il cittadino al centro tramite progetti di medicina di precisione e soluzioni digitali personalizzate.
- Ottimizzare i tempi di gestione e condividere le best practices tra pubblico e privato per una sanità digitale più efficiente.
LEGGI
- Incentivare l’innovazione premiando chi introduce soluzioni tecnologiche avanzate e utili per il sistema sanitario.
- Promuovere il co-design per lo sviluppo di software, coinvolgendo direttamente enti pubblici e privati.
- Definire normative specifiche e regole di filiera, inclusi testi unici per i progetti pilota e norme per la gestione dei dati e della privacy.
CULTURA
- Ripensare le gare e le modalità di partecipazione, stimolando un approccio più innovativo e integrato al procurement sanitario.
- Favorire un cambio culturale, con una nuova visione del Sistema Sanitario Nazionale che includa il privato e il ruolo delle nuove tecnologie.
- Creare tavoli di lavoro sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, per condividere linee guida e strategie etiche tra tutti gli stakeholder.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Edenred Italia
“Welfare e lavoro: nuovi modelli per il benessere e l'engagement in azienda”

Obiettivo della tavola rotonda è stato aumentare la diffusione di una cultura del benessere in azienda. I lavori si sono concentrati sulle potenzialità degli strumenti di welfare aziendale come asset strategico per la crescita di persone e imprese. Sono state analizzate, inoltre, le strategie per l’utilizzo di nuove leve per la creazione di un sistema di valori condiviso, a beneficio di tutte le o rganizzazioni.
Stefania Rausa, Chief Marketing & Product Officer, Edenred Italia

Chiara Bacilieri, Marketing, Communications & Innovation Director, Mindwork

Maurizio Del Conte, Professore Ordinario di diritto del lavoro, Università Bocconi

Giuseppe Ipocovana, Sales Manager, Fujifilm Healthcare Italia

Massimo Pietracaprina, CEO, MDConcierge

Diego Pisa, CEO, TP Italy Group

Stefania Rausa
- Obiettivo: aumentare la diffusione di una cultura del benessere in azienda.
- Valorizzare gli strumenti di welfare aziendale come asset strategico per la crescita di persone e imprese.
- Creare connessione con i bisogni dei dipendenti, gestendo carichi emotivi e garantendo luoghi di lavoro adeguati.
Chiara Bacilieri
- Non c’è salute senza salute mentale, ma siamo ancora in ritardo su questo aspetto.
- Le aziende sono fondamentali per promuovere il benessere psicologico.
- Il benessere è un tema di business: i dati lo evidenziano chiaramente.
Giuseppe Ipocovana
- Serve maggiore omogeneità territoriale per garantire uguale accesso alle cure.
- Importanza di strumenti e servizi di welfare basati sull’ascolto delle necessità.
- “Più sorrisi” grazie a servizi di welfare personalizzati e vicini ai bisogni reali.
Maurizio Del Conte
- Il benessere sul luogo di lavoro è un fattore determinante nella scelta del datore.
- Oltre allo stipendio, contano variabili come engagement e ambiente positivo.
- “Se sto bene al lavoro, mi impegno di più”: il benessere genera produttività.
Massimo Pietracaprina
- Solo il 5% della spesa del SSN è destinato alla prevenzione (3% per le assicurazioni).
- Le aziende devono intervenire attivamente nella prevenzione.
- Promuovere campagne aziendali e medicina digitale per la salute dei dipendenti.
Diego Pisa
- Mettere il benessere dei dipendenti al centro porta a maggiore produttività.
- Necessario bilanciare lavoro e vita con ascolto e formazione.
- Strumenti utili: smart working, supporto psicologico e piattaforme di telemedicina.
Sintesi
Nella prima Round Table di giornata, a cura di Edenred Italia, si è parlato di welfare e lavoro. Un mondo in cui si evidenzia un cambiamento profondo rispetto al passato. Come spiegato da Stefania Rausa, Chief Marketing & Product Officer di Edenred Italia, nel corso degli anni il concetto di welfare aziendale ha subito una trasformazione profonda. In passato, strumenti come il buono pasto rappresentavano un gesto semplice ma efficace per garantire benessere ai lavoratori. Oggi, però, questo approccio non basta più. Le nuove generazioni si muovono in un contesto iperstimolato e complesso, che alimenta fragilità ma anche consapevolezza. Ansia, ricerca di senso e bisogno di valori chiari sono diventati elementi centrali della loro esperienza professionale. Nonostante ciò, molte aziende continuano a considerare il welfare solo nella sua dimensione “hard” – buoni pasto, fringe benefit, incentivi economici – trascurando quella “soft”, legata alla cultura, alla fiducia e al benessere emotivo. L’attrazione e la fidelizzazione dei talenti non dipendono più solo dai vantaggi materiali, ma dalla capacità di offrire un contesto valoriale autentico e coerente.
Serve un’evoluzione del welfare aziendale in chiave integrata, che unisca strumenti concreti e benessere relazionale. I manager devono diventare portatori di senso e autenticità, guidando con empatia una generazione in cerca di chiarezza e coerenza. Il welfare va ripensato come un ecosistema che sostiene la persona nella sua interezza, creando ambienti di lavoro fondati su rispetto, fiducia e inclusione. Allo stesso tempo, è necessario agire anche sul piano economico e normativo, adeguando strumenti come il valore del buono pasto, affinché risultino realmente utili rispetto al costo della vita.
Un fattore determinante in chiave lavorativa, e strettamente legato al welfare aziendale, è il benessere psicologico, tema affrontato da Chiara Bacilieri, Marketing, Communications & Innovation Director di Mindwork. La salute mentale, pur ricevendo maggiore attenzione mediatica, resta ancora un tema poco legittimato nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro. Solo il 2% della spesa sanitaria globale è destinato alla salute mentale, un dato che riflette la distanza tra la rilevanza del problema e le risorse dedicate. Nelle aziende, chi soffre di ansia o stress fatica a sentirsi legittimato a chiedere supporto, e il burnout tra i dirigenti è in aumento. La cultura aziendale tende ancora a considerare il benessere psicologico come un elemento accessorio, non strategico.
Per questo si propone di riconoscere la salute mentale come parte integrante della salute generale e come leva competitiva per le imprese. Il benessere psicologico deve entrare nelle politiche HR con interventi concreti e misurabili, non solo simbolici. Le aziende, in un contesto in cui il sistema pubblico resta debole, devono farsi carico di questo ruolo, poiché la cura della mente incide direttamente su motivazione, retention e attrattività. I giovani, in particolare, scelgono sempre più i datori di lavoro anche in base alla qualità del supporto psicologico offerto. Servono dunque metriche, piani strutturati e un impegno reale per fare del benessere mentale un pilastro della strategia aziendale.
Parlando del mercato del lavoro in termini più generali, come messo in luce da Maurizio Del Conte Professore Ordinario di diritto del lavoro della Università Bocconi, per la prima volta da decenni, il problema non è più rappresentato dalla mancanza di occupazione, ma dalla difficoltà crescente nel reperire lavoratori. Il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione hanno ribaltato i rapporti di forza, mettendo i lavoratori nella posizione di scegliere le imprese. Questo scenario impone una revisione dei modelli tradizionali di attrazione e retention, spostando l’attenzione su fattori qualitativi come ambiente, valori aziendali e welfare.
Le aziende devono prepararsi a essere selezionate dai lavoratori, progettando un’identità attrattiva non solo sul piano economico ma anche culturale e relazionale. Il welfare aziendale diventa così una leva strategica per la competitività: non basta attrarre talenti, bisogna trattenerli e farli crescere, integrando il benessere nella strategia complessiva. Solo un approccio inclusivo, centrato su crescita personale e ambienti di lavoro accoglienti, potrà rispondere alle nuove dinamiche del mercato.
Sul fronte sanitario, invece, l’attuale sistema presenta un’evidente disomogeneità, tanto dal punto di vista organizzativo quanto tecnologico. Questa frammentazione, messa in luce da Giuseppe Ipocovana, Sales Manager di Fujifilm Healthcare Italia, si manifesta quotidianamente e incide in modo diretto sull’efficacia delle cure e sull’accesso ai servizi da parte dei pazienti. Le strutture territoriali operano con standard diversi e spesso con strumenti obsoleti, compromettendo diagnosi e tempestività delle cure. Anche i percorsi di accesso alla sanità risultano inadeguati rispetto alla complessità della popolazione e all’invecchiamento demografico.
La visione prospettata punta a un sistema più integrato, tecnologico e orientato alla diagnosi precoce, con la cura che arriva al paziente grazie alla medicina domiciliare e digitale. La tecnologia deve essere alleata del personale sanitario, non un fine a sé. All’interno delle stesse aziende del settore, come Fujifilm, è altrettanto essenziale sviluppare un welfare coerente con questi valori, che metta al centro le persone e promuova un miglioramento continuo. L’obiettivo non è la perfezione immediata, ma la costruzione di un sistema evolutivo e sostenibile, in cui il benessere di pazienti e lavoratori proceda insieme.
Anche Massimo Pietracaprina, CEO di MDConcierge ha insistito sul forte squilibrio nel sistema sanitario nazionale, in cui la prevenzione è ancora marginale e spesso trascurata. Gli italiani spendono ogni anno circa 40 miliardi di euro di tasca propria per curarsi, segno di una crescente dipendenza dal privato, ma anche qui la prevenzione resta marginale e spesso non rimborsata. Nonostante l’OMS evidenzi che lo stato di salute dipende soprattutto da stile di vita e ambiente, il sistema resta centrato sulla malattia.
La proposta è trasformare il welfare aziendale in un vero “quarto pilastro” del benessere, accanto al pubblico, alle assicurazioni e alla spesa individuale. Le imprese possono diventare protagoniste della prevenzione, offrendo ai dipendenti percorsi di screening e consulenze sanitarie direttamente nei luoghi di lavoro. Questo approccio abbatte barriere logistiche e culturali, creando consapevolezza e cultura della salute. Parallelamente, la sanità digitale deve garantire accesso immediato a medici e specialisti, rendendo la cura più vicina e personalizzata. In questa visione, il welfare diventa uno strumento strutturale per diffondere salute e sostenibilità, ponendo la prevenzione al centro.
Infine, Diego Pisa, CEO di TP Italy Group, ha parlato del disallineamento culturale sempre più evidente tra generazioni nel mercato del lavoro. Il burnout, un tempo legato a carriere lunghe, oggi colpisce anche i più giovani, spesso isolati e disorientati da nuovi modelli organizzativi. Le aziende si trovano così a gestire due tensioni opposte: da un lato i giovani digitali in cerca di flessibilità, dall’altro i lavoratori senior più resistenti al cambiamento. Lo smart working, seppur apprezzato, amplifica talvolta il senso di isolamento e le fragilità emotive.
TP Italy ha risposto con un approccio basato sull’ascolto continuo, raccogliendo bisogni e feedback attraverso forum e focus group. Da qui è nato un welfare dinamico e adattivo, costruito sulle esigenze reali delle persone. L’azienda ha introdotto piattaforme sanitarie digitali per garantire assistenza anche nelle aree più difficili e un sistema strutturato di supporto psicologico accessibile a tutti i dipendenti. Queste iniziative hanno migliorato benessere, produttività e coesione interna. La formazione, infine, è diventata un potente strumento di empowerment e retention, soprattutto in un contesto in cui gran parte del personale lavora da remoto. Il passaggio da un’organizzazione centrata sui processi a una centrata sulle persone ha permesso a TP Italy di diventare un modello di welfare innovativo e sostenibile.
LEGGI
- Semplificare l’accesso al welfare per le PMI e ampliare lo spazio del welfare aziendale.
- Facilitare interventi come la refertazione a distanza e incentivare gli investimenti in aziende certificate.
- Prevedere incentivi per le aziende che investono sul benessere dei dipendenti.
PROGETTI
- Bilanciare interventi generici e specifici per rispondere alle diverse necessità.
- Promuovere campagne di prevenzione per ridurre tempi di attesa e ricovero.
- Favorire un contesto abilitante, costruendo “lavori belli” e sostenibilità finanziaria di filiera.
CULTURA
- Avere coerenza tra parole e fatti, evitando azioni spot e puntando su processi di lungo termine.
- Formare manager sui temi del benessere e raccontare un modello di lavoro “bello”.
- Diffondere la cultura della cura dell’altro e valorizzare la telemedicina come strumento di supporto.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Fujifilm Healthcare Italia
“Salute e cultura della prevenzione nel lavoro: nuove leve per la responsabilità sociale”

Obiettivo della tavola rotonda è aumentare la diffusione degli strumenti di diagnosi precoce all’interno delle aziende e delle organizzazioni. I lavori si sono concentrati sulle strategie per la creazione di una cultura della prevenzione, per datori di lavoro e lavoratori, e sulle esternalità positive in termini di salute, benessere, responsabilità sociale. Sono state sensibilizzate aziende ed organizzazioni sul valore strategico della prevenzione e del benessere integrato, non solo fisico ma anche mentale, come leva di responsabilità sociale, welfare aziendale e produttività sostenibile.
Davide Campari, Managing Director, Fujifilm Healthcare Italia
Giuseppe Ipocovana, Sales Manager, Fujifilm Healthcare Italia

Anna Benini, CEO, LianeCare

Andrea Bertoletti, Managing Director, Stimulus by TELUS Health

Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta, Founder e CEO, Me First®

Luca Franzi, Presidente Esecutivo, Aon Advisory & Solutions

Debora Mendola, Regional Managing Director & CEO, Transcom

Davide Campari
- Promuovere la diffusione di strumenti di diagnosi precoce nelle aziende e organizzazioni.
- Creare una cultura della prevenzione condivisa tra datori di lavoro e lavoratori.
- Valorizzare le esternalità positive legate alla salute e al benessere sul lavoro.
Giuseppe Ipocovana
- Investire in prevenzione come leva strategica per la salute collettiva.
- Favorire l’accesso equo ai servizi di prevenzione e diagnosi precoce.
- Promuovere collaborazione tra aziende e sistema sanitario per ampliare l’impatto.
Anna Benini
- Per prevenire bisogna conoscere i dati e non sottostimare il debito demografico.
- Necessario ascolto e condivisione dei bisogni per costruire politiche di welfare efficaci.
- Promuovere una cultura della cura, anche attraverso piattaforme digitali.
Andrea Bertoletti
- Passare da azioni isolate a progetti di prevenzione strutturati.
- Promuovere un approccio a 360° al benessere, non solo in emergenza.
- Favorire scelte consapevoli e un accompagnamento continuo in azienda.
Luca Franzi
- Sviluppare politiche di welfare basate sui bisogni specifici delle persone.
- Avviare una rivoluzione culturale che consideri il benessere in senso ampio.
- Studiare strumenti concreti per trattenere le persone felici in azienda.
Cristina Di Loreto
- Considerare i lavoratori anche come genitori, con esigenze e ruoli diversi.
- Servono nuovi paradigmi culturali per integrare etica e responsabilità sociale.
- Rompere gli stereotipi e offrire servizi concreti per il benessere familiare.
Debora Mendola
- Promuovere multiculturalità e inclusività, valorizzando le differenze.
- Garantire attenzione al singolo e supporto concreto nel benessere aziendale.
- Ascoltare le persone e creare reti di cura e accoglienza che migliorano anche il business.
Sintesi
Il contesto attuale della sanità italiana, come di molti altri sistemi sanitari globali, è segnato da una forte necessità di trasformazione. Il paradigma dominante, secondo Davide Campari, Managing Director, Fujifilm Healthcare Italia, è ancora troppo centrato sulla cura, nonostante l’aumento delle patologie croniche e oncologiche richieda un approccio basato sulla prevenzione. L’incidenza dei tumori, passata dall’8% al 30% dei decessi in pochi decenni, lo dimostra chiaramente. Eppure la prevenzione resta poco praticata, frenata da barriere culturali, scarsa consapevolezza e iniziative frammentate.
È, dunque, opportuno un cambio di paradigma profondo: la prevenzione deve diventare un pilastro condiviso, parte integrante della cultura sanitaria e sociale. Istituzioni, imprese e cittadini devono agire in sinergia per costruire un modello più sostenibile e inclusivo. Le aziende, in particolare, devono superare la logica delle iniziative isolate e assumere un ruolo attivo nel promuovere consapevolezza e responsabilità collettiva. La tecnologia da sola non basta: occorre una cultura che la accompagni. Luoghi di confronto come le tavole rotonde promosse da Task Force Italia possono favorire un dialogo tra pubblico e privato, generando valore sociale ed economico duraturo.
A seguire, Anna Benini, CEO di LianeCare, ha citato il fatto che il tema della cura è ancora fortemente sottovalutato nel contesto del lavoro e del welfare aziendale, nonostante il suo impatto sia trasversale, quotidiano e strutturale. L’Italia vive una condizione di “debito demografico”: la popolazione invecchia, la natalità cala e molti lavoratori si occupano di figli, genitori anziani o familiari disabili. Questa realtà assorbe in media 20 ore settimanali di attività non retribuita, con effetti diretti su salute mentale e produttività. Eppure, il caregiving rimane invisibile e stigmatizzato: chi se ne occupa tende a nasconderlo per paura di apparire meno performante. Ciò crea una forte asimmetria informativa che limita l’efficacia delle politiche aziendali.
La proposta è di riconoscere la cura come parte integrante della vita lavorativa, superando la visione del dipendente “solo professionista” e adottando un approccio centrato sulla persona. Le aziende devono raccogliere dati reali per comprendere i bisogni dei dipendenti, normalizzare la cura nel linguaggio e nei benefit e creare ambienti inclusivi, dove esprimere le proprie necessità non sia un tabù. Questo approccio genera valore concreto, migliora la retention e costruisce un welfare davvero a misura di vita.
Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta, Founder e CEO, Me First®, ha sottolineato che la prevenzione psicologica richiede una responsabilità culturale e professionale oggi ancora poco riconosciuta. Il sistema tende a marginalizzare la salute mentale e a ignorare l’impatto di eventi come la genitorialità, che resta circondata da stereotipi e silenzi. La depressione perinatale, che colpisce uomini e donne, è ancora poco discussa e affrontata.
Il mondo del lavoro non è pronto a sostenere le transizioni identitarie legate alla nascita di un figlio: una madre su cinque non torna dopo il congedo e quasi la metà non lavora. Il congedo di paternità, pur obbligatorio, resta poco utilizzato. La genitorialità viene percepita come un ostacolo alla performance, alimentando stigma e disuguaglianze.
Alla luce di questo quadro, sarebbe fondamentale un ribaltamento culturale: la genitorialità va accompagnata, non solo gestita, e la prevenzione psicologica deve essere garantita da professionisti qualificati, con approcci etici e verticali. Le aziende devono guardare alle persone nella loro interezza, includendo le dimensioni familiari ed emotive, e sostenere concretamente il rientro dopo i congedi. Superare la paura di chiedere informazioni personali è necessario per costruire politiche di welfare più efficaci e inclusive. Esiste una sola vita, fatta di ruoli molteplici: solo un ascolto autentico e professionale può generare una vera cultura della prevenzione.
Il mondo del lavoro, quindi, si trova ad affrontare sfide sempre più complesse legate alla diversità dei bisogni delle persone, alla frammentazione dei contesti lavorativi e alla crescente incidenza di condizioni di fragilità emotiva e psicologica. Ne ha parlato anche Debora Mendola, Regional Managing Director & CEO di Transcom, per cui in realtà globali e distribuite il benessere non può essere ridotto a policy formali, ma deve diventare parte strutturale della cultura aziendale. Lo smart working, pur utile, può aumentare isolamento e burnout se non accompagnato da un ascolto reale. Molte professioni, come quelle del customer care, affrontano un carico emotivo importante che incide sulla salute mentale. Ignorare questa dimensione significa perdere di vista l’aspetto umano del lavoro.
In prospettiva, sarebbe opportuno un modello organizzativo fondato sull’interezza dell’esperienza umana, dove ogni individuo si senta accolto e valorizzato. L’ascolto diventa uno strumento di connessione profonda e non solo un gesto simbolico. Le aziende devono integrare il benessere in tutte le fasi della vita lavorativa e adattare le politiche ai diversi contesti culturali e personali. La prevenzione deve estendersi oltre la sfera sanitaria, includendo equilibrio vita-lavoro, salute mentale e relazioni autentiche. Ricostruire il senso di appartenenza e valorizzare la dimensione umana diventa così una leva chiave per la produttività e la sostenibilità del business.
Anche Andrea Bertoletti, Managing Director di Stimulus by TELUS Health, ha insistito sul livello di salute mentale allarmante nelle organizzazioni italiane, in cui quasi un lavoratore su due è in condizione di rischio, e l’Italia è tra i Paesi con i punteggi più bassi nel benessere psicosociale. Questo deriva da una cultura ancora reattiva, che investe solo quando il problema emerge. È evidente anche la frammentazione con cui il benessere viene gestito – fisico, mentale, sociale e finanziario – come se fossero ambiti separati, e la tendenza a sopravvalutare gli strumenti tecnologici privi di una vera governance.
La prevenzione deve diventare una pratica continua e culturale, non episodica. Serve un ecosistema integrato che favorisca scelte consapevoli e azioni coerenti nel tempo. Le organizzazioni devono adottare una visione sistemica del benessere, collegando le diverse iniziative a una strategia unitaria. La prevenzione va considerata un investimento strategico, non un costo, e richiede tre elementi chiave: contesto favorevole, visione condivisa e continuità. Solo così potrà trasformarsi da risposta emergenziale a identità culturale stabile.
Poi, Luca Franzi, Presidente Esecutivo di Aon Advisory & Solutions, ha messo in luce il fatto che il welfare aziendale resta ancorato a logiche reattive e assicurative, focalizzate sulla gestione degli eventi critici anziché sulla prevenzione. La salute è ancora trattata per comparti – fisica da una parte, mentale dall’altra – e questo genera un divario tra bisogni reali e risposte organizzative. Persistono inoltre forti disuguaglianze territoriali e sociali, mentre la salute mentale rimane marginale nei modelli assicurativi, alimentando stigma e assenza di copertura. Anche il fenomeno del presenteismo, in cui si è presenti ma mentalmente disconnessi, rappresenta una criticità spesso ignorata.
Il cambio dev’essere radicale: passare da una logica assistenziale a una visione integrata, inclusiva e preventiva, in cui la prevenzione diventi un asset misurabile e strategico. I servizi di welfare devono essere accessibili a tutti, con particolare attenzione a chi ha più carichi familiari o minori risorse. Screening e promozione di stili di vita sani devono entrare nella quotidianità lavorativa. Per rendere questo approccio efficace, serve un tavolo multidisciplinare che unisca pubblico e privato, aziende, istituzioni e professionisti. Solo così sarà possibile sviluppare modelli flessibili e territorialmente coerenti. Infine, il benessere va inteso come fenomeno collettivo, esteso anche al nucleo familiare, e supportato da dati e analisi che permettano di anticipare i bisogni e costruire strategie realmente centrate sulla persona.
LEGGI
- Introdurre agevolazioni fiscali per progetti di prevenzione specifica nelle aziende.
- Promuovere congedi parentali uguali per madri e padri e leggi a favore dei caregiver.
- Sviluppare certificazioni e indicatori qualitativi per misurare il benessere aziendale.
PROGETTI
- Creare tavoli di lavoro multidisciplinari che coinvolgano ETS e imprese.
- Sviluppare un ecosistema progettuale integrato, con azioni coordinate e misurabili.
- Valorizzare network di aziende virtuose e sistemi di monitoraggio condivisi.
CULTURA
- Costruire percorsi di benessere inclusivi per dipendenti e famiglie.
- Favorire ascolto e conoscenza dei bisogni dei lavoratori, anche non espressi.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Acrisure
“Salute e benessere: nuovi modelli di welfare per il lavoro di domani”

Obiettivo della tavola rotonda è stato aumentare la diffusione di strumenti di welfare aziendale all’interno delle organizzazioni. I lavori si sono concentrati sulle strategie per la creazione di una rete di welfare che garantisca il benessere nei luoghi di lavoro e, conseguentemente, aumenti i livelli di integrazione e produttività. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori farmaceutico, industria, sanità.
Stefano Sardara, Head of southern Europe, Acrisure

Barbara Ambrogioni, Responsabile Health & Welfare Services and Marketing, Generali Welion

Domenico Lolli, Country People Manager Italy e PO ES CPM Europe South, Nokia Italia

Marco Mazzucco, Amministratore Delegato, Blue Assistance, Direttore Vita e Welfare, Reale Mutua

Marzia Ramella, Head of HR & Organization, Bouygues Energies & Services – ITALIA

Emanuela Vignotti, Direttrice Welfare, Acrisure Italia

Stefano Sardara
- Obiettivo: aumentare la diffusione di strumenti di welfare aziendale nelle organizzazioni.
- Creare una rete di welfare che garantisca benessere nei luoghi di lavoro.
- Definire una scala di priorità e una visione chiara per migliorare la qualità della vita.
Barbara Ambrogioni
- Il welfare è una leva di crescita: esiste una correlazione tra welfare e fatturato.
- Garantire accessibilità alle cure e alla prevenzione, superando le barriere per le PMI.
- Offrire soluzioni semplici e modulari attraverso network e collaborazione.
Domenico Lolli
- Il welfare è una leva per attrarre e trattenere talenti in azienda.
- Richiede flessibilità, cultura e formazione professionale.
- Promuovere un approccio centrato sulla cura della persona e sullo sviluppo continuo.
Marco Mazzucco
- Parlare di welfare significa costruire un sistema integrato che arrivi anche alle PMI.
- Le assicurazioni devono guidare le persone verso strumenti adatti alle loro esigenze.
- Le piattaforme digitali diventano punti di contatto tra medico, paziente e azienda.
Marzia Ramella
- Coniugare sostenibilità, persone e territori per creare valore condiviso.
- Promuovere attività specifiche e mirate alla cura e alla prevenzione.
- Costruire reti di condivisione e welfare vicino ai bisogni reali.
Emanuela Vignotti
- Il welfare deve essere strategico e personalizzato, con impatto sulla comunità.
- Le PMI vanno sostenute con agevolazioni fiscali e cultura del welfare diffusa.
- Creare strumenti di ascolto per conoscere i bisogni dei dipendenti e agire di conseguenza.
Sintesi
Tornando sul sistema sanitario italiano, a lungo considerato un punto di forza del Paese, Stefano Sardara, Head of southern Europe di Acrisure, ha spiegato che sta attraversando una trasformazione che rischia di comprometterne equità e sostenibilità. Il progressivo arretramento del pubblico lascia spazio crescente al privato e alle assicurazioni, che colmano le lacune di accesso e rapidità nelle cure. I tempi d’attesa e i costi elevati rendono oggi la prevenzione e la diagnosi precoce un privilegio per pochi. Parallelamente, il mercato assicurativo registra un aumento dell’uso delle coperture sanitarie, segno della sfiducia verso il sistema pubblico, ma anche di un quadro normativo incoerente: la spesa sanitaria privata non è incentivata, a differenza di altre voci come mutui o utenze.
Si evidenzia, dunque, la necessità di ridefinire il ruolo della salute nel welfare, riconoscendola come primo pilastro della protezione sociale. Serve una visione strutturata che renda la prevenzione un diritto universale, non un lusso. Le imprese assicurative possono essere protagoniste di questo cambiamento, offrendo al legislatore dati e modelli concreti per costruire un welfare integrato e orientato alla qualità della vita, dove la finalità economica si coniughi con l’impatto sociale.
Un aiuto a questa situazione può esser fornito dal welfare aziendale che, come riportato da Barbara Ambrogioni, Responsabile Health & Welfare Services and Marketing di Generali Welion, soprattutto nella sua dimensione sanitaria, sta assumendo un ruolo sempre più centrale per persone e imprese. L’esperienza di Generali mostra come le aziende stiano maturando una consapevolezza crescente del proprio impatto sul benessere dei lavoratori, anche se il potenziale trasformativo del welfare non è ancora pienamente espresso.
L’osservatorio Welfare Index PMI, promosso da Generali, conferma che le aziende con politiche di welfare avanzato ottengono risultati economici migliori, dimostrando che il benessere è una leva competitiva oltre che sociale.
Il futuro del welfare aziendale risiede nella sua integrazione nella strategia d’impresa: non più un beneficio accessorio, ma una componente strutturale che promuove prevenzione, salute e cultura del benessere. Solo un welfare personalizzato, continuo e identitario potrà sostenere resilienza, attrattività e sostenibilità nel lungo periodo.
Domenico Lolli, Country People Manager Italy e PO ES CPM Europe South di Nokia Italia, partendo dall’analisi del welfare di Nokia, ha presentato quello che secondo lui rispecchia il welfare ideale. Un welfare ampio e strutturato, con coperture sanitarie estese, politiche di inclusione, programmi contro la violenza di genere e iniziative formative che favoriscono crescita e senso di appartenenza. Accogliendo la persona in un ambiente che si prende cura sia della sfera lavorativa sia di quella personale.
In prospettiva, il welfare non può più essere inteso soltanto come un pacchetto di benefit, ma deve diventare una cultura diffusa dell’organizzazione, un linguaggio condiviso che trasmette concretamente attenzione alla persona. Questo include la necessità di ampliare l’offerta di servizi, andando oltre la sola assistenza sanitaria, per includere anche aspetti come il supporto psicologico, la tutela legale e il coinvolgimento dei familiari. L’obiettivo è offrire un sistema di tutele che accompagni le persone nella vita, non solo nel lavoro, creando un ecosistema aziendale davvero centrato sull’individuo.
Tuttavia, secondo Marco Mazzucco, Amministratore Delegato di Blue Assistance e Direttore Vita e Welfare di Reale Mutua, il sistema sanitario e assicurativo italiano è ancora segnato da forti incoerenze fiscali e normative. Il trattamento agevolato è frammentato e premia solo le forme collettive, penalizzando l’iniziativa individuale e ostacolando l’accesso universale alla prevenzione. Le compagnie assicurative non siano più semplici “pagatori”, ma attori attivi che gestiscono milioni di casi sanitari, offrono telemedicina e superano barriere territoriali, soprattutto nelle aree più isolate.
Il futuro richiede una visione integrata di welfare sanitario, con una cornice normativa unica e un riconoscimento pieno del ruolo delle assicurazioni come partner del sistema salute. Le piattaforme digitali devono diventare ecosistemi inclusivi, utili anche alle PMI e al settore pubblico, favorendo un welfare realmente universale. È con una collaborazione strutturata tra pubblico, privato e assicurativo che si potrà rendere il sistema sostenibile e centrato sulla persona.
Anche Emanuela Vignotti, Direttrice Welfare di Acrisure Italia, ha insistito sul fatto che il contesto attuale italiano è ancora ancorato a una visione del welfare di tipo assistenziale e fiscale, in cui il ricorso agli strumenti di welfare avviene principalmente ex post, cioè in risposta a bisogni emersi, e motivato dalle agevolazioni fiscali. Questo approccio riduce il welfare a un insieme di benefit occasionali, anziché a una leva strategica per la crescita e il benessere collettivo. Si evidenzia anche la frammentazione dei dati, che limita la capacità delle aziende – soprattutto le PMI – di personalizzare le iniziative. Le piattaforme digitali, spesso non integrate, non permettono di misurare l’impatto reale dei programmi. Inoltre, la cultura aziendale fatica a superare la logica del “bonus”, con scarsa attenzione alla prevenzione e alle fasi di vita dei lavoratori.
L’evoluzione auspicata è verso un welfare continuo, basato su dati, tecnologia e governance chiara. Le aziende devono usare strumenti digitali per analizzare bisogni reali e progettare interventi personalizzati, superando la paura di trattare i dati come risorsa strategica. Serve una formazione culturale e tecnica che aiuti soprattutto le PMI a vedere il welfare non come un costo, ma come un investimento sul capitale umano e sociale dell’impresa.
Infine, Marzia Ramella, Head of HR & Organization di Bouygues Energies & Services, ha sottolineato come le aziende cerchino di integrare sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e welfare, ma spesso in modo ancora frammentato. Nel settore energetico e infrastrutturale, dove l’impatto ambientale è elevato, è fondamentale costruire coerenza tra questi ambiti. Nonostante le numerose iniziative green e sociali, spesso mancano una visione unitaria e un reale coinvolgimento dei collaboratori. Anche le azioni di prevenzione sanitaria restano episodiche e difficili da misurare nel tempo.
Si propone di trattare ambiente, impatto sociale e welfare come un unico ecosistema di valore condiviso. L’impegno ambientale deve trasformarsi in educazione partecipata, mentre il welfare deve evolvere da insieme di prestazioni a cultura relazionale, dove la salute viene promossa in modo continuativo e personalizzato. Il valore condiviso, conclude, si costruisce ogni giorno attraverso la cura reciproca, il legame con il territorio e il riconoscimento della centralità delle persone.
PROGETTI
- Passare a una “gara per progetto”, con sostegno mirato sugli obiettivi e coinvolgimento attivo delle aziende.
- Mettere il cittadino al centro tramite progetti di medicina di precisione e soluzioni digitali personalizzate.
- Ottimizzare i tempi di gestione e condividere le best practices tra pubblico e privato per una sanità digitale più efficiente.
LEGGI
- Incentivare l’innovazione premiando chi introduce soluzioni tecnologiche avanzate e utili per il sistema sanitario.
- Promuovere il co-design per lo sviluppo di software, coinvolgendo direttamente enti pubblici e privati.
- Definire normative specifiche e regole di filiera, inclusi testi unici per i progetti pilota e norme per la gestione dei dati e della privacy.
CULTURA
- Ripensare le gare e le modalità di partecipazione, stimolando un approccio più innovativo e integrato al procurement sanitario.
- Favorire un cambio culturale, con una nuova visione del Sistema Sanitario Nazionale che includa il privato e il ruolo delle nuove tecnologie.
- Creare tavoli di lavoro sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, per condividere linee guida e strategie etiche tra tutti gli stakeholder.

GRUPPO LINKEDIN PRIVATO
Resta in contatto con il team

Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Technesy
“IA generativa, customer experience ed automatizzazione: nuovi scenari per la sanità del futuro”

Obiettivo della tavola rotonda è stato aumentare la diffusione di strumenti di intelligenza artificiale nel settore della sanità. In particolare, di soluzioni per la completa automatizzazione, senza alcun intervento umano delle attività delle strutture sanitarie: supporto ai primariati, gestione dei ricoveri, raccolta documentazione, prenotazione visite. Sono state analizzate le relative opportunità in termini di aumento di efficacia ed efficienza e di riduzione dei costi. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti dei settori sanità e consulenza.
Danilo Vivarelli, CEO, Technesy Holding

Andrea Bertoletti, Managing Director, Stimulus by TELUS Health

Stefano Colasanti, WellMakers Leader, WellMakers by BNP Paribas

Federico Esposti, Direttore Innovazione e Sviluppo, Ospedale San Raffaele

Christian Poehlking, CFO & Administration Director, Boehringer Ingelheim

Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta, Founder e CEO, Me First®

Danilo Vivarelli
- Obiettivo: aumentare la diffusione dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario.
- Promuovere soluzioni di automazione completa per supporto, gestione ricoveri e raccolta dati.
- Garantire la sicurezza dei dati e superare le barriere per migliorare qualità ed efficienza.
Andrea Bertoletti
- Il cambiamento culturale e valoriale è necessario e un’opportunità per la sanità.
- Difficile da accettare, ma serve una leadership accogliente e comunicazione chiara.
- L’IA deve essere accompagnata da un percorso di crescita organizzativa e umana.
Federico Esposti
- L’automazione totale nella clinica va evitata: l’IA deve essere un aiuto per i medici.
- Favorire vicinanza e presa in carico orizzontale del paziente, anche con strumenti digitali.
- Puntare su prevenzione e ibridazione tra IA e competenze umane.
Christian Poehlking
- Il potenziale dell’IA è altissimo, ma non funziona senza una base solida di dati.
- Applicazioni chiave: diagnosi preventiva, ricerca automatizzata, logistica e disegno molecolare.
- Non dobbiamo temere l’IA: siamo piloti, non passeggeri della trasformazione tecnologica.
Cristina Di Loreto
- L’IA offre nuove opportunità anche per i pazienti, semplificando processi e risparmiando tempo.
- Migliora la comunicazione con le strutture sanitarie, ma richiede linee guida chiare.
- Evitare che l’IA sia troppo accondiscendente: deve supportare, non sostituire la relazione terapeutica.
Sintesi
Come spiegato da Danilo Vivarelli, CEO di Technesy Holding, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul sistema sanitario non riguarda solo l’efficienza dei processi, ma il modo stesso in cui le persone vivono il rapporto con le strutture di cura. Il suo gruppo, attivo nella customer experience e nelle soluzioni tecnologiche personalizzate, lavora per coniugare IA e capitale umano, con l’obiettivo di migliorare la fiducia e la qualità del servizio. Come nel caso del progetto realizzato con l’Ospedale San Raffaele di Milano, dove una piattaforma di IA gestisce fino all’80% delle richieste dei pazienti – telefonate, email, prenotazioni – riducendo i tempi d’attesa e liberando il personale da mansioni ripetitive. La tecnologia non deve essere un semplice strumento di risparmio, ma un elemento strategico per ripensare il welfare sanitario in modo integrato e umano.
Permangono tuttavia ostacoli legati alla governance dei dati e alla necessità di soluzioni tecnologiche europee conformi al GDPR. Serve inoltre un cambio culturale: la digitalizzazione e la prevenzione devono essere viste come investimenti, non come costi. Si auspica una collaborazione più stretta tra pubblico, privato e operatori tecnologici per costruire un’infrastruttura digitale condivisa, capace di migliorare accesso, equità e qualità della cura.
Ma la vera sfida dell’innovazione, più che tecnologica, sembra essere culturale. Questa è l’idea dei Andrea Bertoletti, Managing Director di Stimulus by TELUS Health, che ha proposto una riflessione sul cambiamento, portando il punto di vista di chi vive quotidianamente la trasformazione organizzativa, sia dall’interno, sia nel ruolo di accompagnatore di altre aziende lungo questo stesso percorso. L’adozione dell’intelligenza artificiale varia fortemente a seconda dei contesti culturali: mentre in Canada si investe massicciamente in IA sanitaria, l’accettazione sociale richiede ancora tempo, come indicano anche i dati McKinsey sugli Stati Uniti. La chiave è la comunicazione interna: spiegare il “perché” del cambiamento e creare ambienti psicologicamente sicuri dove le persone possano accogliere l’innovazione senza timore.
La leadership del futuro dovrà essere empatica, partecipativa e capace di dare senso al cambiamento, perché è attraverso una costruzione della cultura del dialogo e della fiducia, che l’introduzione di nuove tecnologie potrà trasformarsi in un reale motore di crescita e non in una minaccia percepita.
Poi, come illustrato da Federico Esposti, Direttore Innovazione e Sviluppo dell’Ospedale San Raffaele, l’intelligenza artificiale può rivoluzionare il sistema sanitario solo se usata per rafforzare, non sostituire, la relazione medico-paziente. Oggi i medici dedicano fino al 40% del tempo a compiti amministrativi: l’obiettivo dell’IA è restituire loro tempo clinico e attenzione al paziente. Tutte le attività prive di empatia o giudizio clinico – come rendicontazioni e procedure – dovrebbero essere automatizzate per rendere il sistema più fluido e centrato sulla persona.
L’IA può anche integrare i percorsi di cura oggi frammentati, accompagnando il paziente in modo continuo. Nella prevenzione, la tecnologia apre prospettive concrete grazie a check-up automatizzati e dispositivi wearable. Più prudente, invece, la valutazione sull’uso dell’IA nella salute mentale, dove il contatto umano resta insostituibile. Infine, il potenziale dell’automazione nella ricerca e nei trial clinici, dove può velocizzare procedure e ridurre errori. Il futuro, ha concluso, sarà di una “clinica aumentata”: sempre più efficiente, ma profondamente umana.
Passando al settore farmaceutico, secondo Christian Poehlking, CFO & Administration Director di Boehringer Ingelheim, l’intelligenza artificiale è già oggi parte integrante della catena del valore farmaceutica, dal disegno delle molecole alla produzione e distribuzione. Non si tratta più di chiedersi cosa farà l’IA in futuro, ma come già oggi stia trasformando la ricerca e la logistica del farmaco. In ambito scientifico, l’IA consente di generare e selezionare molecole con modelli predittivi capaci di anticipare efficacia e tossicità, riducendo i tempi di sviluppo e i costi. Nella logistica, permette di prevedere la domanda globale e ottimizzare le catene produttive, essenziali in un settore regolato e complesso come quello farmaceutico.
Non bisogna, dunque, temere l’innovazione: se l’Europa non svilupperà le proprie tecnologie, lo faranno altri attori globali con regole e valori diversi. L’obiettivo non è frenare l’intelligenza artificiale, ma governarla con responsabilità e visione, per generare progresso reale e sostenibile.
In conclusione, come ha raccontato Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta e CEO di Me First®, l’esperienza personale e professionale nel campo della salute mentale offre una prospettiva privilegiata sul ruolo dell’intelligenza artificiale in sanità.
La tecnologia migliora sicuramente l’accesso e semplifica i percorsi sanitari, ma bisogna porre attenzione al rischio di disumanizzazione, soprattutto nella salute mentale, dove empatia e intuizione restano insostituibili. La macchina può essere “gentile”, ma non può cogliere le sfumature non verbali che rendono efficace una relazione terapeutica. Come imprenditrice nel settore della prevenzione e del supporto alla genitorialità, ha evidenziato il potenziale dell’IA nel primo orientamento dei pazienti, ma anche l’importanza di un controllo umano nelle decisioni cliniche.
PROGETTI
- Passare a una “gara per progetto”, con sostegno mirato sugli obiettivi e coinvolgimento attivo delle aziende.
- Mettere il cittadino al centro tramite progetti di medicina di precisione e soluzioni digitali personalizzate.
- Ottimizzare i tempi di gestione e condividere le best practices tra pubblico e privato per una sanità digitale più efficiente.
LEGGI
- Incentivare l’innovazione premiando chi introduce soluzioni tecnologiche avanzate e utili per il sistema sanitario.
- Promuovere il co-design per lo sviluppo di software, coinvolgendo direttamente enti pubblici e privati.
- Definire normative specifiche e regole di filiera, inclusi testi unici per i progetti pilota e norme per la gestione dei dati e della privacy.
CULTURA
- Ripensare le gare e le modalità di partecipazione, stimolando un approccio più innovativo e integrato al procurement sanitario.
- Favorire un cambio culturale, con una nuova visione del Sistema Sanitario Nazionale che includa il privato e il ruolo delle nuove tecnologie.
- Creare tavoli di lavoro sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, per condividere linee guida e strategie etiche tra tutti gli stakeholder.

GRUPPO LINKEDIN PRIVATO
Resta in contatto con il team

Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
BAT Italia
“Stili di vita e riduzione del danno: prospettive e nuovi scenari per la salute pubblica”

Obiettivo della tavola rotonda è stato lavorare su una corretta informazione e maggiore consapevolezza riguardo stili di vita orientati verso un concetto di riduzione del danno. I lavori si sono concentrati sulle strategie per la sensibilizzazione relativamente ai vantaggi in termini di salute pubblica. Tra gli addetti ai lavori, rappresentanti delle istituzioni, dell’industria, dei consumatori e della ricerca scientifica.
Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato, BAT Italia

Ilenia Malavasi, Deputata PD, Componente della Commissione XII – Affari sociali, Camera dei Deputati

Emanuele Monti, Presidente Commissione Welfare, Regione Lombardia, membro del Cda, Aifa

Alessio Nardini, Direttore generale Direzione generale dei corretti stili di vita e dei rapporti con l'ecosistema, Ministero della Salute

Mario Antonelli, Presidente Nazionale, FIT – Federazione Italiana Tabaccai

Massimo Ciccozzi, Professore Ordinario di epidemiologia, Università Campus Biomedico – Roma

Massimo Iannetta, Responsabile Divisione Sistemi Agroalimentari Sostenibili, ENEA, Consiglio di Presidenza, Cluster AgriFood

Francesco Luongo, Presidente, Heated Community Hub

Emanuele Marconi, Direttore, CREA-Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione

David Mariani, Presidente, AssoSVS

Fabio De Pretis
- Promuovere una corretta informazione e maggiore consapevolezza sugli stili di vita orientati alla riduzione del danno.
- Sviluppare strategie di sensibilizzazione sui vantaggi per la salute pubblica.
- Favorire collaborazione e dialogo tra attori per accelerare il cambiamento.
Ilenia Malavasi
- Collaborare per garantire il diritto alla salute.
- Investire su percorsi formativi per cittadini più consapevoli e responsabili.
- Creare alleanze virtuose per un futuro migliore.
Emanuele Monti
- Promuovere una visione One Health, che integri salute umana, animale e ambientale.
- Valorizzare tutti gli attori coinvolti nei territori.
- Favorire cambiamento e collaborazione nelle politiche di prevenzione.
Alessio Nardini
- Rivedere la normativa per promuovere stili di vita corretti.
- Attivare confronto tra istituzioni e stakeholder.
- Intervenire su fattori di rischio con azioni mirate e coordinate.
Mario Antonelli
- Aumentare la sensibilità verso benessere e salute.
- Implementare il monitoraggio sull’accesso al fumo nei minori.
- Promuovere campagne di sensibilizzazione e formazione obbligatoria per tabaccai.
Massimo Ciccozzi
- Adottare un approccio olistico nella prevenzione.
- Basare le attività su studi prospettici e dati certi.
- Migliorare l’informazione e la comunicazione verso le persone.
Massimo Iannetta
- Puntare su ricerca e innovazione per la sicurezza alimentare.
- Rafforzare la collaborazione tra stakeholder e aziende.
- Promuovere la dieta mediterranea come modello di prevenzione.
Francesco Luongo
- Coinvolgere attivamente i cittadini nella definizione delle norme.
- Diffondere una cultura della riduzione del danno.
- Contrastare lo sviluppo dei mercati paralleli con iniziative inclusive.
Emanuele Marconi
- Porre grande attenzione alla prevenzione come guida d’azione.
- Basare le politiche su studi e ricerche scientifiche.
- Creare sinergie comunicative per un’informazione chiara e corretta.
David Mariani
- Educare alle buone abitudini e rendere le persone consapevoli degli effetti dello stile di vita.
- Promuovere un approccio nuovo basato su esperienza e prevenzione precoce.
- Offrire strumenti pratici per cambiare e migliorare il proprio benessere.
Sintesi
Come spiegato da Danilo Vivarelli, CEO di Technesy Holding, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul sistema sanitario non riguarda solo l’efficienza dei processi, ma il modo stesso in cui le persone vivono il rapporto con le strutture di cura. Il suo gruppo, attivo nella customer experience e nelle soluzioni tecnologiche personalizzate, lavora per coniugare IA e capitale umano, con l’obiettivo di migliorare la fiducia e la qualità del servizio. Come nel caso del progetto realizzato con l’Ospedale San Raffaele di Milano, dove una piattaforma di IA gestisce fino all’80% delle richieste dei pazienti – telefonate, email, prenotazioni – riducendo i tempi d’attesa e liberando il personale da mansioni ripetitive. La tecnologia non deve essere un semplice strumento di risparmio, ma un elemento strategico per ripensare il welfare sanitario in modo integrato e umano.
Permangono tuttavia ostacoli legati alla governance dei dati e alla necessità di soluzioni tecnologiche europee conformi al GDPR. Serve inoltre un cambio culturale: la digitalizzazione e la prevenzione devono essere viste come investimenti, non come costi. Si auspica una collaborazione più stretta tra pubblico, privato e operatori tecnologici per costruire un’infrastruttura digitale condivisa, capace di migliorare accesso, equità e qualità della cura.
Ma la vera sfida dell’innovazione, più che tecnologica, sembra essere culturale. Questa è l’idea dei Andrea Bertoletti, Managing Director di Stimulus by TELUS Health, che ha proposto una riflessione sul cambiamento, portando il punto di vista di chi vive quotidianamente la trasformazione organizzativa, sia dall’interno, sia nel ruolo di accompagnatore di altre aziende lungo questo stesso percorso. L’adozione dell’intelligenza artificiale varia fortemente a seconda dei contesti culturali: mentre in Canada si investe massicciamente in IA sanitaria, l’accettazione sociale richiede ancora tempo, come indicano anche i dati McKinsey sugli Stati Uniti. La chiave è la comunicazione interna: spiegare il “perché” del cambiamento e creare ambienti psicologicamente sicuri dove le persone possano accogliere l’innovazione senza timore.
La leadership del futuro dovrà essere empatica, partecipativa e capace di dare senso al cambiamento, perché è attraverso una costruzione della cultura del dialogo e della fiducia, che l’introduzione di nuove tecnologie potrà trasformarsi in un reale motore di crescita e non in una minaccia percepita.
Poi, come illustrato da Federico Esposti, Direttore Innovazione e Sviluppo dell’Ospedale San Raffaele, l’intelligenza artificiale può rivoluzionare il sistema sanitario solo se usata per rafforzare, non sostituire, la relazione medico-paziente. Oggi i medici dedicano fino al 40% del tempo a compiti amministrativi: l’obiettivo dell’IA è restituire loro tempo clinico e attenzione al paziente. Tutte le attività prive di empatia o giudizio clinico – come rendicontazioni e procedure – dovrebbero essere automatizzate per rendere il sistema più fluido e centrato sulla persona.
L’IA può anche integrare i percorsi di cura oggi frammentati, accompagnando il paziente in modo continuo. Nella prevenzione, la tecnologia apre prospettive concrete grazie a check-up automatizzati e dispositivi wearable. Più prudente, invece, la valutazione sull’uso dell’IA nella salute mentale, dove il contatto umano resta insostituibile. Infine, il potenziale dell’automazione nella ricerca e nei trial clinici, dove può velocizzare procedure e ridurre errori. Il futuro, ha concluso, sarà di una “clinica aumentata”: sempre più efficiente, ma profondamente umana.
Passando al settore farmaceutico, secondo Christian Poehlking, CFO & Administration Director di Boehringer Ingelheim, l’intelligenza artificiale è già oggi parte integrante della catena del valore farmaceutica, dal disegno delle molecole alla produzione e distribuzione. Non si tratta più di chiedersi cosa farà l’IA in futuro, ma come già oggi stia trasformando la ricerca e la logistica del farmaco. In ambito scientifico, l’IA consente di generare e selezionare molecole con modelli predittivi capaci di anticipare efficacia e tossicità, riducendo i tempi di sviluppo e i costi. Nella logistica, permette di prevedere la domanda globale e ottimizzare le catene produttive, essenziali in un settore regolato e complesso come quello farmaceutico.
Non bisogna, dunque, temere l’innovazione: se l’Europa non svilupperà le proprie tecnologie, lo faranno altri attori globali con regole e valori diversi. L’obiettivo non è frenare l’intelligenza artificiale, ma governarla con responsabilità e visione, per generare progresso reale e sostenibile.
In conclusione, come ha raccontato Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta e CEO di Me First®, l’esperienza personale e professionale nel campo della salute mentale offre una prospettiva privilegiata sul ruolo dell’intelligenza artificiale in sanità.
La tecnologia migliora sicuramente l’accesso e semplifica i percorsi sanitari, ma bisogna porre attenzione al rischio di disumanizzazione, soprattutto nella salute mentale, dove empatia e intuizione restano insostituibili. La macchina può essere “gentile”, ma non può cogliere le sfumature non verbali che rendono efficace una relazione terapeutica. Come imprenditrice nel settore della prevenzione e del supporto alla genitorialità, ha evidenziato il potenziale dell’IA nel primo orientamento dei pazienti, ma anche l’importanza di un controllo umano nelle decisioni cliniche.
PROGETTI
- Connettere dati e territori per capire i comportamenti e prevedere, anche con l’intelligenza artificiale, i possibili impatti degli stili di vita.
- Misurare e premiare l’impatto delle campagne di sensibilizzazione e dei progetti di alfabetizzazione sanitaria.
- Creare rete tra attori, replicando i progetti di successo e promuovendo un approccio integrato tra istituzioni, aziende e cittadini.
LEGGI
- Redigere leggi applicabili e concrete, costruite in modo partecipato e non calate dall’alto.
- Coinvolgere diversi attori e cittadini nei processi legislativi per favorire maggiore consapevolezza e adesione.
- Sviluppare politiche di riduzione del danno basate su evidenze, monitoraggio e collaborazione interistituzionale.
CULTURA
- Investire nelle scuole per promuovere alfabetizzazione sanitaria e consapevolezza dei comportamenti.
- Coinvolgere famiglie e stakeholder nel cambiamento culturale verso stili di vita più sani.
- Promuovere una comunicazione corretta, informata e pragmatica, basata su dati e rispetto delle competenze.

GRUPPO LINKEDIN PRIVATO
Resta in contatto con il team

Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Gruppo Hera
"Costruire il welfare di domani: nuove prospettive tra imprese e comunità"

Obiettivo della tavola rotonda è stato lavorare insieme per la costruzione di sistemi di welfare che lavorino, in sinergia, per popolazione aziendale e società civile. I lavori si sono concentrati sulla co-progettazione di sistemi di welfare innovativi ed inclusivi, che possano rispondere in modo integrato ai bisogni della popolazione aziendale e, al tempo stesso, generare valore per l'intera società civile, promuovendo benessere, equità e coesione sociale.
Alessandro Camilleri, Direttore Centrale Personale e Organizzazione, Gruppo Hera & Stefano Giordani, Direttore Scientifico, Associazione Onconauti

Claudia Georgia Banella, direttrice generale, KARL STORZ Endoscopia Italia

Daria Braga, Direttrice, Fondazione Laureus Italia ETS

Biancamaria Cavallini, Board Member & Scientific Director, Mindwork

Francesca Moccia, vicesegretaria generale, Cittadinanzattiva

Andrea Rubera, Head of Diversity, Belonging & Inclusion, TIM

Giorgio Seveso CEO & Founder, Tundr Tech Corporation S.r.l.

Emanuela Vignotti, Direttrice Welfare, Acrisure Italia
ROUND TABLE KICK OFF/CALL FOR IDEAS

Alessandro Camilleri
- Costruire sistemi di welfare in sinergia tra popolazione aziendale e società civile.
- Promuovere la co-progettazione di sistemi innovativi e inclusivi per rispondere ai bisogni reali.
- Generare valore condiviso attraverso un welfare orientato al benessere a 360°.
Stefano Giordani
- Ascoltare i bisogni delle persone per progettare un welfare “insieme”.
- Riconoscere i tre attori chiave del welfare: obiettivi, leadership e community management.
- Favorire collaborazione e coesione per un’evoluzione continua dei modelli di welfare.
Daria Braga
- Promuovere lo sport come leva di inclusione sociale e welfare integrato.
- Puntare sulla formazione dei formatori e degli allenatori per trasmettere valori e relazioni positive.
- Lavorare sul benessere emotivo e sulla costruzione di comunità attraverso l’attività sportiva.
Claudia Georgia Banella
- Valorizzare la tecnologia al servizio delle persone, soprattutto nel supporto alla genitorialità.
- Promuovere un welfare che faccia del bene e si prenda cura anche del benessere psicologico.
- Partire dalle persone e dalle loro esigenze, integrando tecnologia e umanità.
Francesca Moccia
- Creare sistemi di welfare che rispondano ai bisogni reali delle persone (approccio a 360°).
- Partire dall’ascolto e dalla co-progettazione per costruire soluzioni efficaci.
- Promuovere una salute globale e inclusiva, che tenga conto delle differenze.
Biancamaria Cavallini
- Porre al centro il benessere psicologico come dimensione fondamentale del welfare.
- Costruire una cultura organizzativa basata su coerenza, continuità e coinvolgimento.
- Adottare una visione di lungo periodo, capillare e condivisa, per il benessere collettivo.
Andrea Rubera
- Integrare leadership, obiettivi e community management per un welfare efficace.
- Promuovere il lavoro di squadra tra manager e collaboratori.
- Basare il welfare sull’ascolto dei bisogni reali e sulla collaborazione tra le persone.
Giorgio Seveso
- Democratizzare l’accesso al welfare attraverso l’uso di nuove tecnologie.
- Creare cicli virtuosi che favoriscano benessere immediato e sostenibile.
- Promuovere un welfare che riduca lo stress e aumenti la produttività.
Emanuela Vignotti
- Conoscere le persone e i loro bisogni per definire soluzioni mirate.
- Garantire accesso alla prevenzione e al benessere in azienda.
- Raccogliere e analizzare dati sui dipendenti per costruire comunità aziendali più consapevoli.
Sintesi
Come spiegato da Danilo Vivarelli, CEO di Technesy Holding, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul sistema sanitario non riguarda solo l’efficienza dei processi, ma il modo stesso in cui le persone vivono il rapporto con le strutture di cura. Il suo gruppo, attivo nella customer experience e nelle soluzioni tecnologiche personalizzate, lavora per coniugare IA e capitale umano, con l’obiettivo di migliorare la fiducia e la qualità del servizio. Come nel caso del progetto realizzato con l’Ospedale San Raffaele di Milano, dove una piattaforma di IA gestisce fino all’80% delle richieste dei pazienti – telefonate, email, prenotazioni – riducendo i tempi d’attesa e liberando il personale da mansioni ripetitive. La tecnologia non deve essere un semplice strumento di risparmio, ma un elemento strategico per ripensare il welfare sanitario in modo integrato e umano.
Permangono tuttavia ostacoli legati alla governance dei dati e alla necessità di soluzioni tecnologiche europee conformi al GDPR. Serve inoltre un cambio culturale: la digitalizzazione e la prevenzione devono essere viste come investimenti, non come costi. Si auspica una collaborazione più stretta tra pubblico, privato e operatori tecnologici per costruire un’infrastruttura digitale condivisa, capace di migliorare accesso, equità e qualità della cura.
Ma la vera sfida dell’innovazione, più che tecnologica, sembra essere culturale. Questa è l’idea dei Andrea Bertoletti, Managing Director di Stimulus by TELUS Health, che ha proposto una riflessione sul cambiamento, portando il punto di vista di chi vive quotidianamente la trasformazione organizzativa, sia dall’interno, sia nel ruolo di accompagnatore di altre aziende lungo questo stesso percorso. L’adozione dell’intelligenza artificiale varia fortemente a seconda dei contesti culturali: mentre in Canada si investe massicciamente in IA sanitaria, l’accettazione sociale richiede ancora tempo, come indicano anche i dati McKinsey sugli Stati Uniti. La chiave è la comunicazione interna: spiegare il “perché” del cambiamento e creare ambienti psicologicamente sicuri dove le persone possano accogliere l’innovazione senza timore.
La leadership del futuro dovrà essere empatica, partecipativa e capace di dare senso al cambiamento, perché è attraverso una costruzione della cultura del dialogo e della fiducia, che l’introduzione di nuove tecnologie potrà trasformarsi in un reale motore di crescita e non in una minaccia percepita.
Poi, come illustrato da Federico Esposti, Direttore Innovazione e Sviluppo dell’Ospedale San Raffaele, l’intelligenza artificiale può rivoluzionare il sistema sanitario solo se usata per rafforzare, non sostituire, la relazione medico-paziente. Oggi i medici dedicano fino al 40% del tempo a compiti amministrativi: l’obiettivo dell’IA è restituire loro tempo clinico e attenzione al paziente. Tutte le attività prive di empatia o giudizio clinico – come rendicontazioni e procedure – dovrebbero essere automatizzate per rendere il sistema più fluido e centrato sulla persona.
L’IA può anche integrare i percorsi di cura oggi frammentati, accompagnando il paziente in modo continuo. Nella prevenzione, la tecnologia apre prospettive concrete grazie a check-up automatizzati e dispositivi wearable. Più prudente, invece, la valutazione sull’uso dell’IA nella salute mentale, dove il contatto umano resta insostituibile. Infine, il potenziale dell’automazione nella ricerca e nei trial clinici, dove può velocizzare procedure e ridurre errori. Il futuro, ha concluso, sarà di una “clinica aumentata”: sempre più efficiente, ma profondamente umana.
Passando al settore farmaceutico, secondo Christian Poehlking, CFO & Administration Director di Boehringer Ingelheim, l’intelligenza artificiale è già oggi parte integrante della catena del valore farmaceutica, dal disegno delle molecole alla produzione e distribuzione. Non si tratta più di chiedersi cosa farà l’IA in futuro, ma come già oggi stia trasformando la ricerca e la logistica del farmaco. In ambito scientifico, l’IA consente di generare e selezionare molecole con modelli predittivi capaci di anticipare efficacia e tossicità, riducendo i tempi di sviluppo e i costi. Nella logistica, permette di prevedere la domanda globale e ottimizzare le catene produttive, essenziali in un settore regolato e complesso come quello farmaceutico.
Non bisogna, dunque, temere l’innovazione: se l’Europa non svilupperà le proprie tecnologie, lo faranno altri attori globali con regole e valori diversi. L’obiettivo non è frenare l’intelligenza artificiale, ma governarla con responsabilità e visione, per generare progresso reale e sostenibile.
In conclusione, come ha raccontato Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta e CEO di Me First®, l’esperienza personale e professionale nel campo della salute mentale offre una prospettiva privilegiata sul ruolo dell’intelligenza artificiale in sanità.
La tecnologia migliora sicuramente l’accesso e semplifica i percorsi sanitari, ma bisogna porre attenzione al rischio di disumanizzazione, soprattutto nella salute mentale, dove empatia e intuizione restano insostituibili. La macchina può essere “gentile”, ma non può cogliere le sfumature non verbali che rendono efficace una relazione terapeutica. Come imprenditrice nel settore della prevenzione e del supporto alla genitorialità, ha evidenziato il potenziale dell’IA nel primo orientamento dei pazienti, ma anche l’importanza di un controllo umano nelle decisioni cliniche.
PROGETTI
- Creare piattaforme multi-impresa e reti di aziende per un welfare condiviso e integrato.
- Attivare partnership con il terzo settore e progetti al servizio del territorio.
- Sviluppare strumenti digitali e consulenze psicologiche accessibili, favorendo la collaborazione tra soggetti diversi.
LEGGI
- Favorire la collaborazione tra pubblico e privato per costruire un welfare efficace e sostenibile.
- Approvare proposte di legge per il diritto allo “stare bene” e per la tutela dei non autosufficienti.
- Promuovere incentivi, defiscalizzazione e gestione digitale per semplificare e rendere più accessibili le politiche di welfare.
CULTURA
- Promuovere laboratori e percorsi formativi per diffondere la cultura del welfare e del benessere psicologico in azienda.
- Favorire connessioni tra mondi diversi (imprese, PMI, terzo settore) e sviluppare nuove forme di pedagogia del “fare insieme”.
- Investire in formazione continua e sensibilizzazione, con impatto reale sulla collettività.

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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
Tucano
"Cultura, benessere e futuro del lavoro: nuovi scenari per un mondo del lavoro sostenibile"

Obiettivo della tavola rotonda è stato promuovere nuovi modelli una cultura della salute e della sostenibilità nei luoghi di lavoro. I lavori si sono concentrati sulle strategie per la creazione di nuovi modelli di condivisione, che stimolino l’int egrazione ed i legami tra i dipendenti, con benefici in termini di benessere e produttività. Saranno analizzate le strategie per la promozione di stili di vita sani, anche con riferimento all’educazione alimentare, e, in generale, del benessere.
Franco Luini, CEO, Tucano

Alessandro Armillotta, CEO, AWorld

Anna Benini, Founder & Ceo, Lianecare

Cesare D’Angelo, General Manager, Kaspersky

Gabriele Ferrieri, CEO, Impatto Digitale

Erica Rizziato, Presidente, IMO Istituto Internazionale per lo Sviluppo Umano e Organizzativo, Società spin off del CNR

Franco Luini
- Promuovere nuovi modelli di cultura della salute e sostenibilità nei luoghi di lavoro.
- Creare modelli di condivisione e integrazione tra dipendenti per generare benessere e produttività.
- Valorizzare l’azienda come comunità, uno spazio di crescita personale e professionale.
Alessandro Armillotta
- Coinvolgere le persone per raggiungere obiettivi di sostenibilità attraverso strumenti digitali.
- Sfruttare gamification e storytelling per comunicare in modo semplice e stimolante.
- Favorire connessioni e azioni concrete tramite esempi, mirror effect e incentivi digitali.
Cesare D’Angelo
- Garantire sicurezza e serenità ai dipendenti, soprattutto con modelli di lavoro smart.
- Proteggere dati e identità digitali grazie a strumenti e formazione in cybersecurity.
- Sostenere la crescita personale e professionale attraverso formazione continua.
Anna Benini
- Riconoscere che tutti siamo caregiver e valorizzare il bilanciamento tra vita e lavoro.
- Promuovere cultura aziendale consapevole, conoscendo davvero i bisogni dei dipendenti.
- Togliere attriti e vincoli per una politica del lavoro più equa e inclusiva.
Gabriele Ferrieri
- Adottare un approccio a 360° alla sostenibilità, integrando inclusività e monitoraggio.
- Utilizzare nuove tecnologie e intelligenza artificiale per supportare lavoratori e famiglie.
- Favorire resilienza e accompagnamento costante, sostenendo chi muove i primi passi nel mondo del lavoro.
Erica Rizzati
- Superare le difficoltà nel creare senso di comunità e appartenenza nel lavoro.
- Introdurre nuove metodologie centrate sulla persona come sistema complesso ed evolutivo.
- Promuovere consapevolezza e attivazione individuale per migliorare il benessere organizzativo.
Sintesi
Come spiegato da Danilo Vivarelli, CEO di Technesy Holding, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul sistema sanitario non riguarda solo l’efficienza dei processi, ma il modo stesso in cui le persone vivono il rapporto con le strutture di cura. Il suo gruppo, attivo nella customer experience e nelle soluzioni tecnologiche personalizzate, lavora per coniugare IA e capitale umano, con l’obiettivo di migliorare la fiducia e la qualità del servizio. Come nel caso del progetto realizzato con l’Ospedale San Raffaele di Milano, dove una piattaforma di IA gestisce fino all’80% delle richieste dei pazienti – telefonate, email, prenotazioni – riducendo i tempi d’attesa e liberando il personale da mansioni ripetitive. La tecnologia non deve essere un semplice strumento di risparmio, ma un elemento strategico per ripensare il welfare sanitario in modo integrato e umano.
Permangono tuttavia ostacoli legati alla governance dei dati e alla necessità di soluzioni tecnologiche europee conformi al GDPR. Serve inoltre un cambio culturale: la digitalizzazione e la prevenzione devono essere viste come investimenti, non come costi. Si auspica una collaborazione più stretta tra pubblico, privato e operatori tecnologici per costruire un’infrastruttura digitale condivisa, capace di migliorare accesso, equità e qualità della cura.
Ma la vera sfida dell’innovazione, più che tecnologica, sembra essere culturale. Questa è l’idea dei Andrea Bertoletti, Managing Director di Stimulus by TELUS Health, che ha proposto una riflessione sul cambiamento, portando il punto di vista di chi vive quotidianamente la trasformazione organizzativa, sia dall’interno, sia nel ruolo di accompagnatore di altre aziende lungo questo stesso percorso. L’adozione dell’intelligenza artificiale varia fortemente a seconda dei contesti culturali: mentre in Canada si investe massicciamente in IA sanitaria, l’accettazione sociale richiede ancora tempo, come indicano anche i dati McKinsey sugli Stati Uniti. La chiave è la comunicazione interna: spiegare il “perché” del cambiamento e creare ambienti psicologicamente sicuri dove le persone possano accogliere l’innovazione senza timore.
La leadership del futuro dovrà essere empatica, partecipativa e capace di dare senso al cambiamento, perché è attraverso una costruzione della cultura del dialogo e della fiducia, che l’introduzione di nuove tecnologie potrà trasformarsi in un reale motore di crescita e non in una minaccia percepita.
Poi, come illustrato da Federico Esposti, Direttore Innovazione e Sviluppo dell’Ospedale San Raffaele, l’intelligenza artificiale può rivoluzionare il sistema sanitario solo se usata per rafforzare, non sostituire, la relazione medico-paziente. Oggi i medici dedicano fino al 40% del tempo a compiti amministrativi: l’obiettivo dell’IA è restituire loro tempo clinico e attenzione al paziente. Tutte le attività prive di empatia o giudizio clinico – come rendicontazioni e procedure – dovrebbero essere automatizzate per rendere il sistema più fluido e centrato sulla persona.
L’IA può anche integrare i percorsi di cura oggi frammentati, accompagnando il paziente in modo continuo. Nella prevenzione, la tecnologia apre prospettive concrete grazie a check-up automatizzati e dispositivi wearable. Più prudente, invece, la valutazione sull’uso dell’IA nella salute mentale, dove il contatto umano resta insostituibile. Infine, il potenziale dell’automazione nella ricerca e nei trial clinici, dove può velocizzare procedure e ridurre errori. Il futuro, ha concluso, sarà di una “clinica aumentata”: sempre più efficiente, ma profondamente umana.
Passando al settore farmaceutico, secondo Christian Poehlking, CFO & Administration Director di Boehringer Ingelheim, l’intelligenza artificiale è già oggi parte integrante della catena del valore farmaceutica, dal disegno delle molecole alla produzione e distribuzione. Non si tratta più di chiedersi cosa farà l’IA in futuro, ma come già oggi stia trasformando la ricerca e la logistica del farmaco. In ambito scientifico, l’IA consente di generare e selezionare molecole con modelli predittivi capaci di anticipare efficacia e tossicità, riducendo i tempi di sviluppo e i costi. Nella logistica, permette di prevedere la domanda globale e ottimizzare le catene produttive, essenziali in un settore regolato e complesso come quello farmaceutico.
Non bisogna, dunque, temere l’innovazione: se l’Europa non svilupperà le proprie tecnologie, lo faranno altri attori globali con regole e valori diversi. L’obiettivo non è frenare l’intelligenza artificiale, ma governarla con responsabilità e visione, per generare progresso reale e sostenibile.
In conclusione, come ha raccontato Cristina Di Loreto, Psicologa, Psicoterapeuta e CEO di Me First®, l’esperienza personale e professionale nel campo della salute mentale offre una prospettiva privilegiata sul ruolo dell’intelligenza artificiale in sanità.
La tecnologia migliora sicuramente l’accesso e semplifica i percorsi sanitari, ma bisogna porre attenzione al rischio di disumanizzazione, soprattutto nella salute mentale, dove empatia e intuizione restano insostituibili. La macchina può essere “gentile”, ma non può cogliere le sfumature non verbali che rendono efficace una relazione terapeutica. Come imprenditrice nel settore della prevenzione e del supporto alla genitorialità, ha evidenziato il potenziale dell’IA nel primo orientamento dei pazienti, ma anche l’importanza di un controllo umano nelle decisioni cliniche.
PROGETTI
- Sviluppare piattaforme di coinvolgimento per conoscere meglio i dipendenti e creare connessioni tra loro.
- Integrare moduli formativi sulla cybersecurity per garantire sicurezza digitale e consapevolezza.
- Scalare e sperimentare azioni che attivino le comunità interne, promuovendo sostenibilità ed etica.
LEGGI
- Defiscalizzare e incentivare le iniziative a sostegno del benessere e della sostenibilità nei luoghi di lavoro.
- Fornire supporto concreto ai caregiver, riconoscendone il ruolo nel welfare aziendale.
- Elaborare normative basate sui dati raccolti dalle piattaforme digitali per rendere le politiche più mirate ed efficaci.
CULTURA
- Lavorare sulle community interne per rafforzare il senso di appartenenza e collaborazione.
- Diffondere formazione continua sulla sicurezza digitale come parte della cultura aziendale.
- Promuovere uno stimolo culturale che diventi pratica, trasformando la teoria del benessere in azioni quotidiane.

GRUPPO LINKEDIN PRIVATO
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Fasi di accelerazione dell'obiettivo aziendale:
FASE 1. OBIETTIVO/PROGETTO
(Identificare l'Obiettivo aziendale da accelerare, da piano strategico, piano industriale o Business Plan).
FASE 2. TEAM
(Definire e costruire il Team di progetto per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 3. ROUND TABLE ANNUALE DI KICK OFF (RB/BB/AB)
(Realizzazione della Round Table annuale di Kick off per l'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 4. APPROFONDIMENTI "ONE TO ONE"
- BUSINESS/PROJECT MATCH AD HOC (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento - lunch, dinner, caffè, web conference, organizzati ad hoc - tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder, già presenti nella Round Table oppure non presenti, utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale, come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc).
- SHAKE HANDS NEI MEETING (BB)
(Realizzazione di incontri one2one di approfondimento, durante le Giornate Nazionali in calendario, tra l'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare e altri stakeholder presenti nelle Giornate Nazionali - come per esempio: CEO, Manager, Istituzioni centrali, Istituzioni locali, Associazioni, Università, ecc. - utili all'accelerazione dell'obiettivo aziendale).
FASE 5. GIORNATE NAZIONALI (BB/AB)
(Partecipazione dei Manager dell'Azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle altre Giornate Nazionali in calendario, finalizzata: 1. alla prosecuzione dell'accelerazione dell'obiettivo/progetto in termini di shake hands, 2. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale, 3. alla realizzazione di uno speech di comunicazione del SAL e di ulteriore chiamata alla partecipazione al proprio obiettivo/progetto aziendale verso altri stakeholder; 4. ad obiettivi di formazione; 5. ad obiettivi di benchmarking e networking).
FASE 6. COMMUNICATION PLAN (RB/AB)
(Identificazione e realizzazione di un piano di accelerazione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale attraverso la programmazione di una serie di pubblicazioni e interviste social media, organizzate da Task Force Italia su indicazione dell'azienda).
FASE 7. AWARDS (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alle giornate di Awards in calendario nel mese di novembre e dicembre, finalizzate: 1. alla premiazione dell'obiettivo/progetto; 2. alla realizzazione di uno speech di promozione del proprio obiettivo/progetto; 3. alla diffusione della conoscenza dell'obiettivo/progetto aziendale verso tutti gli stakeholder del network CEOforLIFE e Task Force Italia - Istituzioni, Media, Aziende, Associazioni, Mondo Giovanile, ecc. ; 4. all'amplificazione degli obiettivi di posizionamento e di reputation dell'azienda).
FASE 8. POSITION PAPER/ MANIFESTO NAZIONALE di ciascuna Task Force Nazionale (RB/AB)
(Inserimento e pubblicazione: 1. della descrizione dell'obiettivo/progetto aziendale da accelerare - obiettivo, call4ideas, give back - all'interno del Position Paper - Manifesto Nazionale inerente all'area tematica in cui insiste il obiettivo/progetto aziendale; 2. degli interventi/speech degli stakeholder aziendali intervenuti durante le Round Table delle Giornate Nazionali svolte; 3. elaborazione di sintesi delle analisi di scenario ("As is") e della proposte di intervento ("To be") emerse durante le giornate nazionali).
FASE 9. INSTITUTIONAL REPORT BACK (RB/BB/AB)
(Partecipazione del CEO e dei Manager dell'azienda owner dell'obiettivo/progetto da accelerare alla giornata di presentazione Istituzionale di Report Back che avverà il 9 dicembre 2025 presso Palazzo Montecitorio - Sala della Regina - alla presenza di Istituzioni, Media, Aziende, ecc).
Legenda:
(RB) = Reputation Booster
(BB) = Business Booster
(AB) = Awareness Booster
AWARDS
Le giornate di premiazione dedicate all’Environment, sono un’occasione unica per celebrare e riconoscere i successi e gli sforzi straordinari delle aziende e delle Istituzioni nel promuovere la sostenibilità ambientale attraverso i gruppi di lavoro permanenti.

Prevenzione, Salute e Welfare
18 novembre 2025
CEOforLIFE ClubHouse – Roma
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